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Diario

di P. Bakanja dal Centrafrica

Carissimi amici,

condivido con voi questi primi due mesi di vita in Centrafrica.

Prima settimana

Sabato 8 luglio 2006, alle 5.30 sono arrivato a Bangui (con una settimana di ritardo sul previsto visto che il 30 giugno il volo Milano-Parigi è stato annullato). Viaggio tranquilli e anche il passaggio alla dogana. Il cielo coperto della stagione delle piogge (anche se mi ricordava più il cielo coperto della stagione secca a Kinshasa) non era molto bello. All'aeroporto c'erano i due Victor Hugo: il provinciale e il mio ex compagno Kin. Anche se mi sono detto subito che non devo fare paragoni con Kinshasa per vivere in pienezza e verità il Centrafrica, però il primo impatto con la città lascia sempre le sue tracce. Bangui è una città di circa 500.000 abitanti, niente a che vedere con gli 8/9 milioni di Kin, e si vede subito per strada: poca gente, pochi minibus e taxi; mi sembrava di essere più a Isiro, nel nord est del Congo; la terra rossa lo ricorda, anche se le strade asfaltate non hanno niente a vedere con i buchi con un po' di strada attorno del Congo.

Cittadina tranquilla, Bangui si percorre in poco tempo e arrivo così alla casa provinciale, dove mi sistemo. Prima di entrare vedo il Congo, dall'altra parte del fiume Ubangui. Il clima non è male, non fa troppo caldo. In genere al mattino si sta bene, perché fa anche un po' freschino (la casa è circondata dalla foresta, mentre poi in città, es. nella nostra parrocchia di Fatima è già più afoso). La sera invece esce il caldo umido della giornata. Quest'anno non sta piovendo molto, dicono, anche se in questa settimana ha piovuto due volte e abbastanza abbondantemente, oltre a qualche piccola pioggerella che ha bagnato solo la polvere. Certo che poco prima della pioggia fa un caldo afoso: anche se non caldissimo ( a volte solo 30° C) ma con un tasso di umidità che va dal 90 al 98 %!!! E allora si sente tutta la pelle appicicaticcia; poco male, c'è sempre la possibilità di farsi un doccia.

Questa settimana ho sbrigato le pratiche per il visto; dato che parto lunedì con due confratelli della comunità dove sarò i prossimi mesi, mi hanno semplicemente prolungato il visto per tre mesi, in attesa del permesso di soggiorno.

L'arrivo a Bangui è stato caratterizzato anche dalla finale della coppa del mondo Italia-Francia. Ho avuto l'occasione di vedere la patita alla televisione, anche se era trasmessa dalla TV francese e quindi i commenti e il clima non aiutavano certo ad entusiasmarsi per l'Italia. Anche la vittoria finale è stata un po' "spenta" dalla delusione dei francesi che hanno mostrato poco della festa (ovviamente), e poi hanno parlato solo del caso Zidan, fino a stancare.

La sera, alle 18.00, quando tramonta il sole inizia il concerto. Attorno alla casa, in mezzo agli alberi, ci sono parecchi pipistrelli che in continuazione "cantano" fino all'alba, è una musica monotematica e per quello che ho potuto sentire monotona!!!

Ed ecco il programma dei prossimi mesi. Sarò 6 mesi a Tokoyo, periferia di Bangassou, a 750 km est da Bangui. Lì studierò la lingua: il Sango. Poi si vedrà dove mi manderanno. Così lunedì, a bordo di una Land Cruiser, stracarica di attrezzi e altri oggetti necessari per la missione e la scuola tecnica che stanno per aprire, avrò la possibilità di vedere il Centrafrica.{mospagebreak}

