giovaniemissione.it

La passione dolorosa del popolo brasiliano

Lettera di Padre Saverio Paolillo dal Brasile

LA PASSIONE DOLOROSA DEL POPOLO BRASILIANO

 

Viviamo una situazione difficile. Tutti voi seguite le notizie del Brasile divulgate dalla stampa italiana. Ultimamente il paese vive uno dei suoi peggiori momenti. A farne le spese sono sempre i più poveri costretti a vivere una permanente Via Crucis la cui utima stazione, quella della Risurrezione, sembra ancora lontana.

I capricci della natura: negli ultmi due anni c´è stata un´altalena tra prolungati periodi di siccità che hanno messo in rischio le riserve idriche del Paese e improvvise alluvioni che hanno provocato distruzione e morte in varie parti del Brasile. Molti piangono per la siccità che non sembra finire più e altri per le piogge torrenziali. Alcuni sono costretti a lasciare la loro terra che non produce più niente per mancanza d´acqua e altri hanno visto le loro case e i loro familiari travolti dalle frane. Tutti hanno un´origine comune:la povertà. E tutti hanno un unico destino: le periferie o addirittura le strade delle metropoli brasiliane sempre più affollate di persone senza fissa dimora..

Il disastro ambientale: il 5 novembre scorso due dighe contenenti vari milioni di rifiuti tossici provenienti da operazioni minerarie sono crollate, generando il peggior disastro ambientale della storia del Brasile. Un flusso inarrestabile di fanghi ferrosi contaminati da arsenico, piombo, cromo ed altri metalli pesanti hanno invaso la città di Mariana, nello stato di Minas Gerais e da qui si sono sparsi alle località circostanti. Diciassette persone sono morte. Altre centinaia sono state evacuate. I volumi di sostanze tossiche che hanno coperto l’area sono impressionanti: 60 milioni di metri cubi, pari a 25 mila piscine olimpioniche. I fanghi, di un colore che varia dall’arancione al marroncino, sono prodotti di scarto dalle operazioni minerarie. Dalla diga crollata questi fanghi sono finiti nel Rio Doce – il Fiume Dolce – e da qui hanno iniziato il loro cammino inesorabile verso la foce, contaminando l’acqua e i terreni lungo il suo percorso. L´onda di fango ha percorso 500 km fino a sfociare nell´Oceano Atlantico contaminando decine di chilometri di spiagge famose per la pesca e il turismo. Intere foreste, aree protette, campi agricoli, case e, sopratutto la foce del fiume, habitat naturale di centinaia di speci di animali e vegetali sono stati coperti dal fango.
250 mila persone sono rimaste senza acqua potabile per vari giorni perchè l´acqua è tutta arancione. Gli specialisti dicono che ci vorranno decine di anni per recuperare la natura contaminata. La diga appartiene alla Samarco Mineracao Sa, che è controllata dalla angloaustraliana Bhp Billiton e dalla brasiliana Vale, entrambi colossi delle miniere. La tragedia, già ripetutamente annunciata da coloro che da anni denunciano la devastazione ambientale occasionata dall´estrazione selvaggia dei minerali, ancora una volta rivela un modello economico insostenibile, senza nessuna preoccupazione per la preservazione dell´ambiente, ma avida di lucro a qualsiasi prezzo.

L´invasione delle zanzare: come se non bastassero questi disastri, è arrivata un´ennesima minaccia: la zanzara aedes aegypti, volgarmente chiamata zanzara tigre. È una vecchia conoscenza del Brasile. Da anni è responsabile per la trasmissione della dengue, una malattia che nella sua forma più grave, quella emorragica, può anche portare alla morte. Dalla fine dell´anno scorso è diventata veicolo di diffusione di altri due virus: zika e chikungunya. Il timore per zika è sostenuto dal possibile collegamento con lo sviluppo di microcefalia nei neonati. Sono migliaia le persone infettate da queste malattie che, come sempre, colpiscono in maniera speciale le persone che vivono in periferia, in zone malsane, senza la rete fognaria e con grande numero di discariche abusive, dove è maggiore il rischio di proliferazione degli insetti.

La recessione: c´è, poi, la crisi economica. Il Brasile è in piena recessione, la peggiore degli ultimi 25 anni. I prezzi aumentano a ritmo accellerato, scoppiano gli indci di inflazione e cresce la disoccupazione.

