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Ap (18, 1-8): Andare controcorrente

Gim Verona (maggio 2003)

Uscite, popolo mio, da Babilonia

CATECHESI GIM VERONA

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APOCALISSE 18, 1 – 8

Dopo ciò, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere e la terra fu illuminata dal suo splendore. Gridò a gran voce:

È caduta, è caduta
Babilonia la grande
è diventata covo di demoni.
Carcere di ogni spirito immondo,
carcere di ogni uccello impuro e aborrito
e carcere di ogni bestia immonda e aborrita.
Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino
Della sua sfrenata prostituzione,
i re della terra si sono prostituiti con essa
e i mercanti della terra si sono arricchiti
del suo lusso sfrenato.
Poi udii unÂ’altra voce dal cielo:

"Uscite, popolo mio, da Babilonia
per non associarvi ai suoi peccati
e non ricevere parte
dei suoi flagelli.
Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo
e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
Pagatela con la sua stessa moneta,
retribuitele il doppio dei suoi misfatti.
Versatele doppia misura nella coppa con cui mesceva.
Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo lusso,
restituiteglielo in tanto tormento e afflizione.

Poiché diceva in cuor suo:
Io sono regina,
vedova non sono e lutto non vedrò;
per questo, in un solo giorno,
verranno su di lei questi flagelli:
morte, lutto e fame;
sarà bruciata dal fuoco
poiché potente Signore è Dio
che l’ha condannata.”

(Verona, 11 – 5 – 2003)

"Naturalmente la gente non vuole la guerra. Perché un povero diavolo di una fattoria dovrebbe voler rischiare la propria vita in una guerra quando al massimo ne può guadagnare di tornare alla sua fattoria tutto intero? Naturalmente la gente comune non vuole la guerra: né in Russia, né in Inghilterra, né in Germania. Questo è comprensibile. Ma, dopotutto, sono i governanti del paese che determinano la politica, ed è sempre facile trascinare con sé il popolo, sia che si tratti di una democrazia, o di una dittatura fascista, o di un parlamento, o di una dittatura comunista. Che abbia voce o no, il popolo può essere sempre portato al volere dei capi. È facile. Tutto quello che dovete fare è dir loro che sono attaccati, e denunciare i pacifisti per mancanza di patriottismo e per esporre il paese al pericolo. Funziona allo stesso modo in tutti i paesi."

(Hermann Goering, gerarca nazista, al processo di Norimberga)

“Non ho più paura del mio padrone, ora è lui ad avere paura di me”

diceva Iqbal Masih, il bambino pakistano, ucciso a 12 anni perché ha avuto il coraggio
di parlare e di schierarsi dalla parte dei 6 milioni di bambini sfruttati nel suo paese per la tessitura.
Iqbal è il simbolo e la speranza dei 250 milioni di bambini
che nel mondo oggi sono vittime della schiavitù dello sfruttamento.

SCHIERARSI DALLA PARTE DI DIO
ANDARE CONTRO – CORRENTE

(Ap 18, 1 -8)

Non possiamo capire il capitolo 18 dellÂ’Apocalisse se non lo collochiamo nel suo contesto, cioè se non lo leggiamo insieme ai capitoli 17 e 19! Nei capitoli 17 e 18 abbiamo la narrazione della caduta di Babilonia e nel 19 vi è la descrizione di una liturgia in cielo, che potremmo definire un canto di gratitudine a Dio per il suo intervento nella Storia del Mondo.
Scorriamo velocemente il senso del capitolo 17 che ci parla di "una grande prostituta che siede presso le acque… e che porta scritto in fronte un nome misterioso … Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra” (17, 5).
Questa prostituta è la città di Babilonia, la potenza idolatra, che ha trascinato nella prostituzione i re della terra e ha “ubriacato” gli abitanti della terra con il vino della prostituzione (17, 2).
Per vedere questa donna Giovanni è trasportato in spirito nel deserto (17, 3), cioè nel luogo della diaspora che ha al suo centro la città di Roma. Quindi allÂ’immagine di Babilonia si sovrappone quella di Roma.
Interessante lÂ’abbigliamento della prostituta, Giovanni nel descriverla così bella ed elegante vuole mostrarci il fascino e la seduzione che lÂ’idolatria esercita su di noiÂ…
La prostituta è inoltre ebbra del sangue dei santi e dei martiri di Gesù, cioè dei cristiani che essa fa mettere a morte (17, 6).
Questa descrizione è indice che questa prostituta rappresenta lÂ’impero di Roma.