Seconda settimana

Domenica pomeriggio ha piovuto fino a sera, una bella pioggia torrenziale; ci voleva proprio, dopo le pioggerelline della settimana. Lunedì mattina ore 4.30 partenza da Bangui per Bangassou. Siamo in 4: p. Giovanni Zaffanelli, p. Victor Hugo Morillo Tongo, io e una ragazza di Bangassou. La Land Cruiser è stracarica di materiale per la missione, la scuola tecnica che inizierà a settembre e altro materiale per le missioni vicine; una grande occasione per vedere il Centrafrica, visto che lo attraverseremo da ovest a est, almeno per la parte sud. I primi 200 km sono su strada asfaltata e si procede abbastanza bene. Poi inizia la strada sterrata, ma si va abbastanza bene lo stesso perché la strada è in buone condizioni nonostante la pioggia; ogni tanto qualche buco qua e là, ma se penso alle strade di Kinshasa o di Isiro qui sembra di viaggiare su un'autostrada. Verso le 11.30 siamo arrivato nella missione di Grimari, abbiamo pranzato lì e poi alle 13.00 abbiamo ripreso la strada. Alle 18.00 siamo arrivati ad una missione diocesana, ma abbiamo ripreso il viaggio fino a Kembe, dalle suore comboniane per passare la notte lì, altri 150 km, di notte. Alla fine è stato un bel viaggio, si andava un po' più a piano, ma il cielo stellato è uno spettacolo favoloso, si vede un'infinità di stelle, perché in giro non c'è nessuna luce visto che non c'è energia elettrica.

Al mattino dopo la messa abbiamo dovuto cambiare la ruota anteriore perché era completamente sgonfia; grazie all'aiuto di due giovani della parrocchia abbiamo cambiato la camera d'aria e rimesso la ruota; un'ora di lavoro perché non ci sono certo tutti i macchinari che ci sono in Italia e che fanno tutto il lavoro.

Ripreso il viaggio siamo arrivati a Tokoyo, periferia di Bangassou verso mezzogiorno. Un viaggio un po' stancante però proprio un bel viaggio. La zona dove mi trovo ora è al confine con la foresta, è una savana molto alberata, terra rossa. La giornata si è conclusa con una bella pioggia. A proposito il Sango pioggia si dice ngunzapa, dove ngu è acqua e Nzapa è Dio: la pioggia è un dono di Dio!!!

Sembra che abbiamo portato la pioggia. Da quando siamo arrivati piove tutti i giorni, dopo un bel periodo in cui non pioveva più.

Ho iniziato il corso di Sango, solo una lezione perché il prof venerdì non è venuto perché impegnato altrove. Lunedì si ricomincia. Ho fatto un paio di giri intorno per dare un'occhiata al posto, ma non è bello girare da soli. Va beh! Si fa lo stesso. P. Giovanni e p. Victor Hugo sono molto presi dopo il rientro da Bangui, con tutti gli arretrati rimasti dopo un mese di assenza, così mi ritrovo spesso a leggere un po' qua e là, anche perché non posso fare grandi discorsi con i ragazzini fuori dalla porta perché parlano quasi solo Sango e io so dire solo buongiorno, come ti chiami e come stai, mentre loro continuano a parlarmi in Sango come se a forza di dirmi le cose riuscissi a capire.

Terza settimana

Pioggia sabato sera e domenica mattina, fino a mezzogiorno. Ad ascoltare la radio in Italia fa un grande caldo, qui invece si sta benissimo, anzi al mattino fa anche un po' frescolino. Tra ieri sera e questa mattina ne è venuta giù di acqua, non so quanta precisamente, ma parecchia di sicuro. A fine mattinata, una grossa lumaca si aggirava sui fiori fuori dalla camera e si pappava le foglie.

La serata si è conclusa con la visita alle suore dall'altra parte del cortile (sembra che sia così tutte le domeniche sera) con un momento di fraternità accompagnato da una buona fetta di torta: niente male!

Stranamente invece il resto della settimana è trascorso senza pioggia; spesso si sono visto nuvolosi neri arrivare, girare un po' intorno e poi andarsene senza neanche una goccia d'acqua.

