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Lettera di Marina dall'Ecuador

Marina ci racconta la sua esperienza di volontaria in Ecuador

Ciao a tutti cari amiche e amici,

sono Marina, ho 22 anni ed il 16 novembre 2018 mi sono laureata in Scienze Infermieristiche presso l'Università di Padova, vivo a Conco ma passo anche molto tempo a San Nazario! Dopo questo grande traguardo della mia vita, ho deciso di partire come volontaria per fare un'esperienza in Ecuador! L'ho fatto perché volevo provare sulla mia pelle una realtà differente dalla nostra, ma soprattutto per mettermi in gioco e relazionarmi con le persone di questi paesi, dove si fondano inoltre molte missioni “fidei donum”. Non ho scelto l'Ecuador per una particolare motivazione, ma grazie all'amico Don Giampaolo Assiso, sacerdote Diocesano di Padova ed ex parroco fidei donum, ho potuto recami in questo paese dell'America Latina. Quello che cercavo in questa mia esperienza era una occasione per rendermi partecipe di qualcosa che poteva essere veramente utile alle altre persone, donando loro anche una semplice parola, un abbraccio, un sorriso oppure a volte solo il semplice ascoltare.

Sono partita quindi da sola il 10 gennaio e arrivata il giorno seguente nella città di Guayaquil situata nella costa dell'Oceano pacifico dell'Ecuador. Arrivata in aeroporto ero un po' nervosa e impaurita perché ho sperato fino all'ultimo che qualcuno venisse con me, ma soprattutto perché non parlavo bene lo spagnolo. Ad aspettarmi però c'era Susanna, laica comboniana nativa di Quito che mi ha accolto nella sua missione che sta svolgendo da ben 7 anni nella periferia malfamata di Guayaquil. In questi luoghi il problema non è la fame, qui purtroppo esiste una "povertà nascosta" e la trovi quando ti relazioni con la gente e inizi ad ascoltare le loro storie di vita, ma soprattutto quando entri nelle loro case: case molto piccole, “grandi” come i corridoi di casa nostra, molto spesso sono "accampati" con 2 letti per 5/6 persone.

Quello che caratterizza questo luogo però è la sporcizia che si vede a terra seppur ci siano cassonetti e cestini, oppure scarpe appese alle centinaia di cavi della corrente lanciate dai bimbi per gioco. La maggior parte delle persone si impegna ad avere un piccolo negozio oppure possiedono una moto, la quale, collegandoci dietro una "carrozza", la fanno diventare un taxi: insomma qui il lavoro si inventa! Il progetto che fu assegnato a Susanna era quello di vedere personalmente quali erano le principali necessità e le varie problematiche psico-sociali di queste persone. Susanna e il parroco comboniano di allora, Antonio D’Agostino, decisero di seguire in modo più approfondito le donne, le quali spesso vengono abusate e diventano madri a 15 anni senza nessuno studio, senza un orizzonte nella loro vita, senza un lavoro e sono molto spesso abbandonate a se stesse senza marito. Iniziarono quindi a formarle attraverso gruppi di auto-appoggio, incontri di educazione sulla vita, e successivamente donando loro un lavoro per poter sfamare i loro bambini!

Da qui nacque il "Centro de Formacion Humana Integral - NUEVA VIDA", contava circa 60 donne ed esse erano impegnate in corsi di ceramica, taglio e cucito, artigianato e pasticceria. Lo scopo era quello di riuscire a fargli apprendere un mestiere per poi riprodurlo in casa propria e creare così un lavoro semplice e comodo direttamente a domicilio. Nel progetto nacque anche l'idea di fondare una panetteria per dare un lavoro anche ai giovani che si trovano nel mondo della droga e riuscire così a dargli una nuova vita. L'intera missione partì alla grande, coinvolgendo moltissime persone della zona. Nel 2016 però la comunità dei comboniani ha dovuto lasciare queste parrocchie e il progetto fu consegnato alla diocesi di Guayaquil.

Nel frattempo, però, arrivò il nuovo parroco il quale non volle proseguire con questo tipo di progetto in quanto, dal suo punto di vista, coinvolgeva troppi ragazzi drogati, delinquenti e prostitute; fu così che il centro è stato costretto a lasciare le strutture parrocchiali e cercare una sede diversa e propria. Il nuovo stabile purtroppo non è ancora del tutto accessibile e quindi i vari corsi sono stati sospesi a causa del mancato spazio per continuare l'operato del progetto. Al mio arrivo, in effetti, l'unica cosa che trovai fu la panetteria; quindi mi adattai e per le prime settimane mi misi assieme a questi ragazzi a sfornare pane dal mattino alla sera.

