Lettera da Carapina
di p. Saverio dal Brasile
Carissimi amici, oggi mi sono alzato presto per
mandarvi alcune notizie dopo un lungo periodo di silenzio. Ho appena fatto
colazione. Questa volta aveva un sapore tutto speciale. Il pane che abbiamo
mangiato è frutto del lavoro dei nostri ragazzi. Da alcune settimane nel
Projeto Cidadao funziona un panificio. Gli impianti sono stati donati dalla
direzione di un centro siderurgico. Non li abbiamo chiesti. Ce li hanno offerti
e noi li abbiamo subito accettati. Dodici adolescenti, divisi in due gruppi,
coordinati da un signore che lavora in panifici da oltre vent'anni, producono,
ogni giorno, centinaia di panini che sono distribuiti nei nostri centri per la
colazione e la merenda. Oltre al pane, i ragazzi stanno facendo dolci e pizze
che sono venduti nelle nostre chiese, alla fine delle messe. Il corso durerà
quattro mesi, dopo questo periodo daremo spazio ad un altro gruppo di
adolescenti. Non so se riusciremo a sostenere questo progetto per molto tempo,
nel frattempo ci basta la soddisfazione di vedere ragazzi che preparano
gratuitamente il pane per i loro compagni. Una grande lezione di condivisione e
di attenzione all'altro. Ci sembra di rivivere l'esperienza della
moltiplicazione dei pani narrata dall'evangelista Giovanni (Gv 6,1-13). Gesù dà
da mangiare a una grande moltitudine di persone a partire dalla generosità di
un ragazzino che mette a disposizione la sua merenda (Gv 6,9). È dalle mani dei
poveri che esce il pane per sfamare i poveri. Sono le mani di chi non è
taccagno, di chi non pensa solo a se stesso, di chi non è attaccato
morbosamente alle sue ricchezze che impastano la pasta e modellano il pane che
ha la fragranza della condivisione. Per l'apostolo Filippo, figlio della logica
del mercato, duecento denari non bastano per dare da mangiare a quella
moltitudine: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché
ognuno possa riceverne un pezzo" (Gv 6,7). Secondo il suo punto di vista,
per saziare la fame della gente, ci vogliono molti soldi e questi sono
concentrati nelle mani di chi si arricchisce sulle spalle degli altri. Per
questo, Filippo ingrossa le file di quelli che ritengono
la lotta contro la fame un'impresa impossibile. Il ragazzino rappresenta
l'altro lato della storia. È la storia nuova, inaugurata da Gesù, che ha il
profumo e il sapore di umanità. E' Andrea a presentarlo a Gesù: "C'è qui
un ragazzo che ha cinque pani d'oro e due pesci" (6,8). Andrea, il cui nome
nella sua origine greca, significa umano, a differenza di Filippo, non scommette
sul potere economico, ma sulle forze dei piccoli. La sua forte identità umana
lo porta a dare valore non ai beni materiali, ma alle persone. Egli riconosce
che la storia nuova non comincia dai centri di potere, ma dal protagonismo dei
poveri. Il ragazzino è uno di loro, ha poco. Ha quello che può permettersi la
gente semplice, ma è la sua disponibilità a dare e a donarsi il punto di
partenza dei tempi nuovi. Non è il pane in se stesso che rende possibile il
miracolo, ma il dono del pane. È il
cuore aperto alla gratuità lo stoppino che fa esplodere la festa della
moltiplicazione dei pani e dei pesci. È il
cuore convertito al progetto di Dio che rende possibile la grande
trasformazione. Quando l'umanità apre le porte del cuore al dono, la
concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi cede il posto alla
condivisione. Escono dalla scena le feroci leggi del mercato e fa il suo
ingresso nella storia la logica dell'accesso gratuito di tutti i beni essenziali
a una vita piena di dignità. Tacciono i profeti della sventura che difendono la
riduzione del numero dei commensali con la scusa di una fine imminente delle
risorse della terra, e si scopre che sulla terra c'è cibo per tutti. La
condivisione garante a tutti la possibilità di saziarsi. E' possibile
sconfiggere la fame. Non ci vogliono molti soldi, basta imparare a dividere il
