Le
beatitudini sono anzitutto l’annuncio di una buona novella perché
proclamano beati coloro che non necessariamente sono consapevoli
di esserlo: secondo Gesù, la vita felice non é soltanto quella
di domani, nell’al-di-lá, ma va scoperta e conosciuta sin
d’ora. Gesù non concepisce che si possa essere suoi
discepoli senza essere felici nel mondo...
Le
beatitudini si riferiscono innanzitutto a Gesù e poi a tutti
coloro che lo vogliono seguire. Eppure non vi e` altra pagina nel
vangelo come quella delle beatitudini che abbia saputo toccare il
cuore e la mente di tanti non cristiani, perfino atei. Gandhi, per
citare l’esempio piú famoso, considerava il discorso della
montagna di Gesú una delle pagine piu´ alte di spiritualitá che
siano mai state scritte nella storia dell’umanitá. E lui ha
saputo incarnare in maniera straordinaria lo spirito delle
beatitudini. Il linguaggio di Gesú é semplice, non
confessionale, di una freschezza che resiste allo scorrere del
tempo. EÂ’ come se le beatitudini fossero state scritte oggi, non
duemila anni fa, per le donne e gli uomini di tutti i tempi. Le
beatitudini saranno sempre un messaggio di felicitá e speranza in
un mondo che lotta, che cerca la sua propria forza nella sua
propria ricchezza umana.
Come
ci situiamo nel contesto nel quale viviamo? Perché saper leggere
il messaggio delle beatitudini? Puó il “manifesto politico”
di Gesú divenire una sorta di vademecum della pace? Che senso ha
la pace e come la si promuove?
La
pace è una condizione necessaria per permettere cambi verso la
realizzazione della giustizia, la liberazione e quindi il
superamento della povertá, della discriminazione,
dellÂ’intolleranza per la realizzazione di tutti i diritti umani.
|
VEDERE: analisi della realtá
– le notti del mondo, le notti della non-pace:
-
notti
internazionali: la
macchina di produzione delle armi; il divario N/S: il Nord
comprende circa un miliardo di persone (22% dell’umanitá) che
consuma lÂ’80% delle materie prime. Il Sud comprende lÂ’88%
della popolazione con il 20% di usufrutto); le ingerenze politiche
ed oppressive dei “padroni del mondo”; la fame cronica del
Sudan; i 30 e piú conflitti tutt’oggi in atto; gli assolutismi
dittatoriali; gli sfruttamenti e dominazioni per lÂ’accumulo e la
difesa delle risorse... e il massacro dei poveri;
-
notti
nazionali: scandali
italiani; disoccupazione; la legge sullÂ’immigrazione; lÂ’usura;
la mentalitá tossica; l’etnocentrismo e razzismo locale; i
giochi di potere...
-
la notte della
Chiesa: nelle
divisioni che oscurano il Cristo; l’insensibilitá al radar
della chiamata a vivere in pienezza come figli e fratelli; il
passaggio dalla primavera del Concilio Vaticano II allÂ’inverno
nordico della dimenticanza e della disattenzione; lÂ’eccessiva
preoccupazione per il potere a scapito dellÂ’opzione fondamentale
e privilegiata per i poveri; quando censura e querela i profeti;
nei tramonti di fede di molte persone;
-
la notte delle
famiglie: dove non
c’é sorriso perché non c’é comprensione; dove i genitori
non fanno mancare niente ai loro figli... ma fanno mancare la
comunicazione dei valori autentici;
-
la notte del
cuore dellÂ’uomo:
che spesso da le dimissioni da se stesso e diviene una caricatura
macabra o, simile ad unÂ’automobile, corre allÂ’impazzata nella
notte a fari spenti.
|
GIUDICARE: quale novitá di
beatitudine ha bisogno questo mondo? A questo punto é possibile
dire che pace è solamente sinonimo di assenza di guerra? Da cosa
dobbiamo liberarci per sprigionare la speranza?
- liberarci é partire da noi stessi, dal desiderio insano di essere felici
da soli attraverso il piacere, il trattenimento dispersivo e
consumistico;
- dobbiamo liberarci da un cristianesimo consumistico, pigro, inerte,
puramente sentimentale, intimista e consolatorio che non tocca la
STORIA e le sue sfide;
- dobbiamo liberarci dalla logica della fuga nel privato, nella protezione
consolatoria del piccolo gruppo chiuso;
- dobbiamo liberarci dallÂ’individualismo che ci rinchiude nella melanconia
delle pasticche;
- dobbiamo liberarci dalla sclerotizzazione dello Spirito che non ci
permette di cogliere il polline che passa nellÂ’aria come
occasione di feconditá
|
AGIRE: come costruire la pace,
non solo con la lotta dei poveri? Come sostenere che la pace é
veramente nelle nostre mani? Alcuni appunti di come
l’alternativa puó diventare realtá.
1)
Nella societá dell’avere, del sistema basato su false
sicurezze, il giovane amante del sogno di Gesú, vive la
dimensione contemplativa della vita nella preghiera,
nellÂ’ascolto della Parola per proclamare la speranza che viene
da Dio e che la sua forza liberatrice vale piú dell’efficienza
quantistica;
2)
Nella societá della massificazione, il giovane amante del
sogno di Gesú si conserva interiormente libero per percepire che
il Signore che passa negli avvenimenti e per essere coscienza
critica contro il potere, la ricchezza accumulata, il sapere
manipolatore e classista;
3)
Nella societá dell’individualismo che emargina chi non
produce, il giovane amante del sogno di Gesú, vive la comunitá
come: luogo privilegiato per vivere l’umanitá; partecipazione,
corresponsabilitá e fraternitá; accoglienza degli ultimi;
condividere i valori del Regno di Dio; nella societá
dellÂ’ingiustizia che fabbrica esclusi-poveri a livello mondiale,
il giovane amante del sogno di Gesú, vive la povertá nella
solidarietá e coinvolgimento concreto con il mondo e la vita
degli esclusi; da voce al grido soffocato degli oppressi (una
politica di giustizia) e vive la dimensione sociale dei beni
(unÂ’economia dÂ’uguaglianza).
Le
piccole comunitá ecclesiali, le sacche di resistenza del Sud sono
da anni coinvolte e occupate in questa responsabilitá di
prolungare il Sogno di Dio... e ci precedono là dove sembra che
la morte vinca. Sono esse ad insegnarci che la speranza é
l’ultima a morire nella misura in cui si é disponibili a
condividere lo stesso sogno e scegliere il Regno e la sua
giustizia.
|
|