Nelle settimane successive assieme a Susanna siamo riuscite a partire con il "Curso Vacacional" (GREST) per i bambini, per riuscire così a portare avanti anche questa attività. Esso si svolge nella strada o nella panetteria e vi è la presenza di circa 50 bambini con i quali si svolgono diverse attività. Giocare e passare del tempo con questi bambini è stato per me veramente bello ed emozionante, essi mi hanno donato tanta felicità, gioia e amore; anche se a volte sono meno fortunati di noi hanno sempre il sorriso stampato nelle labbra!

Nelle settimane successive ho avuto la possibilità di rendermi utile come Infermiera presso il dispensario "Albergue San Luis Gonzaga", un ambulatorio che ha l'obiettivo di fornire accoglienza e assistenza umanitaria grazie a un alloggio temporaneo a bambini orfani e a persone affette da HIV, avendo così la possibilità di eseguire i vari controlli e visite ma soprattutto partecipare a dei corsi nei quali vengono trattati diversi temi legati alla malattia. In questa esperienza ho potuto conoscere tantissime storie, a volte anche molto tristi che mi hanno lasciato senza parole.

Nel mese di febbraio invece ho svolto il mio operato presso il centro JoseMaria di REDIMA, il centro di riferimento per i 29 dispensari, all'interno del quale ho avuto la possibilità di dare il mio aiuto presso l'area di infermeria, nel laboratorio di analisi, nell'ambulatorio di agopuntura, nell'area di emergenza (pronto soccorso) e nelle sale operatorie di chirurgia e ginecologia. Insomma, la mia esperienza a REDIMA è stata a 360 gradi! Lavorare in questa grande famiglia è stato per me un grande onore e ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno accolta e mi hanno fatto vivere un’esperienza unica e indescrivibile!

Il mio viaggio però continua e nelle ultime settimane di marzo invece sono andata a visitare le parrocchie dove si trovano i missionari fidei donum Padre Saverio Turato e Padre Mattia Bezze della diocesi di Padova. Essi si trovano nella città di Duran a 5 km dalla Metropoli di Guayaquil. Padre Mattia è alla guida della parrocchia "Nuestra Señora del Perpetuo Soccoro" dell'Arbolito, quartiere alla periferia di Duran, Padre Saverio invece si trova alla guida della parrocchia "San Francisco de Asis" a 2 km dall'Arbolito.

Oltre ai due parroci diocesani in missione ci sono due laici fidei domus di Padova, Alessandro e Francesca, arrivati qui in Ecuador a novembre i quali hanno il compito di aiutare padre Saverio e padre Mattia ad accompagnare la gente di questa popolazione nella pastorale della comunità. La loro scelta è stata quella di basare i primi anni dopo il matrimonio in una esperienza di Gesú vissuto nella famiglia, nella missione e nell'aiuto verso il prossimo. In questi giorni passati insieme a loro, ho avuto la possibilità di partecipare al “Campamento” (GREST locale). Ho partecipato alla preparazione della via crucis prevista per il venerdì santo e ai vari incontri di preparazione delle attività con gli animatori! Fin dalla prima sera mi hanno accolto a braccia aperte nel loro gruppo e mi sono sentita a casa.

Posso concludere quindi riassumendo che il primo periodo è stato sicuramente il più difficoltoso, in quanto tutto era nuovo e non capivo la lingua, piano piano però ho avuto la possibilità di conoscere molte persone, il loro stile di vita e la loro cultura; le amicizie giorno dopo giorno si ampliavano e sono stata accolta fin dai primi giorni come una figlia e come una sorella e, mai mi sono sentita straniera.

In questi tre mesi ho avuto anche la possibilità di viaggiare e di conoscere le varie meraviglie di questo paese. Ho potuto vedere l'immensità della foresta e dei campi nella sierra (Santo Domingo, Salitre, Daule) che per quanto cerchi di guardare in fondo, non vedi mai la fine, l'abbondanza di frutti, cereali e legumi che questa terra dona: dalle piante di cocco e cacao alle piantagioni di riso e di banane. Dopo moltissime ore di viaggio in pullman Baños con le sue meravigliose cascate naturali e la popolazione di Salasaca dove si può trovare uno dei mercati più colorati del mondo. Le meravigliose spiagge di Salinas e San Pablo con l'acqua limpida dell'oceano e i rilassanti bagni al Rio. La meraviglia dell'Amazzonia con i suoi animali e il fantastico viaggio a Quito. L'incantevole Isla Santay un luogo ecologico caratterizzato dalla sua flora e fauna costiera, dove si trovano animali come mammiferi, rettili e bellissimi uccelli tropicali.

L'esperienza ecuadoriana quindi per me è stato un “fare centro nell'obbiettivo”: la possibilità di poter trascorrere del tempo assieme a questa gente, in una realtà sicuramente molto diversa dalla nostra e poter condividere con loro non solo una parola o un pasto, ma anche una malattia o una storia di vita mi resterà per sempre come un ricordo indelebile nel mio cuore!

Marina Pozza  

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