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Es (16, 2-3): Il prezzo della vittoria

Gim Lecce (2000/01)

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Il prezzo della vittoria

 Il popolo di Israele è in cammino verso la terra promessa, il cammino intrapreso è intenso e liberante. Mosè e Aronne sono con loro, li guidano, portano loro il conforto e la Parola di Dio. Ma il cammino verso la terra promessa è lungo, è snervante; il deserto fa spazientire, nel deserto dove non c’è vita tutto ha parvenza di vita, e ci si può facilmente lasciare ingannare: i miraggi!!

 Il popolo mormora contro Mosè e contro Dio; un ritornello scandisce il loro cammino:

“era meglio starsene in Egitto, morire con la pancia piena anche se schiavi“. 

«Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne.  Gli Israeliti dissero loro: “Fossimo morti per mano del Signore nel paese d'Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatti uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine”». (Es. 16,2-3)

 Ma Israele non riesce a percepire la presenza di Dio con loro. Ricevono il cibo necessario per il cammino eppure quel cibo non gli basta mai, pretendono sempre di più!

 Il deserto è il luogo dove si è portati a gridare i propri diritti e le proprie lamentele senza pensare ai propri doveri e alla provvidenza  del Signore.

 Attendere la Provvidenza di Dio non è starsene fermi, passivi ad aspettare che qualcosa avvenga; è invece un camminare col Signore e agire con lui collaborare alla realizzazione del suo sogno di giustizia e di pace per ogni uomo, ogni donna che vive.

 Un proverbio africano dice: “Dio non fa salire qualcuno su un albero per poi tagliare il tronco sotto di lui” Dio è fedele, Il Signore nostro Padre non tradisce, ci vuole responsabili della vita che lui ci ha donato.  Dio non si sostituisce allÂ’uomo per non sciupare la sua libertà, i suoi talenti.  Siamo figli di Dio, siamo eredi del suo amore.

 

 

Cosa c’è intorno a noi? Cosa c’è dentro di noi?

Quando la sfiducia in Dio ci prende, il Suo silenzio e la sua discreta presenza ci sembrano un    abisso!! E allora si ricorre a dei ripari che non riescono a reggere il nostro desiderio di vita.

 

aUna religiosità senza appartenenza: sospinti dal desiderio di uscire dalla noia, dal vuoto si va alla ricerca, sugli scaffali del consumismo, di quelle esperienze più o meno religiose che  dovrebbero aiutarci a    vivere...ma poi ci si ritrova immersi in un mondo pieno di rituali, mode, tendenze.

 

aSi accumulano fotogrammi senza farne un film: è proprio questa la sensazione che si prova quando si osserva la vita di tanta gente che non riesce a dare un senso alla propria vita, limitandosi  a vivere frammenti di esistenza scollegati tra di loro, se non addirittura contrapposti.

 

aPrigionieri del presente: molti sono riusciti ad esiliare la memoria e il  sogno e si accontentano di vivere “alla giornata”, incapaci di pro-getare in uno slancio vitale la propria esistenza navigando a vista in mare aperto senza bussola.

aDisorientati agli incroci della vita: Il restare inchiodati sul presente – mentre impedisce di    prendere decisioni irreversibili, offrendo una superficiale sensazione di libertà -, provoca un male di vivere dal quale si vorrebbe fuggire per trovare punti di riferimento, tornare a casa, ma senza sapere dov’è la casa...voglio andare a casa, ma la casa dov’è (Jovannotti).

 

Questa è la mia casa

O Signore dellÂ’universo, ascolta questo figlio disperso,

Che ha perso il filo e non sa dov’è

e che non sa neanche più parlare con te.

Ho un Cristo che pende sopra al mio cuscino

e un  Budda sereno sopra al comodino,

Conosco a memoria il cantico delle creature

e ho un grandissimo rispetto per le mille Sure del Corano.

CÂ’ho pure un talismano che me la regalato il mio fratello Africano,

e io lo so che tu da qualche parte ti riveli,

che non sei solamente chiuso dietro ai ceri e nelle labbra tentazioni umane di te

A volte io ti vedo in tutto quello che sei,

giro per il mondo tra i miei alti e bassi,

come Pollicino lascio indietro dei sassi sui miei passi,

per non dimenticare la strada che ho percorso fino ad arrivare qua,

e ora dove si va? Adesso si parte per un'altra città.

voglio andare a casa, la casa dov’è? La casa dove posso stare in pace con te.