pane. Se ogni abitante del pianeta si accontentasse del necessario, ce ne
sarebbe per tutti e addirittura ne avanzerebbe. Dopo che la moltitudine si saziò,
i discepoli raccolsero dodici ceste piene di pane avanzato. La minaccia della
riduzione drastica delle risorse della terra nasce dalla voracità dei pochi
privilegiati. E' l'accumulo che genera lo spreco. Sono gli spreconi i principali
artefici della distruzione ambientale e della morte del nostro pianeta. Il
futuro della terra dipende dalla sobrietà. Accontentarsi del necessario è la
condizione indispensabile perché ci sia pane per tutti. Questo è il messaggio
che vogliamo lanciarvi dal nostro panificio. Come nel Vangelo di Giovanni,
spetta a dei ragazzi impoveriti il compito di annunciare il Vangelo della
condivisione. I nostri ragazzi, impegnati gratuitamente nel preparare il pane
per i loro amici, siano per tutti noi uno stimolo a convertirci sempre di più
alla sobrietà e alla condivisione. IL PROGETTO
"LEGAL" Risolti alcuni piccoli problemi burocratici, speriamo
di cominciare in questo mese la nuova sede del Progetto Legal. Come sapete,
attualmente il progetto Legal funziona in una piccola chiesetta. Lo spazio è
molto piccolo per cento bambini tra i sette e i dodici anni. Grazie ad un
contributo di cinquanta milioni di lire offerto dalla fondazione Danilo Fossati
(che ci dà un grande aiuto a mantenere le nostre attività), in breve,
cominceremo la costruzione delle fondamenta e del piano terreno che ospiterà la
cucina, il refettorio, i bagni, un deposito e la direzione. Il primo piano sarà
diviso in quattro aule per il dopo scuola e i lavori di artigianato. Abbiamo
bisogno di ulteriori aiuti. Vi chiedo ancora una volta di darci una mano. Si
avvicina il Natale. Credo che sia una buona occasione per coinvolgere le scuole,
le parrocchie e i movimenti a adottare questo nostro nuovo sogno. Lo so che fate
già tanto per noi. Ve ne sono grato ma Dio mi chiede sempre di più e in questa
sua esigenza io solo posso contare su di voi. A questo proposito mi ricordo di
avere letto una pagina del poverello di Assisi di Nikos Kazantzakis che mi fece
riflettere molto. Ve la propongo: "E mentre io riflettevo, Francesco
d'Assisi apparve all'ingresso della grotta. Risplendeva come un carbone ardente.
La preghiera aveva divorato ancora di più la sua carne e ciò che di essa
rimaneva brillava come fiamma. Una strana felicità illuminava il suo volto. Mi
tese la mano. - Bene, fratello Leone- mi disse- sei disposto ad ascoltare ciò
che sto per dirti? I suoi occhi brillavano come se avesse la febbre e in
essi io potevo distinguere angeli e visioni che riempivano il suo sguardo. Ebbi
paura. Forse aveva smarrito la ragione. Indovinando il mio timore, Francesco mi
si avvicinò: - Finora si sono usati molti nomi per definire Dio. Questa notte
io ne ho scoperto altri. Dio è inabisso inesauribile, insaziabile, implacabile,
infaticabile, insoddisfatto…Colui che mai ha detto all'anima: Ora basta! Mi si avvicinò ancora più e come se fosse
trasportato in altri mondi aggiunse con voce emozionata: - Mai abbastanza! Non
basta mai, fratello Leone. Ecco ciò che Dio mi ha gridato durante questi tre
giorni e queste tre notti, là nell'inferno della grotta: Mai abbastanza!".
Non possiamo permetterci di dormire sonni tranquilli finchè ci
sono bambini da strappare dagli artigli della miseria. Dio ci sfida ad un
impegno sempre maggiore. Non possiamo deluderlo. RAI Durante gli ultimi quindici giorni di agosto, Marco
Melega, regista della RAI ha girato un documentario
sul nostro lavoro. Mi ha detto che sarà trasmesso su RAI3 nel mese di novembre.
Non ha saputo dirmi il giorno preciso. Se so qualcosa ve lo faccio sapere in
tempo. Per il momento non ho più niente da dirvi. Vi
ringrazio di cuore per tutto quello fate per noi. Dio vi benedica e vi ricolmi
di pace. Carapina, 08 ottobre 2000
P.
Saverio Paolillo
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