In questa settimana i bambini che si preparano al battesimo hanno fatto la preparazione finale: un'ora al giorno nel pomeriggio di preghiera e di catechesi. Domenica ci saranno una quarantina di battesimi e una decina di prime comunioni. Si sta preparando una bella festa, in questi giorni la corale ha fatto le prove dei canti e sono state preparate anche delle danze: sarà proprio una bella messa animata.

Io intanto continuo con il Sango e comincio a capire qualcosa; parlare non è ancora facile perché mi vengono tutte le parole in Lingala, che devo ricacciare nella testa per far posto al Sango, a volte è una bella impresa perché mi viene da pensare in Lingala e basta!!!

Sabato sono passato dal carcere con sr. Lourdes; un piccolo fabbricato del dopoguerra; la maggior parte dei detenuti sono anziani, ci sono alcune donne e due giovani. Specialmente gli anziani e i giovani sono lì per "essere difesi": succede che c'è un problema in un quartiere o in una famiglia e le persone più vulnerabili, o che danno fastidio vengono accusate di stregoneria (basta l'accusa di una persona perché sia vera la stregoneria), così, perché non vengano uccise, sono incarcerate. Le condizioni di vita sono pessime, anche se dentro c'è una certa libertà; c'è pure chi va e viene. Invece si trovano liberi cittadini vari ladri colti in fragrante delitto, ma scarcerati perché hanno l'appoggio di famigliari con possibilità economiche. Da quello che ho potuto capire, spesso la polizia e la giustizia funzionano con i soldi, se ce li hai fai partire un'inchiesta e la polizia si muove e prende il colpevole, altrimenti nulla da fare. Chi ha i soldi paga una penale ed esce (è vero, succede anche in Italia!!); alla fine chi ci rimette è sempre la povera gente che viene derubata e non può ricevere giustizia perché chi ha i soldi se la cava quasi sempre!!!{mospagebreak}

Quarta settimana

Domenica mattina ci sono stati una quarantina di battesimi e prime comunioni di ragazzi e ragazze, per la maggior parte delle scuole elementari, che hanno fatto due anni di catecumenato. La celebrazione è stata molto bella, è iniziata un po' in sordina, poi, mano a mano che la celebrazione andava avanti, grazie ai canti e alla festa, il clima si è riscaldato un po' e allora la gioia, i canti e le danze si sono espressi al meglio. P. Giovanni mi diceva che in Centrafrica la gente è stata abituata ad una liturgia abbastanza "sobria", detto tra noi sembra molto europea. Ma a guardare la gente danzare domenica, ma anche in questi giorni (c'è stato un incontro di preghiera del gruppo del Rinnovamento nello Spirito, e la gente che passava fuori dalla chiesa camminava e danzava allo steso tempo) ho l'impressione che, nonostante tutto, sia forte la voglia di esprimere il proprio essere con più libertà, la voglia di far uscire quello che portano nel sangue. Sono qui da poco e sono solo delle impressioni, forse mi sbaglio, ma fino a prova contraria resto abbastanza saldo in questa opinione. P. Giovanni mi ha chiesto di fare delle foto; vedremo se riusciamo a fare un piccolo lavoretto per proiettarle e farle vedere.

La mattinata si è conclusa con un bel "benvenuto". Dopo vari giorni passati in sordina, le amebe si sono manifestate apertamente, così mi hanno dato il benvenuto; ho quindi iniziato la cura. Niente di speciale, cose che succedono e fanno parte della vita. Aiutano a fare un po' di "corse" all'inizio.

Lunedì sera è venuto a trovarci il vescovo, Juan José Aguirre, un comboniano spagnolo; così abbiamo allietato la serata con un bel gelato alla 'guyave' e al cocco (la casa ha ereditato, con nostro grande "dispiacere" una macchina per fare il gelato!!!). Ma il bello del lunedì sera è che ci troviamo insieme, noi tre padri e le due suore comboniane, per celebrare la messa insieme, così c'è tempo per condividere la Parola.

