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Arrivo a Tumaco

Lettera di padre Daniele Zarantonello - Colombia

15 ottobre 2011 - Tumaco - Colombia 

Sono arrivato a Tumaco la sera di giovedì 10 novembre. Sono passati 5 giorni appena!!!! Guardo tutto, ascolto tutto, con gioia. È bello ritornare bambini curiosi e contemplativi.

 

Mi ha accolto Josè Luis nella casa dove vive con padre Franco, attualmente in vacanza in Italia, e che sarà la mia casa almeno fino a gennaio. Poi mi sposterò nella casa dove vivono fratel Claudio e padre Michele, dato che Michele andrà in vacanza, e farò compagnia a Claudio almeno fino ad aprile. Saranno mesi un po' precari, ma molto utili per entrare in questa realtà così affascinante e nuova. Poi da aprile in poi decideremo insieme la mia collocazione fisica e l'ambito pastorale del mio servizio.

Arrivato al quartiere del “Nuevo Milenio” ho iniziato a conoscere la nostra casa: la struttura è essenziale, l'acqua arriva una volta alla settimana, l'elettricità c'è ma va e viene (mi dicono che hanno già fatto notevoli progressi con la riqualificazione dell'impianto elettrico del quartiere), c'è una stanza grande (30 mq.) che fa da accoglienza cucina e sala da pranzo e laboratorio per la preparazione del latte di soia di p. Franco, e 4 stanzette laterali. La prima è la cappellina, poi la stanza di Franco, la stanza di Josè Luis, e la mia stanza che è un po' più grande perchè ha un letto in più per eventuali ospiti. Nel retro c'è un bagno e una scala che al tetto, dove c' il bidone da 1000 L. dell'acqua che una volta a settimana riempiamo. In questi giorni ho accompagnato Josè Luis soprattutto nei gruppi giovanili della parrocchia: sono 5, e per la prima volta lunedì 14 (giornata festiva qui a Tumaco) si sono incontrati tutti assieme, per mezza giornata di riflessione, preghiera, condivisione e festa.

Mi è stato chiesto di raccontare un po' di me e di descrivere come sono i gruppi giovanili in Italia: ho parlato del GIM e dei suoi quattro pilastri della Parola di Dio, il servizio agli ultimi, l'informazione critica e l'accompagnamento, semplicemente come descrizione evitando in tutti i modi di fare inutili confronti, facendo vedere un po' di foto dei giovani di Padova, di Venegono, dei campi estivi di Castelvolturno, Palermo, Milano, Firenze, e convivenze varie. L'icona biblica utilizzata è stata quella di Zaccheo (Lc 19,1ss):

  • Zaccheo che sale sull'albero per acquisire un nuovo punto di vista, per poter vedere oltre le spalle della massa (informazione critica)
  • vede Gesù, lo incontra sentendosi chiamato per nome (parola di Dio)
  • Gesù entra in casa di Zaccheo, nell'intimità della sua vita (accompagnamento)
  • Zaccheo sceglie la giustizia e la redistribuzione dei suoi beni rubati alla gente (servizio agli ultimi)

Josè Luis è molto impaziente e mi vuole subito all'opera ... cerco di fare qualcosa, ma senza esagerare. Il mio spagnolo va abbastanza bene, a parte alcune parole storpiate o magari corrette ma non conosciute. Ho comprato una chitarra a Bogotà e qualche cosa già strimpello.

Domenica mattina e lunedì sera ho celebrato l'eucarestia nella nostra parrocchia “Resurrecciòn”. La messa di ieri è stata molto toccante: era la celebrazione dove si ricordano le persone assassinate della parrocchia e fratel Claudio ha letto una lista di 109 nomi! Ancora non mi rendo conto, ma ci deve essere un sofferenza nel cuore di questo popolo impressionante. Quando sarà anche la mia, potrò dirmi arrivato. Per ora colgo a prima vista la laboriosità di un popolo che dalle 5 del mattino lavora e fatica per vivere, con dignità, colgo la capacità di fare festa e dare ritmo alla vita, e colgo l'estrema bellezza delle persone che incrocio. È un popolo al 95% negro, un popolo davvero bello.

Sto cominciando a conoscere i vari gruppi biblici della parrocchia, e da domani comincio con Claudio pure la visita agli ammalati dei vari quartieri. Dalla prossima settimana andrò a visitare anche le comunità vicine a Tumaco (che qui chiamano veredas).

Sto camminando molto a piedi, e camminando mi sento molto sereno, di una pace bella. Mi vengono in mente tanti volti di persone amate, e parole semplici dette sorridendo, a voce alta, tipo “grazie”, o “Signore, questo è il popolo che avevi pensato per me”, ....Un abbraccio, “popolo mio”! Vi voglio bene.

Alcune parole mi stanno accompagnando, parole di una cara amica ... Grazie per questo regalo!

“Ora che parti ti auguro di Partire e di Stare. Ti auguro di tagliare i cordoni, ti lasciarti andare alla vita, di guadagnare la libertà. La libertà dalla "tua pancia", dalla gratificazione, dal "posto in prima fila" oppure sopra un "piedistallo". La libertà dal potere ... di qualunque potere sia, da quello dei miti, a quello dei superiori, da quello delle aspirazioni a quello delle lodi. La libertà di obbedire solo alla Vita. Alla semplice e nuda Vita. Ti auguro di servire perchè servi e non perchè sei indispensabile. Ti auguro di essere la lode del Papà che ti ha creato e ti ha reso capace di gioia, di dubbio, di pensiero, di sogni, di idee, di impegno, di umiltà, di silenzio, di parola, di amore, di rabbia, di indignazione ... e di ogni altra capacità umana e divina. Ti auguro la comunione con il popolo colombiano e con tutti coloro che in ogni parte del mondo lottano per la Vita Piena. Ti auguro di essere rovesciato fin dentro le viscere da questa lotta e di non poter più smettere di lottare." 

 

di: padre Daniele Zarantonello

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