Mc 11, 15-19: La cacciata dei mercanti: commercio equo e finanza etica
Gim
CONTRO
i MERCANTI di MORTE
La
cacciata dei mercanti (Mc 11,15-19)
Verso
una riconversione economico-finanziaria:
commercio
equo, banche etiche...
E un mercante
chiese. Parlaci del commercio.
Ed egli rispose
dicendo:
La terra vi
concede il suo frutto e basterà , se voi
saprete
riempirvene le mani.
Scambiandovi i
doni della terra,
vi sazierete di
ricchezze rivelate.
Ma se lo scambio
non avverrà in amore e in benefica giustizia,
farà gli uni
avidi e gli altri affamati.
Quando voi,
lavoratori del mare, dei campi e delle vigne,
incontrerete
sulle piazze del mercato i tessitori, i vasai e gli speziali,
invocate che lo
Spirito supremo della terra discenda su di voi
per consacrare le
bilance e il calcolo sicché valore corrisponda a valore.
E se colÃ
verranno i danzatori e i cantanti
e i suonatori di
flauto, comprate pure i loro doni,
poiché anchessi
raccolgono incenso e frutta
e recano allanima
vostra cibo e ornamento,
quantunque lo
facciano in sogno.
E prima di
lasciare la piazza del mercato,
badate che
nessuno sia andato via a mani vuote.
Poiché lo
Spirito supremo della terra non dormirà pacifico nel vento
finché il
bisogno dellultimo fra voi non sia saziato. (Gibran)
1) PRO - VOCATI
(= chiamati per...) dalla PAROLA
Il testo biblico di oggi è accattivante. Vediamo un
Gesù che rovescia i tavoli dei cambiavalute..; un
Gesù che agisce clamorosamente nel centro religioso (= tempio).
Alcuni partono da questo fatto per giustificare la necessitÃ
della violenza/lotta armata contro il potere economico (in
particolare quello religioso) che sembra cieco di fronte alla
povertà di molti. Leggiamo il testo Mc 11,15-19.
* Siamo nella
penultima tappa del ministero di Gesù. Cè lingresso
festoso a Gerusalemme. La scena si alterna poi con entrate ed
uscite dalla città e con la parabola del fico sterile.
* Gesù osserva (vs
11); maledice il fico (vss 12-14) ed entra nel tempio e scaccia
quelli che vendevano... e rovesciò i tavoli...
LINDIGNAZIONE di Gesù si fa esplicita con la citazione di Isaia:
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le
genti. Lazione di Gesù parte da un valore-esperienza
che è stato mercificato: il vero culto a Dio non è un processo
consumistico (compro per offrire in sacrificio; pago, ti do
lofferta per evitare il castigo..). Era abitudine che
quando ci si presentava al tempio si dovesse fare così.
I mercanti operavano nel cortile esteriore del tempio, nel
cortile dei gentili. Gli ebrei provenienti dallestero non
potevano pagare la tassa annuale al tempio con la loro moneta, e
i cambiavalute imponevano loro alti tassi di cambio. Si ritiene
che la tassa annuale del tempio fruttasse circa 120 milioni di
lire e che il profitto dei cambiavalute si aggirasse sui 14
milioni. I poveri potevano permettersi solo il sacrificio meno
costoso (due colombi). I sacerdoti chiudevano un occhio di fronte
a tutto questo, mentre si indignavano profondamente per le azioni
di Gesù. Questa azione clamorosa e scandalosa alimenta nei sommi
sacerdoti e negli scribi il desiderio di eliminare Gesù.
* I detentori del
potere avevano paura di Lui, perché tutto il popolo era
ammirato del suo insegnamento. E linsegnamento-testimonianza
che attira il popolo.
* Gesù se ne va
dalla città .
IN SINTESI:
+ Lepisodio
dimostra la disonestà , lipocrisia e i pregiudizi che
regnavano nel centro della vita religiosa dIsraele e ci fa
capire che lo scontro frontale tra Gesù e le autorità religiose
era inevitabile.
+ Lindignazione
di Gesù sorge nel vedere che il tempio ha perso la sua funzione
(= far incontrare Dio) e per tanto constata che la conduzione
giudaica del tempio è contraria al piano di Dio e vista la
sterilità (i sommi sacerdoti chiudevano unocchio...) dei
suoi capi , e non portando frutto nel presente, pure
il futuro sarà infruttoso (la parabola del fico sterile).
+ Gesù rompe con
la logica del tempio: Dio si adora in Spirito e Verità . Cè
il passaggio della religiosità legalista allesperienza di
fede personale (cfr 11,24-25). Dio è Padremadre e non padrone.
Con lespulsione dal cortile dei gentili, tutti possono
entrare nella vita di Dio. (Dio non è esclusivo).
