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Stare accanto ai senza voce, a volte é difficile, sembra che le realtá non cambino mai, anzi che peggiorano, che ci si illuda di qualcosa che non avverrá mai,....ma la certezza che Dio in Gesú ha dato un posto privilegiato nel suo cuore ai piccoli, ai poveri a chi non conta, ci sprona a non arrendersi e camminare con audacia, nella certezza che prima o dopo varchi di luce si apriranno.

Io sono una missione su questa terra e per questo sono in questo mondo

Lettera di P. Davide De Guidi dal Mozambico

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Cari amici é da parecchio tempo che non scrivo una lettera, chiedo perdono, ma vi ho presente nel cuore sempre. Ora, per chi ha voglia di leggere, ho deciso di prendermi un pó di tempo per salutarvi, ringraziarvi e raccontarvi un pó di ció che vedo, che sento e che sto vivendo qui in Mozambico. É da un anno che sono ritornato dopo i sei anni vissuti in Italia, con la grazia di aver conosciuto tanti giovani appassionato di vita nei cammini Gim e  aver incontrato tante care persone che vivono in me in tanti modi.

Domenica scorsa nell’eucarestia abbiamo inviato un centinio di giovani per vivere una settimana missionaria, invitandoli a entrare nelle realtá di queste periferie dell’umanitá, piene di vita e di contraddizioni. L’Africa é giovane, qui in periferia della cittá di Nampula, ogni volta che passo per i sentieri delle loro case (molti di essi sono cunicoli) si sente sempre la vita che ti viene incontro, con le voci dei piccoli che in tanti modi inventano giochi, saltono, corrono e ti salutano con quella gioia che li caratterizza. Per loro  basta quadro o cinque metri di terreno sconnessi per vederli affollati a giocane con una palla  fatta con nailon, stoffa o altro,...

Entro spesso nelle loro case per visitare gli ammalati, coloro che sono nati con disabilitá ( sono tanti e spesso senza una carozzina o un trasporto idoneo per uscire), o che vivono momenti difficili, e anche per conoscere le famiglie, o conoscere i familiari dei giovani che vogliono entrare in un cammino per seguire Gesú. Grazie a Dio, il cuore di tanti giovani é aperto a una futura vita donata, ma é necessario peró, un forte accompagnamento, perché questi germi di vita e vocazione, non svanisca nel cammino per mancanza di vicinanza, preghiera e sostegno.

Questa mattina stessa visitando una di queste famiglie, ho trovato un povero uomo sordo dalla nascita, la madre di lui é una vecchietta, che oltre a questo figlio, ha con sé un nipote orfano di entrambi i genitori che desidera entrare nel cammino comboniano. Ho chiesto a lei, nella sua situazione di precarieta, se é contenta che questo suo nipote di nome Geronimo  entra in un cammino vocazionale con la famiglia comboniana.  Lei con un sorriso mi ha detto: “padre ho sempre sognato poter avere un figlio o un nipote che seguisse questo cammino di Dio, per  me sarebbe una gioia”. Che lezioni di vita mi donano i miei parrocchiani; vivono poveramente, ma il loro cuore ha una grande sapienza .

Qui per noi missionari\e, é importante che dove siamo chiamati a vivere, suscitare uno spirito missionario, una parocchia missionaria, un modo di concepire la vita aperta all’altro, dove loro stessi si sentono protagonisti del loro cammino; scoprendo che Gesú crede e si affida a loro per far conoscere il cuore del padre.  É bello e da gioia vedere che la vicinanza di Gesú  e la sua parola, dona tanta speranza e  forza per non arrendersi, in una realtá dove i poveri sono sempre piú posti di lato e schiacciati da uno spirito del mondo che privilegia i potenti, i ricchi e i furbi.

Stare accanto ai senza voce, a volte é difficile, sembra che le realtá non cambino mai, anzi che peggiorano, che ci si illuda di qualcosa che non avverrá mai,....ma la certezza che Dio in Gesú ha dato un posto privilegiato nel suo cuore ai piccoli, ai poveri a chi non conta, ci sprona a non arrendersi e camminare con audacia, nella certezza che prima o dopo varchi di luce si apriranno. Cosí sulla strada incontri sempre volti umani che ti avvicinano per chiederti di ascoltarli, come Jaoquim, un ragazzo che ho trovato abbandonato con disabilitá e orfano. Stava male  e mi pregava di prendermi a cuore di lui. Ieri com la comunitá abbiamo cercato per lui un cammino di speranza. Non aveva nulla con sé, se non una carrozzina giá rotta; ma che amore grande per la vita manifestava il suo cuore.

La settimana scorsa le sorelle di madre Teresa di Calcutta, presenti nella parrocchia, mi avevano chiesto di andare all’ospedale per battezzare una povera vecchietta in fin di vita che ha chiesto il battesimo. Arrivati siamo passati a vedere i bambini ammalti di tumore, i loro volti erano segnati dalla malattia, ma che voglia di guarire vedevo in ciascuno di loro. Dialogando con i loro  genitori lí presenti per assisterli, mi sono accorto  che alla sera dormono fuori per terra, rimanendo mesi accanto ai loro figlioletti con quell’amore e quella pazienza che scopri non viene da questo mondo.

