Ngugy Wa Thiong’o
Ngugy Wa Thiong’o “La letteratura come resistenza” |
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Ngugy Wa Thiong’o nasce il 5 gennaio 1938 a Limuru, a pochi chilometri da Nairobi. La sua famiglia appartiene all’etnia Kikuyu. Frequenta un istituto scolastico gestito dal movimento per l’indipendenza Kikuyu, chiamato “Karinga”. Qui impara a considerare il colonialismo come forza d’oppressione e prende coscienza che è necessario opporsi a questo fenomeno con la forza della propria cultura. Si laureerà nel 1964 all’università di Makerere, a Kampala (Uganda) e proseguirà gli studi a Leeds, in Inghilterra. Ngugy
Wa Thiong’o si sente coinvolto emotivamente ed ideologicamente nel programma
di rivolta Mau-Mau, nei suoi scritti mostra di apprezzare tale movimento
soprattutto per gli ideali di uguaglianza e libertà; l’obiettivo principale
della rivolta era, infatti, l’indipendenza del Kenya e la promozione del
socialismo africano eliminando le discriminazioni legate alla razza e al colore
della pelle. Durante
gli anni di Makerere incontra le nuove letterature dell’Africa e dei Caraibi;
tale incontrò lo segnò per tutta la vita: aveva incontrato finalmente un
genere di letteratura che analizzava il mondo a partire da un centro diverso
dall’Europa. “Il mondo moderno è il
prodotto sia dell’imperialismo europeo, sia della resistenza che vi hanno
opposto i popoli dell’Africa, dell’Asia e del Sud America. Dovremo forse
guardare il mondo attraverso le risposte europee all’imperialismo dei Rudyard
Kipling, dei Joseph Conrad o dei Joyce Cary il cui lavoro, in termini di
soggetti, luoghi o atteggiamenti adotta la realtà e l’esperienza
dell’imperialismo? (…) questi autori non potrebbero mai aver spostato il
centro da cui guardare perché erano essi stessi legati a questo centro europeo
dalla loro educazione e dalla loro esperienza.” Nei
primi anni di attività, Ngugy Wa Thiong’o, afferma con forza il suo legame
con la cultura e le istituzioni Kikuyu entrando in contrapposizione con la
mentalità occidentale e coloniale; un altro elemento di riferimento
fondamentale per la crescita politica e culturale di Ngugy fu la figura di Jomo
Kenyatta. In
lavori come A grait of wheat (Un chicco di
grano, 1977) e Petals of blood (Petali
di sangue, 1978) Ngugy affronta il tema della frustrazione dei dimenticati
della terra sognando anche, però, un loro improvviso riscatto. La stesura di Petali
di sangue avverrà in esilio a Milwaukee dove fu costretto a ritirarsi per
avere protestato contro la violazione della libertà accademica; resterà negli
Stati Uniti due anni. Nei
successivi lavori (The trial of Dedan
Kimanthi, The black heremit, This time tomorrow) Ngugy si pone il problema
dell’uso della lingua inglese sostenendo in questo modo la necessità di poter
scrivere per tutti e la necessità di ri-trovare la radice culturale comune a
tutta la gente del Kenya. La svolta avverrà il 2 ottobre 1977 con
l’allestimento dell’opera teatrale Ngaahika
Ndeenda (Mi sposerò quando vorrò) in
cui userà esclusivamente la lingua del suo popolo: il Kikuyu. L’opera
susciterà allarme all’interno dell’establishment governativo tanto che ne
verrà vietata la rappresentazione, l’autore verrà anche arrestato e tenuto
in carcere per l’intero 1978 senza il beneficio di un processo. Da questo
momento scriverà tutte le sue opere in Kikuyu, nonostante l’esilio che lo
porterà prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti con incarichi come
professore di letteratura nelle università di Yale, Smith, Amherst e New York. Ngugy
Wa Thiong’o è il testimone di un modo di fare letteratura che tenta di
fuggire la prigione linguistica in cui il colonialismo l’aveva incatenata,
ricercando invece le proprie radici genuine nelle lingue e nei ritmi di vita
della maggioranza di sfruttati. Solo in questo modo la letteratura Africa potrà
tornare veramente a casa, fra le masse Africane che hanno sempre lottato per
fuggire all’alienazione; dice Ngugy: “…ma
se il Kiswahili o qualsiasi altra lingua Africana dovesse diventare la lingua
del mondo, ciò simboleggerebbe l’alba di una nuova era nelle relazioni umane
fra le nazioni ed i popoli dell’Africa e quelli di altri continenti. per
queste ragioni, per mio conto vorrei proporre il Kiswahili come lingua del
mondo”. Scritti di Ngugy: -
Se
ne andranno le nuvole devastatrici, Jaca
Book – 1975 – -
Un
chicco di grano, Jaca
Book – 1978 – -
Petali
di sangue, Jaca
Book – 1979 – -
Addio
Africa, in
“Tra un bicchiere e l’altro. Racconti Africani”, Terra nuova – 1989 - ;
e in “Racconti dall’Africa” , Oscar Mondadori – 1993 – Scritti su Ngugy: -
Vivian
I.; Interpreti
rituali. Il romanzo dell’Africa nera, Dedalo,
1978 -
Conte
S.; Ngugy Wa Thiong’o.
L’uomo, lo scrittore, il patriota. In
“Africa” n. 23, 1994 -
Trigona
P.; Ngugy
Wa Thiong’o, da fede a rivoluzione. Edizioni scientifiche Italiane, 1992 Per
saperne di più clicca su: http://condon.colorado.edu/~bhongale/ngugi.html
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