Martedì è arrivata dalle suore una ragazza di 15 anni, con due bellissimi bambini, gemelli; sono i suoi figli. Sono molte le ragazze che a 14/15/16 anni hanno già un bambino, sono già mamme e fanno la vita degli adulti.

Mercoledì sono andato con p. Giovanni alla preghiera fatta prima del funerale di una giovane donna, Marie, di soli 25 anni, morta improvvisamente dopo essere stata all'ospedale. C'era molta gente che pregava e cantava; è un momento che riunisce molta gente, il pregare insieme e il sostenersi con la preghiera e il canto diventa la forza della fede di questa gente, che pur nella sofferenza vive nella serenità questo memento della vita, consapevole della comunione che esiste tra i vivi e quelli che non sono più presenti tra noi. Tornando a casa p. Giovanni mi ha detto che è stato accusato suo fratello. Molto probabilmente sembrerebbe per invidia: dato che è riuscito attraverso il lavoro ad avere un po' di soldi e quindi ad avere una buona condizione di vita, gli invidiosi lo vogliono accusare di stregoneria, di aver causato la morte della sorella; così lo mandano in rovina. Non è la prima volta che sento un racconto del genere, specialmente nei confronti di che cerca attraverso il lavoro di emergere, spesso anche onestamente, e di farsi una vita migliore. Si resta un po' con l'amaro in bocca perché si vedono tanti sforzi infrangersi contro la cattiveria umana che usa la credenza popolare per schiacciare l'altro.

La morte di Marie mi fa aprire una parentesi sulla situazione sanitaria che ho riscontrato qui. Tra l'altro lunedì è passato pure il ministro della sanità, e come un buon ministro che si rispetti nel mondo, ha fatto il suo bel discorso, punto e basta!!!! L'accesso alle medicine e all'ospedale è legato quasi esclusivamente alle possibilità economiche della persona. Le suore Comboniane tengono un dispensario dove curano parecchie persone, tra cui vari lebbrosi. La percentuale dei sieropositivi è abbastanza alta, specialmente tra i giovani, ma è una malattia ancora tabù, o legata alla stregoneria, per cui è difficile fare un discorso di prevenzione. Alcuni non vogliono neanche sapere e non fanno il test.

In settimana sono andato a Bagondé, questo dispensario tenuto dalle suore, è mi sono fermato mezza giornata al centro di depistaggio dell'AIDS. Sono passate sette persone, tre per ritirare l'esito del test (ringraziando Dio erano tutti negativi!!), tre hanno fatto il test, uno ha rifiutato. È un grande lavoro di sensibilizzazione e di formazione che stanno facendo, che postera frutti forse solo fra qualche anno. Purtroppo la diffusione dell'AIDS è molto alta sia per la promiscuità, sia per l'ignoranza; il problema è che l'AIDS sta cancellando la forza giovane di questo paese e in generale dell'Africa, lasciando vecchi e bambini. Veramente ci si sente piccoli e impotenti!{mospagebreak}

Quinta settimana

Martedì mattina sono andato d nuovo a Bagondé; sono arrivate varie persone, tra cui due giovani di 21 e 22 anni. Per fortuna tutti e due hanno avuto il test con esito negativo. Ma la cosa che mi ha da un lato sconcertato e dall'altro fatto arrabbiare è che continueranno la loro vita precedente, uno avendo delle relazioni sessuali con varie donne, l'altro, già sposato ha due "ambasciate" e quello che chiamano "assaggiare e gettare", delle avventure occasionali, con il rischio di infettarsi o poi di infettare tante altre persone. Qui purtroppo l'AIDS è abbastanza diffuso, anche se non conosco le percentuali. Il problema è anche dovuto al fatto che molti non credono che l'AIDS sia una malattia, altri credono che sia come prendere un'influenza e che si possa guarire, altri che sia dovuto alla stregoneria, altri che sia un'invenzione dei bianchi. Il lavoro che stanno facendo qui le suore allora risulta di grande importanza per la sensibilizzazione, la formazione e quindi la prevenzione. La mattinata è stata caratterizzata anche da un fatto "simpatico". Uno dei lebbrosi presenti al centro ha accusato un altro paziente di "rubargli la moglie"; il secondo in questione era andato semplicemente a bere del caffé che una donna prepara per la gente che viene a farsi curare, così si guadagna qualcosa e fa un servizio. Ora il lebbroso in questione ritiene che la donna sia sua moglie; conseguenza ne è nata una discussione abbastanza sostenuta, sono quasi arrivati alle mani, o meglio uno ha preso il macete e l'altro un bastone; è dovuta intervenire suor Lourdes, che ha dovuto fare da giudice tra i due contendenti; tutto si è risolto per il meglio. La cosa ha animato la discussione del dispensario per tutta la giornata, con commenti, risate, fioriture varie…

