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COMUNICATO PUBBLICO DELLA DIOCESI DI TUMACO

Come diocesi di Tumaco ci uniamo al dolore e al clamore delle persone e delle comunitá di questa Costa del Pacifico Nariñense, dove siamo costretti a vivere e resistere in un conflitto sociale e armato che ormai continua da piú di 10 anni e che colpisce ancora con le ultime vicende violente la possibilitá di una vita degna e tranquilla.

A livello nazionale sono venuti alla luce poco a poco alcuni dei fatti piú risaltanti degli ultimi giorni: per lo meno otto tralicci dell’alta tensione sono stati dinamitati (i giorni 10, 16 e 18 di agosto) lasciando senza energía i quattro municipi della costa: Barbacoas, Roberto Payán, Maguí e Tumaco, per un totale aprossimato di 250.000 persone. A Tumaco l’energia manca da 12 giorni. I terreni attorno ai tralicci distrutti, che appartengono alla Riserva Indigena Awá Inda Sabaleta, sono stati minati, causando la morte di 4 persone, tre civili e un militare; altre sette persone sono rimaste gravemente ferite. I lavori di riparazione della connessione elettrica sono stati forzatamente sospesi per mancanza di sicurezza per vari giorni e due comunitá indigene Awá, Pilvicito e Nortal, sono rimaste isolate per paura dei campi minati. La mancanza di energía ha aggravato la situazione dei servizi di salute e d educazione, giá di per sé debilitati. Il pompaggio dell’acqua nella cittá di Tumaco é collassato, é stata dichiarata emergenza umanitaria nel sistema ospedaliero, i centri educativi hanno sospeso le classi y sono state anticípate le vacanze di ottobre. I prezzi dei prodotti di prima necessitá sono aumentati. Ha avuto riscontro a livello nazionale anche la notizia del bombardamento di vari trami dell’oleodotto Transandino (il giorno 9 di agosto nel municipio di Mallama; la notte tra il 18 e il 19 di agosto al km 96 della statale Tumaco – Pasto nel villaggio Ensillada, nel municipio di Ricaurte), contaminando i fiumi Guisa, Guelmambí, Ispí, Saundé, que bagnano i municipi di Ricaurte, Barbacoas, Roberto Payán e Tumaco.

Questi fatti pubblici tristemente sono solo la punta del iceberg della situazione di conflitto e violenza nella nostra regione. Come Diocesi vogliamo portare a conoscenza anche la nostra grande preoccupazione per l’aumento grande del tasso di omicidi. Nel mese di luglio nel municipio di Tumaco si sono registrati ufficialmente 32 morti violente. Sappiamo pure peró che solamente in una delle parrocchie della zona orientale lungo la statale, gli attori armati illegali hanno assassinato 25 persone e causato lo sfollamento massiccio forzato di un gran numero di abitanti. Continua la pressione sui piccoli e grandi commercianti attraverso l’estorsione generalizzata, fatto che ha obbligato molti ad abbandonare la zona, per la paura che anche nel loro negozio scoppino bombe. Ancora, dopo l’attentato contro la stazione di polizia di Tumaco del febbraio scorso, sono continuati gli attacchi con artefatti esplosivi contro le installazioni della forza pubblica (come il giorno 17 di agosto contro la 4° Brigata), aumento il pánico nelle loro vicinanze. L’assenza dell’energia elettrica ha aumentato l’insicurezza nei quartieri e nei villaggi della zona dove i differenti attori armati illegali continuano il loro controllo territoriale sanguinario. Questo tipo di fatti non sono nuovi. Ci hanno colpito nei governi anteriori e ancora continuano. Ció che ogni giorno piú evidente é che le soluzioni messe in atto sono troppo occasionali, immediatiste, limitate, per poter uscire dalle emergenze conseguenti.

