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Lettera di Natale di suor Lorena Ortiz, missionaria comboniana a Lomin, Kajo-Keji, Sud Sudan.

Un santo, sereno e gioioso Natale

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Cari amici e amiche care! Ricevete il mio sorriso e il mio abbraccio, spero che questa mia lettera vi trovi in buona salute del corpo e dell’anima. Vi scrivo per condividere un po’ di ciò che vivo qui in Lomin, Kajo-Keji, South Sudan, e soprattutto per augurarvi un Santo, Sereno e Gioioso Natale.

(Scusate che scrivo al plurale, vi assicuro che il mio pensiero è al singolare per ciascuno di voi).

Santo Natale! perché durante tutto il tempo di Avvento ci sono state donate delle bellissime letture, dalle Sacre Scritture. Sono le antiche profezie che annunciavano già in tempi lontani la venuta del Messia in mezzo a noi. Ogni profeta sogna i sogni di Dio e al tempo stesso si assume le sfide del suo contesto e la difficoltà di annunciare parole, sogni e immagini che sembrano contraddire la realtà presente in mezzo al suo popolo. Quei sogni sono storie di moltitudini che cercheranno il Signore affinché Lui gli insegni le Sue vie. Racconti di un Sovrano che eserciterà il suo potere e la sua autorità sulle nazioni, gli abitanti trasformeranno le spade in aratri e le lance in falce, nessuno nel popolo sarà mai più trainato per la guerra, (nemmeno per le missioni di pace armate). Lo spirito di Dio, spirito di sapienza, intelligenza, consiglio e potere si farà presente in quel Messia. Lui guiderà e giudicherà con integrità tutti e in equità i poveri della terra. La Sua Parola è potente e porta condanna al malvagio, la Sua integrità farà che nella terra ci sia pace vera, armonia tra l’agnello e la pantera, il vitello e il leone, il bambino e il serpente; non c’è più inimicizia, malvagità, antagonismo perché tutto sulla terra sarà in armonia con il cielo. Ci sarà un grande banchetto con cibi prelibati e vini raffinati per tutti i popoli, non ci sarà più morte né dolore perché Dio asciugherà ogni lacrima. Il profeta chiama il suo popolo a porre tutta la fiducia nel Messia che viene, perché quel giorno i ciechi riavranno la vista, i sordi udiranno parole di vita, i poveri esulteranno in questo Dio vicino a loro, perché finirà il tempo dei tiranni che li opprimevano. Il deserto fiorirà e i deboli si rinforzeranno, nel deserto si aprirà una via per il Messia che viene pieno di tenerezza, come un pastore che nutre il suo gregge e porta gli agnellini nelle sue braccia vicino al suo cuore e alle madri le porta a riposare. Le immagini profetiche della Scrittura continuerebbero a lungo, ma mi fermo qui.

Il nostro mondo ha bisogno d’imparare a vivere come Dio sogna che viviamo, come le profezie lo descrivono; e noi siamo in cammino cercando di capire come fare questo.

Tutte queste immagini sono oggi più che mai la speranza per il nostro popolo qui in S Sudan. Per me sono parole di verità perché in qualche modo ho già visto la realizzazione di queste realtà, anche se non ancora la pienezza e totalità di queste profezie. Molte persone sanno soffrire con dignità, sanno sperare in Dio con una fede semplice e concreta, molti sono impegnati in vie di dialogo, perdono e riconciliazione, costruiscono la pace e la fraternità. Ci sono altri che ancora non cercano Dio, Dio non regna ancora nei cuori di molti. Qui ci sono piccoli negozi, e alcune persone vivono di questi piccoli business, alcuni ci dicono che non c’è tempo per andare a pregare la domenica, devono lavorare pensando al domani, al denaro, al profitto; e certo che ne hanno bisogno! Ma è Dio stesso che gli da' la forza, l’energia e la capacità per fare tutto ciò che fanno, e non c’è tempo due ore per andare a lodare il Suo Nome santo, ringraziare per tutti i benefici, affidare tutte le preoccupazioni? Il problema di sempre è o Dio o il denaro! Anche per i poveri questo è un problema! Dio non regna ancora nei cuori di molti, ricchi e poveri, Dio è come un accessorio e alcune persone pensano di non avere bisogno di Lui. Il nostro mondo ha bisogno d’imparare a vivere come Dio sogna che viviamo, come le profezie lo descrivono; e noi siamo in cammino cercando di capire come fare questo.

