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BUONA PASQUA DALL' ECUADOR!

Lettera di Suor Loretta Beccia

 

 

 

Carissimi amici finalmente eccomi con voi per augurarvi, in ritardo, BUONA PASQUA! Sono tornata da qualche giorno da una bellissima esperienza di settimana santa con una comunitá ad oriente dell'Ecuador, quasi al confine con il Perú, in una provincia che si chiama Zamora. La comunitá con cui ho celebrato e vissuto questa bellissima esperienza é quella del Tambo, 50 famiglie, 200 anime. Un "villaggio" che nasce su una strada che collega due grandi cittá Zamora e Loja... una strada di circa 500 metri. Un realtá povera ma accogliente e piena di vita.

Comboni diceva:" gli africani si sono impadroniti del mio cuore"... io oggi dico: "gli abitanti del Tambo di sono impadroniti del mio cuore".

Ringrazio infinitamente il Signore per questa esperienza che sento avermi confermata e rafforzata nella mia vocazione missionaria e comboniana.

Il salmo 115, che abbiamo letto e pregato Giovedí Santo, esprime l'intensitá del GRAZIE che voglio dire al Signore per questa esperienza tanto speciale: "come pagheró al Signore per quello che mi ha dato?" (Sal 115,12)...

Questa la Parola di Dio con la quale siamo entrati in molte case di questa piccola comunitá. Una comunitá piccola ma piena di problemi: donne con bambini abbandonati dai loro "mariti" e mariti abbandonati dalle mogli; abuso di alcol; figlie abusate dai propri padri con una tremenda giustificazione: "devo prepararti a ció che ti aspetterá con tuo marito"; bambini lasciati con nonni da genitori partiti per cercare fotuna al trove; persone che vivono senza senso, che hanno perso Dio e sentono dentro solo un grande vuoto. Persone che ascoltando questo Salmo annuivano e nonostante tutti questi problemi erano capaci di riconoscere: "tutto è di Dio, tutto viene da Lui... come potró pagare al Signore per quanto mi regala ogni giorno?"... che fede grande e semplice la loro che mi interroga su come è la mia fede... tanto grande e tanto semplice? Non lo so!

"Con un offerta di RINGRAZIAMENTO!" (Sal 115,17) cosí continua il Salmo... Ringraziarlo è l'unico modo per pagare al Signore tutto il suo bene... vivere la vita con passione è il piú bel grazie che ciascuno di noi puó dire al Signore nonostante i nostri tanti piccoli e grandi problemi. Solo questa é la parola che anche a me esce dal cuore... unica capace di esprimere il sincero GRAZIE a Lui per questa esperienza vissuta con questa gente stupenda.

Questa è stata la nostra settimana santa, entrare nelle case con in mano solo una Bibbia... uscirne rigenerate, nuove, con un cuore pieno di nomi e di storie che ora fanno parte anche della mia storia, della mia vita. Ritorno a casa Risorta insieme a Lily, al signor Bolivar, a Cristina, Yenny, Jhonny, Wilson, Daniela, Camila, Frida e tanti altri... gente semplice, ma con un cuore grande, generosa con il poco che ha, con case non piene di cose, ma di persone che con i loro atteggiamenti e le loro storie parlano di DIo.

Con questa domanda ci ha accolto un bambino: "¿hermanita, de donde sale Diosito?" (sorellina, da dove "esce" Dio?)La mia risposta tanto spontanea è stata: "Dio sta in ciascuno di noi, se noi facciamo il bene e amiamo gli altri lui "ESCE" da noi per abitare il Mondo"... Questa gente mi ha dimostrato che è proprio cosí...che le mie parole si concretizzano nella loro quotidianitá cosí ORDINARIA o meglio cosí STRA-ORDINARIA. Arrivo al Tambo il Sabato prima della Domenica delle Palme...siamo in due: io e Daniela (una novizia del Brasile!)... arriviamo, ci guardiamo intorno...tutto é tanto, troppo diverso... che realtá assurda ci tocca vivere per 10 giorni? Il nostro primo contatto è con i bambini...meno male ci sono loro che con spontanetá e semplicitá ti fanno arrivare ai piú grandi aprendoci le porte delle loro case.