Il terremoto politico: infine, c´è la crisi politica scaturita dall´Operazione Lava Jato (Autolavaggio), un´edizione brasiliana dell´Operazione Mani Pulite. Deflagrata due anni fa sotto il coordinamento di Sergio Moro, un giudice di Curitiba nel sud del Paese, l´Operazione Autolavaggio ha svelato lo schema di corruzione con un vasto giro di tangenti installato nella Petrobrás, la maggiore impresa pubblica del Brasile responsabile per l´estrazione e commercio di petrolio. Da quelle indagini, grazie alle testimonianze di pentiti, sono stati scoperti altri scandali che coinvolgono deputati, senatori e alcune autorità del Paese come il presidente del Senato e il presidente della Camera dei Deputati. Fino ad ora sono state realizzate 24 operazioni con decine di arresti. Ad ogni indagine vengono a galla molte altre denunce. Cresce il numero degli indagati.
Alcuni già sono stati processati e condannati. Per la prima volta imprenditori, responsabili di grandi gruppi imprenditoriali del Paese, soprattutto della costruzione civile, sono finiti in manette per essersi aggiudicati gli appalti attraverso il pagamento di tangenti depositate all´estero, soprattutto in Svizzera. Le indagini riguardano alcuni membri del Partito dei Lavoratori che è al governo dal 2003 e potrebbero coinvolgere l´ex presidente Lula e Dilma Rousseff, attuale presidente della repubblica. Ci sono forti sospetti che le mazzette fossero utilizzate per finanziare le campagne elettorali del Partito. In questi giorni la Camera dei Deputati, presieduta da Eduardo Cunha, denunciato nell´alta corte per varii delitti, tra cui corruzione e lavaggio di denaro sporco, ha autorizzato l´apertura di processo di impeachment (impedimento) contro la presidente Dilma. Se ritenuta colpevole, potrà essere deposta dall´incarico. In questo caso le subentrerebbe il vice presidente Michel Temer, anche lui indagato. Insomma, è un grande imbroglio.

Il Paese è spaccato in due tra coloro che vogliono l´impeachment della presidente e quelli che considerano la sua deposizione un colpo di stato. La tensione è molto alta. Le posizioni tendono ad inasprirsi al punto di sfociare in aggressioni reciproche. Si diffonde sempre più da parte della classe alta un odio contro il Partito dei Lavoratori.

L´Operazione Autolavaggio è un grande passo in avanti nella lotta contro la corruzione. È vergognoso che un paese così ricco privi la sua gente dell´accesso ai diritti fondamentali a causa della deviazione dei fondi pubblici per interessi particolari. Spero che riesca a identificare, processare e punire tutti i responsabili. Allo stesso tempo, però, vedo che le procedure utilizzate dagli inquirenti, discutibili dal ponto di vista legale e etico, stanno squalificando l´operazione facendole perdere l´imparzialità. In alcuni casi stanno violando prerogative costituzionali. Questi vizi rischiano di indebolire l´operazione e decretarne il suicidio. Vediamone alcuni sinteticamente.

La corruzione in Brasile esiste da oltre 500 anni, da quando è cominciato il processo di colonizzazione. In questi anni le oligarchie hanno divorato le risorse del paese per fare i loro interessi lasciando la stragrande maggioranza della gente in situazione di miseria. Il Brasile, infatti, è sempre stato nei primi posti della classifica dei paesi più ingiusti del mondo. É interessante verificare che in tutti questi anni non ci sono mai state azioni energiche per combatterla. I responsabili si sono aproffittati dell´impunità per continuare a rubare. Forti del loro potere e grazie alla politica degli intrallazzi tra esecutivo, legislativo e giudiziario non sono mai stati investigati e puniti.

Gli scandali di questi ultimi anni stanno scoppiando perché gli ultimi tre governi (due di Lula e uno di Dilma) non hanno mai interferito, al contrario di quello che si dice, nelle indagini. La procura e la polizia federale hanno sempre avuto carta bianca per realizzare il loro lavoro, anche quando le indagini riguardano persone legate al governo.

Gli investigatori, peró ultimamente stanno commetendo eccessi che, secondo, alcuni giuristi, costituiscono un attacco alla Costituzione Federale. È in questo senso che si inseriscono le proteste dell´ex presidente Lula e della presidente Dilma. Non vogliono intralciare le indagini, ma esigono che gli inquirenti agiscano nei limiti della legge. Il caso più eclatante degli ultimi giorni è stata la conduzione coattiva di Lula per essere interrogato in un commissariato della Polizia Federale situato in uno degli aeroporti di San Paolo. Molti giuristi hanno condannato l´azione come un abuso di autorità, senza fondamento, visto che l´ex presidente non si è mai rifiutato di presentarsi davanti agli inquirenti e sottomettersi ad interrogatorio tutte le volte che era citato. Il giudice ha allegato che la conduzione coattiva era necessaria per garantire protezione a Lula e preservarlo dall´assedio della stampa. L´argomento no si sostiene. È inconcepibile arrestare una persona per proteggerla e preservarla dall´assedio dei giornalisti, soprattutto quando, al momento dell´arresto c´era un plotone di giornalisti pronti a registrare la scena, prova della fuga di notizie da parte degli inquirenti. È evidente che la conduzione coattiva di Lula aveva lo scopo di esporlo allo scarnio pubblico e di incentivare le manifestazioni contro il governo. 

