In questo mese di marzo ripartiamo con
profondo slancio, per non tradire il cammino fatto in febbraio
“Missione è… dare fiducia”. In caso contrario si tratterebbe davvero
di una respinta!!
Contesto del testo
Il libro degli Atti degli Apostoli
presenta la missionarietà del Regno di Dio, ovvero, lÂ’universalitÃ
del messaggio salvifico di Gesù, annunciato dalle primitive comunitÃ
“cristiane”.
LÂ’esperienza trasformatrice del Risorto e
lÂ’annuncio della Buona Notizia generarono tantissime tensioni a vari
livelli. Gli Atti ne raccontano poco più di 100
(cento!!).
Il contesto biblico in cui sÂ’inserisce il
testo selezionato, è la prima missione che portarono avanti Paolo e
Barnaba fuori dalla Palestina: Atti 13,1 – 15,35
Leggiamo più volte il testo tratto dagli
Atti degli apostoli 14:24-15:21
14: 24 Attraversata poi la Pisidia,
raggiunsero la Panfilia 25 e dopo avere predicato
la parola di Dio a Perge, scesero ad Attalìa; 26 di
qui fecero vela per Antiochia là dove erano stati affidati alla
grazia del Signore per l'impresa che avevano compiuto.
27 Non appena furono arrivati,
riunirono la comunità e riferirono tutto quello che Dio aveva
compiuto per mezzo loro e come aveva aperto ai pagani la porta della
fede. 28 E si fermarono per non poco tempo insieme
ai discepoli.
15: 1 Ora alcuni, venuti dalla Giudea,
insegnavano ai fratelli questa dottrina: «Se non vi fate
circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete esser salvi».
2 Poiché Paolo e Barnaba si
opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro,
fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro andassero a
Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.
3 Essi dunque, scortati per un tratto dalla
comunità , attraversarono la Fenicia e la Samaria raccontando la
conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i
fratelli. 4 Giunti poi a Gerusalemme, furono
ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono
tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo loro.
5 Ma si alzarono alcuni della
setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: è
necessario circonciderli e ordinar loro di osservare la legge di
Mosè.
6 Allora si riunirono gli apostoli
e gli anziani per esaminare questo problema. 7 Dopo
lunga discussione, Pietro si alzò e disse:
«Fratelli, voi sapete che già da
molto tempo Dio ha fatto una scelta fra voi, perché i pagani
ascoltassero per bocca mia la parola del vangelo e venissero alla
fede. 8 E Dio, che conosce i cuori, ha reso
testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito
Santo, come a noi; 9 e non ha fatto nessuna
discriminazione tra noi e loro, purificandone i cuori con la fede.
10 Or dunque, perché continuate a tentare Dio,
imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né
noi siamo stati in grado di portare? 11 Noi
crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello
stesso modo anche loro».
12 Tutta l'assemblea tacque e
stettero ad ascoltare Barnaba e Paolo che riferivano quanti miracoli
e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani per mezzo loro.
Nel cuore del testo, nel cuore
del conflitto
Mentre
Barnaba e Paolo annunciano la Buona Notizia ad Antiòchia, giungono
alcuni giudei che pretendono di “giudeizzare” i non giudei (pagani)
che desideravano abbracciare il Risorto.
v.2 “Poiché Paolo e Barnaba si
opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro
costoro…” la tensione dentro la comunità diventa
conflitto. La comunità decise che Barnaba, Paolo ed altri si
recassero a Gerusalemme per confrontarsi e trasformare la
diatriba.
Giunti ed accolti a Gerusalemme,
trovarono una comunità con grandi tensioni simili a quelle vissute
ad Antiòchia.
v. 6 “Allora si riunirono gli
apostoli e gli anziani per esaminare questo problema”.
Da una serie di conflitti ebbe origine
quello che popolarmente viene definito il primo “Concilio di
Gerusalemme”.
Pietro, sicuramente non il discepolo di
maggior spinta missionaria, risale allÂ’origine dellÂ’esperienza
personale e comunitaria di Dio: v. “8 E Dio, che
conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo
anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; 9 e non
ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone i
cuori con la fede”.
