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Dignità del lavoro

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DIGNITA’ DEL LAVORO

 

Il nostro consumo è legato direttamente al lavoro di chi produce i beni che acquistiamo, ed è quindi uno strumento efficace per influire sulle condizioni di lavoro in tutto il mondo. La globalizzazione del mercato ha portato a una corsa verso il fondo nelle condizioni di lavoro; la produzione viene via via spostata dove i salari sono più bassi e i diritti dei lavoratori meno rispettati.

In Indonesia il salario minimo (2,1 dollari al giorno) non basta neanche a soddisfare i bisogni vitali. In Cina 10 milioni di detenuti lavorano nei campi di prigionia senza alcun diritto; sempre in Cina nel 1993 ci sono stati 20.000 morti in incidenti sul lavoro per l’assenza di misure di sicurezza. In Bangladesh le operaie lavorano dalle 8 del mattino alle 11 di sera, 7 giorni la settimana, 30 giorni al mese, guadagnando dai 7 ai 10 dollari al mese. In Costa Rica 15.000 lavoratori agricoli sono diventati sterili per l’irrorazione di pesticidi.

Un altro guasto della liberalizzazione del mercato del lavoro è l’impiego di manodopera minorile. I bambini vengono preferiti agli adulti perché hanno meno pretese e sono più docili. Non ci riferiamo a qualche ragazzo di 16 anni che aiuta i genitori in negozio, parliamo di 120 milioni di bambini (secondo le stime dell’ONU) dai 5 ai 14 anni che lavorano a tempo pieno, anche fino a 11 ore al giorno per 6 o 7 giorni la settimana tutto l’anno, vivono lontano dalla famiglia e dormono nelle stesse fabbriche dove lavorano. Considerando anche i bambini che lavorano “part-time”, arriviamo a 250 milioni.

In Bangladesh un quarto della popolazione infantile lavora nella produzione di tappeti e tessuti pregiati per l’Occidente. In Thailandia un terzo della forza lavoro è costituita da bambini: producono i giocattoli che regaliamo ai nostri figli. In Africa lavorano 4 bambini su 10, nei paesi in via di sviluppo la media è di 1 su 4.

Come consumatori, possiamo opporci a questa situazione richiedendo alle aziende produttrici il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori (età minima, libertà di associazione, abolizione del lavoro forzato, salario minimo, sicurezza, orario) attraverso campagne di sensibilizzazione e con le nostre scelte negli acquisti.

Nei nostri acquisti possiamo preferire le aziende che producono nel rispetto dei lavoratori. Per fornire informazioni ai consumatori, si sta cercando di istituire a livello internazionale dei marchi di garanzia sociale per certificare che il prodotto sia stato realizzato nel rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori, da qualsiasi parte del mondo provenga.

 

 

CHE FINE HA FATTO IL LAVORO?

 

Negli ultimi anni in Europa il lavoro è divenuto un bene sempre più prezioso; il tasso medio di disoccupazione ha raggiunto l’11%, colpendo particolarmente i giovani (in Italia la disoccupazione giovanile arriva al 25%) ed è, al contrario che negli Stati Uniti, una forma di disoccupazione di lunga durata, infatti il 40% dei senza lavoro lo è per più di un anno. Intanto bambini e donne del Terzo Mondo lavorano anche dieci ore al giorno, in condizioni disumane, nelle fabbriche appaltatrici delle imprese multinazionali.

 

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