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Gim Venegono (novembre 2004): Missione come festa: abbondanza di Vita

Missione come festa:

abbondanza di Vita

3 GIM Venegono Superiore novembre 2004

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Veglie e preghiere

Teologia della Missione

Sfide per crescere

 

Leggi Gv 2,1-12

1Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2 Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3 Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”. 4 E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. 5 La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”.

   6 Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. 7 E Gesù disse loro: “Riempite dÂ’acqua le giare”; e le riempirono fino allÂ’orlo. 8 Disse loro di nuovo: “Ora attingete e portatene al maestro di tavola”. Ed essi gliene portarono. 9 E come ebbe assaggiato lÂ’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto lÂ’acqua), chiamò lo sposo 10 e gli disse: “Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un poÂ’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono”. 11 Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

   12 Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni.

 

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Il primo miracolo riportato da Giovanni è quello fatto alle nozze di Cana. Gesù comincia e finisce con un momento importante di festa e convivialità: Cana e l’ultima cena.

Questo fatti risulta molto importante per Giovanni: Gesù è venuto ad stringere una nuova alleanza con il suo popolo ed è lui che dà il vino nuovo, lui stesso.

Il tema del banchetto si ritrova spesso nella Bibbia, Abramo e i tre ospiti, Gesù invitato da un fariseo, Gesù a pranzo da Zaccheo, … anche nella tradizione “umana” il momento del pasto spesso è importante e significativo, momento di incontri decisivi, di passaggi importanti, di alleanze.

Il fatto che sia anche un banchetto di nozze non è indifferente: è il luogo della festa per eccellenza; ricordo che in Congo la festa del “kokanga lopango”, il momento cruciale del matrimonio, è forse secondo solo alla “matanga”, la veglia funebre, sia per partecipazione sia per impegno profuso dalla famiglia per esprimere la festa dello stare insieme e dell’evento.

In questo brano diventa importante mettersi alla scuola di Maria, come lo fanno i servi: 

Attenzione alla realtà

Maria è la prima, e per il racconto l’unica che si accorge che manca il vino. È capace di guardarsi attorno, di leggere la realtà che la circonda, di accorgersi delle necessità di chi vive con lei, negli eventi importanti sa accorgersi delle piccole cose necessarie. Saper guardare attorno a noi, sia per ciò che ci è vicino, sia per ciò che riguarda le dinamiche mondiali diventa uno dei primi passi indispensabili per permettere ala vita di vincere; il non conoscere, in non rendersi conto preclude già a questa possibilità.

·      Vivo ancora in un mondo di bambagia, o sono attento al mondo e alla vita dellÂ’umanità? Come mi faccio attento? 

Chiedere a Dio

Maria va subito ad avvisare Gesù, primo per avvisarlo, secondo per interpellarlo, terzo perché è lui che può dare una risposta concreta alla situazione. Sono tre atteggiamenti che dovrebbero caratterizzare il nostro agire:

-     avvisare: certo Dio sa già ciò che accade attorno a noi e nel mondo, a noi sta rendere cosciente gli altri di ciò che abbiamo visto, sentito; il compito di informare un mondo tecnologico, con grandi mezzi di comunicazione, ma che ascolta solo ciò che gli fa comodo

-     interpellare: è la preghiera di intercessione è sempre necessaria sia perché ci ricorda il primato di Dio sulla vita, sia perché è segno di amore e attenzione ai fratelli e sorelle. Ma accorre anche interpellare la società e chi la governa perché dia una risposta ai bisogni di vita dellÂ’umanità, specialmente a quella che è privata della vita

-     ricordarsi che è Dio il Signore della vita, una vita da chiedere ogni giorno, e di cui ringraziare quotidianamente.

·      Che tipo di preghiera caratterizza il mio vivere? Una preghiera egocentrica o aperta a Dio, agli altri e al mondo?

·      Come mi faccio carico delle istanze dei più poveri per farmene portavoce? Se mi è già successo porto degli esempi 

Non scoraggiarsi

La risposta di Gesù è dura nei confronti della madre (anche se la chiama ancora donna sotto la croce per farla madre dell’umanità; inoltre molte volte mi è capitato di constatare, specialmente a Kinshasa, ma non solo, che la perseveranza è “donna”). Però Maria non si scoraggia, non rinuncia, e continua sulla sua strada, certo la sua fede è messa alla prova: deve credere in Gesù anche se non ha ricevuto una risposta esplicita della possibilità di esaudire sua richiesta; deve credere che Lui è il Cristo che porta la vita, il vino nuovo. Spesso anche noi ci scoraggiamo di fronte all’insuccesso, ad un NO forte che ci viene dalle persone o dalla realtà che viviamo; la perseveranza di Maria ci sfida alla fede, e a porre quei gesti che la confermano e la realizzano.

·     Fare il bene spesso è difficile, e non ha una gratificazione immediata, anzi spesso trovo molti ostacoli e insuccessi; come reagisco? Dove e come trovo la forza di continuare? Quali sono le motivazioni che mi fanno andare avanti 

Fidarsi

“Fate quello che vi dirà”. Maria ha gia fatto quest’atto di fiducia, ora lo chiede ai servi: la mia fede e perseveranza è contagiosa, da un lato interpella gli altri, dall’altro fa crescere anche loro. Se la fede di Maria è chiara a questo punto dobbiamo riconoscere che anche i servi si sono fidati della parola di Gesù, perché servire dell’acqua a tavola il giorno delle nozze avrebbero rischiato per lo meno un bel rimprovero. Fidarsi della Parola, perché come ci ricorda Isaia la sua Parola è sempre efficace: “Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.” (Is 55,10-11)

·        Quanto mi fido della Parola di Dio nella mia vita? Quanto credo che sta agendo nella mia vita anche quella che sto pregando adesso? Come mi rendo docile al suo agire?

Gesù vuole che la vita l’abbiamo in abbondanza. Le giare contenevano circa 80/100 litri l’una; quindi il vino che Gesù ha donato è in abbondanza, non fa le cose a metà, non ci dà solo un po’ di vita per accontentarci; inoltre le giare erano vuote e Gesù le fa riempire: le realtà di morte e di non vita le cambia in vita e in vita abbondante.

Gesù stesso diventa il vino nuovo di cui l’umanità ha sete. L’annuncio liberatore di Cristo è ancora urgente e necessario ed ha bisogno di “Marie” che si rendano disponibili ad uscire dalla folla degli invitati per annunciare e realizzare questa proposta di vita.

Tale azione è da un lato annuncio di una persona, di una Parola, dall’altra è dare la possibilità a tutti di partecipare al banchetto della vita, della festa, come accesso alle risorse, alla conoscenza, alla dignità personale e di popolo. Ancora troppi sono gli esclusi, quelli che non hanno accesso al banchetto, costretti a sopravvivere invece d’essere invitati a vivere; lasciati fuori dalla porta, oppure fruttati per garantire ili benessere di un piccolo gruppo. Annunciare e condividere diventano allora due esigenze inderogabili!!

·        La mia vita la vivo in abbondanza? E so anche donarla in abbondanza?

 

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