 Ugualmente allarmante è la diffusione, attraverso la stampa, del contenuto delle dichiarazioni dei pentiti senza aver indagato e prodotto prove come anche la divulgazione di telefonate intercetatte esponendo le persone a un linciaggio collettivo e a una condanna antecipata, senza il dovuto processo legale. Tra le intercettazioni telefoniche diffuse attraverso la stampa ci sono persino i dialoghi tra Lula e il suo avvocato, chiara violazione del principio dell´inviolabilità della comunicazione tra avvocato e cliente. Peggio ancora è verificare che i contenuti delle denunce dei pentiti e delle telefonate intercettate sono utilizzati in maniera diversa a seconda delle persone coinvolte. Si dá amplia pubblicità a quelle riguardanti membri del Partito dei Lavoratori e del Governo e si lasciano nell´ombra le denunce contro membri dell´ opposizione. È forte il sospetto di una forte relazione tra alcuni inquirenti con la stampa, soprattutto con mezzi di comunicazione sociale che utilizzano i loro programmi per distillare veleno, sospetti e informazioni selezionate con un chiaro e evidente disegno di distruggere il Partito dei Lavoratori e i suoi principali esponenti. Le reti televisive e la stampa in generale formano una specie di partito, il PIG (Partito della Stampa Golpista) che, a servizio degli interessi del sistema neoliberale, vuole spodestare la presidente della repubblica a qualsiasi costo. Non voglio difendere nessuno. Come ho già detto, desidero che tutti i responsabili di atti di corruzione, siano puniti. È deludente vedere che alcuni politici che si presentavano come difensori dei poveri hanno rinunciato a un progetto politico di trasformazione radicale in nome di un progetto di potere da difendere con unghie e denti. Ma, se l´obbiettivo dell´Operazione Autolavaggio è la lotta contro la corruzione la stessa deve esere a tutto campo, coprendo un raggio di 360º, colpendo tutte le persone, gruppi e partiti coinvolti. La stampa, a sua volta, non può schierarsi, ma deve essere neutrale e imparziale nella diffusione delle informazioni. La libertà di stampa è un diritto fondamentale e necessario in un stato democratico, ma non può ridursi alla libertà dei potenti proprietari dei mezzi di comunicazione che li utilizzano soltanto per diffondere il loro punto di vista che, quasi sempre, coincide con quello dei gruppi egemonici.

I partiti di destra che, a loro volta, formano l´opposizione, non hanno mai ingoiato l´ultima sconfitta elettorale. Vogliono riprendersi il potere a qualsiasi costo. Non sopportano i 12 anni di governo del Partito dei Lavoratori e, soprattutto la possibilità di una nuova elezione di Lula nel 2018.

Dicono di essere contro la corruzione, ma anche loro hanno ricevuto finanziamenti illegali per le loro campagne elettorali e anche tra le loro file ci sono esponenti indagati. Molto di più si scoprirebbe a loro rispetto, negli anni in cui hanno governato il Brasile prima di Lula, ma gli inquirenti non sembrano interessati a far luce su quei fatti. Come se non bastasse, in questo momento, pur di raggiungere l´obbiettivo di fare cadere il governo, si sono alleati con il presidente della Camera e del Senato che, a differenza di Lula che è ancora indagato, sono già sotto processo nell´alta corte per corruzione.

Insoma, l´Operazione Autolavaggio è nata bene, con il nobile proposito di combattere la corruzione. È necessario fare emergere tutto il fango della corruzione della macchina pubblica. Ma comincia a perdere colpi quando viola prerogative costituzionali, si trasforma in un palco politico con interessi parziali e si mette a servizio di chi, sconfitto nelle urne, cerca di impossessarsi del potere con una manovra che ricorda un colpo di stato. In questa maneira l´operazione mani pulite si trasforma in operazione “ad una solo mano”, perché attacca solo alcuni, soprattuto quelli intralciano gli interessi di gruppi oligarchici storicamente contrari alle conquiste dei lavoratori e alla garanzia di acesso universale ai diritti umani. In questa maniera rinuncia al ruolo di smascherare i mecanismi perversi della corruzione e si trasforma in alleato parziale di gruppi che, quando erano al potere, hanno rubato anche loro. Il loro unico interesse è quello di tornare al comando per privatizzare quello che resta, soprattutto lo sfruttamento delle risorse petrolifere.