Ho iniziato a collaborare con Paul, il responsabile dell'insegnamento e delle scuole cattoliche della diocesi di Bangassou. Con lui prepareremo una presentazione dell'insegnamento cattolico in diocesi in vista di un incontro organizzato dal governo per il mese di gennaio 2007. Sono molto contento perché così potrò conoscere meglio la realtà dell'educazione e le possibilità che ci sono.

Nel fine settimana sono stato nella cappella di La Nomé, nel settore dove è responsabile p. Victor. Siamo partiti sabato mattina alle 6.00, dopo aver caricato la macchina. La strada non è proprio buona, ma con calma siamo arrivati. Per strada abbiamo salutato un po' di gente, in particolare i vari responsabili e catechisti delle diverse cappella che ci sono lungo il cammino. Siamo arrivati verso le 9.00. abbiamo sistemato le nostre cose nella casetta che accoglie il missionario quando arriva (durante il resto dell'anno il catechista la fitta così guadagna un po' di soldi). In tarda mattinata siamo andati a fare legna, da portare a casa per la cucina. Ci hanno servito il pranzo: due pezzi di carne (maiale selvatico) con polenta di manioca. Nel pomeriggio ne ho approfittato per fare un gito del villaggio, ho visitato la cappella dei protestanti. In Centrafrica i protestanti, specialmente Battisti sono arrivati prima dei Cattolici e sono parecchi in tutto il paese. A La Nomé sono la maggioranza della popolazione. Poi ho continuato il giro insieme al catechista, che tra l'altro mi ha fatto conoscere il pastore Evangelico, un semplice saluto, ma prima che ce ne andassimo ha voluto ringraziare della visita e ci ha regalato 3 pannocchie, probabilmente un'offerta che lui aveva ricevuto nella preghiera del mattino, dato che erano legate tra loro. Alla sera abbiamo assistito alle prove della corale. Domenica mattina p. Victor ha confessato, io no perché non capisco ancora bene il Sango. Alle 8.30 la messa, poi siamo andati in una cappella vicina, Mbaga, dove stavano finendo la preghiera diretta dal catechista; lì abbiamo parlato con il catechista e i responsabili della comunità; un po' di tempo fa il vento ha scoperchiato la chiesetta che si erano costruiti con mattoni e tetto in lamiera, e il danno è consistente. Si sta pensando di presentare un progetto per finanziare la ricostruzione, dato che la gente non ha molte possibilità economiche per ricomprare il tetto. Così ho fatto un po' di foto.

Dopo questi due giorni, ho constatato con maggior forza come qui siamo all'inizio dell'evangelizzazione; ci sono delle bellissime persone e famiglie che vivono la fede in modo profondo, a volte danno degli esempi di amore e di impegno cristiano che toccano il cuore e la coscienza; ma dall'altra parte si vede che il Vangelo deve entrare nella realtà sociale ed ecclesiale. Certo se penso ai cristiani d'Italia, mi dico che non c'è molta differenza, forse un po' nei numeri, e nel fatto che ci sono stato 2000 anni di cristianesimo, qui siamo appena a 50 dall'arrivo del primo missionario.

