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Solidarietà come stile di vita, Firenze 17-25 agosto 2013

Pensieri post-campo

 

PENSIERI POST-CAMPO 

  

“E sotto ai miei piedi c’è un baratro          E sulla mia testa c’ho gli angeli
E qui siamo proprio nel mezzo
Nella terra degli uomini
Dove suona la musica
L’amicizia si genera
Dove tutto è possibile
Dove un sogno si popola
La chitarra si elettrica
E risuonan gli armonici
Dove ridono i salici
Dove piangono i comici
E la forza si amplifica
Ed il sangue si mescola
E l’amore è una trappola
Mica sempre però!
Qualche volta ti libera
E ti senti una favola
E ti sembra che tutta la vita non è solamente retorica
Ma sostanza purissima
Che ti nutre le cellule
E ti fa venir voglia di vivere fino all’ultimo attimo”

(Terra degli uomini, Jovanotti)

 

Questa poesia cantata da Jovanotti ha segnato la mia estate. È stata la prima canzone ascoltata durante il mio viaggio da Andria a Firenze. Viaggio che ho affrontato da sola, con qualche piccola paura iniziale, scaturita soprattutto dal fatto di andare in un luogo sconosciuto e dover stare con gente sconosciuta. Tuttavia ho deciso di buttarmi, di rischiare, di voler concludere al meglio la mia estate. Dunque ho deciso di VIVERE.

Vivere su questa “terra degli uomini” da attori protagonisti, piuttosto che da arbitri o spettatori.

Vivere a ritmo di musica: infatti abbiamo fatto festa tutti insieme intorno all’altare, suonando e cantando allegramente, abbracciandoci fraternamente in nome della pace. Abbiamo cantato e suonato anche in piazza Duomo, davanti a tanta gente. Non ci siamo vergognati di fare animazione missionaria in quel luogo così affollato;  non dimenticherò mai l’emozione evidente sul volto di uno dei ragazzi marocchini che ha “fatto festa” con noi la prima sera in piazza e il suo ringraziamento per avergli fatto respirare aria di casa. Abbiamo trasmesso tanta gioia: una gioia scaturita dalla nostra fede, dalla mia fede! Già, è grazie alla fede che abbiamo in comune che si è generata amicizia, amicizia tra noi e amicizia con gli ospiti delle strutture in cui abbiamo prestato servizio.

Vivere perseguendo un sogno, tutti noi ne abbiamo almeno uno in quel famoso cassetto. Il mio sogno per eccellenza? Un mondo più fraterno, un mondo accogliente, un mondo di pace! Molti dicono che è soltanto un’utopia, ma ciò non deve giustificare il comune dolce far nulla, iniziamo tutti a sporcarci le mani e diventiamo “operatori di pace”!

Vivere su questa terra spesso contraddittoria, dove ridono i salici e piangono i comici. Noi iniziamo ad essere coerenti, innanzitutto coerenti tra ciò che diciamo e ciò che facciamo. Se siamo uniti, amplificheremo la forza, la forza dell’amore (e noi lo abbiamo sperimentato!). Quell’amore che ci libera, ci libera da pregiudizi e da paure, e ci permette di Vivere una bella vita fino all’ultimo attimo! 

 Dopo il campo a Firenze canto a squarciagola questa canzone, l’ho fatta mia, sono felice di aver vissuto al massimo e di aver nutrito le cellule della sostanza purissima per eccellenza. Ora sprizzo gioia da tutti i pori. Non perdo l’occasione per testimoniare quanto vissuto in quella settimana e quanto quel “staccare la spina” mi sia servito per ricaricarmi e per approfondire la mia fede.

Come alla fine di ogni campo, la fatidica domanda: “cosa porto a casa?”
Porto la gioia dell’essere cristiani e testimoni del Cristo risorto, gioia che abbiamo condiviso durante le celebrazioni eucaristiche e durante l’evento in Piazza Duomo. Porto la testimonianza dei martiri Daniele, Liliana, Alfredo. Porto i sorrisi dei bambini incontrati, la loro accoglienza immediata. Porto gli sguardi incuriositi degli ospiti di villa Pieragnoli, la loro voglia di parlarci, la loro timidezza e diffidenza iniziale e i loro saluti e ringraziamenti finali, accompagnati da un “ci mancherete!”. Porto e porterò per sempre nel cuore tutti e ciascuno di voi, perché ognuno ha lasciato una traccia in me e mi ha insegnato qualcosa. Alla prossima ragazzi.. “in sh’allah!”


Maryj

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