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Leggi il resoconto del campo che si è tenuto tra Palermo e Lampedusa dal 20 al 26 agosto 2017.

Diario del campo “Dall'altra parte del confine – Hope for a New Life”

Il campo Palermo-Lampedusa sul tema dell'immigrazione.

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Dall'estremo Nord al confine con la Svizzera, al profondo Sud affacciato sull'Africa, ci siamo riuniti così, da tutta Italia e, nella maggior parte dei casi, senza conoscerci per partecipare a questo campo sul tema dell'immigrazione. Con le nostre differenti età, storie e origini, ci siamo ritrovati domenica 20 agosto a Palermo accolti dalla Comunità dei Laici Comboniani "La Zattera". Giusto il tempo di conoscersi meglio e superare qualche timidezza e ci siamo subito sentiti uniti nel gruppo, tutti consapevoli che avremmo condiviso un'esperienza davvero unica. E così è stato, come testimonia il nostro diario del campo...

 

21 agosto 2017
“Dalla parte del mare” (F. Mannoia)

Non è un film quello che scorre intorno, che vediamo ogni giorno che giriamo distogliendo lo sguardo.

Le prime esperienze di questo campo ci hanno permesso di approcciarci al tema dell’immigrazione andando oltre a tutte le informazione mediatiche da cui siamo quotidianamente bombardati sull’ “ennesima” tragedia nel Mar Mediterraneo.

La mattina in tal senso ci sono tornati utili i dati che hanno sfatato i tanti luoghi comuni visionando un video originale che ci ha fatto catapultare nella realtà… abbiamo cominciato a renderci conto che “non è un film”; non si tratta di semplici numeri ma di vita vera, sono numeri che meritano di essere scritti a lettere come ci ricorda Erri De Luca.

Nel pomeriggio inaspettatamente siamo stati calati nella realtà di cui abbiamo parlato, andando allo SPRAR di Via della Loggia dove abbiamo avuto l'occasione di "fare nostre" le storie di persone vere: siamo stati Judit, Mustapha, Fatima, Beja, Nor, Miriam… Come loro, dopo lo sbarco, siamo stati portati in questura e abbiamo dovuto seguire l’iter per la richiesta del modulo C3, sperimentando, anche se in minima parte, lo stesso trattamento e simili sensazioni: smarrimento, sete, scomodità, fatica, incomprensione.

Dopo aver assaggiato una specialità palermitana, di fronte al mare abbiamo condiviso quelle sensazioni che abbiamo provato durante la giornata, abbiamo acceso dei lumini sugli scogli perché potessimo essere fari per chi arriva. Ci siamo tenuti per mano ascoltando la voce di un mare nuovo alle nostre orecchie e di tutte quelle voci che le onde portano con sé.

 

22 agosto 2017
Restiamo umani

Il secondo giorno è stato all’insegna dell’apertura e del dialogo.

La nostra mattinata si è aperta con il quotidiano momento di spiritualità in cui siamo stati invitati attraverso il nostro corpo a renderci partecipi della realtà che stiamo approfondendo. Di fronte a noi avevamo foto di migranti e oggetti simbolici tra cui una lunghissima lista di nomi di persone che hanno perso la vita in mare. Dopo aver toccato uno tra quei simboli ognuno bagnava le dita in una mistura di olio di nardo, per ungere le orecchie del compagno a fianco. Questo stava a significare il voler essere più aperti nei confronti di chi incontriamo in riferimento all’episodio evangelico della guarigione del sordomuto.

Con le orecchie ben aperte, nel pomeriggio, siamo andati a conoscere i ragazzi della casa dei Mirti, SPRAR per minori non accompagnati. Dopo un giro di presentazioni generali, ci siamo divisi in piccoli gruppi per ascoltare le storie dei giovani ospiti. Ci siamo resi conto della loro difficoltà nel raccontarsi e della nostra piccolezza di fronte alla sofferenza che hanno già vissuto, allo stesso tempo ci siamo sorpresi della loro generosità nel condividere con noi il loro dolore.

Abbiamo sfatato un altro pregiudizio: tutti loro vogliono vivere appieno l’Europa che sognavano. Vogliono lavorare, avere una famiglia, imparare. Quando i gruppi si sono riuniti abbiamo colorato un lenzuolo bianco con le parole che questa giornata ci ha regalato, ognuno nella sua lingua e con nastri di tinte diverse ci siamo uniti in un cerchio arcobaleno a simboleggiare la nostra unità.

Abbiamo concluso la giornata con una festa mangiando piatti tipici cucinati da loro, chiacchierando e ballando. Mentre ballavamo ci siamo sentiti tutti fratelli, e nessuno mai se ne sarebbe voluto andare.

 

23 agosto 2017
Lo stesso mare per viaggi diversi

“Mare nostro che non sei nei cieli, ti abbiamo seminato di annegati più di qualunque età delle tempeste” (E. De Luca).

Il nostro terzo giorno sarebbe potuto sembrare lineare, composto unicamente dal viaggio per raggiungere Lampedusa. Un viaggio molto lungo, iniziato a metà mattinata e terminato verso l’ora di cena. Sarebbe potuta sembrare una normale tappa di trasferimento.

Arrivati alla condivisione della sera, in realtà, ognuno di noi si è reso conto di non essere riuscito a non confrontare il nostro viaggio con quello di un migrante che parte dalla costa nordafricana per arrivare a quella siciliana; con la differenza che noi eravamo comodi, protetti dal mare dal ferro dell’aliscafo e certi di arrivare alla nostra meta. La bellezza di quest’isola strideva con la sofferenza di cui questo mare è stato testimone.