Tornati a casa abbiamo incontrato il vescovo di Alindao, la diocesi vicina che era venuto a parlare con il vescovo di Bangassou, ed era passato a trovare anche p. Giovanni perché lo conosce molto bene. Così abbiamo approfittato per condividere un po' di vino di palma e di acqua fresca.{mospagebreak}

Sesta settimana

Lunedì pomeriggio c'è stata la celebrazione fatta dalle "mamas legionaries", per rinnovare la loro promessa di dedizione alla Vergine Maria. È un gruppo composto per il 98% da donne, che si impegnano nella preghiera mariana e nella carità e attenzione hai poveri. Erano molto diffuse anche in Congo.

Martedì 15 c'è stato il battesimo di 17 bambini (0-4 anni); nel pomeriggio processione per alcune vie della parrocchia con recita del rosario.

Mercoledì è arrivato invece un camion da Bangui che ha portato le assi, le travi e le lamiere per costruire la scuola professionale, un progetto portato avanti specialmente da p. Giovanni. Sarà la 2 scuola professionale di tutto il Centrafrica, una bella sfida, ma molto importante per la formazione di giovani lavoratori, competenti e abili.

Venerdì ho detto la mia prima messa in Sango, senza omelia, ovviamente, non è andata male; un po' di emozione.

Settima settimana

Settimana marcata dallo studio della lingua. Ho terminato il corso dopo 5 settimane; non ho ancora imparato la lingua, ma grammatica e le basi essenziali sono là; ora si tratta di parlare e praticare, così si impara! Per leggere e capire ciò che leggo va abbastanza bene, il più difficile resta capire bene tutto ciò che dice la gente e parlare correttamente. Venerdì ho fatto una messa "completa", con omelia compresa!! Quando possibile vado al centro di sensibilizzazione e analisi del SIDA (AIDS), è sempre un'esperienza che tocca il cuore e la vita. Per ora tutti quelli che sono passati a ritirare l'esito (quando ero presente io) erano negativi, e ne sono molto contento. Questa settimana sono passati due giovanissimi: lui di 19 anni, lei di 16, hanno fatto il test, molto probabilmente sono negativi, ma ciò che mi ha colpito e reso felice sono state le parole del ragazzo "Se tutti e due siamo negativi, pago la dote, la sposo e resterò sempre fedele a lei!!". {mospagebreak}

Ottava settimana

Questa settimana c'è stata la riunione di tutte le corali della parrocchia, sia quelle del centro che quelle delle diverse cappelle della foresta, c'erano anche quelle della parrocchia della cattedrale. Un centinaio di giovani in tutto. Le giornate si sono alternate tra canti e formazione (liturgia, significato della messa, significato del canto, inculturazione, SIDA…), ne hanno approfittato anche per imparare dei nuovi canti. Sabato sera hanno fatto un po' di festa con canti, danze e qualche scenetta. Domenica festa conclusa con una bella messa. È stato un momento importante di aggregazione anche per i giovani, che tra l'altro hanno avuto l'occasione di conoscersi. I due organizzatori della parrocchia erano stanche, ma contenti.

Giovedì è arrivato un catechista da un villaggio lontano circa 150 Km, ha dovuto viaggiare due giorni in bicicletta, anche perché i primi 60 Km sono quasi impraticabili, si va solo in bici e a fatica. È venuto per vedere p. Giovanni, lamentandosi che da 3 anni non c'è nessun prete che va là per i battesimi, le prime comunioni, le cresime e per incoraggiare i cristiani. Poi p. Giovanni mi ha detto che appartiene ad un'altra parrocchia (io mi ero un po' stupito perché mi ricordavo che la nostra cappella più lontana è a 70 km). Comunque mi ha molto colpito il fatto che abbia fatto così tanta strada; mi ha colpito molto il suo zelo, l'amore che mette nell'essere catechista, è un bel segno di speranza per questa chiesa.

