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Visibilizzare la realtà: una priorità missionaria e politica

Cari amiche e amici,
“La missione della Chiesa è – prima di tutto - dare la parola alla realtà, visibilizzare tutte quelle sofferenze e problematiche che i poteri dominanti non vogliono vedere e non vogliono farci vedere”.

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Restare svegli!

Dobbiamo svegliarci dal sonno della disumanità crudele” e “sovvertire la storia, lanciandola in un’altra direzione”. Così gridava 30 anni fa padre Ignacio Ellacurìa, uno dei gesuiti uccisi barbaramente da paramilitari salvadoregni nel 1989. Sì, viviamo in una società addormentata, vittima di un ‘adormecimiento’ pianificato dai poteri economici e portato avanti dai mezzi di comunicazione. Siamo tutti vittime di questo gas soporifero che i mass media ci iniettano ogni giorno, a proposito del quale Jon Sobrino dice:  “E’ malata l’aria che respira il nostro spirito. Perché è disumanizzante vivere in mezzo alla proliferazione della menzogna e del silenzio davanti alla scandalosa disuguaglianza tra ricchi e poveri”. Avvolti da quest’aria soporifera, l’invito che la liturgia dell’Avvento ci lanciava poco tempo fa dovrebbe essere l’impegno spirituale e politico da assumere per tutto il 2018: “Non dormite. State svegli!!!” (Mc 13,33-37). In altre parole, di fronte a questo adormecimiento generalizzato, che ci fa correre da una parte all’altra sempre mezzo assonnati, la prima cosa da fare è trovare il tempo per fermarci, ‘svegliarci’ e riflettere. E’ importante, anche per un missionario, capire il senso profondo di quello che sta vivendo. Spesso, per noi è difficile trovare il tempo per una lettura di approfondimento, e per tenerci aggiornati su varie tematiche. Eppure dobbiamo cercare di trovarlo questo tempo, se vogliamo davvero farci carico della realtà. Senz’altro noi vediamo, a livello locale, il prodotto finale del sistema disumano – la Grande Sconnessione – che domina il mondo. Ma è importante riflettere per capire come si arriva a questo ‘prodotto’ finale e come cercare insieme vie di salvezza e redenzione. 

 

Un inizio di anno tragico

Il risveglio all’alba del nuovo anno è stato duro, drammatico, per i miei amici desplazados e per la piccola comunità afro del barrio Ensueño. La mattina del primo gennaio uomini armati hanno cercato di entrare in casa della signora Nora. C’erano anche dei suoi parenti, che stavano festeggiando il capodanno. Ci sono stati degli spari: c’è scappato un morto e un ferito. Nora, il figlio e i 3  nipotini (di 7, 6 e 4 anni) han dovuto fuggire subito, scalzi, abbandonando in fretta e furia la loro casa con tutto quello che c’era dentro! Per la seconda volta, hanno perso tutto. Arrivati come desplazados a Bogotà, fuggendo da Buenaventura, adesso – come desplazados - fuggono da Bogotà. Ho potuto parlare con Nora per telefono: adesso vogliono uscire dal paese, perché sono minacciati. Anche Marleni, sua parente, altra integrante del nostro gruppo, vedova con tre figli, ha dovuto fuggire. Non so bene il motivo, ma credo che dei paramilitari hanno minacciato tutta la loro famiglia e parentela. Adesso che Nora e Marleni sono andate via, da lontano io rimango in contatto con loro, e cerco di aiutarle come meglio posso. Certamente il nostro piccolo gruppo afro ha perso forza, ma noi comunque ci riprenderemo. Questo tragico inizio d’anno mi ha fatto capire meglio quanto grande è la precarietà in cui vive questa gente. Oltre a tutti gli altri problemi (povertà, minacce di sgomberi forzati, e forti piogge che minano la stabilità di queste baracche costruite su pendii scivolosi) succedono ‘sorprese’ come queste, che ti sconvolgono la vita, da un giorno all’altro, rendendo ancora più precaria la tua esistenza e quella dei tuoi cari.   Un’oscenità metafisica La povertà, l’insicurezza, l’abbandono in cui vive la gente di Ensueño, e di tanti altri quartieri periferici di tante metropoli dei cinque continenti, non è una fatalità, non è una disgrazia naturale insormontabile, ma è il frutto di una ingiustizia strutturale, a livello mondiale. Come ci ricorda Leonardo Boff, “basterebbe che i 225 uomini più ricchi del mondo rinunciassero solo al 4% della loro ricchezza per dare cibo, salute e istruzione a tutta l’umanità”. ”E’ un’oscenità metafisica!”, esclama indignato Jon Sobrino. L'ottava edizione del Global Wealth Report ci informa che per la prima volta nella storia l’1% più ricco della popolazione mondiale possiede più della metà dei beni planetari (il 50,1%); mentre il 50% più povero possiede solo l'1 per cento della ricchezza totale. Alcuni presentano questa “oscenità metafisica” come la meta finale del cammino dell’uomo, come il verdetto definitivo e irrevocabile sulla storia umana. E siccome viviamo in una società che non si ferma, e non vuole che tu ti fermi a riflettere, tu stesso finisci per convincerti che il mondo è così, e non c’è nulla da fare. Ma in realtà, nella storia non c’è nessun verdetto finale prestabilito dal ‘dio’ mercato o da qualche altra divinità. La storia è campo di libertà, di riflessione e di lotta. Non dimentichiamolo!  

