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Pace e gioia nel Cristo risorto per sempre...

di p. Maurizio dall'Uganda

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Kampala –Italia

                                                              

                                                                                    Settembre 2000

  

Carissimi amici miei,

Pace e gioia nel cristo risorto per sempre e giubileo di chi gli appartiene!

 

Più di sempre c’è bisogno di chiedervi scusa per il mio lungo silenzio. Per la prima volta in tanti anni non sono riuscito a scrivervi per Pasqua e di questo mi vergogno  tantissimo. Purtroppo, col mio nuovo lavoro, davvero non ho trovato il tempo materiale per farlo. Devo anche chiedervi scusa per i disguidi inerenti la lettera di Natale che vi è arrivata tardissimo. Avendo accesso ad E –mail ho pensato che questo fosse il mezzo più veloce di raggiungere i miei infaticabili amici di Firenze, ma , ahimè, invano. Devo ringraziare gli amici della segreteria per le maratone che gli faccio fare e chiedo anche a tutti voi, per sdebitarvi, di pregare anche per loro. Allo stesso tempo vi ringrazio della vostra fedeltà: la pila di lettere ‘inevase’ somiglia tanto alla Torre di Pisa e temo perfino il metterci mano…Però, quanta gioia nel ricevere vostre notizie, anche quando si tratta di condividere con voi esperienze dolorose.

 

Dunque, da che parte cominciare, dopo tutto questo tempo. Sicuramente da un tristissimo episodio lungi dall’esser concluso che ancora una volta ha portato l’Uganda alla ribalta nella scena internazionale. Le lettere all’editore della stampa locale parlavano indignate di come l’Uganda debba sempre essere una sorta di galleria degli orrori. Dopo Amin, Obote, la guerra civile che va avanti da un ventennio, adesso anche l'infame episodio di Kanungo dove più di un migliaio di persone sono state uccise! So che anche la stampa italiana ha riportato (certo con gusto e macabra inquisizione) l’evento.

 

Durante uno dei miei safari vocazionali al West sono capitato vicinissimo a Kanungo la settimana prima che il grande eccidio accadesse. Arrivarci non è facile, visto che bisogna arrampicarsi sulle impervie montagne del Kigezi, costeggiando un’alta scarpata dove di guard rail non c’è, naturalmente, nessuna traccia! In lontananza, nei giorni sereni, si scorgono le sagome del Rwenzori e del lago Edward.

Vicinissimo a Kanungo  c’è la cosiddetta Foresta impenetrabile. Che natura meravigliosa  e che sogno per un  botanico! A volte si scende per chilometri fino alla valle per attraversare un fiume gonfio d’acqua per poi risalire dall’altra parte. Fa impressione vedere queste pareti ripide dove la gente zappa stando inginocchiata, coperte di bananeti le cui foglie morbide danzano col vento, come carezzate da una mano invisibile…Ricorda un po’ le montagne calabresi ricoperte di fitti cespugli di fichi d’india.

Vicino alle valli dove l’umidità è altissima prosperano  le felci arboree elegantissime con le loro lunghe foglie morbide e frondose e dai maestosi  pastorali che si srotolano piano, conquistando il cielo . E se questo è il sottobosco vi lascio immaginare la maestosità della foresta che sovrasta. Che portento questa tavolozza uscita dalle mani di Dio…

 

Sulla vicenda di Kanungo ci sono un’infinità di interrogativi ma almeno alcune cose sono chiare.

1.        Non si tratta di suicidio. Questo è cominciato a diventare chiaro quando oltre alla chiesa bruciata si sono scoperte le altre fosse comuni. I cadaveri ritrovati  erano tutti stati uccisi con bastonate, sciabolate, strangolate o avvelenate.

2.         I leader del gruppo erano dei visionari. Tra di loro, sfortunatamente due ex preti ed un altro ex cattolico. La Chiesa già da tempo aveva preso le sue distanze dal gruppo, avvertendo anche le autorità. Un’altra donna, che si faceva chiamare suora, ha  un passato molto dubbio.

3.        Quando hanno iniziato a parlare di visioni e di rivelazioni, la chiesa ha preso le distanze da loro e tutti sono usciti dalla Chiesa. Allo stesso tempo hanno iniziato ad avere un sacco di seguaci. Le regole erano durissime, quasi da schiavitù.

4.        L’ultimo passo è stato l’annuncio della fine del mondo, alla fine del’99. Gli adepti sono stati costretti a vendere tutto quello che avevano e dare i soldi ai capi. Quando la fine del mondo non è arrivata, tutta questa gente rovinata ha iniziato a reclamare. Da qui le uccisioni di massa.

 

Ci si domanda come la gente faccia ad essere così credulona ed entrare in questo circolo vizioso, ma probabilmente, molti sono alla ricerca del sensazionale, del miracoloso e non accettano niente di ciò che la Chiesa ufficiale diceva per metterli in guardia. La gente del posto intuiva che questi adepti si stavano cacciando  nei guai, ma… nessuno di loro voleva sentire ragioni. Adesso che i morti sono più di un migliaio, certamente le responsabilità (anche politiche) stanno venendo fuori, ma tutto sommato i cattolici non ci fanno troppo brutta figura, perché hanno sempre parlato chiaro. Purtroppo la vicenda è terribilmente più complicata di quanto potrebbe apparire; questo mi appare chiarissimo, dopo aver parlato a lungo con tanta gente del luogo. Tutti i membri della setta venivano da fuori e di preciso non si sa neanche chi siano. Un altro dato sconcertante è che i morti… sono più di quelli che dovrebbero essere. Questo ha creato non pochi problemi al governo che potrebbe esser coinvolto in qualche modo.

In tutto il bailamme che potete immaginare l’ipotesi più sconcertante è che dietro a questo, come probabilmente al genocidio Rwandese e alla crisi del Congo ci siano gli stati Uniti con le sue mire egemoniche ( e quindi destabilizzanti) dell’intera zona dei grandi laghi. Penso che l’intera verità non verrà mai fuori, a meno che alcuni tra i leaders siano, come si dice, scampati al rogo. Ma dove sono? Non è che siano, tutto sommato protetti dal governo?

Quella che appare una grande sconfitta dei cattolici è invece, per me, una grande occasione di catechesi e quasi ogni domenica prendo spunto per le omelie partendo  da Kanungo. I protestanti che da sempre nel mondo inglese sono agguerriti come i cattolici, si sono presi gioco di noi, ma io mi domando: se questa gente è uscita dalla Chiesa protestando contro di essa, non sono, appunto, protestanti?

Il problema vero è: quale spessore ha la fede dei cattolici? Dopo 130 (o in alcune zone poco più di 40) anni di evangelizzazione certo non ci si aspetta una Chiesa matura in tutti i suoi aspetti. Questa è una occasione per approfondire le cose in cui crediamo e QUELLE IN CUI NON CREDIAMO.

L’evento Kanungo è certo significativo anche per il mio lavoro vocazionale coi giovani. Chiedo loro di trovare tutti i modi per diventare cristiani maturi, leggendo, formandosi, pregando. ‘Proibisco’ loro di accontentarsi di esser ‘good’ e puntare al ‘best’!

In un modo molto simile questa è anche la mia preghiera che non è mai mancata per tutti voi durante questo  giubileo. Che anche in voi Cristo possa crescere e che la missione della Chiesa possa svilupparsi anche tramite la nostra amicizia.

                                                                               Vostro p. Maurizio Ayiko

 

 

Indirizzo per rispondermi:

 Padre Maurizio Balducci

Comboni Vocation Centre

MBUYA P.O Box 3872

Kampala UGANDA

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