Questo conflitto sociale e armato non si puó risolvere solamente con l’offensiva bellica. Chiediamo pertanto

AL GOVERNO NAZIONALE che le sue risposte siano focalizzate nella promozione di processi sostenibili di sviluppo comunitario, che tenga in considerazione la realtá di questa popolazione, e che permetta la recuperazione della speranza in un futuro diverso.

ALLA GUERRIGLIA DELLA FARC-EP chiediamo che rispettino il Diritto Internazionale Umanitario e ricordiamo loro che sono i piú poveri del popolo quelli che maggiormente soffrono per le loro azioni: il piccolo pescatore che é obbligato a vendere i suoi prodotti al primo offerente a prezzi sempre piú bassi, la madre – capofamiglia che deve cercarsi il minimo per il fabbisogno giornaliero perché non puó piú vendere gelati o “bolos” fuori dalle scuole, la raccoglitrice di molluschi che non trova compratori per i suoi prodotti con il rischio che si danneggi, il contadino o l’indigeno confinato che non puó andare a lavorare le sue terre, il lavoratore a contratto dell’impresa elettrica che debe rischiare la vita per sistemare i tralicci bombardati lasciando nella piú grande preoccupazione le loro famiglie, i bambini e bambine che non possono andare a scuola, quando l’unico alimento giornaliero proviene dalla mensa scolastica, gli impiegati dei negozi e la cittdinanza in generale che devono spendere soldi per far funzionare i generatori elettrici a benzina, la madre di famiglia ammalata che non puó accudire all’ospedale.

A TUTTI GLI ATTORI ARMATI ILLEGALI che nella lotta per il controllo territoriale e dell’economia illegale mantengono in ostaggio a quartieri e comunitá intere, che rispettino la convivenza dell’ordinario vivere delle comunitá della costa Pacifica Nariñense, che non coinvolgano la popolazione civile e che soprattutto rispettino la vita, che é sacra.

Facciamo memoria delle vittime della violenza di questo mese di agosto nel municipio di Tumaco:

Ago 1:  assassinato con arma d fuoco  Manuel Antonio Moya Cifuentes,  37 anni.

Ago 8: Assassinata con arma da fuoco  una persona non identificata e ferite altre due persone.

Ago 9: Assassinato con arma da fuoco Luis Evaristo Tello, 40 años, padre di 5 figli

Ago 9: Assassinato con arma da fuoco Junior Jair Angulo Andrade, mototaxista, 22 anni

Ago 10: Assassinato da una mina antipersona José Melandro Pai Pascal, 17 años, indígeno Awá. Feriti físicamente e psicológicamente: Alberto Pai, Eduardo Pai y Jhon Alexander Pérez Pantoja. Due comunitá indigene, Pilvicito y Nortal, confinate.

Ago 11: Asassinato Eliécer Chalar Cortés, de 16 años Ago 12: ucciso da una mina antipersona un soldato professionale non identificato e ferito una altro soldato

Ago 14: Assassinato con arma da fuoco lo studente Carlos Isaac España Solís, de 18 años

Ago 15: uccisi da una mina antipersona 3 lavoratori dell’impresa elettrica Cedenar: Arcelino Chávez Hoyos, 34 anni, Ángel Arbey Ordóñez Andrade, 27 anni y l’ indígeno Silvio Antidio Loza. Ferite altre 4 persone, tra cui gli indigeni Awá Santiago Pascal y Aldinebar Rodríguez.

Ago 16: Assassinata Neysi Maribel García Ramírez, 35 años; gravemente ferite le donne Claudia Teresa Cabezas Quintero, 21 anni, e Yureidys Canticús Guevara, 24 anni. Assassinata una donna non identificata nel villaggio Buchely

Ago 18: Assassinato Alexis Mina, 29 años.

La parola di Gesú Cristo “io sono venuto perché abbiano vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10) vale anche per le nostre comunitá afro, indigene e meticce della Costa Pacifica Nariñense ed esige una sforzo comunitario per poter camminare insieme avanzando nella stessa direzione.

 

Diocesi di Tumaco, 22 di agosto 2012

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