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Chiara e Francesca del GIM di Bari raccontano una giornata di condivisione in un borgo in cui si vive la sfida dell’incontro e della convivenza tra italiani e immigrati.

La sfida dell'incontro interculturale

Borgo Mezzanone

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Nel mese di marzo ci siamo recate a Borgo Mezzanone, una frazione di Manfredonia: ci è sembrato un posto a sé stante, diverso dai posti che si vedono di solito, in cui è possibile notare una situazione di arretratezza, nonostante sia a solo un’ora da Bari.
Appena arrivate siamo stati accolte da Padre Abel nella chiesa: il padre ci ha spiegato la situazione nel borgo, il rapporto tra gli abitanti e gli immigrati. Per gli abitanti è difficile accettare ciò che è nuovo, quindi anche l’integrazione e la conoscenza dell’altro, diverso da loro.
Nonostante sia difficile l’integrazione, c’è una parte della popolazione che è interessata a conoscere la diversità: all’interno della Chiesa ci sono infatti degli operatori pastorali che si dedicano ad impartire lezioni di italiano per gli immigrati. Significativo, inoltre, che la domenica la seconda lettura della Messa sia proclamata in lingua inglese o francese: un’attenzione particolare che rappresenta un gesto di condivisione e ascolto.
 
Padre Abel ci ha raccontato anche dell’importante centro di accoglienza per gli immigrati “Casa Speranza”, cioè una struttura di accoglienza per gli immigrati di passaggio, ospitati nell’attesa del documento di soggiorno. C’è inoltre lo sportello Caritas per servizio di orientamento e informazione ai richiedenti asilo, che fornisce inoltre servizio doccia-bagni, alimenti e vestiario.
Nelle campagne vicine al borgo sorge il CARA; accanto al CARA c’è un ex pista diventata baraccopoli, nella quale si sono insediati immigrati di diversa nazionalità: come testimoniato da due ragazze della baraccapoli, al suo interno vi è una situazione difficile in cui la disperazione si trasforma in criminalità.
Ciò che ci è rimasto particolarmente impresso è che una delle due ragazze ha detto che intorno a loro non c’è nulla ed è difficile realizzare i propri sogni davvero e che la
determinazione e la voglia di ricominciare parte dalle piccole passioni.
 
Vorremmo concludere con queste due frasi l’articolo:
“Un immigrato è qualcuno che non ha perso niente, perché lì dove viveva non aveva niente. La sua unica motivazione è sopravvivere un po’ meglio di prima”.
 
“Una terra fiorisce perché è stata alimentata da tante fonti, perché è stata nutrita da così tante culture, tradizioni e popoli.” (cit. Lyndon B. Jhonson)
 
Chiara e Francesca, GIM di Bari

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