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Esperienza missionaria di don Marco Paglicci

Il Ritiro, la Missione e la Favela distrutta

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Salvador, 20 febbraio 2019

 

Cari amici di lingua italiana…

 

“Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora,

rallegratevi (…) Il Signore è vicino!” Fil 4, 4.

 

…Con curiosità arriviamo a questo 20 febbraio. Curiosità, Speranza e Fiducia. Quelli passati sono stati giorni di grande impegno e fatica. Sono riprese le attività del Beija Flor (l’anno scolare comincia ora); abbiamo avuto il primo ritiro fuori della parrocchia che in assoluto sia mai stato fatto (dall’1 al 3 febbraio a Camaçari). Abbiamo ospitato nel nostro quartiere/parrocchia la prima missione arcidiocesana dei giovani di Salvador (dall’8 al 10 febbraio) con 150 giovani alloggiati da noi.

Stiamo accogliendo tuttora attività che spiegano il lavoro che stiamo facendo a Massaranduba.

Soprattutto un evento ha caratterizzato questo periodo e segnato la comunità: la distruzione di una favela di Massaranduba, da parte della polizia. Era una vera e propria favela che esisteva da circa 10 mesi, senza condutture di acqua potabile né energia elettrica (che arrivasse in modo legale). Perché sono state rase al suolo queste baracche?

 

Il discorso al riguardo è abbastanza complesso e coinvolge almeno tre livelli:

  1. il livello politico, lo scontro tra il partito della giunta comunale e quello dello stato (a cui appartiene il terreno su cui era edificata la favela),
  2. I poteri mafiosi legati al traffico di droga,
  3. La reale povertà di una minoranza che abitava nelle baracche senza altre case, rispetto alla maggioranza delle persone che stavano approfittando di quegli spazi per acquisire un’altra casa oltre a quella che già hanno.

Il 28 gennaio, dopo ripetuti avvertimenti, la polizia militare con le forze d’urto è intervenuta nella favela distruggendo tutto. Lo ha fatto con una violenza sproporzionata rispetto alla resistenza degli abitanti delle baracche.

L’obbiettivo dello stato (e ricordo che lo stato qua corrisponde alle nostre regioni, come i land in Germania) è costruire alloggi più sicuri, al posto della baraccopoli. L’obbiettivo è altresì diminuire il potere del traffico di droga che in quella zona si stava rafforzando molto. Gli obbiettivi dunque sono certamente positivi, ma il modo…

Di fronte alla violenza di quell’intervento chi ci ha rimesso sono i più poveri, una minoranza di persone, rimaste senza casa.

 

A questo si aggiunge il fatto che il partito che regge la giunta comunale (oppositore di quello dello stato), che gestisce il telegiornale più famoso a livello locale, ha soffiato sul fuoco. I giornalisti hanno esasperato e stanno scaldando gli animi per fare in modo che sempre meno persone appoggino il partito che guida lo stato. I media hanno accusato lo stato di atteggiamento contrario ai principi di convivenza, ma hanno trascurato i reali obbiettivi dell’intervento statale.

I poteri legati allo spaccio subito hanno approfittato della situazione. Hanno mandato poveri falsi (o quasi) nell’area della ex-favela per rivendicare, attraverso di loro, la proprietà di quel terreno. L’obbiettivo è anche far sì che, quando lo stato redistribuirà le case che costruirà, gli spacciatori, siano già lì.

E così ora è molto difficile distinguere chi ha un reale bisogno da chi è pilotato da poteri mafiosi. Chi abita nel nostro quartiere conosce più o meno la situazione. E la conosce sicuramente meglio di chi abita fuori. Tuttavia pochi nel nostro popolo di Massaranduba si azzardano a manifestare pubblicamente la loro opinione, perché sanno che i boss non gradirebbero.

La mafia legata alla droga, che qua non si chiama mafia, è forte e ben nascosta. È molto facile per i nostri giovani entrare nel gioco del “tráfico de droga”. Spesso io e don Paolo ci troviamo a che fare con persone che hanno atteggiamenti da piccoli boss: questo, come preti, ci fortifica molto… ciò che non fa male, rende più forti. È un allenamento… e riconosco che in questo Paolo è MOLTO più forte di me.

 

Tuttavia sia Paolo, che io e la nostra parrocchia tentiamo di rimanere vicini ai più poveri. Oggi stesso la nostra parrocchia farà una “ação social” (azione sociale). Con l’aiuto delle insegnanti del Beija flor guideremo alcuni giovani di Salvador a conoscere le persone che realmente sono vittime della povertà nel nostro quartiere. Poi la sera, di fronte alla chiesa, distribuiremo da mangiare ai veri poveri. È un piccolo segno, ma è quello che possiamo fare:

  1. spiegare, prima di tutto, ai cittadini di Salvador quale è la reale situazione di Massaranduba,
  2. aiutare i più poveri.

 

Ma in tanta fatica, in tanto dolore e tristezza… ci sono anche germogli meravigliosi che nascono.

Il primo ritiro fuori dalla parrocchia, a Camaçari, ha dato nuovo animo a tanta gente: il 27 aprile avremo battesimi, prime comunioni e cresime di vari adulti alla presenza del nostro Arcivescovo Murilo. Questi sacramenti arrivano alla fine di un cammino di un anno circa che ha accompagnato decine di persone nel percorso delle “10 parole”.

La missione dei giovani di Salvador è stata un successo per chi vi ha partecipato e tutti hanno ringraziato la nostra parrocchia “acolhedora”. I nostri parrocchiani per la verità sono stati fantastici. Tutti si sono dati da fare con l’obbiettivo di avvicinare i giovani del quartiere alla nostra chiesa.

Questo ha permesso a molti:

  1. di far conoscere la situazione di reale abbandono in cui versa il quartiere di Massaranduba,
  2. di poter parlare con la gente vera e conoscere, da loro, cosa noi possiamo fare.
  3. Inoltre l´11 febbraio è nato nella nostra parrocchia anche un “gruppo giovani”, che tratta temi legati alla psicologia e a Cristo ed è guidato da professionisti del settore.

Vi ringrazio tanto per i vostri pensieri e suppliche dei giorni passati. State certi che anche io vi ho ricordato e affidato al Signore.

Come vi ho chiesto di pregare per la missione, vi chiedo anche di pregare per questo gruppo di giovani, che sono tanto fragili. C’è da immaginarsi il perché, vista la situazione che vi ho descritto nella prima parte della lettera.

 

Per il resto qua tutto bene: fa un gran caldo, si dorme col ventilatore acceso e il sole picchia tanto da farmi sembrare un gambero, le volte che dimentico la crema solare. È l’estate baiana…e le messe domenicali, con le casule donate in Italia, finiscono con canti animati e grandi bagni di sudore. Soprattutto in questo tempo ordinario. Chi presiede, veste l’unica clausola verde che ci è stata donata: viene da Venegono (Lombardia). Secondo me è una casula invernale… immaginate la sauna nel caldo della Bahia!!! Paolo sostiene che non è invernale, ma è semplicemente un po’ pesante. Insomma va benissimo così!

Non so quando tornerò in Italia per visitarvi, avevo pensato di venire dieci giorni, subito dopo Pasqua, ma in quei giorni qua sono state fissate le cresime degli adulti.

 

Rimaniamo vicini in Cristo, preghiamo gli uni per gli altri e… spero di vedervi presto di persona,

per abbracciarvi con affetto, amicizia e “carinho”,

 

vostro don Marco

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