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Prepararsi al mistero pasquale è riflettere su quell’Uomo che ha aperto le braccia sulla croce per grande amore per tutti noi e su quel Dio che ci ha indicato la strada per la redenzione.

GIM Verona: un eccezionale weekend di incontri

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Prepararsi al mistero pasquale è riflettere su quell’Uomo che ha aperto le braccia sulla croce per grande amore per tutti noi e su quel Dio che ci ha indicato la strada per la redenzione.

Noi gimmini di Verona abbiamo avuto un weekend GIM eccezionale ad aprile che ci ha aiutato a prepararci al meglio. Una Via Crucis in cui si parla di martiri, di donne e uomini che seguendo l’esempio di Gesù hanno donato la loro vita per altri fratelli e sorelle, è stata l’occasione per dire il nostro presente nella comunità di Verona ma anche per riflettere sui gesti di chi ha saputo dire sì senza se e senza ma, un sì assoluto che vuole essere dono di amore per gli altri, anche se non li conosciamo, anche se magari non ci piacciono, anche se li consideriamo dei “nemici”. Il nostro servizio tramite il canto ha animato l’intera via Crucis ed ha dato un respiro “giovane” a questa celebrazione ed il percorso itinerante ha dato un senso al nostro essere Chiesa in cammino, ma sicuramente per noi il momento più emozionante è stato parlare del nostro Ezechiele Ramin, un martire, un testimone della fede e dell’amore di cui non solo abbiamo raccontato la passione per gli ultimi e per Gesù, ma anche il suo invito a credere che come uomini e donne possiamo fare grandi cosi se crediamo in noi stessi e negli altri oltreché ovviamente in Dio: “abbiate un sogno…”

Nel vero incontro GIM del weekend abbiamo vissuto la gioia dell’incontro, incontro innanzitutto con persone, ma anche con fedi diverse, sia cristiane che non, con cui ci siamo posti delle domande sul nostro credere ma soprattutto sul nostro essere, sul nostro stare nel mondo con la nostra identità di cristiani e cristiane. Partendo dalla fine io credo sia stato un successo per almeno due motivi: la gioia e l’entusiasmo di chi ha condiviso la propria vita di fede e allo stesso tempo il profondo ringraziamento per aver voluto fare un’iniziativa simile. Al sabato l’esperienza è stata vissuta come un entrare, anche fisicamente, in tre realtà diverse, in cui anche il gesto del bussare alla porta per entrare e significativo: “perdonami vorrei conoscere cosa vuol dire essere ortodosso, valdese o cattolico, mi fai entrare? Mi consenti di conoscere qualche peculiarità della tua fede?” Il bello di questi incontri è stato secondo me la semplicità delle domande e delle successive riflessioni: la nostra non certo grande preparazione teologica ci ha portato spesso a fare la domanda: ok sicuramente le differenze che dici sono importanti, ma mi sembra che viviamo tante cose allo stesso modo, secondo noi siamo parecchio simili, non è che queste divisioni nascono semplicemente dagli uomini?

Alla domenica il dialogo è stato molto più diretto e le testimoni di fede cristiana, buddhista e musulmana sono entrate nel nostro “cerchio”, nella nostra comunità. Abbiamo rivolto loro domande di fede e di vita di donne, con curiosità a volte molto semplici, ma nello stesso tempo di grande significato. Abbiamo scoperto, i testimoni per primi, di condividere nelle nostre fedi dei sogni: bellezza, creato, vita e libertà; abbiamo scoperto che se sappiamo #restareumani ogni religione seppure con modi, riti, dogmi diversi esprime concetti simili e la forza del dialogo interreligioso deve nascere proprio da questa gioia dell’incontro in cui riconosciamo nell’altro un fratello o una sorella che non crede in ciò in cui crediamo ma crede. Personalmente mi sono fatto questa immagine delle religioni: sono come una wipala, una sciarpa multicolore in cui da distante ogni colore sembra molto definito e separato, ma se la guardi da vicino c’è quel filo rosso che unisce, ecco nelle religioni quel filo rosso è l’Amore, per Dio, per gli altri, per la natura, l’Amore ci deve unire.

E per noi cristiani quell’amore si è fatto carne viva e martoriata in Cristo Gesù che oggi venerdì santo 2019 ancora una volta apre le braccia per noi sulla croce, in quel gesto di grande dono che ricorda i bambini: “Quanto bene mi vuoi?” “Tanto così!”

Buona Pasqua a tutti

Federico Sartori

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