Ci accompagnano nella casa che ci avrebbe ospitate: una stanza, due reti di legno, uno solo materasso, l'altra rete era coperta di cartoni e coperte (a formare un materasso: qui non mancano di creativitá e praticitá!).... chiediamo dove è il bagno e capiamo che dovremmo adattarci ad un cespuglio di fortuna quá e lá o usare un bagno pubblico giú dalla montagnetta dove è situata la Chiesa... non chiediamo della doccia... c'è all'angolo un secchio e acqua da quelle parti non manca, la terra di Zamora viene definita la terra delle cascate... quindi sappiamo che dobbiamo organizzarci ed accettare quello che ci viene offerto. Utilizziamo due lenzuola per coprire le finestre e tiriamo due fili per stendere la roba... cosí la notra casa diventa un pó piú accogliente e funzionale. Diamo inizio all'avventura!

Avventura che da Domenica diventa la nostra MISSIONE... il padre viene per la messa, ci presenta alla comunitá e ci invia ufficialmente. Quello che sembrava tanto lontano comincia a farsi familiare e piú vicino.

Cominciamo cosí da lunedí ad incontrare la gente, cominciando per la scuola (con bambini provenienti da varie comunitá rurali dei dintorni e con profesori gentilissimi!)... invitiamo i bambini a participare agli incontri che terremo tutti i pomeriggi per parlargli della settimana santa. Salutati i bambini ci mettiamo in cammino e scopriamo che quella che era solo una via nasconde molte case qua e la. Ci mettiamo in cammino e fra le mani abbiamo solo una Bibbia,ma dentro di noi tanta voglia di portare a quanti incontriamo, quello che ci riempie il cuore: l'incontro e l'esperienza che abbiamo fatto lasciando entrare nella nostra vita Gesú!

Cominciamo a bussare alle porte delle case. La sorpresa è quella di incontrare persone che ci aprono le porte, condividono con noi le loro paure, i loro dubbi, i loro problemi, le loro gioie... e che pregano con noi con una semplicitá che mi sembra assurda, ma che alla fine mi commuove. L'esperienza di entrare nella casa dell'altro e, poco a poco, nella sua vita, è stata fondamentale. Gesú, come Mosé, ci ha aperto "un passaggio" e a noi sta di "toglierci i sandali" ed entrare umilmente in ogni famiglia, in ogni vita...perchè ogni vita è sacra e noi non possiamo ne dobbiamo calpestarla, ma rispettarla. Tutti ci hanno accolto, nessuno ci ha respinte o chiuso la porta in faccia e mi chiedo: in Italia sarebbe stato lo stesso? la mia esperienza delle visite natalizie a Milano mi dice esattamente il contrario. Che difficoltá grande facciamo nel vedere nell'altro non un nemico ma un fratello e una sorella... quanto cammino ancora dobbiamo fare!

Fra tutta questa gente c'è stato chi ci aspettava con ansia per raccontarsi e pregare con noi... tutti, dal piú grande al piú piccolo ci hanno parlato di Dio: ma non eravamo noi quelle andate a "parlare di Dio"? Ancora una volta il Signore mi fa capire che Lui è in ogni persona, il compito del cristiana e del missionario è di aiutare chi non lo sa a scoprirlo, nient'altro! Non siamo noi i protagonisti, noi siamo solo "SERVI INUTILI" come dicevano Gesú e Comboni... facciamo solo quello che l'Altro ci chiede di fare, provando a realizzare la Sua volontá.

Con questa gente semplice e povera, che ha condiviso con noi non solo il cibo ma sopratutto la vita, ho lasciato un pezzetto di cuore. Ringrazio il Signore per avermi mandata li, in quella terra dimenticata, per parlare di Lui e sopratutto per sentire la sua voce che mi dice: "Non sono morto, sono VIVO e vivo in ogni persona...vá per il mondo ad annunciare questa buona e bella notizia!". Questo l'invito e l'invio del Signore... questo quello che anche io dico a ciascuno di voi: Gesú è vivo, è Risorto e fa cammino con noi ogni giorno... CORAGGIO!

Vi abbraccio tutti con affetto e scusate gli auguri cosí lunghi... avrei potuto fare di peggio, mi sono trattenuta dal raccontarvi tanti altri particolari :)

con cariño,

Loreta

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