Lampedusa ci ha accolti con alcuni barconi collocati, innocui, su alcuni punti dell’isola, la sua luce bellissima e il suo mare meraviglioso. Appena arrivati abbiamo subito sentito “lo spirito dell’isola”.

 

24 agosto 2017
Memoria Viva

“Le morti in mare sono conseguenza innanzi tutto di un naufragio delle coscienze!” (Papa Francesco)

Dopo il momento di spiritualità della mattina, siamo andati ad ascoltare la storia di Lampedusa all’archivio storico. Il racconto del responsabile ci ha permesso di comprendere come quest’isola sia sempre stata un luogo di approdo e convivenza per popoli differenti. Il consiglio che ci siamo portati nel cuore da quest’incontro è quello di non fidarci di nessuno se non della nostra intelligenza e della capacità di discernere il vero dal falso. Prima di pranzo, non potevamo rinunciare alle bellezze della natura, come giovani pieni di speranza quali siamo, ci siamo tuffati tutti insieme in queste acque turchesi.

La visita al cimitero di Lampedusa nel pomeriggio è stato il momento più toccante della giornata. Davanti alla terra incolta e trascurata sotto la quale sono sepolti migranti senza nome, davanti a piccole croci realizzate con il legno colorato dei barconi, abbiamo provato la compassione per quei corpi che non possono essere pianti dai loro affetti. Abbiamo onorato la loro memoria sostituendo le anonime maschere bianche che avevamo appoggiato vicino alle croci, con delle barchette colorate riempite di semi, simbolo del nostro impegno civile e morale.

L’ultimo appuntamento della giornata lo abbiamo passato con Padre Carmelo che ci ha spiegato l’essere in prima fila del Forum che si occupa, sotto vari aspetti, di accoglienza ai migranti. Ci ha parlato andando oltre la realtà mediatica, esponendo con estrema sincerità e oggettività le azioni di accoglienza dell’isola, aprendoci gli occhi sulle dinamiche politiche ed economiche internazionali.

 

25 agosto 2017
Alzati e va

Quella di oggi è stata una giornata di sintesi rispetto all’intera esperienza.

Di mattina presso il Santuario della Madonna di Porto Salvo abbiamo incontrato Alberto e Tommaso, due operatori di Mediterranean Hope, un’associazione che ha l'obiettivo di restituire umanità ai tanti migranti in arrivo. I cenni sul santuario che ci sono stati proposti sono stati uno spunto per rievocare la naturale predisposizione dell’isola all’accoglienza. Ci hanno mostrato e descritto i disegni di Francesco Piobbicchi, denuncia dell’aspetto disumano dell’immigrazione: dalle scelte politiche alle sofferenze patite in prima persona dai migranti.

Dopo un bagno insieme al mare, nel tardo pomeriggio abbiamo avuto la possibilità di guardare da lontano l’Hot Spot di Lampedusa. Ci ha impressionato il silenzio, il fatto che fosse nascosto in una conca nel cuore dell’isola, circondato da un doppio muro di cemento e da filo spinato. I ragazzi ci chiamavano come se fossero in carcere mentre noi gli chiedevamo di non attirare l’attenzione poiché eravamo in una zona militare e non potevamo sostare lì.

Con il momento di deserto della sera abbiamo avuto del tempo per noi stessi per rielaborare in modo introspettivo ciò che abbiamo ricevuto, vissuto e sperimentato in questi giorni. Abbiamo quindi condiviso i nostri pensieri con il gruppo; in particolare, è stata forte la testimonianza di Karija che ha voluto raccontarci spontaneamente la sua storia; eravamo tutti legati dalla stessa emozione, che rimarrà dentro di noi sempre!

 

26 agosto 2017
Oltre il confine

La nostra ultima giornata a Lampedusa è iniziata con un momento di spiritualità alla Porta d’Europa, un monumento dedicato alle persone che hanno perso la vita in mare durante la migrazione. Da un lato della porta sta il mare con l’Africa all’orizzonte, dall’altro la terra ferma europea, meta di speranza. Gli uni legati agli altri come in una cordata abbiamo attraversato la porta divincolandoci da quei concetti che ci tenevano prigionieri: ignoranza, egoismo, timore…

Abbiamo dedicato il resto della mattinata all’apprezzare la bellezza nonostante la sofferenza e la crisi umanitaria degli ultimi anni. Siamo stati infatti all’Isola dei conigli, e tutti ci siamo meravigliati di fronte all’acqua limpida e fresca che ci cullava.

La sera è stata il vero momento di conclusione della nostra avventura. Dopo la celebrazione della Messa al Santuario della Madonna di Porto Salvo, abbiamo finalmente raccontato il campo ai lampedusani presenti attraverso uno spettacolo-condivisione. Tutti noi eravamo emozionati e ognuno ha fatto del suo meglio perché riuscissimo a trasmettere ciò che abbiamo imparato. Abbiamo cenato insieme e Enzo ci ha donato la sua testimonianza da pescatore nel Mediterraneo.

Ora, il nostro desiderio è quello di raccontare tutto quello che abbiamo vissuto per aiutare chi conosciamo a non fermarsi ai luoghi comuni e alla facile scelta dell’ignoranza. Con lo zaino pieno di nuove conoscenze, emozioni e storie ci siamo separati per ritornare sulle nostre strade con orecchie, occhi, e voce nuovi.

 

Grazie di cuore a tutti!

Stefania, Anna, Elena, Beatrice, Marco, Federica, Rita, Alessandro, Andrea, Alice, Francesca, Rosario, Pasquale, Domenico, Chiara, Elena, Nicola, Simona, Mariachiara, Kathia, Mario, Abdulei, Amadou, Karija, Anastasia, Paolo, Simona, Dorotea, Giovanni, Tony, Giada e Giuseppe

 

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