+ Solo a partire
da unesperienza forte di un Dio Amante e Liberatore si
possono cacciare i mercanti. Oggi i nuovi santuari/templi
sono i shopping center (sono le nuove cattedrali della
religione del consumo e dello spreco, dellimmediato e dell
USA & getta. Bisogna cacciare gli idoli del
mercato (politico, sociale, religioso) per essere fedeli
continuatori del progetto di Gesù nella realizzazione del suo
regno. Per questo dobbiamo cambiare stile di vita.
2)
ATTUALIZZAZIONE & SPUNTI per l AZIONE
a. La rinuncia
oggi: i boicottaggi. Il boicottaggio è una forma antica di
non collaborazione, usata anche nella seconda guerra mondiale
contro alcuni prodotti della Germania nazista, che consiste nel
non acquisto, da parte di gruppi, di prodotti responsabili di
sfruttamento e di morte. Il termine boicottaggio
viene dal nome di Charles Cunnigham Boycott, proprietario inglese
di grandi estensioni di terre in Irlanda, contro cui nel 1880,
nel villaggio di Deenan, il reverendo O Malley esortò
la popolazione dicendo: Se un arraffatore di terre viene
nella vostra città e vuole vendervi qualcosa, non fategli
del male nè minacciatelo; ditegli semplicemente che sotto la
legge inglese egli ha diritto di vendere la sua merce, ma
aggiungete che la legge britannica non vi obbliga a comprare
niente da lui e così farete finchè vivrete. Alcuni
boicottaggi hanno avuto un notevole peso politico, sia a livello
nazionale sia internazionale. Quello di Martin Luther King (1956-1957)
contro il servizio bus di Montgomery e le leggi segregazioniste,
è stato uno dei boicottaggi storici della nostra epoca. Negli
Stati Uniti, subito dopo (1960), lo fecero anche contro la Dow
Chemical e la produzione di napalm usato nella guerra del
Vietnam. E inoltre contro la Campbell (1978-1986) e i suoi
contratti di acquisto con aziende che maltrattavano i lavoratori
immigrati. Di livello internazionale sono stati i boicottaggi
contro il regime dellapartheid in Sudafrica: quello contro
la Polaroid (1970-1971), attuato dai suoi stessi operai in
protesta ai prodotti per lidentificazione dei neri; quello
dei movimenti anti apartheid (1975-1986), che boicottarono in
Inghilterrra la Barclys Bank, in Italia la Banca Nazionale
del Lavoro e le esportazioni di armi in Sudafrica. Contro la Coca
Cola fu attuato dal sindacato internazionale lavoratori
alimentari un boicottaggio internazionale per protestare contro i
maltrattamenti dei lavoratori in Guatemala. Così passò con il
latte in polvere della Nestlè (1973). In Italia, il
boicottaggio Scarpe giuste, promosso dal Centro Nuovo
Modello di Sviluppo, contro la Nike e la Reebok,
punta a ottenere un maggiore impegno di questi due marchi contro
il lavoro minorile (bambini di dieci-dodici anni) e la violazione
dei diritti dei lavoratori asiatici da parte di fabbriche che
producono scarpe sportive e palloni. Ogni volta che facciamo la
spesa dobbiamo ricordarci che attraverso questo semplice ed
apparentemente banale gesto come il consumo, rischiamo di
renderci complici dei peggiori misfatti: il boicottaggio come
azione per costringere le imprese produttrici ad abbandonare
comportamenti antietici, ingiusti o oppressivi, si fonda sulla
considerazione che il sistema attuale non può fare a meno del
consumo. Noi, col nostro acquisto, abbiamo la possibilità di far
salire o scendere i loro profitti: perciò il consumo si può
utilizzare in forma di voto, che può influenzare le scelte
economiche molto più del voto elettorale. Il boicottaggio,
infine, educa ad agire, a non assistere passivamente alle
ingiustizie ed ai soprusi che avvengono sotto il nostro naso.
Educa ad assumerci le nostre responsabilità . Abitua la gente a
riprendersi il potere nelle proprie mani. Per questo è quanto di
più democratico possa esserci !