Venerdì invece ho sentito il cuore molto pesante: andando alla cattedrale ho incontrato il vescovo che mi ha detto: "Vedi questa bambina, non ha neanche 10 anni ed è stata violentata alcuni giorni fa da un ragazzo, recidivo tra l'altro, che è stato messo in prigione". Mi ha fatto veramente male al cuore perché non riesco a capacitarmi che si possano fare queste cose a dei bambini. È vero, non è la prima volta che succedono e che ne vengo a conoscenza, ma non riesco ad abituarmi, grazie a Dio.

Una realtà che si sta purtroppo diffondendo sempre di più è quella dei godobé, cioè dei bambini di strada; una realtà che potrei definire "impossibile" per la società africana, perché in teoria un bambino "appartiene alla famiglia", all'insieme delle famiglie che compongono un clan, e alla morte dei genitori uno zio, una zia in genere se ne fa carico. Purtroppo sia a Bangui, ma anche qui a Bangassou sono sempre di più. In genere sono bambini orfani di padre o di madre, o abbandonati, a volte gli zii o i nonni danno loro da mangiare, ma poi sono lasciati a loro stessi, non basta dare da mangiare al corpo, anche il cuore a bisogno di nutrirsi di amore, e di amare!! In questi anni, grazie alla parrocchia, si è riusciti a farne studiare alcuni, e a seguirli un po', intervenendo anche nelle rispettive famiglie, ma ci si confronta sempre con il limite invalicabile della libertà delle persone, non si può obbligarle ad amare! In un'altra periferia di Bangassuo, le suore francescane hanno aperto un orfanotrofio che accoglie in casi più disperati, ma ovviamente non si può far carico di tutti, per mancanza di mezzi umani e finanziari. Non si può certo contare sull'intervento statale!!!!

Cambiando completamente discorso: questa settimana hanno installato un'antenna per i telefono cellulari. Ho preso una scheda, ma per ora non riesco a mandare i messaggi, riesco solo a chiamare, ma costa parecchio. Comunque il problema si è risolto subito: c'è stato un guasto all'antenna dopo due giorni, quindi non c'è più il "problema" di chiamare perché non funziona più!! Staremo a vedere!{mospagebreak}

Nona settimana

Questa settimana in parrocchia c'è l'incontro dei catechisti delle diverse cappelle della parrocchia e del centro. Sono presenti 35, un paio sono assenti, quelli delle cappelle più lontane a 70 km da Tokoyo. Le varie tematiche affrontate sono: liturgia, la famiglia cristiana, l'importanza della scuola e l'impegno della scuola cattolica, il SIDA, la pastorale d'insieme, giustizia e pace, sviluppo.

Tra i vari interventi mi ha colpito molto quello di Paul Guirimanguini, responsabile diocesano delle scuole cattoliche (oltre a tanti altri impegni che gli sono affidati). Più lo conosco e più mi dico che è un dono che il Signore ha fatto a questa terra. La sua capacità di analisi e di comunicazione, la serietà e la professionalità con cui svolge il suo impegno, ma soprattutto il cuore che ci mette, mi fanno dire sempre di più: c'è una bella speranza per il presente e per il futuro. In una realtà scolastica dove il prefetto della regione fa di tutto per guadagnare soldi e se potesse metterebbe le mani sui soldi delle scuole cattoliche, la presenza di Paul che sa lottare senza sotterfugi, secondi fini o inganni da voglia di credere e di lottare insieme.

In generale la settimana si è svolta con buoni risultati. Certo c'è da tener conto del basso livello di scolarizzazione di molti catechisti, ma anche del grande lavoro di evangelizzazione che bisogna fare innanzitutto con loro.

A volte ci domandiamo se non siamo forse troppo esigenti con loro, soprattutto pensando a quanti anni di formazione abbiamo avuto noi nella vita religiosa; d'altro canto, non penso sia giusto abbassare il tiro. Trovare il giusto equilibrio perché non si cada nel permissivismo e nella mediocrità, restando comunque fermo il bene di tutte le comunità cristiane che fanno riferimento ai vari catechisti. Una soluzione semplice e immediata ovviamente non c'è!

Un saluto a tutti
p. Stefano

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