 

O Signore dei viaggiatori

ascolta questo figlio immerso nei colori

che crede che la luce sia sempre una sola

che si distende sulle cose e le colore di rosso, di blu, di giallo e di vita

dalle tonalità di varietà infinita.

Ascoltami, proteggimi ed in cammino quando è buio illuminami

sono qua in giro per la città

e provo con impegno ad interpretare la realtà,

cercando il lato buono delle cose, cercandoti in zone pericolose,

ai margini di choc e incomprensioni,

di ciò che è conformismo, di ogni moralismo…

E il mondo mi assomiglia nelle sue contraddizioni,

mi specchio nelle situazioni e poi ti prego di rivelarti sempre in ciò che vedo. 

Io so che tu mi ascolti anche se a volte non ci credo.

voglio andare a casa, la casa dov’è? La casa dove posso stare in pace con te.

 

O signore della mattina

che bussa sulle palpebre quando mi sveglio,

mi giro e mi rigiro nel mio giaciglio

e poi faccio entrare il mondo dentro me

e dentro il mondo entro fino a notte.

Barriere e confini, paure e serrature, cancelli, dogane e facce scure.

Sono arrivato qua attraverso mille incroci

di uomini, di donne, di occhi e di voci;

e il gallo che canta e la città si sveglia

ed un pensiero vola giù alla mia famiglia

e poi si allarga fino al mondo intero e vola su su in alto fino al cielo

e poi il sole, la luna e Marte e Giove,

Saturno con i suoi anelli e poi le stelle nuove

e quelle anziane piene di memoria

che con la loro luce hanno fatto la storia…..tutta l’energia che c’è nell’aria.

voglio andare a casa, la casa dov’è? La casa dove posso portar pace

 

 

aCuriosi spettatori della vita altrui: non sono pochi coloro che, incapaci di avventurarsi sui sentieri della vita, cercano di vivere e interessarsi alla vita degli altri, andando a curiosare nella casa del Grande fratello che conoscendo il male di vivere e la noia di molti, ne approfitta per dare il colpo di grazia, per sottrarre quel bricciolo di libertà invitando a giocare con la vita, col tempo, con le cose solo per delle stupide banconote!

 La terra promessa verso la quale il popolo di Dio è diretto è una terra di giustizia e di pace, una giustizia e una pace da costruire con LUI, non si può vincere sul male, sulla morte, sulla noia di vivere senza collaborare con Dio e senza essere

sentinelle della vita.

 

Il mistero della Pasqua passa attraverso la croce, la paura di volare alto, di sentire le      vertigini, ma con Gesù questo è possibile. La vittoria è  R...ESISTERE e VIVERE.

 

 

 

Figlio mio,

che sei ancora in questa terra,

preoccupato, solitario e tentato.

Ti chiamo per nome conoscendoti e amandoti.

Non aver paura, non sarai mai solo

perché io ti sono sempre vicino.

Assieme spargeremo il regno della vita

che ti dono in eredità.

Desidero solo che tu faccia la mia volontà.

Infatti io voglio la tua felicità.

Non preoccuparti,

perché ti do anche il cibo di ogni giorno

da condividere con il prossimo nella solidarietà.

Sappi che ti perdono i tuoi peccati

ancor prima che tu li commetta.

Ti chiedo solo di perdonare

a tutti quelli che ti offendono.

E per non soccombere alla tentazione

afferra con fiducia la mia mano

con tutta la tua forza.

E io ti libererò dal male.

Figlio mio a me tanto caro

 

Preghiera di p. Raffaele di Bari

 

 Per la riflessione personale  e il lavoro di gruppo

- fa memoria e racconta di quando in quella brutta situazione la provvidenza di Dio ti ha sostenuto.

- guardati intorno: cosa vedi? Come Dio è presente nella vita del mondo che è attorno a te?

Cosa ti è chiesto di essere...fare...

 

 

(

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