giovaniemissione.it

2020-ecuador-coronavirus

Lettera di P. Enzo Balasso dall'Ecuador

Un parere sulla situazione che si vive in Ecuador in tempo di Coronavirus

2020-ecuador-coronavirus2

In questi ultimi giorni sono circolati, via internet, diverse immagini e video che hanno presentato la situazione attuale dell’Ecuador, ed in particolare di Guayaquil, come drammatica, addirittura foto macabre di morti lasciati lungo le strade, abbandonati ai cigli delle case. Questo ha provocato una forte reazione dai diversi angoli del pianeta: irresponsabili, traditori del Popolo, Paese lasciato allo sbando. Insomma: una situazione davvero riprovevole.

Vorrei precisare alcune cose vissute da chi è qui da anni.

  1. Fino ad oggi (2 aprile 2020), in Ecuador si sono contabilizzate 1976 casi di coronavirus e 98 decessi.
  2. Il Paese è stato tra i primi in Sudamerica a prendere posizioni radicali alla comparsa del virus. Forse l’esperienza italiana, aveva insegnato ad intervenire prontamante. Infatti dal giorno 14.3.2020, sono state chiuse le scuole di ogni ordine e grado. Poi si è invitata la popolazione a fermarsi nelle proprie case imponendo un coprifuoco dalle 16.00 alle 5.00 del giorno seguente.
    Proibite le attività non strettamente essenziali: solo personale occupato nella sanità, alimentari, banche. Queste misure si sono ristrette 3 giorni dopo con la chiusura di tutti i mezzi di trasporto interprovinciali e di tutti gli aereoporti in entrata, tranne le linee che arrivavano vuote di passeggeri e riportavano in patria chi era rimasto bloccato in territorio ecuatoriano. Dal giorno 20.3.2020 il coprifuoco è stato esteso di 2 ore. Cominciando alle 14.00 fino alle 5.00 del seguente giorno. Poi si è proibita l'uscita di casa per compere nei mercati a chi non era compreso tra i 18 e i 50 anni. Oltre a questo gli acquisti nei supermercati erano permessi solo una volta alla settimana secondo l’ultimo numero della carta d’identità.
  3. Cos’è successo allora che ha provocato tanto disordine, lutti ed è sembrato un Paese allo sbando?
    a. La nostra gente non sempre capta gli ordini dall’alto e sottovaluta la gravità della situazione. Così che molti l’hanno presa sottogamba soprattutto nelle grandi periferie cittadine.
    b. Siamo nei mesi più caldi dell’anno e, soprattutto nella Costa, le temperature in questi mesi vanno ben oltre i 30ª gradi. La gente vive in casucce (nelle grandi periferie, soprattutto a Guayaquil) di 2-3 localini, tra 5-7-10 persone con la casa protetta da una lamina di zinco che trasforma la casa in un “forno crematorio”.  È chiaro che la gente è abituata a stare fuori casa per il caldo e questo provoca un espandersi dell’epidemia.
    c. Oltretutto la credenza popolare non aiuta di fronte alla morte. La gente ha timore e terrore della morte e peggio ancora se uno è stato colpito da questa “lebbra” che è il coronavirus. Questo miscuglio di fattori, ha portato alla situazione di questi giorni. Nessuno si fa carico di chi ha perso la vita. Ieri pomeriggio, l’esercito è intervenuto a Guayaquil, che raccoglie i tre quarti dei contagi, per recuperare i cadaveri e dar loro una degna sepoltura.
    d. A mio parere, il governo ha fatto il possibile per arginare l’emergenza con puntuali interventi, informazione alla TV e radio, la polizia girando per le strade e invitando a rimanere in casa. Purtroppo, i mezzi di cui dispone lo Stato non sono sempre all’altezza, ciò è anche dovuto al precipitare dei prezzi del petrolio che copre il 50% delle entrate dell’apparato statale.
    e. La sanità ha fatto passi da gigante negli ultimi 10/15 anni, ma chiaramente non è preparata ad affrontare un’emergenza di queste proporzioni. Solo dopo il terribile terremoto del marzo 2016, gli ospedali si sono forniti di attrezzature all’altezza della situazione, ma qui stiamo andando oltre le capacità del Paese.
    f. La Chiesa ecuadoriana si è rimboccata le maniche, attraverso Caritas, per distribuire viveri a chi non ha entrate in queste settimane. Ha messo a disposizioni strutture, non solo ospedaliere, ma scuole e collegi, per dare spazio ai contagiati. A tutti i livelli si sono trasmesse celebrazioni utilizando i mass media e incoraggiando la gente in questo tempo di smarrimento.

Tutti sperano in un “Mondo Nuovo” fatto di maggior attenzione all'aspetto umano, di solidarietà, di attenzione agli ultimi e di calore nelle relazioni, di cui l’Ecuador è già un campione.  

P. Enzo Balasso
missionario comboniano
Ecuador

Condividi questo articolo:

Registrati alla newsletter

giovaniemissione.it

BARI

Via Giulio Petroni, 101
70124 Bari
Tel. 080 501 0499

ROMA

Via Luigi Lilio, 80
Roma, 00142
Tel. 06 519451

VERONA

Vicolo Pozzo, 1
37129 Verona,
Tel. 045 8092100

PADOVA

Via S. G. di Verdara, 139
35137 Padova
Tel. 049/8751506

NAPOLI

Via A. Locatelli 8
80020 CASAVATORE (NA)
Tel. 081.7312873

VENEGONO

Via delle Missioni, 12
21040 Venegono Sup. (VA)
Tel. 0331/865010