LÂ’angelo spiega a Giovanni che la bestia "era ma non è più, salirà dallÂ’Abisso, ma per andare in perdizione” (17,8a). E ciò viene ripetuto per ben 3 volte nei versetti 8 -11 (tre volte significa è proprio così)Â… questo ci mostra la chiara opposizione della bestia a Dio che "è, che era e che viene” (Ap 1, 4. 8; 4, 8).
La dinamica della bestia "che era e non è più, ma riapparirà” (17,8b) suscita la meraviglia degli abitanti della terra il cui nome non è scritto nel libro della vita e che non sanno discernere per capire lÂ’inganno e lÂ’illusione nascoste nellÂ’agire della bestia.
EÂ’ dunque necessaria intelligenza e lucidità spirituale per capire gli avvenimenti della storia, Giovanni dice infatti "qui ci vuole una mente che abbia saggezza” (17,9).
Le indicazioni che Giovanni ci fornisce si rivelano un riferimento preciso alla potenza imperiale di Roma, ma al tempo stesso vanno comprese con sapienza in riferimento al potere in sé. Giovanni ci pone di fronte al potere totalitario che è sempre assetato di sangueÂ… a qualunque tempo e luogo appartenga! Ci pone davanti al potere totalitario sempre risorgente al di là della caduta della potenza di Babilonia o dellÂ’impero romanoÂ… quando un potere pare definitivamente annichilito, è proprio allora che riemerge per infierire maggiormente mostrando una vitalità rinnovata che si esprime con una violenza inauditaÂ… Ma il destino ultimo di ogni potere totalitario è ormai segnato: esso andrà in perdizione (17, 8. 11)!

Roma che ha costruito e mantiene il suo potere su un fondamento di antropofagia rituale, cioè vive del sangue dei suoi sottomessi, e la persecuzione dei cristiani è lÂ’apice di un sistema universale di oppressione e morte.
La malvagità della prostituzione è nelle relazioni sociali di violenza, incentrate sulla oppressione economica e lÂ’imposizione socialeÂ… Roma è la grande città della compravendita, che si alimenta del sangue dei poveri (schiavi - cristiani).

Giovanni ci dice che la storia è ormai inclusa negli eventi della Pasqua e della Parusia : lÂ’incarnazione- passione - morte - resurrezione di Cristo ha già segnato la sconfitta del drago che è stato precipitato (12,10) e della bestia che è stata colpita mortalmente (13,3) e dunque "non è più” (17, 8. 11).
Tuttavia la fine non è ancora venuta e il drago e la bestia continuano ad infuriare nella storia, ma "per poco” (17,10).
Quando sarà la fine, lÂ’Agnello, il Re dei re, il Signore dei signori (17, 14) riporterà la vittoria definitiva contro la bestia e i re della terra (17, 12. 18) e la bestia sarà catturata e andrà in perdizione nello stagno di fuoco (17, 8. 11 – 19, 20).
Le 10 corna della bestia rappresentano "i re della terra” che si raduneranno attorno alla bestia per il combattimento (che saranno dalla sua parte). La loro caratteristica è di essere subalterni rispetto alla bestia: "loro unico intento è consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia” (17, 13 ). Essi combatteranno contro lÂ’Agnello, ma lÂ’Agnello li vincerà perché a lui solo spetta il titolo di Signore e Re che invece la bestia pretende per sé (17,14).


