giovaniemissione.it

At (14, 24-28; 15, 1-21): Spalancare le porte della Chiesa

Gim Padova (marzo 2004)

 

 

SPALANCARE le PORTE 

della 

CHIESA

 

 

Catechesi del I GIM Padova

 marzo 2004

cerca nel sito

 Torna alla pagina  Catechesi

   scrivici

   

 

In questo mese di marzo ripartiamo con profondo slancio, per non tradire il cammino fatto in febbraio “Missione è… dare fiducia”. In caso contrario si tratterebbe davvero di una respinta!!

 

Contesto del testo

Il libro degli Atti degli Apostoli presenta la missionarietà del Regno di Dio, ovvero, l’universalità del messaggio salvifico di Gesù, annunciato dalle primitive comunità “cristiane”.

L’esperienza trasformatrice del Risorto e l’annuncio della Buona Notizia generarono tantissime tensioni a vari livelli. Gli Atti ne raccontano poco più di 100 (cento!!).

Il contesto biblico in cui s’inserisce il testo selezionato, è la prima missione che portarono avanti Paolo e Barnaba fuori dalla Palestina: Atti 13,1 – 15,35

 

 

Leggiamo più volte il testo tratto dagli Atti degli apostoli 14:24-15:21

14: 24 Attraversata poi la Pisidia, raggiunsero la Panfilia 25 e dopo avere predicato la parola di Dio a Perge, scesero ad Attalìa; 26 di qui fecero vela per Antiochia là dove erano stati affidati alla grazia del Signore per l'impresa che avevano compiuto.

27 Non appena furono arrivati, riunirono la comunità e riferirono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo loro e come aveva aperto ai pagani la porta della fede. 28 E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.

15: 1 Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: «Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete esser salvi».

2 Poiché Paolo e Barnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. 3 Essi dunque, scortati per un tratto dalla comunità, attraversarono la Fenicia e la Samaria raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli. 4 Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo loro.

5 Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: è necessario circonciderli e ordinar loro di osservare la legge di Mosè.

6 Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema. 7 Dopo lunga discussione, Pietro si alzò e disse:

«Fratelli, voi sapete che già da molto tempo Dio ha fatto una scelta fra voi, perché i pagani ascoltassero per bocca mia la parola del vangelo e venissero alla fede. 8 E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; 9 e non ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone i cuori con la fede. 10 Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare? 11 Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche loro».

12 Tutta l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare Barnaba e Paolo che riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani per mezzo loro.

 

Nel cuore del testo, nel cuore del conflitto

Mentre Barnaba e Paolo annunciano la Buona Notizia ad Antiòchia, giungono alcuni giudei che pretendono di “giudeizzare” i non giudei (pagani) che desideravano abbracciare il Risorto.

v.2 “Poiché Paolo e Barnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro…” la tensione dentro la comunità diventa conflitto. La comunità decise che Barnaba, Paolo ed altri si recassero a Gerusalemme per confrontarsi e trasformare la diatriba.

Giunti ed accolti a Gerusalemme, trovarono una comunità con grandi tensioni simili a quelle vissute ad Antiòchia.

v. 6  “Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema”.

Da una serie di conflitti ebbe origine quello che popolarmente viene definito il primo “Concilio di Gerusalemme”.

Pietro, sicuramente non il discepolo di maggior spinta missionaria, risale all’origine dell’esperienza personale e comunitaria di Dio: v. “8 E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; 9 e non ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone i cuori con la fede”.

Non esiste nessuna discriminazione per il Dio della Vita: questo ci deve spingere ad unÂ’apertura totale, senza nessuna sorta di barriere, prefabbricate o ereditate.

v. 10 Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare? 11 Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche loro».

Chi siamo noi, chi sei tu, per impedire ad altre persone dÂ’essere parte del Popolo di Dio?

v. 12 “Tutta l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare Barnaba e Paolo che riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani per mezzo loro”.

Si fermarono ad ascoltare i segni dei tempi, ad ascoltare l’operare di Dio nella storia attraverso donne ed uomini di buona volontà!!

