At (2, 42-47): Solo insieme nei Crocevia della storia
Gim Padova (2000/01)
Solo
Insieme Nei
crocevia della storia "
La vita comunitaria non è fatta semplicemente di
spontaneità ,
né di leggi. La
vita comunitaria è una meravigliosa avventura.
E'
creare un luogo dove ciascuno abbia
il diritto di essere se stesso. Mi
auguro che molte persone possano
vivere questa
avventura, che
è poi quella della liberazione interiore: la
libertà di amare e di essere amati”. Jean Vanier Atti
2,42-47
il
MANIFESTO della prima comunità cristiana
Oggi
la gran parte dell'umanità che viene esclusa, "coloro che non dovrebbero
lasciarci dormire" interrogano il nostro essere “isola felice”..
Sono gli esclusi dal sistema di un'economia giusta (perché sfruttati a
basso costo) ed equa e per tanto vittime continue della disgregazione e
inumanizzazione più assurda. "Bisogna
decidersi a ripartire dagli ultimi che sono il segno drammatico della crisi
attuale. Gli impegni prioritari sono quelli che riguardano la gente tuttora priva dell'essenziale: la salute, la casa,
il lavoro, il salario familiare, l'accesso alla cultura, la
partecipazione. Con gli ultimi e
con gli emarginati potremo tutti recuperare un genere diverso di vita.
Demoliremo innanzitutto gli idoli che ci siamo costruiti:
denaro, potere, consumo, spreco. Riscopriremo
poi i valori del bene comune. Ritroveremo
fiducia nel progettare insieme il domani e avremo la forza di affrontare i
sacrifici necessari con un nuovo stile di vita ". OGGI
la prima comunità cristiana ci raggiunge con un bel messaggio. Ci lasceremo invadere
dalla NOVITA' per attuare come OKKUPATI nel progetto di saper amare?
Chi sono gli ultimi della nostra città ? Sappiamo
tutti che le nostre chiese possiedono il catalogo delle opere d'arte in esse
contenute, ma le nostre parrocchie possiedono anche il catalogo aggiornato dei
poveri, tesori di Cristo? Leggiamo
ATTI 2,42-47
Luca,
negli Atti, presenta un modello ideale di comunità cristiana, che si basa sulla
forza della comunione, sull'interiorizzazione della Parola,
sull'orazione e celebrazione eucaristica, sulla condivisione
e comunione dei beni coi poveri , nella gioiosa testimonianza.
Nelle prime comunità le strutture sono minime (el mà ximo de vivencia
en un mìnimo de estructuras) e non favoriscono relazioni giuridiche,
visioni piramidali, assenteismo o individualismo.
Al contrario, promuovono vincoli di amore e conoscenza reciproca, senso
di collaborazione e valorizzazione di tutti.
In esse: ·
le differenze
delle persone sono mantenute e gli individui comunicano nel dialogo; ·
ognuno ha un
compito, ma allo stesso tempo tutti intervengono in tutto; ·
i conflitti
non si superano con la solitudine; si accetta ad “esporsi”
volontariamente agli altri nel confronto e nella ricerca di reciprocità . 1.
L'INSEGNAMENTO DEGLI APOSTOLI
(=
ASCOLTARE la PAROLA TRASMESSA) E'
la proclamazione della Parola come "Buona Notizia" raccontata e
tramandata. La
comunità è il luogo privilegiato per fare memoria. 2. L'UNIONE FRATERNA (= la
VITA) & 3. LA FRAZIONE DEL PANE (=
il SACRAMENTO) I
credenti, che sono prima di tutto fratelli, si riunivano per mangiare insieme.
Il riunirsi per spezzare il pane era inseparabile dal riunirsi per
costruire fraternità . Spezzare il
pane era condividere (= la dimensione sociale dell'eucaristia): si viveva ciò
che si celebrava e si celebrava ciò che si viveva. Costruire
la fraternità che la frazione del pane richiede, significa impegnarsi
nell'essere costruttori di UNITA'. La
prima comunità era aperta a tutti; ciò che contava era la fedeltà al
progetto di Gesù... "che accolse tutti senza distinzione".
La frazione del pane acquista così un carattere sovversivo e
rivoluzionario perché sopprime le barriere discriminatorie tra gli uomini. Sappiamo
bene che la società si divide non solo per ragioni razziali, sociali o
religiose; ma anche economicamente (gli utili e gli inutili), creando così
distanza tra gli uomini. Una delle forme con cui appare lo scandalo della
fraternità rotta è il divario tra ricchi ed esclusi. Questa sfida la
incarnò anche la prima comunità che celebrava la frazione del pane.
Il condividere il pane era ed è incompatibile con la fame dei poveri e
degli impoveriti della comunità . Questa preoccupazione non nasce solamente per
ragioni umane, ma dall'esigenza della fede di formare la Chiesa concreta che ha
il dovere di rifiutare la distinzione tra ricchi e poveri. La fraternitÃ
comporta necessariamente una esigenza di 'spogliazione' solidale con il
fratello. L'unità della comunità come fraternità passava, e maggiormente oggi
deve passare, per l'economia e per i beni materiali condivisi. La
frazione del pane porta alla comunione che implica il mettere i beni in
comune perché non ci siano poveri: "e ne facevano parte a tutti
secondo il BISOGNO di CIASCUNO". Sarà quindi l'assenza di bisogni
che indica il livello di COMUNIONE.
