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Il 9 luglio 2020 è ripartita la Campagna di pressione alle "banche armate". Riprendiamo il comunicato stampa del 9 luglio e gli ultimi aggiornamenti della Campagna

9 LUGLIO 2020 - RIPARTE LA CAMPAGNA "BANCHE ARMATE"

Riprendiamo il comunicato stampa del 9 luglio e gli ultimi aggiornamenti della Campagna "banche armate".

In occasione dei trent’anni dalla promulgazione della Legge n. 185 del 9 luglio 1990 sulle esportazioni di armamenti e a vent’anni dal lancio della Campagna, le riviste Missione Oggi, Mosaico di Pace e Nigrizia insieme con Pax Christi hanno tenuto giovedì 9 luglio a Brescia una conferenza stampa e videoconferenza di rilancio della Campagna di pressione alle “banche armate”.

Stanno emergendo alcuni fenomeni quanto mai preoccupanti:

- la tendenza da parte degli ultimi governi a incentivare le esportazioni di sistemi militari anche a Paesi verso cui sarebbero vietate (Paesi in stato di conflitto armato, i cui governi sono responsabili di gravi violazioni di diritti umani e la cui politica contrasta con i principi dell’articolo 11 della Costituzione, ecc.);

- il graduale allentamento da parte di diversi istituti di credito delle rigorose direttive che avevano emesso alcuni anni fa allo scopo di poter finanziarie e offrire servizi bancari anche a aziende che producono ed esportano armamenti a Paesi ricchi di risorse energetiche, ma pesantemente coinvolti in conflitti e violazioni.

Tutto questo è stato favorito dal progressivo indebolimento della trasparenza della Relazione governativa e dalla costante mancanza di controlli da parte del Parlamento.


Negli ultimi quattro anni i principali acquirenti di sistemi militari italiani sono stati, infatti, i Paesi dell’Africa settentrionale e Medio Oriente a cui i governi Renzi, Gentiloni e Conte hanno autorizzato l’esportazione di materiali militari per quasi 17 miliardi di euro, pari al 51,2% del totale delle licenze rilasciate (33 miliardi di euro). Tra questi Paesi spiccano le monarchie assolute islamiche della penisola araba (Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman) e diversi Paesi del bacino sud del Mediterraneo (Egitto, Algeria, Israele, Marocco). Si tratta di esportazioni finanziate e favorite da diversi gruppi bancari italiani ed esteri le cui specifiche operazioni è oggi, a differenza di alcuni anni fa, impossibile rintracciare nella Relazione governativa.

La Campagna di pressione alle “banche armate” chiede a tutti gli Istituti di credito di manifestare pubblicamente il proprio diniego a concedere prestiti e servizi finanziari alle aziende per la vendita di sistemi militari al regime di Al Sisi. Invita le comunità ecclesiali, le associazioni e i gruppi territoriali a fare pressione sulle banche.

Per questo, è venuto il momento sia di un’azione politica nei confronti del Governo e del Parlamento, sia di una specifica azione di pressione verso gli istituti di credito.

L'azione politica è promossa dalla Campagna “banche armate” in sinergia con la Rete italiana per il disarmo che giovedì 9 luglio alle ore 10.30 ha tenuto a Roma una conferenza stampa e un dibattito con i rappresenti del Parlamento.

La conferenza stampa della Campagna "banche armate" può essere rivista qui: https://www.youtube.com/watch?v=dHdXgMEbPyg&feature=youtu.be 

La conferenza stampa della Rete italiana per il disarmo può essere rivista qui: https://www.facebook.com/pg/retedisarmo/videos/?ref=page_internal 

La pressione verso gli istituti di credito può e deve essere svolta da ogni singolo cittadino: è possibile inviare una lettera al proprio istituto bancario chiedendo di manifestare pubblicamente il diniego a concedere anticipi, prestiti, finanziamenti e qualsiasi tipo di servizio alle aziende per la produzione e la vendita di sistemi militari all’Egitto e di rendere note le specifiche direttive in vigore in quell'Istituto di credito per quanto riguarda il settore degli armamenti convenzionali e delle “armi leggere” e le relazioni pubblicate inerenti questo settore.
In coda all'articolo è possibile scaricare il modello della lettera.

La promozione della pace è un “bene comune” che non può essere delegato ai governi o alle rappresentanze politiche, ma richiede l’attiva partecipazione di tutti. Non possiamo accettare che la ripartenza dell’Italia a seguito dell’epidemia da Covid-19 sia segnata da un’economia di guerra che favorisce le esportazioni di sistemi militari a scapito degli investimenti per la pace, la sostenibilità ambientale, la cooperazione tra i popoli e di diritti delle popolazioni più bisognose.

 

Per contatti stampa:
- p. Filippo Ivardi Ganapini (direttore di Nigrizia) – Email: filippo.ivardi@nigrizia.it
- p. Mario Menin (direttore di Missione Oggi) – Email: direttore@missioneoggi.it
- don Renato Sacco (coordinatore nazionale di Pax Christi) – Email: info@paxchristi.it
- Rosa Siciliano (direttrice di Mosaico di Pace) – Email: info@mosaicodipace.it

Per la Segreteria della Campagna “banche armate”: 
campagnabanchearmate@gmail.com
- Missione Oggi: Via Piamarta 9, 25121 Brescia – Tel: 030-3772780 - Email:
segreteria@missioneoggi.it
- Mosaico di Pace: Via Petronelli 6, 76011 Bisceglie (BT) – Tel: 080-3953507 - Email:
info@mosaicodipace.it
- Nigrizia: Vicolo Pozzo 1, 37129 Verona – Tel: 045-8092390 - Email: redazione@nigrizia.it

Per ulteriori informazioni resta aggiornato su: https://www.banchearmate.org 

Scarica: lettera_modello_banche.pdf

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