Ancora una volta sottolineo il mio desiderio che tutti, ripeto TUTTI coloro che sono responsabili per delitti come la corruzione, devono essere puniti. Ma, non posso tollerare che lo si faccia sommariamente, in maneria mediatica, parziale, antecipando la condanna senza raccogliere le dovute prove. I giudici devono essere imparziali e, soprattutto devono manifestarsi negli atti processuali, non sui palchi delle manifestazioni pubbliche. I processi devono avvenire nei tribunali e non negli studi televisi. Il diritto alla presunzione di innocenza fino alla comprovazione definitiva delle accuse e l´ampio diritto alla legitima difesa non possono essere violati. La giustizia deve essere cieca nei due occhi e non in uno soltanto. Le masse che urlano per le strade a favore dell´impeachemnt della Presidente Dilma non possono condizionare la decisione della magistratura, anhe perchè la storia è piena di folle inferocite che, abilmente manipolate, hanno appoggiate le peggiori atrocità comesse contro l´umanità. La crocifisisone di Gesù e la furia nazista ne sono gli esempi più vergognosi di quello che le masse possono combinare quando non pensano più con la propria testa, ma si fanno pensare dagli altri.

In realtà le oligarchie non hanno mai accettato le conquiste popolari degli ultimi anni. Sono arrabbiate perchè hano dovuto cominciare a condividere i loro privilegi con le classi più povere. È giusto che chi ha rubato, come ho già, detto, indipendentemente dal partito, paghi. Ma la corruzione di persone e gruppi non può diventare il preteso per porre fine a un progetto politico democratico attento alle necessità dei più poveri e promotore di politiche pubbliche che garantiscano l´accesso ai diritti.

Se Lula ha commesso delitti si faccia luce con trasparenza e, se si dovessero provare le accuse, si applichino le pene previste dalla legge, ma non possiamo negare l´importanza delle politiche pubbliche del suo governo che hanno dato ai giovani di classi povere l´acesso all´univesità; che hanno garantito a milioni di senza tetto il diritto a ricevere una casa; che hanno permesso a 40 milioni di brasiliani di uscire dalla miseria grazie a un salario minimo più giusto a all´assegno familiare. Non possiamo dimenticare che alla fine del 2º mandato come presidente, Lula aveva 80% di approvazione e in una recente inchiesta, prima di queste denunce, era considerato il miglior presidente del Brasile con buone possibilità di essere eletto do nuovo presidente nel 2018. 

 Sono questi numeri che danno fastidio.

Finalmente, credo che l´Operazione Autolavaggio da sola non basterà a porre fine alla corruzione. Sono urgenti altre misure, tra le quali la riforma politica e elettorale e la moralizzazione della politica. Come diceva il Beato Mons Oscar Romero, la cui memoria ricordiamo il prossimo 24 marzo, bisogna restituire dignità alla politica. In questo campo i cristiani hanno una grande responsabilità. Nonostante tutto quello che sta succedendo, il cristiano non può fare lo schizzionoso, prendere distanza dalla politica e chiudersi in se stesso, in un individualismo solitario e insolidale. La fede é incompatibile con l´indifferenza e con la neutralità. Esige impegno.

La fede rifiuta la manipolazione delle coscienze e la distorsione della realtà. Esige verità. La fede non tollera progetti che disumanizzano e opprimono. Esige vita abbondante per tutti. La fede rifiuta l´adesione all´idolatria del mercato senza limiti, che exige sacrifici umani e vieta il primato delle mete social. Esige conversione e adesione esclusiva al progetto di Gesù il cui principale manifesto è il Vangelo delle Beatittudini. La fede non accetta l´insensibilità di fronte al clamore dei poveri. Esige compassione e proposte concrete di liberazione. La fede cristiana non ha niente a che vedere con lo spiritualismo disincarnato. Esige uno stile di vita comunitario e solidale che si concretiza nella collaborazione tra le persone con l´obbiettivo di costruire un progetto di società più giusta e fraterna che umanizze e produca vita.

Invece di rinunciare alla politica, pertanto, è ora di impegnarsi in politica per riabilitarla e restituirle dignità, cercando la verità, lottando per la giustizia, promuovendo il bene comune, difendendo i diritti umani e trasformando la realtà perché diventi sempre più simile al sogno di Dio.

 

Buona Pasqua
Dio dica bene di tutti noi

Padre Saverio Paolillo
Missionario Comboniano

L

Condividi questo articolo:

Registrati alla newsletter

giovaniemissione.it

BARI

Via Giulio Petroni, 101
70124 Bari
Tel. 080 501 0499

ROMA

Via Luigi Lilio, 80
Roma, 00142
Tel. 06 519451

VERONA

Vicolo Pozzo, 1
37129 Verona,
Tel. 045 8092100

PADOVA

Via S. G. di Verdara, 139
35137 Padova
Tel. 049/8751506

NAPOLI

Via A. Locatelli 8
80020 CASAVATORE (NA)
Tel. 081.7312873

VENEGONO

Via delle Missioni, 12
21040 Venegono Sup. (VA)
Tel. 0331/865010