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Mc 10, 35-45: Uno squarcio di mondo nuovo: la croce

Gim Padova (ottobre 2003)

UNO SQUARCIO DI MONDO NUOVO: LA CROCE

Catechesi 2° GIM Padova - Gennaio 2004

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UNO SQUARCIO DI MONDO NUOVO: LA CROCE

IL CONTESTO DEL TESTO

Prima di tutto, ricordiamoci che il cammino che stiamo percorrendo dentro il Vangelo di Marco lo condividiamo assieme ai discepoli, alle discepole e CON Gesù.

Già nei capitoli 8 (vv.31-33) e 9 (vv.30-32) aveva preannunziato direttamente la sua passione senza essere minimante capito; anzi, la risposta dei discepoli nel secondo caso fu la discussione su chi di loro fosse il più grande.

Nel testo immediatamente precedente a quello che leggeremo, pregheremo e poi condivideremo, Gesù di Nazareth annuncia (Mc 10, 32-34) esplicitamente – senza mezzi termini e senza tante metafore – per la terza volta la sua passione violenta e la resurrezione, però non è ancora compreso da nessuno dei dodici!


LEGGIAMO IL TESTO


Mc 10, 35-45

35 E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». 36 Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: 37 «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38 Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». 39 E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. 40 Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

41 All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. 42 Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. 43 Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, 44 e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. 45 Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».


CI ADDENTRIAMO NEL TESTO

I due figli di Zebedèo (Giacomo e Giovanni) – come del resto gli altri discepoli – non comprendono le parole profetiche di Gesù, esigono (“vogliamo che tu ci faccia…”) ruoli che non hanno significato nell’approccio alla Vita che propone il Signore.

Richiedono posizioni di prestigio a fianco di Gesù, compreso come messia violento, guerriero e portatore dell’autonomia d’Israele dal potente impero di Roma; però la gloria di Gesù non sta nei palazzi del potere ma come dirà subito dopo sta nel servizio.

Potranno sicuramente bere il “calice amaro” della sofferenza se seguiranno fedelmente Gesù, ma com’è possibile pretendere di stare alla sinistra e alla destra di Gesù? Là vi saranno quelle persone che avranno accolto con gioia e franchezza particolari chiamate ed avranno seguito la frase riportata più volte nei Vangeli: “Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi.(Mt 19,30; Mt 20,16; Mc 10,31; Lc 13,30).

È da risaltare anche l’esplicito riferimento al battesimo, ovvero, all’immersione: chi decide di seguire Gesù, lo farà immerso nella storia e quindi anche nella sofferenza, nella croce, senza cercare scorciatoie o fughe momentanee.

Con Gesù di Nazareth , occhio alle pretese !!!!!!!!!!!!!!!!!

“… gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni.” La richiesta rivolta a Gesù dai figli di Zebedèo origina indignazione… ma anche tra chi esprime disappunto c’è tanta fatica ed affanno per comprendere Gesù. Un elemento comune molto importante è che tutti e tredici sono in cammino: è la condizione indispensabile per mettersi alla Sua sequela.

 

Nella seconda parte del breve testo selezionato, Gesù di Nazareth chiarisce le prese di posizione e la prassi che chiede la sequela di Gesù e della croce.

La contrapposizione con i “capi delle nazioni”, smaschera il mito che si era coltivato dell’attesa di un “messia guerriero e violento che potesse sconfiggere i nemici con potenti carri e cavalli”. Il discepolo, accogliendo la testimonianza ed il messaggio di Gesù, non dev’essere dominatore ma “servo di tutti” e portatore della Pace ricevuta in dono.

Nella nostra società e nelle nostre chiese ancora troppo impregnate di pesanti disuguaglianze, d’immagine e di apparenze, di “baccanale della superficialità”, di pettegolezzo e di anonimato; ripartire dal “servizio a tutti” è schierarsi con la croce di Gesù, poiché significa andare con decisione controcorrente riportando la Vita umana al centro di ogni opzione.

Le croci non potranno mai eliminare la Pasqua ed il trionfo della Vita; anche se le croci però, non sono sempre così facili da accogliere.

Le testimonianze lasciateci da Gesù manifestano la sua coerenza tra la sua Parola e le sua Vita. Il racconto della “lavanda dei piedi” (Gv 13,1-17) è il testo che immediatamente mostra cosa comporta l’assunzione della croce, però è anche il distintivo per ogni cristiano “anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri”.

 

“Dominare” è in netto contrasto con “servire”; così come si contrappongono le iniziative imposte “dall’alto” con quelle sorte ed articolate “dal basso”.

Per Gesù, accogliere la croce non è passività, ma è far causa comune con tutti – in modo molto particolare con chi vive in condizioni disumane – e da lì camminare assieme costruendo il Suo regno di giustizia e di pace. Non si tratta quindi di opinioni personali, di sensibilità, di “chiodi fissi”, di stati d’animo, di sete di nuovismo, di spazi ed opportunità da offrire agli specialisti della missione, ecc… È CAMMINRARE CON GESÙ DI NAZARETH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ognuno di noi è chiamato/a ad “essere grande”, infatti, crediamo che “Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio…” (Gn 5,1); allora non possiamo più scoraggiarci: c’è tutta l’umanità che sta aspettando il momento in cui cominceremo ad essere “servi di tutti”.

PER LA MIA VITA…..

  • Mi sento così lontano dai figli di Zebedèo, oppure anch’io chiedo a Gesù posizioni comode che non vadano troppo controcorrente?

  • Sono in cammino CON Gesù di Nazareth, oppure ricorro a lui solo in casi d’emergenza e per “causa forza maggiore”?

  • Cosa vuol dire per me camminare CON Gesù servitore dell’umanità e non con il messia violento e guerriero?

  • Gesù di Nazareth con la sua croce è anche maestro di nonviolenza attiva. Quali aspetti della mia vita scomoda questa sua scelta di campo?

  • “Dominare” e “servire”, “dall’alto” e “dal basso”, sono opzioni così contrastanti nella mia vita o riesco - con tanti equilibrismi - a mantenermi a galla?

  • In fin dei conti, la croce di Gesù mi sta aprendo nuovi orizzonti di vita?????


“Il missionario e la missionaria non possono andar soli in paradiso. Soli andranno all’inferno. Il missionario e la missionaria devono andare in paradiso accompagnati dalle anime salvate. Dunque primo santi, cioè, alieni affatto dal peccato ed offesa a Dio e umili: ma non basta: ci vuole carità che fa capaci i soggetti”                                Daniele Comboni 20-04-1881



 

 

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