Arrivati poi dalla vecchietta, che avrá avuto poco piú di 50 anni ( qui a 50 anni si é giá arrivati nella fascia della vecchiaia, per cui ci sono dentro anch’io), vedo accanto a me una donna che assiste un’altra donna che sembrava piú vecchia di lei, ma che alla fine era sua figlia ammalata di Aids, e subito dopo davanti ai nostri occhi questa povera ragazza si é spenta. Mi ha ha colpito la tenerezza delle giovani sorelle di Madre Teresa nel prendersi a cuore questa povera ragazza e di sua mamma afflitta, un’amore che si china su questa umanitá sofferente, senza barriere di colore, di pelle, di nazionalitá, di credo e soprattutto di pregiudizi.   

La settimana scorsa il 10 ottobre festa del nostro Comboni abbiamo avuto le votazioni.  La Chiesa ha fatto un lavoro straordinario, soprattutto con la radio, per permettere che tutto si sfolgesse con trasparenza e onestá. Tutto é riuscito bene, ma quante minacce arrivano a chi accompagnava questo cammino per stare accanto al popolo semplice,  e da tanto tempo privato dei  suoi diritti.  In questo mi ricorda  le parole di Gesú: “se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”, ma non aver paura,...La Settimana scorsa poi nella nostra zona, un gruppo di giovani, con il nome ”non mangi!” hanno cominciato a creare problemi gravi attorno a loro, segno chiaro di una gioventú che si sente spesso rifiutata  e che non trovando porte aperte e un lavoro per sostentarsi, diventano a volte aggressivi. Fatti che ci interrogano e ci spingono a trovare strade nuove insieme, aiutandoli a credere che la loro vita ha un senso, che Qualcuno li ama e lotta perché la loro vita abbia dignitá e non sia percepita come possibilitá di sfruttamento. In questo le ragazze pagano il prezzo piú alto. Grazie a Dio le comboniane fanno un grande lavoro per offrire a loro dignitá, accoglienza e futuro.

Domani, seguendo il programma missionario con i giovani ritorneró a visitare il carcere con loro. L’altra volta che sono entrato per visitarli e pregare con loro, ho commentato Mt 25, dove Gesú si riconosce nel carcerato visitato. Avevo un pó di timore, pensando che non avrebbero avuto voglia di ascoltare la parola, invece quanta sete di Dio e di veritá, in chi si ´e trovato spesso in un cammino di menzogna e ingannato da quel spirito menzognero che Gesú ci avvisa di stare attenti. Avevo davanti a me circa 70 giovani, che ascoltavano con attenzione, pregavano e cantavano con voce forte per esprimere il loro grazie a Dio e la loro gioia di essere stati visitati. Quando li abbiamo lasciati ci hanno pregato di non abbandonarli, perché il loro cuore ha bisogno di luce e perdono.  Uno di loro terminata la pena, mi ha chiesto di benedirlo, un’altro anch’egli terminati i suoi giorni di reclusione é venuto a presentarsi in parrocchia per camminare con noi; queste sono le nostre gioie piú belle (era perduto ed é stato ritrovato, lc 15).

Cari amici potrei raccontarvi tanti altri fatti di vita, dove ogni giorno accanto a loro apprendo a vivere un pó di piú la bellezza del vangelo di Gesú, cosí come comprendere  quanto devo anch’io convertirmi nel cuore, nella mente per agire in modo piú evangelico, ma non vi voglio stancare. Cari amici, so che molti di voi in questi tempi soffrono, vedendo che la nostra terra in cui siamo nati e abbiamo respirato la gioia di un vangelo che ci ha portato speranza, pace e accoglienza reciproca, ora é spesso avvolta in un clima di tensione, ... di segni forti di resistenza a fidarsi di quel vangelo che é e sará sempre “ stoltezza per i dotti, ma sapienza di Dio per chi ha il coraggio di credere che é l’unico cammino possibile, per costruire assieme un’umanitá dove tutti ci sentiamo dono l’uno per l’altro, perché cosi Lui ci ha sognato”.

L’Africa stessa accoglie 18 milioni di rifugiati, la sola cittá di Laos, capitale della Nigeria ne accoglie 700.000  persone l’anno, tante quante l’Europa ne accoglie in un anno, ma questo non fa rumore. L’ Italia stessa ha piú di 5 milioni di italiani immigrati in questi tempi all’estero, ma questo non crea problema come avviene per gli immigrati che passano da noi, cosí non creano rumore le tanti armi che arrivano qui fabbricate nelle nostre terre destabilizzando quest’Africa giá martoriata. Non sará allora arrivato il tempo di vedere la vita con occhi e prospettive nuove, che ci  permettono di essere nuovamente quel segno di speranza per quell’umanitá che per tanto tempo si é sentita “non avente diritto di poter sognare un mondo migliore? ”. Penso che se avremo il coraggio di accoglierla nel cuore e tracciare insieme percorsi di vita, sono certo che essa stessa ci donerá tanto di piú di quello che noi possiamo donarle. Il vangelo di Gesú é difficile capirlo e accoglierlo con il cuore, ma se lo accetti di viverlo ti destabilizza, ma poi ti ricrea con quella creativitá che lo spirito di Gesú sa consegnarci.

  Un grazie a ciascuno di voi carissimi, per l’amore, l’interesse e il sostegno con la preghiera e l’aiuto  che sapete donarci a noi famiglia comboniana e a questo popolo stupendo, che il buon Dio ci ha chiamato a condividere la nostra vita. Buona missione carissimo\a, anche a te e ricordati che la tua vita é una missione, ci dice Papa Francesco, e lo sará sempre se tu lo vorrai; una missione che solo tu potrai compiere come Lui ha sognato per te. Coraggio,...Lui scommette sempre su di Te.

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Uniti nella forza della preghiera, dal Mozambico Davide

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