L'ideale è che non ci siano bisognosi.
Non si vende per essere povero o bisognoso, ma per condividere con
chi non ha mai ricevuto condivisione. Può
sembrare idealismo, però questa comunità , “non attaccata” e libera
di fronte alla ricchezza, aveva riconosciuto il Signore che si da a tutti senza
riserve, fatto pane e che sta in mezzo a noi "come colui che serve"
(Lc 22,27; Gv 13,16).
E' con questo Signore che la prima comunità cristiana vuole comunicare.
Aveva capito la stretta relazione tra la frazione del pane e la
solidarietà 4.
PANE E SOLIDARIETAÂ’Â…
in quali
CROCEVIA DELLA STORIA?
La solidarietà è comunione di persone comuni. Ecco perché è
così frequente e scontata fra i poveri e così rara fra i ricchi ed eccellenze.
“Sentirsi ed essere persone comuni… essere e farsi come loro è lo
statuto della comunione” (R. La Valle). Se essere come loro è lo statuto
della comunione, essere con loro, accompagnare cioè gli esclusi dellÂ’umanitÃ
in progetti di promozione umana, è lo statuto della comunità . Solidarietà è
dunque comunione di persone comuni che in comunità costruiscono il bene comune.
La solidarietà come atto politico non può quindi sussistere in una societÃ
individualista. La specie umana ha un’originaria vocazione all’unità , alla
fraternità , alla vita comunitaria. La comunità è necessaria, come è
necessario applicare ai rapporti economici, politici e sociali le modalità di
famiglia. La comunità religiosa en è un esplicito campione. Al di là dei
vincoli di sangue e parentela, si può essere fratelli e sorelle: lo mostra la
comunità parrocchiale, la comunità religiosa, delle suore, dei preti,
lÂ’associazioneÂ…. Se
queste comunità sono testimonianza che non è necessario il vincolo di sangue
per essere fratelli, ma che si è fratelli perché semplicemente figli dello
stesso Padre, allora questa testimonianza è
una chiara indicazione per le altre comunità “laiche”: quella condominiale,
lavorativa, gruppi di amici, impresa commerciale, partito politico, il
sindacatoÂ…
Se invece la comunità religiosa fallisce
in questa testimonianza di fraternità , non ha indicazioni da dare al mondo, non
è lievito nelal massa, non è luce né sale. Non serve a niente. Se la comunitÃ
dei credenti non mostra all’affannata società quel è veramente l’economia
di Dio (la moltiplicazione dei pani e dei pesci si basa sulla divisione), la
società economica continuerà a dividere le persone per moltiplicare i pani a
vantaggio di una sola persona. Così sempre più persone si impoveriranno a
beneficio di pochi ricchi, che saranno sempre meno ma sempre più ricchi. Se la
comunità dei credenti saprà invece testimoniare stili di vita diversi, davvero
fraterni e solidali, l’effetto imitazione, indurrà sempre più persone a
voler essere fratelli. E così il cerchio si allarga e dopo essere passati
dall’io al noi della comunità dei credenti, davvero si può passare al noi
tutti della comunitaria planetaria. ... e così : "Lo Spirito ha deciso
di amministrare l'ottavo sacramento: la
voce del popolo" (P. Casaldà liga) ******************************************************************************* Domande
per la riflessione personale: ·
Ti senti
aperto allÂ’
"esporti" volontariamente agli altri nel confronto e nella ricerca di
dialogo e semplicità ? Cos'è che
ti fa più paura? ·
Anche tu hai
bisogno di qualcuno, qualcosa ... Rileggendo e meditando attentamente il
testo degli Atti degli Apostoli, come pensi che la prima comunità cristiana
abbia fatto per superare le proprie difficoltà ? ·
In quali
crocevia della storia stai incarnando il “solo insieme”? ******************************************************************************* La comunità …
Partecipa
attivamente alla costruzione del
benessere dei popoli (promozione umana)Â… ponendosi
come capacità di vedere in visione prospettica ciò
che ancora non esiste (profezia)Â… di
credere in ciò che ancora non c’è come esperienza acquisita, ma
che potrà esserci domani (utopia, regno) E
partecipala completamento del creato Con modalità trinitarie di relazione (creativitÃ
del Padre, servizio del Figlio, organizzazione
nelle diversità dello Spirito Santo)… trasformando
se stessa mentre si trasforma il mondo (conversione) in
un processo che sempre più, lungo
l’arco dell’esistenza e della storia umana, avvicini ogni singolo uomo e tutta la comunità umana al suo “io” divino (ascesi) Signore,
il tuo popolo è frumento da macinare. Se
la pietra è dura, più forte è il calore Che
uniti ti custodiscano. E
saremo pane che alimenterà la nostra libertà . Con
la matassa di un filo di sangue Andiamo
tessendo un mondo senza fame. Questo
è il nostro corpo per un mondo nuovo. Così
ho formato questo pane: sudore
del mio popolo affamato. Così
ho formato questo pane: con
pene e sofferenze. Così
ho formato questo vino: sangue
del mio popolo ferito. Così
ho formato questo vino E
ho vinto la morte. (da
“Vamos cantando al Senor”)
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