 

Cancellati dalla mappa

Un mio amico, Tommaso, mi ha detto che ha provato a guardare su google maps dov’è il barrio Ensueño e non l’ha trovato. Semplicemente, questo quartiere sulla piantina della città non c’è. Perché i poveri, per il sistema, non esistono: i poveri devono essere invisibilizzati. Anche a Bogotà, pochissimi sanno dell’esistenza di Ensueño. Questi desplazados sono stati cancellati dalle cartine geografiche e dall’agenda politica dei partiti: nessuno si preoccupa per loro. E allora stare dalla parte dei poveri significa – prima di tutto - salvarli dalla non-esistenza, mostrando i loro volti e raccontando le loro vite. Il sistema vuole mettere a tacere la realtà, cancellarla da google maps e dal dibattito politico (!). E così si arriva all’assurdo che la politica – che dovrebbe interessarsi della vita della gente – si occupa di tutto meno che della realtà, bensì di ipotetiche razze bianche in estinzione, di comunisti mangiabambini che si presentano sotto nuove vesti, etc. La missione della Chiesa è dare la parola alla realtà, visibilizzare tutte quelle sofferenze e problematiche che i poteri dominanti non vogliono vedere e non vogliono farci vedere…  

 

Teologia… o politica?

Secondo il teologo Jon Sobrino, siamo chiamati a dare voce alla realtà in queste tre dimensioni: a.    “Farci carico della realtà”: Essere intellettualmente onesti, scoprire e riconoscere tutte quelle realtà che il Potere economico vuole nascondere e invisibilizzare. b.    “Caricarci sulle spalle la realtà”: Sentire la nostra responsabilità morale di fronte a questa realtà e fare nostra la causa delle vittime di questo sistema. c.     “Prenderci cura della realtà”. Questa è la dimensione prassica: siamo chiamati a proporre e prendere decisioni che diminuiscano le scandalose disuguaglianze e permettano a tutti di vivere una vita degna. Quello che Sobrino vede come problema teologico (che i teologi si facciano carico della realtà), è anche un problema politico. Io penso che il programma che Sobrino propone ai teologi dovremmo raccomandarlo anche ai politici: che la politica si faccia finalmente carico della realtà, delle vittime di questo sistema, e proponga piste concrete di azione. Perché una politica che mira unicamente a garantire i privilegi dei poteri economici e che si disinteressa dei problemi e delle sofferenze della maggioranza dell’umanità è una politica che ha tradito se stessa e rappresenta una “una sconfitta umanista totale” (J.Sobrino).  

 

