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Lettera di Angela Onisto da San Lorenzo – Ecuador

Cari amici,

Sono ormai quasi già passati cinque mesi dalla mia partenza ma solo ora mi ritrovo a scrivere. 

Il tempo sta volando e se ripenso a quel 16 Gennaio 2016, quando tra mille paure e perplessità lasciavo tutte le mie sicurezze e la mia famiglia, non mi sembra vero che siamo già a Giugno. Devo ammettere che i primi mesi non sono stati facili perchè, sebbene già conoscessi un pochettino la realtà di S. Lorenzo,  mi sono dovuta confrontare ed ambientare in un paesino totalmente differente da quello a cui ero abituata. La cultura e lo stile di vita sono altri e le condizioni sociali della maggior parte delle persone non è delle migliori, o per lo meno delle più auspicabili per una vita da noi definita normale. Comunque nonostante tutte le sue difficoltà la gente locale è sempre pronta ad accoglierti e le porte delle case non sono mai chiuse. 

È stato difficile iniziare tutto da sola, scoprire questo mondo con le mie sole gambe ma grazie all'amore e la voglia di condividere della gente mi sono sentita accolta e ora inizio a sentirmi a casa! Vari eventi e mesi vissuti con intensità mi hanno portato ora  a stare bene ed essere felice, soddisfatta e realizzata di quello che sto vivendo! 

Orami appunto da tempo sto lavorando nella maternità dell'ospedale di S. Lorenzo, che di recente è stato ristrutturato ma che spesso purtroppo  deve confrontarsi con molte mancanze tecniche, di risorse  e di personale. 

Lavorare quì mi sta arricchendo tantissimo, sia dal punto di vista lavorativo ma sopratutto umanamente. Sto veramente facendo l'ostetrica! Quì la maternità e il parto sono visti come naturali tappe della vita, tutto questo viene vissuto con estrema naturalezza e disinvoltura. Dare la vita e  nutrire un figlio dal proprio seno sono puri attimi di vita quotidiana, senza tutti quei preparativi ed aspettative che noi in Italia riponiamo anche in una sola gravidanza. 

Naturalmente come tutte le cose belle c'è anche il rovescio della medaglia, perchè tutta questa naturalezza a volte è fin troppa: ogni giorno ti trovi a combattere con donne che non si fanno nessun controllo prenatale, che hanno 10 figli e continuano a rimanere incinta senza peró avere i mezzi per poter nutrire tutti questi bimbi ma sopratutto con ragazzine che già a 13 anni diventano madri; questo ancora per me è molto difficle da affrontare, vedere bambine che danno vita ad altri bambini ti stringe il cuore perchè vedi come in un solo momento la loro adolescenza viene spazzata via dai doveri di madre e di donna di casa.  

In vari momenti della mia vita mi è stato detto di pensare al mio futuro, a quelli che fossero i mei sogni e di impegnarmi nel realizzarli, ma quando vedo queste ragazzine così giovani che devono abbandonare la scuola per diventare già mogli mi chiedo: dove sono i loro sogni e il loro diritto a sognare? Quando vado per le comunità sperdute di s.lorenzo dove vivono persone completamente isolate la cui vita è semplicemente lavorare tutto il giorno per guadagnarsi un pó di cibo, penso: dove sono i loro sogni e il loro diritto a sognare? Quando  vedo persone che combattono ogni giorno contro una vita di povertà e difficoltà mi chiedo: dove sono i loro sogni e il loro diritto a sognare?  

Sto provando mille emozioni e vivo ogni giorno con semplicità condividendo questa esperienza con le persone incontrate! 

Il tempo sta volando e quindi mi godo ogni giorno di quest'anno senza pensare troppo al futuro e a quello che sarà della mia vita una volta finito questo tempo, affido tutto al Signore con la fede che Lui saprà ricompensare tutto ció! 

Vi  voglio salutare con una frase che si  trova all'entrata dell'ospedale dove lavoro e che credo rappresenti al meglio il senso di tutta questa mia esperienza quì: "A veces tiene que dejar de pensar tanto e ir a donde tu corazon te leva" (A volte bisogna smettere di pensare tanto e andare dove il tuo cuore ti porta).

Un abbraccio a tutti! 

Angela Onisto (San Lorenzo – Ecuador)

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