Racconto della serata di solidarietà e condivisione vissuta il 12 ottobre 2019 nella parrocchia di Villafranca Padovana
Sabato 12 ottobre è arrivata una ventata di novità nella parrocchia di Villafranca Padovana: la celebrazione eucaristica del sabato sera ha, infatti, aperto le danze (e non in senso figurato!) per una serata speciale all’insegna della multiculturalità e dell'internazionalità.
La celebrazione è stata presieduta da padre Alessio dei padri missionari comboniani, che insieme ad un gruppo di giovani del GIM l’hanno animata con canti e danze provenienti dalla cultura del popolo afro-discendente dell’America Latina.
Dopo la fine della celebrazione, la serata si è spostata nel salone del patronato, dove persone di ben cinque nazionalità diverse hanno preparato piatti tipici della propria tradizione. Dai noodles al pane injera, ogni palato è stato soddisfatto o perlomeno stupito. Quante volte, nella vita di tutti i giorni, capita di poter assaggiare un piatto direttamente dalle mani di chi ha nel sangue la tradizione del proprio paese?
L’obiettivo della serata era poter favorire un’apertura di orizzonti e di mentalità, e quale mezzo migliore per farlo, se non il cibo e la convivialità?
Dopo la cena, Ibrahima ha portato la sua testimonianza come immigrato, raccontando di come fosse stato costretto a fuggire dal suo paese per ragioni politiche, delle difficoltà incontrate lungo il percorso e della paura e delle sofferenze provate per raggiungere l’Italia. Testimone anche delle difficoltà che si è trovato davanti una volta giunto in Italia, Ibrahima ha concluso con la sua canzone “Perché mi guarda così”.
Ultima ma non ultima, è arrivata una video testimonianza di P. Dario Bossi - padre comboniano provinciale del Brasile e padre sinodale nel Sinodo per l’Amazzonia - che al momento si trova in Amazzonia, che ci ha parlato delle condizioni di disagio e povertà in cui tutti i giorni gli abitanti sono costretti a vivere.
La serata è finita tra chiacchiere e canti, con l’augurio di essere riusciti a portare un messaggio di pace che purtroppo a volte viene messo in secondo piano.
Abbiamo voluto creare questo incontro perché troppo spesso ci facciamo condizionare dal sentito dire, dai pregiudizi e dagli stereotipi che ci impediscono di guardare alle persone in quanto esseri umani, indipendentemente dalla loro provenienza, dal colore della loro pelle o dai vestiti. Sarebbe bello immaginare un paese che guarda alle persone come incredibile risorsa, per uno scambio interculturale e dialogo tra popoli, dando testimonianza di essere sì cristiani, ma soprattutto cristiani credibili.