Non esiste nessuna discriminazione per il
Dio della Vita: questo ci deve spingere ad unÂ’apertura totale, senza
nessuna sorta di barriere, prefabbricate o ereditate.
v. 10 Or dunque, perché continuate a
tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i
nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare?
11 Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù
siamo salvati e nello stesso modo anche loro».
Chi siamo noi, chi sei tu, per impedire
ad altre persone dÂ’essere parte del Popolo di Dio?
v. 12 “Tutta
l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare Barnaba e Paolo che
riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani
per mezzo loro”.
Si fermarono ad ascoltare i segni dei
tempi, ad ascoltare lÂ’operare di Dio nella storia attraverso donne
ed uomini di buona volontà !!
Purtroppo non
c’è tempo per approfondire la parte restante del testo del
“Concilio”, ma pregarci sopra con intensità può essere uno degli
impegni da portare avanti durante il mese che ci separa dal prossimo
incontro GIM!!
LÂ’assemblea di Gerusalemme
continuerà poi con l’intervento di Giacomo che rafforzò la posizione
di Pietro fondandosi anche su testi del profeta Amos.
Infine vi sarà una lettera
apostolica in cui oltre a Barnaba e Paolo, anche Barabba e Sila
andranno ad Antiòchia per leggere le decisioni di (v.
28) “… non imporvi nessun altro
obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenervi alle carni
offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e
dall’impuducizia”.
L’unica norma importante sarà non
mescolarsi con le offerte agli idoli.
Queste solenni testimonianze e
proclamazioni lasciarono profonde tracce nella vita delle comunitÃ
formate da cristiani provenienti da differenti etnie; possiamo
affermare che le
culture, furono e sono importanti, ma mai potranno essere decisive -
o vincolanti - nel cammino con il Risorto!!!!!
DANIELE
COMBONI
Nel 1800 non
era ovvio includere gli Africani nel Popolo di Dio. Vi erano ancora
gravi titubanze. Comboni perseverò sempre, anche quando Santa Sede
chiuse le missioni in Africa Centrale.
“Se il Papa,
la Propaganda e tutti Vescovi del mondo mi fossero contrari,
abbasserei la testa per un anno, e poi presenterei un nuovo piano:
ma desistere dal pensare all’Africa, mai, mai”.
Daniele
Comboni, Lettera don Francesco Bricolo 23-04-1865 (“Scritti”
N° 1071)
Ripiegare da ciò che non era Africa era
impensabile per Comboni, e quindi anche lÂ’obbedienza alla Chiesa non
poteva portarlo a tradire il sogno che Dio aveva preparato per
lui.
“Eccellentissimi Padri… si tratta della salvezza di tutta
l’Africa Centrale la quale, come ho già detto una volta, comprende
la decima parte di tutto il genere umano. Se voi non deciderete con
grande benevolenza qualche rimedio, se questo momento passerÃ
portando con sé un’occasione così propizia (al solo pensarci mi
sento opprimere dal dolore), quanti secoli passeranno forse prima
che cessi la rovina degli africani? Orsù, Santissimi Padri, per le
viscere di Gesù Cristo prendete su di voi quest’opera e nella vostra
saggezza esaminate come e con quali mezzi si possono salvare questi
popoli”.
Daniele Comboni, Lettera circolare ai
Padri Conciliari 24-06-1870 (“Scritti” N° 2304)
Nel Concilio Vaticano I° Comboni fa
presente a tutti Vescovi che è giunta “l’ora dell’Africa” e li mette
davanti alla cruda realtà : ascoltate i segni dei tempi, il grido di
Dio nella storia attraverso la sofferenza delle africane e degli
africani!!
Eventuali contributi per il
deserto
-
Riprendi il testo degli Atti e lascialo entrare in te:
quante barriere metto agli altri nel loro cammino? Mi sento
corresponsabile dell’umanità o vivo rispettando le mie quattro
regoline?
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Comboni non si è scoraggiato, né si è
fermato nemmeno davanti a dei gravi NO: ha pregato, riflettuto e
poi ha proseguito il suo percorso. Mi permetto il “lusso di vivere
scoraggiato”?
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