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In missione con i bambini ‘speciali’

Lettera di suor Silvia Sartori dall'Ecuador

Da poco abbiamo festeggiato i primi 10 anni di vita dell’Istituto di Educazione  per bambini e ragazzi diversamente abili “ Nuevos Pasos. “ Desideriamo allora fare i nostri piú cari auguri all’Istituto e ringraziare il Dio della Vita per quanto sta facendo nella vita di questi bambini e di questi ragazzi, che come dicono qui sono ‘speciali’ ovvero unici e meravigliosi da loro possiamo imparare molto.

In questi bambini, infatti, possiamo contemplare Gesú, contemplare la sua forza e  il suo potere che si manifesta sempre in ció che é piccolo, fragile o debole e che normalmente la societá emargina e dimentica.

Quest’anno Dio mi ha regalato l’ opportunitá di poter fare una esperienza a fianco di questi bambini e  con un equipe di professori e maestri eccezionali.

Vorrei condividere con voi una piccola scoperta che mi sta aiutando e accompagnando in questo tempo.

Nella nostra congregazione,  in questo tempo, spesso parliamo di una spiritualitá di guarigione e della cura delle ferite, riscopriamo una spiritualitá di riconciliazione donataci nel carisma comboniano che sempre promuove, difende y rigenera vita di persone ferite a causa dell’oppressione, della violenza o dalla malattia.

Per me é stato un dono grandissimo poter conoscere i bambini e i giovani sordi e imparare da loro la lingua dei segni, una lingua cosí comunicativa diretta, cosí  trasparente; una lingua cosí vicina al tema delle ferite, perché fortemente ispirata al tema della riconciliazione e della guarigione.

Infatti ogni persona oltre che con un nome é identificata con un segno che esprime una caratteristica propria della persona. Un segno con il quale i bambini e i ragazzi si chiamano e riconoscono.

Questo segno generalmente  indica una debolezza o un limite della persona: chi si chiama “zoppo”, chi, ha un difetto alla vista, chi va in sedia a rotelle, chi si identifica con una cicatrice....questo aspetto si trasforma nel nome della persona.

La lingua dei segni  sembra suggerirci che la nostra essenza piú profonda, ció che piú ci identifica,  é la nostra debolezza, la nostra malattia, la nostra vita ferita. Questa lingua non teme  “dire” ció che normalmente  taciamo, bensí manifesta ció che generalmente nascondiamo o cerchiamo di dimenticare ....forse lí, proprio lí si nasconde il mistero piú bello della persona umana chiamata  a essere immagine di Dio, “...mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio ”ascoltiamo del Cantico dei Cantici.

La cosa piú interessante in questo senso é poi l’aver scoperto che per dire “Gesú”, si fa il seguente gesto:  con l’indice della mano destra si indica il centro della mano sinistra e con l’indice della mano sinistra si indica il centro della mano destra. Questo gesto indica il punto dove Gesú fu trapassato dai chiodi , é una indicazione molto chiara delle sue ferite e perció della sua identitá.

Giovanni Battista, invia i suoi discepoli a verificare l’identitá del Messia - Gesú. Gesú non risponde con parole ma con fatti.” I Ciechi vedono, gli zoppi camminano, i sordi ascoltano , i morti risorgono....”

Nell’Istituto “ Nuevos Pasos” siamo testimoni ogni giorno di questo agire di Dio che si manifesta nella pienezza del suo amore che sana ferite , fa camminare,  e realizza ogni giorno piccole grandi resurrezioni....come quella di Estefanía che da pochi giorni ha abbandonato la sedia a rotelle e puó camminare, come le piccole resurrezioni dei giovani sordi che non temono le loro limitazioni e si donano con il loro lavoro, con impegno e con gratuitá . Come anche il dono dell’ equipe di professori e medici che “ feriti d’amore “ per questi piccoli si donano  generosamente ogni giorno con tenerezza, pazienza  e fedeltá.

Contempliamo il mistero piú bello di Gesú,
dalla Sua nascita,  alla Sua morte ,
al mistero della Vita Eterna
Gesú il ferito,
Gesú il piccolo, il debole,

Gesú il risorto

La Sua VITA ci accompagni sempre.

Silvia Sartori - Ecuador

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