Dai poveri… la gioia

In fondo, il quartiere Ensueño ci svela la vera immagine del sistema che regge il mondo: per questo non vogliono mostrarlo sulle cartine google. Queste baracche costruite sul pendio di un burrone, e che possono scivolare giù da un momento all’altro, sono la rappresentazione ‘plastica’ dell’ideologia dominante, secondo la quale i poveri si possono ormai cancellare, sono ‘smaltibili’: posso usarli per un po’ ma sono fondamentalmente ‘scivolabili’: possono ruzzolare in fondo al burrone, e per noi non cambierebbe niente: la politica non si occupa di questa gente, perché ci sono cose più importanti…. Qui puoi toccare con mano l’ideologia che anche in Europa è sempre più evidente: ‘Tu – come lavoratore e come persona - sei cancellabile, sei ‘scivolabile’, non mi servi’. So che in molti ambienti di lavoro, dopo tanti anni che una persona sta prestando servizio, spesso la trattano a pesci in faccia, e fanno di tutto per rendergli la vita impossibile, per poi ‘invitarlo’ (leggi: obbligarlo) a licenziarsi…                               Eppure, ogni volta che entro nel barrio Ensueño, assisto a un miracolo: questi poveri, che vivono sotto la perenne minaccia di essere ‘sgomberati’ e rischiano di vedere la propria casa scivolare a valle, questi poveri ogni volta mi trasmettono… allegria. Percepisco in loro una pazienza, un amore alla vita e una gioia che non vedo altrove. Tra i giovani, fra i bambini e tra gli adulti. Senza dubbio, è un mistero, ma è vero. L’allegria che, come mi hanno detto molti di voi, traspare dalle foto che vi mando, è vera. E quindi, optare per i poveri non è solo un dovere: prima di tutto, è una grande gioia…      

 

Dare voce alla realtà: SVEGLIAMOCI!

In questi ultimi anni, afferma il famoso politologo Noam Chomsky, sono state prese decisioni a livello sociale ed economico che, di fatto, impediscono alle Istituzioni democratiche di funzionare. E sono proprio quelle Istituzioni che – teoricamente – sarebbero le uniche in grado di risolvere il problema delle scandalose disuguaglianze che ormai colpiscono anche il vecchio Continente. Perchè “in Europa le principali decisioni di politica economica sono prese dalla troika – il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Centrale e la Commissione Europea, tre entità non elette dai cittadini. La Troika prende le decisioni dopo aver ascoltato i pareri delle banche del Nord Europa, soprattutto di quelle tedesche. E intanto la gente soffre”. E Chomsky continua: “Domandiamoci: se in Europa la democrazia funzionasse propriamente, come sarebbe possibile approvare politiche che stanno impoverendo sempre di più la gente? politiche che stanno lasciando i giovani senza speranza di trovare un impiego decente? e che poco a poco stanno smantellando i sistemi sanitari  più efficienti a livello mondiale?” Eppure è proprio quello che sta succendendo! “E questo”, continua Chomsky, “lo puoi fare solo suscitando paure, soprattutto alimentando la rabbia contro le categorie più vulnerabili”. E così i mezzi di comunicazione, asserviti al Potere, ti mandano questo messaggio: “Non guardare le persone e quei poteri che stanno corrodendo sempre più il tuo standard di vita e stanno distruggendo tutte le conquiste sociali, arricchendosi alle tue spalle. Lasciali tranquilli! Tu, invece, guarda ai più fragili: gli immigrati, i poveri, i rifugiati. Sfoga su di loro tutta la tua rabbia…”. SVEGLIAMOCI!!! Prima parlavo delle oscene disuguaglianze a livello mondiale. E’ risaputo che questa ‘oscenità’ caratterizza ormai anche la società italiana. Nel ‘bel paese’ il 10% della popolazione  possiede il 50% delle risorse: una disparità mai vista prima in Italia! Si tratta di un processo di impoverimento di una gran parte del popolo italiano che si è sviluppato in questi ultimi anni nel silenzio quasi totale della politica e dei mass-media. E la cosa più incredibile è che nessun partito politico affronta il problema di questa scandalosa disuguaglianza. Dalla Colombia, cerco di seguire come posso la campagna elettorale italiana, e c’è una cosa che colpisce subito: si continua a parlare di immigrati delinquenti, di razza bianca in pericolo, ma di questo processo che sta impoverendo il nostro popolo non ne parla nessuno. Il fatto che quasi nessuno parli dei problemi veri significa, purtroppo, che la democrazia non sta funzionando. E tutto questo non è casuale: molti politici, asserviti ai grandi poteri, sono pagati per invisibilizzare la realtà e i problemi reali, per deviare l’attenzione dei cittadini dai problemi veri e concentrarli sul ‘nemico’, individuato come causa di tutti i mali: il povero, il rifugiato, il senzatetto. E intanto – in sordina e senza farsi notare - l’1% della popolazione mondiale si è già impossessata di metà pianeta. Prima di andare a votare, dunque, rivolgetevi ai politici e ai partiti, e costringeteli a visibilizzare la realtà e i problemi veri.  

 

Un grande abbraccio fraterno!

 

fratel Alberto Degan

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