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Pellegrini sulle orme del Comboni

Testimonianza del campo internazionale itinerante missionario Verona-Limone 2017

Ciao sono Federico e quest’anno ho partecipato al campo internazionale itinerante missionario organizzato dalla Famiglia Comboniana con percorso da Verona a Limone.

Partirò dall’Africa perché così mi sono avvicinato ai comboniani: il desiderio di aiutare un’amica a raccontare le sue esperienze in un campo all’estero che si è svolto appunto in Uganda mi ha fatto conoscere da vicino i comboniani ed il gruppo GIM di Verona. Sono rimasto affascinato da ciò che ho visto: l’accoglienza (per tutti) e l’abbraccio (al momento dello scambio della pace) e la condivisione durante la Santa Messa, mi hanno fatto veramente sentire la Comunione. Quest’anno, poi, era forte in me il desiderio di un’esperienza da pellegrino, quindi camminiamo un po’…

Il valore della preghiera e dell’accoglienza

Il primo giorno “in cammino” ci ha fatto apprezzare due modi diversi di vivere la vocazione: la preghiera delle Clarisse “Nella preghiera soffriamo con chi soffre, seppure fuori dal mondo siamo accanto a loro” e l’accoglienza delle Stimmatini “Accogliamo chiunque a prescindere dal credo religioso e politico, ma sebbene con un’opportuna critica sociale”. Anche il nostro cammino è stato un po’ così: siamo stati sempre fortificati e stimolati dalla preghiera mattutina, e ci siamo accolti l’un l’altro fino a sentirci veramente come fratelli.

La tua presenza che è amore che chiama amore

Suor Giuseppa Scandola, una delle prime suore missionarie raccontataci da Sr. Carolina è stata un esempio di donna che ha deciso di donare se stessa per gli altri, che seppe, con semplicità, aiutare in tante missioni africane, lottando con amore, caparbietà e generosità per i fratelli africani, perché “non c’è amore più grande di quello di donare la propria vita per i fratelli”. È bello quando stai camminando perché ti sostieni tra fratelli, magari la strada si fa più irta, ma i compagni di viaggio te la rendono più lieve.

Nella solitudine del deserto ritrovi gli amici che contano veramente

Il deserto ci sembra arido, vuoto, qualcosa senza vita, in cui solo chi vi è nato riesce a stare, eppure molto spesso l’aspetto “spirituale” del deserto, cioè il silenzio, il rimanere con noi stessi a parlarci, ad ascoltarci, stimola molto chi si mette in marcia. Nel nostro cammino abbiamo fatto esperienza di deserto in marcia silenziosa, con il ticchettio di un bastone, assaporando nel silenzio i nostri passi, con la calma nel cuore e cercando forza nel nostro animo e nelle nostre gambe per proseguire.

Maria presenza in mezzo a Noi

Il santuario della Madonna della Corona, così caro ai noi veronesi, è meta perfetta del nostro pellegrinaggio, infatti la lunga ascesa è perfetta per riflettere e nel momento più duro la presenza dei fratelli è importante per superare la fatica della salita. La devozione a Maria nella preghiera mi fa sentire la sua presenza nella mia vita ed essermi affidato a lei nei momenti difficili mi ha sempre confortato. “Grazie oh Maria!”    

La bellezza del creato

Lo stimolo di oggi, sin dalla bellissima preghiera, è stato imparare ad osservare la natura, non solo ad amarla, a rispettarla, a sentirci parte di essa, a preservare la vita. Dobbiamo imparare ad apprezzare il creato, la diversità genetica e culturale ed essere consapevoli della fragilità dell’essere umano e della Terra. Durante il nostro itinerario abbiamo visto posti stupendi per cui queste parole hanno assunto un significato immediato e diretto.

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L’incontro con l’Africa

Arrivare a Limone ed entrare in casa del Santo Daniele Comboni, ci porta a contatto con l’amore di tutta la sua vita: l’Africa. La troviamo nel museo, nelle immagini presenti, ma soprattutto nel cuore di chi padre, fratello, suora, secolare ci ha raccontato direttamente o indirettamente la sua vita di missione facendoci sentire che la sua mente ed il suo cuore sono in parte nelle terre in cui sono stati missionari. Inoltre abbiamo pure trovato gli africani, intesi come un gruppo di ragazzi di seconda generazione (nati in Italia da famiglie provenienti da Ghana e Nigeria) che si sono uniti a noi nei giorni di permanenza a Limone, portandoci parte del loro vissuto in una bella serata di festa e condivisione.  

Come potete facilmente intuire le cose da raccontare sarebbero molte e ci sarebbero tante sfaccettature da approfondire, ma mi piace pensare di lasciare un minimo di curiosità a chi vorrà provare questa esperienza negli anni a venire, vorrei quindi concludere con il sottotitolo che ho dato a questo resoconto. Siamo stati invitati ad approfondire la nostra vocazione e cosa c’è di più bello di trovare il tesoro dentro di noi, la gemma che riusciremo da grezza a far diventare splendente, magari nel corso di un cammino da pellegrino?

Federico

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