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"Dov'è che è nato Gesù?"

di Dario Bossi dal Brasile

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São Paulo, Natal de 2000

Carissimi amici,

è di nuovo Natale e questa volta qui a São Paulo l'abbiamo celebrato in modo suggestivo, con immagini che ancora mi rimangono nel cuore e che cerco di contemplare ogni giorno.

Con i bambini di un nostro progetto abbiamo montato una specie di “caccia al tesoro”, dove il tesoro era Gesù. "Dov’è che è nato Gesù?”, era la domanda chiave, che i bambini facevano in varie case del loro povero quartiere. Abbiamo diviso una specie di presepio vivente in tre parti, che gli educatori hanno rappresentato in tre case delle famiglie dei bambini. L'ultima scena era la nascita di Gesù Bambino, che è nato in una baracca della favela. I bambini non ci stavano tutti, ed entravano a piccoli gruppi. Dentro, i tre re magi, Giuseppe, Maria e un bambino al collo. Una scena calma, silenziosa e, finalmente, tranquillizzante, che i bambini contemplavano con un incanto speciale negli occhi. Gesù è nato nella Juta! (è il nome del loro quartiere). Bisognava vedere l'orgoglio e la voglia della famiglia che ci ha ospitati, al momento dì ricevere Gesù nella sua casa. Di nuovo Gesù ha scelto i più poveri e ci chiede di rimanere lì vicino, contemplare la vita fragile e delicata che nasce tra gli esclusi e proteggerla, difenderla, annunciarla a chi non ha occhi per vedere dove fiorisce. E’ in questo spirito che vi faccio i miei auguri di Natale.

Vi scrivo oggi l'ultima lettera dal Brasile prima del mio ritorno in Italia. E’ logico che non desisto dal Brasile e che spero di tornarci appena possibile. In questo momento, però, mi è chiesto un passo importante, che è il distacco da questa realtà e l'inizio di una nuova attività in Italia, come missionario.

Nel frattempo ho terminato qui la mia formazione, sono stato ordinato diacono e adesso torno per l'ordinazione sacerdotale: la gente del Brasile mi invia perché in Italia, dove è nata la scelta di vivere il Vangelo come padre, possa concludersi il mio tempo di preparazione.

In questi giorni un turbine di pensieri ed emozioni mi passa dentro: le immagini delle persone che lascio, la nostalgia e la voglia di rincontrare quelli che mi aspettano, la mia famiglia che sta attraversando un periodo difficile, le attività e l'organizzazione popolare che ho conosciuto qui in Brasile, la sfida missionaria che è più ampia e che non si limita a São Paulo...

Ma più forte di tutto è il cammino che sto facendo, ricco di doni e di esperienze fondamentali. Sento che tutto quello che ho ricevuto in dono in questi anni è un patrimonio prezioso che devo investire a servizio di tutte le persone e le realtà che incontrerò.

La celebrazione del mio diaconato, l'ultima tappa prima di essere padre, è stata molto intensa e semplice. Abbiamo celebrato in una specie di capannone nelle case popolari che anch'io ho aiutato a costruire, insieme alla gente che adesso ci abita, quando ero appena arrivato in Brasile. E’ il luogo dell'ultima comunità cristiana di base che è nata nella nostra area, la più piccolina e vivace. Mi ha accolto con molto affetto e abbiamo celebrato la vita passata insieme e l'impegno di continuare nella costruzione del Regno di Dio. Sono momenti che ti marcano, come quello quando, sdraiato per terra in segno di umiltà e debolezza, tutti cantano e pregano per te e la tua missione. Lo si sente come una cerimonia di invio!

In questi ultimi giorni sto cercando di chiudere le attività, dando continuità e coraggio a chi lascio da solo. E’ difficile pensare di partire, ma è giunta l'ora di farlo e farlo bene.

Arriverò in Italia in febbraio e passerò alcuni mesi a casa, per stare vicino alla mia famiglia. Da aprile in avanti comincerò una attività a Padova, sulla quale dopo vi parlerò con più calma. Se tutto va bene, la mia ordinazione sarà in giugno, insieme ai preti di Milano, in Duomo. Vi aspetto là, per chi potrà venire (ma ci risentiremo prima!)

Spero di potervi incontrare tutti, a poco a poco, al mio ritorno, anche se per ora la mia preoccupazione principale e rimanere in casa con mio papà, mia mamma e mio fratello.

Vi chiedo una preghiera. Io continuo a ricordarvi nella mia “caminhada”. Deus vos abençoe. 

Dario Bossi

 

 


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