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"VOLTI" Natale 2008

fr.Paolo Rizzetto dall'Uganda

"VOLTI"
l
ettera di Natale 2008

Carissimi, non mi faccio molte illusioni: questa sembrerà forse la solita “lettera pubblica”
che uno invia all’ultimo momento a tutti gli indirizzi che ha in rubrica… In effetti lo è. Per quanti buoni propositi uno faccia, alla fine, per le occasioni importanti, per gli appuntamenti più sentiti della vita,ci si trova sempre un po’ impreparati.
Così è arrivato Natale anche questo anno: naturalmente lo sapevamo bene tutti. Parlo personalmente: sono riuscito ad aspettarlo, ad attenderlo? Ammetto che forse solo nel breve tempo della Novena, mi sono sintonizzato sulla giusta frequenza. Mi hanno aiutato quelle piccole antifone che sono poste a precedere il Vangelo di questi giorni. Ogni piccolo poema rivela uno dei nomi biblici di Gesù che viene.

O Sapienza che esci dall’Altissimo e tutto disponi con forza e dolcezza, vieni ad insegnarci la via della vita.
O Signore e Guida del tuo popolo,che hai dato la legge a Mosè sul Sinai, vieni a liberarci con la tua potenza.
O Germoglio della radice di Iesse, che ti innalzi come segno per i popoli, vieni a liberarci, non tardare.
O Chiave di Davide, che apri le porte del regno dei cieli: ciò che tu apri nessun altro può chiudere; ciò che tu chiudi nessuno può aprire. Vieni e libera chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte.
O Astro che sorgi, splendore di luce eterna e sole di giustizia, vieni ed illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte.
O Re delle genti e pietra angolare della Chiesa, vieni e salva l’uomo che hai tratto dalla terra.
O Emmanuele, Dio-con-noi, attesa dei popoli e loro liberatore,vieni a salvarci con la tua presenza.

Mi piace l’idea che il modo di agire di Dio sia ordinato con forza (stabilità) e dolcezza.
Mi piace pensare che la parola di Dio è “potenza che libera”.
Mi piace pensare che un bambino (il germoglio) diventi “segno” atteso dell’umanità che i popoli rappresentano: come a dire che è nella fragilità e nella piccolezza che l’essere umano può ritrovare se stesso.
Mi piace molto ed infatti è l’antifona che mi ha toccato di più, mi piace molto sapere che Gesù può davvero ritrovarsi nel mio cuore così ingarbugliato, aprire ciò che è asfissiato e chiudere ciò che potrebbe, con la sua irruenza, nuocere a me ed agli altri.
E… si: c’è proprio bisogno di luce, almeno per riuscire a scorgere nei tratti del mio prossimo non un nemico ma un fratello, una sorella, per uscire dalla logica di paura e morte che stiamo vivendo.
Il Re -il Re Servo- sa che siamo più che terra, che valiamo più di molti passeri e che i nostri capelli sono tutti contati; sa anche che abbiamo bisogno di essere salvati e per questo viene a salvarci, penso, soprattutto da noi stessi, da ciò che non riusciamo a perdonarci e dall’orgoglio di non riuscire a perdonare agli altri.
E mi piace… mi piace davvero sentirmi dire che Dio vuole “essere-con noi”, che la sua Presenza è tale solo in funzione del suo Amore per me, per noi… per tutti.
Vorrei sapervi raccontare qualcosa di più ma probabilmente non ci riuscirò. Vorrei però potervi regalare qualcosa dell’esperienza che sto vivendo. Vorrei regalarvi qualche volto perché i volti sono i doni più belli che Dio ci fa.
Vorrei regalarvi il volto di una donna che ho conosciuto qui e di cui ancora non so il nome. È rimasta accanto al marito malato, una malattia che durava da tempo e che sembrava portargli via ogni giorno un po’ di umanità Sono rimasto segretamente a contemplare lo sguardo amorevole, la pazienza e la fedeltà di questa donna, accanto al marito e mi sono chiesto se c’è davvero qualcosa di più forte di un cuore di donna.
Vorrei regalarvi il volto di Rose che sta ricominciando una nuova vita accanto alla sua bambina, cercando di dimenticare il passato che le ha portato in casa l’AIDS, ma che non ha spento la sua speranza.
Vorrei regalarvi il volto di Lona il cui sorriso è ancora il dono più bello che posso ricordare in questo ultimo periodo.
Vorrei regalarvi il volto di Lokiru, un volto che non sa mai se prendere sul serio di un uomo che sa fare autoironia anche sulla sua condizione di povertà, sicuramente solo materiale perché nonostante tutto ha in se una grande gioia di vivere.
Vorrei regalarvene molti altri… ma non posso. In realtà sono già un dono di per sé. I destinatari siamo tutti noi ogni volta che ci fermiamo a cercare la Presenza di Dio nei volti che gli fanno da specchio. Io non ci riesco sempre.
Vi auguro un Felice Natale. Vi auguro di ritrovarvi in qualcuna di queste antifone. Vi auguro di poter ringraziare il Dio della Vita perché ha scelto di “essere-con-noi”.

fr.Paolo

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