 

Purtroppo non c’è tempo per approfondire la parte restante del testo del “Concilio”, ma pregarci sopra con intensità può essere uno degli impegni da portare avanti durante il mese che ci separa dal prossimo incontro GIM!!

 

L’assemblea di Gerusalemme continuerà poi con l’intervento di Giacomo che rafforzò la posizione di Pietro fondandosi anche su testi del profeta Amos.

Infine vi sarà una lettera apostolica in cui oltre a Barnaba e Paolo, anche Barabba e Sila andranno ad Antiòchia per leggere le decisioni di (v. 28) “… non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenervi alle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dall’impuducizia”.

L’unica norma importante sarà non mescolarsi con le offerte agli idoli.

 

Queste solenni testimonianze e proclamazioni lasciarono profonde tracce nella vita delle comunità formate da cristiani provenienti da differenti etnie; possiamo affermare  che le culture, furono e sono importanti, ma mai potranno essere decisive - o vincolanti - nel cammino con il Risorto!!!!!

 

DANIELE COMBONI

Nel 1800 non era ovvio includere gli Africani nel Popolo di Dio. Vi erano ancora gravi titubanze. Comboni perseverò sempre, anche quando Santa Sede chiuse le missioni in Africa Centrale.

 

“Se il Papa, la Propaganda e tutti Vescovi del mondo mi fossero contrari, abbasserei la testa per un anno, e poi presenterei un nuovo piano: ma desistere dal pensare all’Africa, mai, mai”.

Daniele Comboni, Lettera don Francesco Bricolo 23-04-1865 (“Scritti” N° 1071)

 

Ripiegare da ciò che non era Africa era impensabile per Comboni, e quindi anche l’obbedienza alla Chiesa non poteva portarlo a tradire il sogno che Dio aveva preparato per lui.

 

“Eccellentissimi Padri… si tratta della salvezza di tutta l’Africa Centrale la quale, come ho già detto una volta, comprende la decima parte di tutto il genere umano. Se voi non deciderete con grande benevolenza qualche rimedio, se questo momento passerà portando con sé un’occasione così propizia (al solo pensarci mi sento opprimere dal dolore), quanti secoli passeranno forse prima che cessi la rovina degli africani? Orsù, Santissimi Padri, per le viscere di Gesù Cristo prendete su di voi quest’opera e nella vostra saggezza esaminate come e con quali mezzi si possono salvare questi popoli”.

Daniele Comboni, Lettera circolare ai Padri Conciliari 24-06-1870 (“Scritti” N° 2304)

 

Nel Concilio Vaticano I° Comboni fa presente a tutti Vescovi che è giunta “l’ora dell’Africa” e li mette davanti alla cruda realtà: ascoltate i segni dei tempi, il grido di Dio nella storia attraverso la sofferenza delle africane e degli africani!!

   

Eventuali contributi per il deserto

  •    Riprendi il testo degli Atti e lascialo entrare in te: quante barriere metto agli altri nel loro cammino? Mi sento corresponsabile dellÂ’umanità o vivo rispettando le mie quattro regoline?

  • Comboni non si è scoraggiato, né si è fermato nemmeno davanti a dei gravi NO: ha pregato, riflettuto e poi ha proseguito il suo percorso. Mi permetto il “lusso di vivere scoraggiato”?  

Torna alla pagina  Catechesi

 


Condividi questo articolo:

Registrati alla newsletter

giovaniemissione.it

BARI

Via Giulio Petroni, 101
70124 Bari
Tel. 080 501 0499

ROMA

Via Luigi Lilio, 80
Roma, 00142
Tel. 06 519451

VERONA

Vicolo Pozzo, 1
37129 Verona,
Tel. 045 8092100

PADOVA

Via S. G. di Verdara, 139
35137 Padova
Tel. 049/8751506

NAPOLI

Via A. Locatelli 8
80020 CASAVATORE (NA)
Tel. 081.7312873

VENEGONO

Via delle Missioni, 12
21040 Venegono Sup. (VA)
Tel. 0331/865010