Raul Follereau
RAOUL FOLLERAU
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Nato a Nevers nel 1903, Raoul ha soltanto 17 anni quando esce il suo primo
libro: “Libro d’amore”. Molto
giovane inizia una carriera di scrittore-poeta che si annunciava piena di
successo. Nel 1936 il direttore di un quotidiano argentino gli chiede di andare
nel Sahara sulle orme di Padre De Foucauld di cui si è sul punto di celebrare
il 20^ anniversario della morte. È
durante uno di questi viaggi che Raoul Follerau scopre i malati di lebbra.
Durante i 10 anni seguenti percorre il mondo tenendo 1200 conferenze coi frutti
delle quali venne costruita Adzopé, la città dei malati di lebbra. Adzopé è
oggi l’”Istituto Nazionale del Trattamento della lebbra R. Follerau”.
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Ma
per Follerau bisognava fare di più. Egli vuole far uscire i lebbrosi dalla loro
segregazione e per fare questo vuole conoscerli e portare loro la sua amicizia.
Per raggiungere questo scopo, questo uomo che non può camminare senza bastone a
causa dei reumatismi, compie trenta volte il giro del mondo.
Nomino Erede Universale...
Giovani
di tutto il mondo, o la guerra o la pace sono per voi. Scrivevo, venticinque
anni fa: “O gli uomini impareranno ad amarsi o, infine, l’uomo vivrà per
l’uomo, o gli uomini moriranno.
Tutti
e tutti insieme.
Il
nostro mondo non ha che questa alternativa: amarsi o scomparire.
Bisogna
scegliere. Subito. E per sempre.
Ieri,
l’allarme.
Domani,
l’inferno.
I
Grandi – questi giganti che hanno cessato di essere uomini – possiedono,
nelle loro turpi collezioni di morte, 20.000 bombe all’idrogeno, di cui una
sola è sufficiente a trasformare un’intera Metropoli in un immenso cimitero.
Ed essi continuano la loro mostruosa industria producendo tre bombe ogni 24 ore.
L’Apocalisse
è all’angolo della strada.
Ragazzi,
Ragazze di tutto il mondo, sarete voi a dire “NO” al suicidio dell’umanità.
“Signore,
vorrei tanto aiutare gli altri a vivere”. Questa fu la mia preghiera di
adolescente.
Credo
di esserne rimasto, per tutta la mia vita, fedele…
Ed
eccomi al crepuscolo di una esistenza che ho condotto il meglio possibile, ma
che rimane incompiuta.
Il
Tesoro che vi lascio, è il bene che io non ho fatto, che avrei voluto fare e
che voi farete dopo di me.
Possa
solo questa testimonianza aiutarvi ad amare.
Questa
è l’ultima ambizione della mia vita, e l’oggetto di questo
“testamento”.
* * *
Proclamo
erede universale tutta la gioventù del mondo. Tutta la gioventù del mondo: di
destra, di sinistra, di centro, estremista: che mi importa!
Tutta
la gioventù: quella che ha ricevuto il dono della fede, quella che si comporta
come se credesse, quella che pensa di non credere. C’è un solo cielo per
tutto il mondo.
* * *
Più
sento avvicinarsi la fine della mia vita, più sento la necessità di ripetervi:
è amando che noi salveremo l’umanità.
E
di ripetervi: la più grande disgrazia che vi possa capitare è quella di non
essere utili a nessuno, e che la vostra vita non serva a niente.
Amarsi
o scomparire.
Ma
non è sufficiente inneggiare a: “la pace, la pace”, perché la Pace cessi
di disertare la terra.
Occorre
agire. A forza di amore. A colpi di amore.
I
pacifisti con il manganello sono dei falsi combattenti. Tentando di conquistare,
disertano. Il Cristo ha ripudiato la violenza, accettando la Croce.
Allontanatevi
dai mascalzoni dell’intelligenza, come dai venditori di fumo: vi condurranno
su strade senza fiori e che terminano nel nulla.
Diffidate
di queste “tecniche divinizzate” che già San Paolo denunciava.
Sappiate
distinguere ciò che serve da ciò che sottomette.
Rinunciate
alle parole che sono tanto più vuote quanto sonore.
Non
guarirete il mondo con dei punti esclamativi.
Ciò
che occorre è liberarlo da certi “progressi” e dalle loro malattie, dal
denaro e dalla sua maledizione.
Allontanatevi
da coloro per i quali tutto si risolve, si spiega e si apprezza in rapporto ai
biglietti di banca.
Anche
se sono intelligenti essi sono i più stupidi di tutti gli uomini.
Non
si fa un trampolino con una cassaforte.
Bisognerà
che dominiate il potere del denaro, altrimenti quasi nulla di umano è
possibile, ma con il quale tutto marcisce.
Esso,
Corruttore, diventi Servitore.
Siate
ricchi della felicità degli altri.
Rimanete
voi stessi. E non un altro. Non importa chi. Fuggite le facili vigliaccherie
dell’anonimato.
Ogni
essere umano ha un suo destino. Realizzate il vostro, con gli occhi aperti,
esigenti e leali.
Niente
diminuisce mai la dimensione dell’uomo. Se vi manca qualcosa nella vita è
perché non avete guardato abbastanza in alto.
Tutti
simili? No.
Ma
tutti uguali e tutti insieme!
Allora
sarete degli uomini. Degli uomini liberi.
Ma
attenzione!
La libertà non è una cameriera tuttofare che si può sfruttare impunemente. Né un paravento sbalorditivo dietro il quale si gonfiano fetide ambizioni.
La
libertà è il patrimonio comune di tutta l’Umanità. Chi è incapace di
trasmetterla agli altri è indegno di possederla.
Non
trasformate il vostro cuore in un ripostiglio; diventerebbe presto una
pattumiera.
Lavorate.
Una delle disgrazie del nostro tempo è che si considera il lavoro come una
maledizione. Mentre è redenzione.
Meritate
la felicità di amare il vostro dovere.
E
poi, credete nella bontà, nell’umile e sublime bontà.
Nel
cuore di ogni uomo ci sono tesori d’amore.
Spetta
a voi, scoprirli.
La
sola verità è amarsi.
Amarsi
gli uni con gli altri, amarsi tutti. Non a orari fissi, ma per tutta la vita.
Amare la povera gente, amare le persone infelici (che molto spesso sono dei poveri esseri), amare lo sconosciuto, amare il prossimo che è ai margini della società, amare lo straniero che vive vicino a voi.
Amare.
Voi
pacificherete gli uomini solamente arricchendo il loro cuore.
* * *
Testimoni troppo spesso legati al deterioramento di
questo secolo (che fu per poco tempo così bello), spaventati da questa
gigantesca corsa verso la morte di coloro che confiscano i nostri destini,
asfissiati da un “progresso” folgorante, divoratore ma paralizzante, con il
cuore frantumato da questo grido “ho fame!” che si alza incessante dai due
terzi del mondo, rimane solo questo supremo e sublime rimedio: ESSERE VERAMENTE
FRATELLI.
Allora… domani?
Domani,
siete voi.
Raoul
Follerau