 

Sereno natale! Si, sereno perché in totale fiducia nel Dio che è venuto, nell’Emanuele che è con noi e nel Dio che verrà ancora come promesso. Il Messia è già venuto nel suo tempo e nel suo spazio, ha narrato il cuore di Dio Papà, ci ha mostrato un modo di convivenza possibile, diverso, ci ha rivelato la fedeltà di Dio nel perdono, la tenerezza e la compassione. Questi sono motivi per essere sereni perché Dio è rimasto in mezzo a noi, l’Emanuele, il Dio con noi è presente in mille modi e solo i cuori che lo temono sono in grado di riconoscerlo. Chi non lo cerca, non lo teme, non lo ama immagina che tutto questo è una fiaba. La serenità che il Bambino ci porta è integrità, è capacità di affidamento, di rilassarci in Lui, perché Lui c’è. Qui in questi giorni abbiamo vissuto momenti di molta incertezza, di tensione, rumori annunciavano che i soldati stavano arrivando e che ci sarebbe stata guerra. Abbiamo visto ogni giorno un esodo massivo di persone fuggire con le loro appartenenze: fagotti sulla testa, nelle spalle, i bimbi, gli anziani, uomini e donne, molti in cammino verso l’Uganda, verso i campi profughi. Questa gente teme la guerra e sa che quando c’è guerra c’è anche saccheggio e i loro pochi beni, acquisiti con tanto sudore, vengono derubati o distrutti. Questa situazione l’abbiamo vista per più di un mese, gente in cammino per ore e ore sotto il sole. Mi veniva alla mente la canzone: “Un popolo cammina per il mondo, gridando Vieni Signore!, un popolo che cerca in questa vita, la sua libertà…” Noi abbiamo anche considerato in questa situazione, cosa fare, se andare via anche noi o restare, ma in realtà non è successo fin’ora nessun attacco massivo. Purtroppo sentire che qualcuno è stato ucciso qui e là perché sospettano che sia con il governo è diventato normale (la nostra zona è a maggioranza opposizione). Qui la situazione non è ancora terribile, è tesa, ma nello stesso tempo c’è gente che non si è mossa da casa e dice che non partirà perché confida in Dio, che Dio proteggerà tutti e non permetterà che il suo popolo muoia. Viviamo davvero il già e il non ancora della realizzazione di questo Regno Messianico.

 

Gioioso Natale! La venuta del Signore porta gioia nei cuori che l’aspettano, che lo desiderano, che sentono il bisogno di avere la consolazione di Dio. Dio è venuto, è rimasto con noi, e verrà ancora nella seconda venuta come promesso da Lui stesso, e noi ci crediamo, e noi speriamo, e noi ci fidiamo della fedeltà di Dio, e questo è motivo di gioia profonda. Dio è con noi, non si è dimenticato di questa umanità, non ci ha lasciato in balia del nostro proprio destino di autodistruzione, NO! Noi gli stiamo a cuore profondamente, Lui ci ama, Lui s’interessa di noi, il Suo amore per noi ha fatto si che valesse la pena incarnarsi, vivere con noi la nostra realtà, subire il potere della violenza disumanizzante, la tortura e la morte … ma con la Sua risurrezione ci ha anche raccontato che l’amore è più forte della morte, la luce più forte delle tenebre, la fedeltà più forte della paura; solo Dio poteva inventare una fiaba così bella! E a noi ci riempie di gioia questo Dio con noi apparso piccolo, tenero bimbo, indifeso, minacciato, povero, come tanti uomini e donne della terra oggi.

Qui noi camminiamo con la nostra gente, cerchiamo di condividere le loro gioie e speranze, paure e l’insicurezza per portare tutto a Dio, Lui che può portare tutto alla pienezza e all’integrità.

Con questa lunga condivisione vi porgo i miei migliori auguri di un Santo, Sereno e Gioioso Natale. Possa il Signore benedirvi tanto nell’anno venturo, mentre continuiamo nell’attesa della Sua Seconda Venuta.

 

Vi abbraccio forte, non dimentico nemmeno uno, e vi voglio bene.

 

Lorena Ortiz. (Qui mi chiamano Ponì, in Kuku significa “venuta tra noi” , la gente è carina)

 

Lomin, 20 Dicembre 2016

di: suor Lorena Ortiz

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