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Lettera di padre Carlo Bianchi da Piquià, Brasile

Padre Carlo Bianchi racconta come è stata (re)introdotta la tradizione natalizia portoghese del "Reisado" nella comunità di Piquià in cui vive.

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Carissima amica, carissimo amico ciao.

Oggi voglio condividere con te il modo di vivere la fede dove presto il mio servizio missionario, infatti mi rendo conto di essere privilegiato di poter vivere la vita in comunione con i piccoli, gli impoveriti e gli emarginati.

Secondo una tradizione portoghese, dal giorno dopo Natale all'Epifania, in molte parti del Brasile, durante la notte la gente semplice cammina coi Re Magi, cantando la gioia del Natale. Le comunità di Piquià frattanto, pur avendo più di quarant'anni di storia, non hanno mai visto questa manifestazione religiosa. Dal momento che la gente è stata sradicata dalla sua terra per rispondere all'offerta del mercato di lavoro, sembrava aver perso la sua cultura.

Quest'anno però è avvenuto qualcosa di nuovo. Alla proposta del 'Reisado', ossia della cantoria dei Re Magi, la gente si è svegliata e si è messa in movimento per svegliare gli altri. Sì, perché secondo la tradizione più genuina, il gruppo di Piquià ha deciso di cantare dalle ore 23 all’1 di notte, due ore, per quattro giorni di seguito dopo Natale e poi di proseguire con la seconda tappa durante la prima settimana di gennaio, concludendo la manifestazione durante la Messa dell'Epifania.

Il rituale è semplice: arrivando alla casa da visitare, il coro canta a voce spiegata, con l'intenzione di svegliare chi sta dormendo. A un certo punto, quando la persona visitata sente 'Padrone(a) di casa, sfrega il fiammifero, accendi la candela', egli/ella accende la luce, apre la porta, aspetta che finisca il canto, riceve il quadro dei Re Magi, dà un'offerta e poi si aggiunge al corteo, portando il quadro fino alla prossima casa.

Son bastati tre Re Magi e un cofanetto per caratterizzare il corteo, e un triangolo per animare la prima cantoria. Il risultato è stato sorprendente. Il numero di partecipanti è aumentato ogni notte, in modo che la prima tappa costituita da quattro notti di Reisado è iniziata con 12 cantori ed è terminata con 66. I fogli con il testo non bastavano mai: non solo le animatrici 'ufficiali', ma anche le adolescenti ci tenevano ad averne una copia, per partecipare come protagoniste. Al triangolo, si sono aggiunti spontaneamente un tamburo, tre tamburelli e una fisarmonica, in un crescendo di volume e animazione.

Tra le famiglie visitate una più di tutte si è coinvolta. 'Leirim', un nero di una cinquantina d'anni, è arrivato a Piquià 17 anni fa, ma fino alla settimana scorsa era un illustre sconosciuto, per lo meno in chiesa. La notte in cui ha ricevuto la visita dei Re Magi si è rivelato animatore di Reisado, ha estratto il quadro dei Re Magi che lui venera ma al gruppo mancava, ha cantato un Reisado che conosceva a memoria ad un ritmo ben più veloce di quello in uso e ha seguito il corteo, cantando, suonando il tamburo e mettendo a disposizione il quadro. Si è sentito così ben accolto che la notte seguente è tornato, con la moglie e un figlio di 22 anni, che gli rispondeva secondo la rima. La terza notte non ha cantato più da solo, ma ha integrato i versi del suo Reisado con quelli degli altri cantori. A lui infatti mancava la parte dell'annuncio del Natale, così come quella della visita dei Re Magi.

Una visita che ha suscitato commozione è quella a Maria, di 74 anni. L'anziana si è visibilmente emozionata perché ha sempre desiderato la visita dei Re Magi, ma era la prima volta in vita sua che la riceveva. Alla fine del canto ha preso il quadro e fatto un giro per la casa di legno molto semplice, benedicendola.  

Durante quella che doveva essere la quarta notte di Reisado è piovuto molto, dalle ore 7 fin dopo mezzanotte, per cui non è stato possibile concludere la prima tappa secondo il programma. Tuttavia la notte seguente, nonostante il dubbio sulla realizzazione dell'evento e l'incertezza per il rischio della pioggia, ha partecipato ancora più gente. Né il timore della pioggia né l'insistente perturbazione di un ubriaco hanno impedito la festa.

Questa esperienza mi ha fatto riflettere. Quando ho conosciuto il Reisado, dopo il primo Natale che ho celebrato in Maranhão, sono stato affascinato dalla sua magia, sperimentata nel camminare in silenzio di notte, nell'esplodere nel canto di gioia e nel vedere la meraviglia negli occhi delle famiglie visitate.

Quest'anno mi sono reso conto che il Reisado ha qualcosa da dire anche riguardo al linguaggio usato nella pastorale. Se il numero di partecipanti diminuisce nelle celebrazioni liturgiche, nella catechesi e negli incontri in genere, la causa principale è che non ne raggiungiamo 'il cuore'. Quando la gente è motivata, supera ogni ostacolo e difficoltà.

Altri messaggi riguardano il ruolo del missionario. La base per iniziare il Reisado a Piquià sono state le parole del Reisado di Balsas, raccolte e sistematizzate nel servizio all'ultima parrocchia che ho seguito. Per il resto, la mia voce non è molto affidabile per il canto, tanto che le note della prima prova erano sbagliate. Beh, durante la seconda prova la melodia è stata corretta grazie a Aldenora, una signora che è sempre stata affascinata dal Reisado perché lo sentiva cantare dalla nonna, alla quale però non era mai stato permesso di seguire il corteo di notte, perché all'epoca era piccola. Il ritmo, poi, è evoluto in un 'shot', ben allegro, grazie a Leirim, un animatore nato. Così ho imparato che al padre missionario può venir richiesto di prendere l'iniziativa, ma è importante che si ricordi sempre della sua missione di far venire alla luce l'anima, ossia la parte più profonda del popolo a lui affidato. Egli si prenderà cura che venga rispettata la finalità, nel caso del Reisado l'annuncio del mistero del Natale, e lo spirito dell'iniziativa, ossia che non diventi un mero divertimento ma sia un atto religioso.

Ieri è cominciata la seconda tappa del Reisado, in cui è prevista la visita alla parte più povera di Piquià.

Con Aldenora, Leirim, Maria e coloro che attendono l'annuncio della salvezza, ti auguro buon anno.   

Carlo Bianchi                                                          

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