Ma le acque presso le quali è seduta la donna – prostituta cosa rappresentano?
Sono "i popoli, le moltitudini, le genti e lingue” (17,15) cioè le popolazioni vassalle dellÂ’impero romano, le masse umane sottomesse a Roma che attualmente detiene il potere (17,18).
Ma qui viene svelato anche il destino di Roma: la bestia che essa cavalcava si rivolta contro di lei e la prostituta viene spogliata, divorata, bruciataÂ…
Questa è una guerra di rivincita: i popoli dominati si levano contro RomaÂ… è una guerra universale: tutti avanzano contro il centro. Roma appare così amata ed odiata allo stesso tempo. Prima tutti hanno approfittato di lei ma ora le si rivoltano contro, vogliono la rivincita.
Tutti lÂ’hanno resa prostituta, poiché avevano bisogno di lei, ora tutti la uccidono, perché ritengono di non averne più bisogno: è lÂ’ora della cattiva verità del mondo, lÂ’irruzione della menzogna che si auto-distrugge.
LÂ’amore "falso” diventa per loro odio: vogliono cancellare in un certo senso la propria identità, distruggere le tracce della propria origine. Odiano la propria madre/donna prostituta di cui hanno approfittato per arricchirsi e si levano contro di essa.

Per combattere meglio lÂ’Agnello, i dieci re e la bestia uccidono la propria madre/donna prostituta (Roma) suicidandosi perciò a loro volta! (segnando la loro stessa fine!!!)

Dopo questa lunga introduzione entriamo nel capitolo 18, ne facciamo uno schema:

  • Annuncio e invito: "EÂ’ caduta, uscite da essa” (18, 1 – 8)
  • Lamento dei ricchi (liturgia sulla terra): re – commercianti - marinai (18, 9 – 19)
  • Canto di Gratitudine (liturgia in cielo):
    • Invito ad esultare di gioia (18, 20)
    • segno e giudizio di Dio (18, 21 – 24)
    • canto universale: grande Alleluia (19, 1 – 8)
      (moltitudine, esseri celesti, moltitudine)
    • lÂ’angelo e il profeta (19, 9 – 10)

LÂ’angelo che discende dal cielo non fa niente di speciale, non vi sono trombe, sigilli da aprire o coppe da versare. Semplicemente proclama e conferma la sentenza: "EÂ’ caduta, è cadutaÂ…!”.
Lo ripete due volte quasi per rinforzare e confermare ciò che sta dicendo. Con la sua voce illumina i credenti. LÂ’angelo lascia che i violenti (bestia e i re) portino a compimento il loro accordo e distruggano la città (chi è questo angelo?). La città va in rovina perché aveva portato alla rovina lÂ’umanità, cadendo alla fine nelle mani della propria perversione. I suoi peccati stessi la distruggono! Quali peccati?

I romani erano orgogliosi di estendere la loro "pace divina” nell’impero. Ma questa pace era “ubriacatura” di sangue, inganno politico, ingiustizia economica!

Ma risuona un’altra voce dal cielo: essa rivolge un pressante appello a fuggire da Babilonia, a non associarsi alla sua idolatria e ai suoi peccati per non ricevere parte dei suoi flagelli, la condanna che Dio fa scendere su di essa (18, 4 – 8):

"Uscite, popolo mio, da Babilonia…. ”

Questa voce è rivolta ai cristiani e li invita a non macchiarsi con i peccati di Babilonia, uscendo dalla città. Li chiama ad opporsi a una città edificata sul sangue, sullÂ’inganno e sullÂ’oppressione.
EÂ’ un esodo che comprende due aspetti:

  1. Aspetto negativo di rottura. I cristiani diventano degli insubordinati. Sul piano politico essi sono visti come degli sleali. Non si oppongono con le armi, non combattono il sistema con violenzaÂ… semplicemente rifiutano "il suo cibo e la sua festa” (sistema di oppressione) perché non vogliono essere partecipi allÂ’ingiustiziaÂ… (Questa è la non-violenza!).
  2. 2.Aspetto positivo: la creatività. I cristiani, senza la protezione che la città offre ai cittadini, devono elaborare un nuovo tipo di esistenza condivisa, nellÂ’attesa della venuta del Signore Gesù. Precisiamo bene non è che Roma neghi ai cristiano la propria legge; ma sono i cristiani che non possono accettarla perché non vogliono pagarne il prezzo poiché la protezione di Roma si fonda sullÂ’omicidio, sullÂ’inganno e lÂ’oppressione economica. Accettando la legge di Roma significava essere partecipi a tutto ciò anche non commettendo niente di questoÂ… ma il silenzio, lÂ’accettare passivamente ci fa complici!

Questi cristiani diventano perciò degli esiliati allÂ’interno della struttura militare - sociale –economica - religiosa dellÂ’impero! Non è che escono fuori alla ricerca di una terra promessa. Rimangono allÂ’interno dellÂ’impero, ma cercano e creano una comunità alternativa per esprimere sulla terra unÂ’ordine sociale e politico più puro e più vero! Più corrispondente al sogno di Dio per lÂ’umanità intera: Regno di Pace – Giustizia – Amore – Verità – LibertàÂ… di Compassione che porta alla vera Solidarietà fatta del Dono di sé totale!

Dopo lÂ’invito ad uscire vi è il "giudizio della città”! Essa riceve quello che ha imposto agli altri! Anzi riceve una razione raddoppiata!
LÂ’essere umano trova quello che ha seminato: la violenza distrugge quanti la esercitano, la morte uccide chi ha diffuso la morteÂ… anche se allÂ’apparenza ci può sembrare il contrario!
Questa legge del taglione non viene certo da Cristo "che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue” ma dalla nostra vecchia umanitàÂ… che pretende di farsi giustizia da sé!

Se non superiamo questa legge del taglione, siamo anche noi parte dellÂ’imperoÂ… e Cristo non può rivelarsi come amore totale e gratuito!

Giovanni qui vuole dirci che ogni volta in cui la "città” si fonda sul sangue (omicidio, inganno, oppressione) alla fine trova soltanto più sangue e in essa tutto diventa flagello di "morte, lutto e fame”. Quando lÂ’umanità "caccia via” Dio, per divinizzarsi da sola, finisce dominata dalla propria morte. La caduta di Babilonia non è quindi giudizio di Dio ma conseguenza dei suoi interessi, del suo vivere!

Abbiamo poi nei versetti 9 – 19 il lamento dei ricchi che piangono perché perdono il loro potere e, la loro ricchezza fatta di ingiustizia e oppressione è distrutta. Il loro mondo finisce (la città era la fonte della loro ingiusta ricchezza)Â… termina la gioia egoista su cui avevano fondato la loro esistenza!
Nel fallimento dellÂ’economia si lamentano tre gruppi di persone: i re, i commercianti e i comandanti di nave (marinai). Tutti piangono dicendo "guai, guai immensa città!” Piangendo rappresentano nel loro dolore un mondo di ingiustizia che sprofonda e brucia per sempreÂ… perdono tutto perché tutto va in frantumi!

I re (sottomessi) avevano amato Roma per sete di potere ed ora piangono su se stessi. Ogni volta che lÂ’amore è falso si lega alla sete – desiderio di potere e la vita si trasforma in un pianto infinito e falso. Si uccide e poi si piange lÂ’ucciso! Addirittura si arriva ad adorare la vittima per non riconoscerci suoi carnefici (liberiamo il popolo dal dittatoreÂ…)! E peggio ancora per poter continuare così a creare nuove vittime quindi si cade nella più spaventosa menzogna ufficiale! Si mettono embarghi in nome della giustizia o della lotta contro il terrorismoÂ… Si bombarda e poi si va a portare gli aiuti umanitariÂ… si distrugge e poi si va a fingere di ricostruire (con un sacco di interesse e profitti nascosti dietro!). Si accusa lÂ’altro di avere armi di distruzione di massa e poi si usano contro di lui le stesse armi con il silenzio e lÂ’accordo di molti!!!