b. Per una
solidarietà concreta: il commercio equo e solidale. Quando ci
vestiamo, facciamo colazione o andiamo in bicicletta, utilizziamo
il cotone, il caffè e il caucciù che sono tutti prodotti dal
Sud del Mondo. Ma cosa sappiamo di questi prodotti? Chi li
coltiva? Chi ci guadagna? le contadine e gli operai o gli
intermediari e le multinazionali? Se lo sono chiesti anche in
Olanda, negli anni 60, alcuni gruppi decisi a lottare
contro il neocolonialismo. Fondarono una cooperativa commerciale
per il Commercio Equo e Solidale (CES), ed aprirono dei punti di
vendita al dettaglio in molte cittadine, presto imitati anche in
altre nazioni del mondo. Scopo del commercio equo e solidale è
quello di liberare i poveri del Sud, che producono per il Nord,
dal giogo dello sfruttamento e della speculazione tessuta dai
commercianti locali ed internazionali. Con il commercio equo e
solidale, la solidarietà si concretizza in quattro principi che
sono rispettati: lavoro dignitoso e non da schiavi;
tutela dellambiente; giustizia lavorativa,
perché sul prodotto guadagnano coloro che vi hanno
effettivamente lavorato; autosviluppo, perché nellattivitÃ
di produzione viene coinvolta, sotto forma di cooperativa, tutta
la comunità locale. E così la cooperativa UCIR, in Messico,
produce un caffé biologico che non solo nel Nord del mondo
tiene sveglia la nostra coscienza, ma nel Sud fa
lavorare diecimila famiglie al motto unidos venceremos.
(cfr allegato)
c. Unutopia
concreta: Banca Etica. Oggi il mercato è il sovrano della nostra
vita. Il neoliberismo parla di libero mercato, di diritti
inalienabili delle imprese a commerciare possibilmente senza
regole e controlli dello stato. Ma quale libertà possiede questo
mercato? Solamente quella interessata di imprenditori che
massimizzano il profitto in condizioni di monopolio. La stessa
politica, che dovrebbe guidare tutto in funzione del bene globale
delle persone e della società , è costretta ormai a sottostare
ai criteri della produzione e della competitività . Oggi è leconomia
che decide tutto. Sono i soldi, il denaro, la finanza. Non è più
il lavoro che fa i soldi: sono i soldi che fanno i soldi. E dove
stanno i soldi ? Stanno nelle banche. Perciò, piaccia o meno,
sono le banche che contribuiscono a riciclare il denaro sporco di
mafie e tangenti, che finanziano il commercio di armi, che
ricevono i soldi dei dittatori, rubati ai poveri. Solo che
nessuno lo sa. O nessuno ci pensa davvero. Questo perché il vero
problema del sistema bancario è proprio la mancanza di
trasparenza: lo chiamano segreto bancario e
dietro a questo si nascondono tutte le malefatte. In un paese
come la Svizzera, per esempio, si calcola che solo il 20% del
totale di denaro che passa nelle casseforti delle sue banche
provenga da operazioni lecite; un valore di 300mila miliardi di
lire è invece denaro grigio, soldi cioè che
arrivano dallevasione fiscale di imprenditori italiani,
francesi, tedeschi e mazzette di politici opportunisti. Poi cè
il denaro sporco di gran lunga superiore. Le banche
svizzere camuffano, lavano, stendono e stirano milioni di dollari
che costituiscono il bottino di guerra delle reti internazionali
di traffico di droga, delle armi, della prostituzione, della
pornografia e della pedofilia, della corruzione politica. Quando
leconomia uccide... bisogna cambiare! è il grido
più volte ricordato. E vero, è un sistema potente, quello
economico-finanziario che ci fa sentire come piccoli Davide di
fronte a un enorme Golia. Ma, proprio perché Davide ha sfidato
Golia e lo ha vinto, anche noi dobbiamo lanciare la nostra fionda
contro limperialismo capitalista.
Un evento nato negli anni Novanta come utopia concreta per uneconomia
che non uccida è la Banca Etica. Uno dei primi Paesi a ideare
una banca etica è stato il Bangladeh, ventanni
fa, con la Grameen Bank (Banca Rurale), voluta dallo studioso
bengalese Muhammad Yunus. (A titolo storico ricordiamo che in
Italia la Banca Etica non è la prima azienda di credito rivolta
al sociale e alla promozione di realtà escluse dai circuiti
ordinari. Un es. furono le Casse Rurali nate soprattutto alla
fine dellOttocento). Lattività di finanziamento si
dice etica se presenta le seguenti caratteristiche: - le somme
raccolte vengono impiegate unicamente per finanziare impieghi
sociali,
democratici, trasparenti e rispettosi della legge;
- il depositante ha la possibilità di scegliere il settore verso
cui il suo risparmio deve
essere indirizzato;
- la Banca deve informare puntualmente il risparmiatore sullutilizzo
dei fondi;
- il tasso di interesse può essere autodeterminato dal
risparmiatore, nei limiti indicati
dalla Banca;
- il risparmiatore e il beneficiario sono sempre identificati:
non esistono strumenti di
risparmio al portatore nè finanziamenti ad associazioni non
legalmente riconosciute;
- il conto corrente etico sarà aperto solo ai risparmiatori
conosciuti e segnalati dalle
associazioni del no-profit.
3) PER LA
RIFLESSIONE PERSONALE
a. Che pensi dellazione di Gesù ?
b. Quali sono secondo te i mercanti di morte oggi ?
c. Ti stai impegnando in almeno uno dei tre punti citati al n.2 ?