Piangono i commercianti!
Qui si allude a un commercio di ricchi, lusso estremo che si eleva sulla sofferenza dei poveri! Il lavoro di molti diventa ricchezza di pochi! Questi commercianti avevano accumulati enormi ricchezze non commerciando con cose (denaro) ma vivendo di sangue! Basti pensare a certe multinazionaliÂ… alle belle rose che sono coltivate in Kenia per noi occidentaliÂ… quanta gente da il suo sangue e paga con la vita per i pesticidi che sono usati, per lo sfruttamento inumanoÂ… i bambini tessitori dellÂ’AsiaÂ… e i diamanti in Rca, in CongoÂ…. e tutto per un misero salario.
Qui Giovanni condanna la malvagità dellÂ’economia imperiale al servizio del lusso e di pochi!
Non combatte unÂ’economia umanizzata per il bene dei poveri, il pane e i pesci condivisi del messaggio di Gesù, non è il commercio creatore di vita che aiuta a condividere quanto prodotto e che vale come mezzo di incontro per tutti. Ma combatte il commercio della morte, dello sfruttamento, dellÂ’oppressione, degli interessi personali.

Peggio ancora, Roma è un commercio che inizia con lÂ’oro e finisce con gli schiavi (vrs 12 – 13). Tutto si compra e si vende, compresa la vita delle persone! Il culmine dellÂ’idolatria e dellÂ’orgoglio umano consiste proprio nellÂ’oppressione della persona, nello sfiguramento di colui che è lÂ’immagine di Dio nel creato e nella storia. LÂ’esistenza è trasformata in pura compra –vendita! Pensiamo alle schiavitù del nostro tempo: lo sfruttamento di bambini nel lavoro, il mercato della prostituzione dove migliaia di donne e spesso bambine sono costrette a vendere il loro corpo sotto minaccia e ricatti a non finireÂ… (per arricchire il rachet e le madames e soddisfare i clienti).
E tutto ciò avviene nei così detti Paesi sviluppati, avanzatiÂ… (Â… succhiando il sangue dei poveri).
Questa è “Roma”, la città sacra della pace eterna, lÂ’incarnazione della giustizia divina!!! Un mercato comune al servizio dei ricchiÂ… padroni dÂ’oro e di schiavi venduti sulla piazza, al fianco di carri, pecore e cavalli!

Piangono i marinai!
Erano loro che portavano la mercanzia alla città solcando il mari! Il mare offre ai marinai una via dÂ’immenso guadagno perché essi stanno al gioco di "Roma”! Pensiamo ai migliaia di profughi che giungono nel nostro paese via mareÂ… che arricchiscono le tasche a pochi, e ai quali si succhia il sangue stipandoli come bestie (?) nelle stive di imbarcazione spesso non sicure fino a gettarli nel mare perché raggiungano la riva a nuoto! Pensiamo a quelle persone asfissiate nei camionÂ…Pensate alle giovani nigeriane che ridotte schiave devono attraversare il deserto a piedi tra stenti e fatiche Â… diverse di loro muoiono! E a loro viene promessa con inganno libertà e vita dignitosaÂ… E tutto ciò a fior di quattrini! Non hanno neanche più il diritto di morire gratis!!! Quanta menzogna! Quanti omicidi! Quanto sfruttamentoÂ… e ci si fa credere Benefattori!

I re, i commercianti, i marinai formano il tessuto politico ed economico della città. In questo tessuto Giovanni si sente estraneo perché oltre che credente è uomo giusto! Perché uomo giusto e credente riesce a vedere quello che gli altri (i collaboratori del regime di Roma) non hanno visto: lÂ’ingiustizia radicale del sistema.

Se per i re, i commercianti e i marinai la caduta della città è motivo di pianto, per gli eletti di Dio – santi, giusti, credenti, apostoli, profeti – è invece fonte di esultanza (18, 20).
Sembrava che la storia coronasse Roma. Ebbene, Dio ha dato la vittoria ai primi e per questo la città prostituta sprofonda: "Non riapparirà mai più”! (18, 21)
Qui lÂ’angelo compie un gesto forte: una pietra scagliata nel mare per sprofondare per sempre! Cioè la città sprofonda per sempre e non solo con il suo peccato ma anche con tutto ciò che vi era di bello: musica, canti, sculture, luce della lampadaÂ… voce dello sposo e della sposaÂ…! Questi sono segni belli che evocano una città abitata, unÂ’umanità gioiosa! Ma tutto ciò è finito e non è Dio che ha distrutto ciò, ma i tre poteri violenti della storia:

  • I commercianti che hanno spento con la loro avarizia la gioia di vivere! LÂ’economia egoista di pochi che opprimono gli altri è la base di tutti i mali (18, 23c).
  • I fattucchieri (falsa religione, 18,23d). Sono i profeti bugiardi che con la loro magia o sortilegi ingannano gli abitanti della terra, facendo della religione un principio di morte.
  • Gli assassini (18,24). "Roma” il potere totalitario, responsabile della morte di profeti e santi (cristiani), causa di tutti gli omicidi della terraÂ…

Roma incarna i mali della storia umana, dallÂ’economia (commercio), passando per la falsa religione (stregoneria) alla violenza politica (omicidi).

Dopo tutto questo lamentarsi dei ricchi che imputano la loro rovina alla sola Roma "guai, guai immensa città” come un volersi giustificare del loro comportamento corrotto e “togliersi di dosso” ogni responsabilità, ecco una folla immensa nel cielo che diceva:

"Alleluia! Salvezza, gloria e potenza
sono del nostro Dio, perché veri e giusti i suoi giudizi
” (19,1 – 2)

Una folla immensa, che va oltre il numero dei santi, cioè lÂ’umanità intera! LÂ’umanità ha scoperto e riconosciuto la salvezza! Per questo canta e invita con il suo alleluia tutti! EÂ’ un canto di salvezza, di riconoscenza e gioia per la salvezza già realizzata! EÂ’ un riconoscere che Dio sta dalla parte degli oppressi!

EÂ’ un canto che coinvolge tutti!
Fino a questo momento nessun uomo è stato colpito; viene condannata la mondanità (il peccato), ma gli uomini non muoiono! Perché Dio sta dalla parte degli uomini! Questo è lÂ’amore di Dio!
Dio rende partecipi tutti alla sua salvezza, anche quella parte di umanità che non lo conosceÂ… e perciò agisce secondo le "leggi del mondo”, e questo avviene anche grazie ai suoi martiri! Grazie ai suoi santi che si sono uniti a Cristo Agnello e con lui sono stati sgozzati! Con lui hanno ricalcato la via della Croce! Sono essi che con Cristo offrono una veste di salvezza allÂ’umanità tutta!
Chi sono questi santi e questi martiri? I cristiani, ma non solo, sono tutti coloro che vogliono e costruiscono un mondo più vero e più umano disposti a pagare con la loro vitaÂ… (Kolbe, Gandhi, Martin Luter King, Romero, Ramin, Iqbal, i tanti missionari martiri in questi ultimi anniÂ… ma anche Rigoberta, don Mazzolari, don Milani, Follereau, P. Damiano di Molokai, don Tonino Bello, Madre Teresa, e tanti missionari dÂ’oggi che nel silenzio "eloquente” danno la loro vitaÂ…)
La vecchia umanità era stata un contratto di menzogna e violenza, la nuova umanità sarà, è un patto dÂ’amore, regno perfetto di Dio, gioia e gloria di nozze dove ogni uomo partecipa del trionfo dellÂ’Agnello e della sua sposa (Chiesa).

"Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell’agnello” (19, 9)

Prima erano beati quelli che "morivano” nel Signore, ora lo sono gli invitati alle nozzeÂ… poiché il banchetto è pronto: felici saranno quelli che risponderanno quando Dio li chiama!

  • La beatitudine è banchetto, Gesù aveva detto: “Ecco sto alla porta e busso; se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (2, 21).
  • Il banchetto è nuziale: cibo dÂ’amore! Il vero cibo è la reciproca donazione della vita (Agnello – Sposa) in una felicità eternamente condivisa.

Giovanni dopo queste parole vuole inchinarsi e venerare lÂ’angelo, che gli parla, come se questi fosse Dio! LÂ’angelo glielo impedisce perché entrambi condividono il medesimo compito. Dio ha rivelato a Giovanni la testimonianza di Gesù per mezzo del suo angelo che gli spiega ciò che sta accadendo alla città. Ora che lÂ’angelo ha terminato la sua missione può rivelare la sua identità a Giovanni.(come aveva fatto lÂ’angelo di Tobia Tb 12, 17 -20).

Non solo, ma lÂ’angelo rivelandosi nella sua identità, rivela a Giovanni la sua identità propria.
Tanto lÂ’angelo emissario (guida – ermeneuta) quanto il profeta Giovanni sono testimoni di Gesù!
EÂ’ autentico profeta chi rende testimonianza di Gesù con la propria vita!
Ogni desiderio di raggiungere una sapienza angelica fuori del cammino che prevede lÂ’offerta di sé nel quotidiano risulta sbagliato: conoscere è amare e amare è dare la vita come (con) Gesù, nella fedeltà e nella resistenza evangelica. (Non-violenza)

EÂ’ perciò andare contro-corrente, come i martiri cristiani di Roma, schierandosi dalla parte di Dio! Come i tanti martiri di oggi che scegliendo Dio si schierano dalla parte dei poveri e dei senza voce, pronti a dare la vita se necessario! E questo perché Dio si schiera sempre dalla parte degli ultimi che, per noi cristiani, sono i "preferiti” perché sono il volto di Cristo presente in mezzo a noi:

"Non cÂ’è amore più grande di questo:
dare la vita per i propri amici!
”
(Gv 15, 13)


E tu da che parte stai? Con chi ti schieri?

La città prostituta può diventare la Gerusalemme celeste se tu hai il coraggio di metterti dalla parte di Dio e di conseguenza degli ultimiÂ… allora si dirà:
"Sono in te tutte le nostre sorgenti… ” (Salmo 87)
"Tu sei nostra Madre” e Dio sarà tutto in tutti!

  • So essere attento/a alle dinamiche usate attorno a me, in tutti i campi, per farmi pensare e agire per il profitto dei pochi?
  • So essere presente ai piccoli germi di bene che mi circondano per valorizzarli e farli crescere?
  • Amo veramente questo mio mondoÂ… cioè so denunciare con la mia vita il male che ci circonda per costruire il vero beneÂ… o anchÂ’io entro nel "sistema” e mi lascio portare? O peggio ancora ne approfitto anchÂ’io a mio vantaggio?
  • So andare contro-corrente anche quando ciò sminuisce la "mia immagine”, quando il prezzo è caroÂ… e addirittura mi può costare sangue?
  • Nel mio quotidiano so elaborare stili di vita di solidarietà, di condivisione, di promozione della giustizia, di verità, di rispetto, di accoglienza, di paceÂ… coerenti al sogno di Dio per lÂ’umanità intera?
  • Su cosa sto fondando la mia esistenza? Quali i miei pilastri fondamentali?

 

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