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L'impegno di "Nuestros Pequeños Hermanos" ad Haiti

La condizione dell'infanzia

Nuestros Pequeños Hermanos (I nostri piccoli fratelli) è un’organizzazione umanitaria internazionale, che da 50 anni salva i bambini orfani e abbandonati nelle sue case orfanotrofio ed ospedali in Messico, Guatemala, Nicaragua, Honduras, El Salvador, Repubblica Dominicana, Haiti, Perù.

L’IMPEGNO AD HAITI
Haiti è uno dei paesi più poveri al mondo, un bambino su tre muore prima dei cinque anni di malattie curabili, l’80% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno, il 70% è disoccupato o vive di lavori saltuari, 300.000 bambini vivono in condizioni di schiavitù (i cosiddetti “restavek”), clandestinamente, senza alcun diritto. In Haiti, N.P.H. è presente da 20 anni, sotto la guida di Padre Richard Frechette, americano, sacerdote e medico chirurgo, ogni giorno in prima linea per salvare i bambini orfani e abbandonati nei quartieri più degradati della capitale. Sono numerosi i progetti realizzati: un orfanotrofio a Kenscoff che accoglie 600 bambini, 17 Scuole di strada nelle periferie più degradate della capitale, che accolgono ogni giorno oltre 3000 bambini sottraendoli così al giro della prostituzione, della droga e del lavoro minorile, una clinica mobile composta di 5 medici e 4 infermieri volontari che ogni giorno si reca negli slums di Port au Prince a recuperare i bambini moribondi abbandonati tra la sporcizia e le casupole di lamiera, e un nuovo ospedale pediatrico a Tabarre - Chateaublond periferia di Port au Prince.

IL NUOVO OSPEDALE PEDIATRICO N.P.H. SAINT DAMIEN
Il nuovo ospedale pediatrico Saint Damien N.P.H. è stato inaugurato lo scorso dicembre 2006. Si tratta di un edificio di due piani, lungo 80 metri e largo 40, l’ospedale sarà dotato a regime di 350 posti letto, è dotato di due sale operatorie, un day-hospital, pronto soccorso, un reparto per la cura dei tumori infantili e un reparto di terapia intensiva per il recupero dei bambini malnutriti; un health building per i programmi di vaccinazioni e prevenzione di malattie infettive per la comunità, e salverà 40.000 bambini l’anno da malnutrizione, tbc, infezioni, tumori.
Il progetto ha dato impiego e quindi sostegno a 200 operai haitiani e le loro famiglie. Lo staff che ne assicura il funzionamento è di 150 persone, tra medici, infermieri, personale addetto alle cucine, alla custodia e alle pulizie, tutti haitiani, cui si aggiungono i volontari N.P.H da tutto il mondo.
 

Le scuole di strada di N.P.H. Haiti: una speranza concreta per i bambini altrimenti senza futuro
Le “Scuole di strada” sono state organizzate da N.P.H. per i bambini che appartengono a famiglie troppo povere per frequentare la scuola, per poter mangiare, per essere curati se malati. Padre Rick, direttore di N.P.H. Haiti le descrive con la parola creola “encadrement”: abbraccio di amore, accoglienza, protezione, guida per la costruzione di un futuro che questi bambini altrimenti non avrebbero.
Le scuole di strada sono già 17 e accolgono oggi ogni giorno nei più poveri sobborghi di Port au Prince, in fabbricati di lamiera, 3000 bambini tra i 2 e 16 anni, con veri e propri programmi scolastici ed educativi, fornendo loro un pasto caldo, una divisa pulita, libri, matite e quaderni.
Lo scopo è sottrarli ai rischi di abusi, droga, prostituzione, lavoro minorile, che la vita di strada comporta, fornire a loro e alle loro famiglie cibo ogni giorno; vaccinarli e curarli se malati; dotarli di un’istruzione di base che possa permettere loro di accedere a scuole riconosciute e imparare un mestiere, per diventare cittadini indipendenti, ma soprattutto restituire loro dignità ed umanità trasmettendo valori ed esperienze positive, la fiducia in se stessi e nel mondo che li circonda.
Gli insegnanti delle scuole di strada sono 80 e quasi il 50% è costituito da ex ragazzi di strada cresciuti nell’Orfanotrofio N.P.H. di Haiti, che in questo modo trovano un’occupazione che permette loro di sopravvivere.

La disabilità in Haiti.

Haiti non offre nulla per i bambini con handicap fisici e psichici. Nessun centro per la diagnosi, per la riabilitazione, per la distribuzione di medicinali antidolore, né carrozzine o supporti indispensabili per tenere un bambino paraplegico in condizioni accettabili di vita. Molti vengono abbandonati, perché le famiglie non sono in grado di prendersi cura di loro. Madri disperate chiedono aiuto a N.P.H. per i loro bambini, che in mancanza di informazione e assistenza sottopongono a riti voodoo pensando siano colpiti da una maledizione. Le disabilità più frequenti sono invece legate a patologie e malnutrizione della mamma durante la gravidanza, complicazioni al parto, malattie contratte nei primi anni di vita in mancanza di vaccinazioni.
N.P.H. da tempo sull'isola ha avviato dei progetti di assistenza per i bambini con handicap. Presso la casa orfanotrofio di Kenscoff sono accolti 45 bambini disabili abbandonati dalle famiglie per la gravità dei loro handicap. Questi bambini e ragazzi vivono insieme in una delle casette della struttura N.P.H., Kay Christine. Fanno fisioterapia ogni giorno, periodicamente anche ippoterapia, sono impegnati in workshop e sono molto integrati nella vita del resto dei bambini della Casa: la loro produzione di peanut butter è il regalo per i loro “fratellini” che festeggiano il loro compleanno proprio a Kay Christine. E visto che nella casa sono accolti 600 bambini, ogni giorno c’è una festa a Kay Christine!
Presso il nuovo ospedale N.P.H. Saint Damien è attivo un reparto in day hospital che assicura fisioterapia e un pasto a circa 100 bambini che ogni settimana si recano presso il centro, grazie ad un bus N.P.H. che li preleva e li riporta alle loro case negli slums. Ai meno gravi sono forniti ausili come busti e stampelle. Le mamme vengono istruite su come fare loro stesse fisioterapia ai loro bambini a casa.

PADRE RICK, UN UOMO FUORI DAGLI SCHEMI.
Padre Richard Frechette, per tutti Padre Rick. Sacerdote e medico chirurgo originario del Connecticut, fisico possente, un uomo "fuori dagli schemi", un’intera vita dedicata ai bambini di Haiti.
Ordinato nel 1979 presso il monastero dei Passionisti a New York (U.S.A.), dopo essere stato parroco di Saint Joseph, a Baltimora e aver gestito un orfanotrofio ad Honduras, arriva ad Haiti nel 1986 all'età di 33 anni, grazie a Padre William B. Wasson, fondatore di N.P.H.

Ad Haiti riceve in donazione un vecchio hotel a 5 piani in disuso e ne fa il primo ospedale N.P.H., il vecchio ospedale St Damien. All’inizio si chiamava ospizio perché accoglieva i bambini moribondi per accompagnarli alla “dolce” morte.
Non c’erano i soldi né i mezzi per terapie del dolore e l’unica medicina era nutrirli d’amore e dare loro una degna sepoltura. Padre Rick non volle arrendersi e, dopo poco tempo trascorso ad Haiti, tornò a New York per studiare e diventare medico; nel 1987 terminati gli studi torna ad Haiti per operare in prima linea. Presto, comunque, risultò evidente che la maggior parte di quei bambini non sarebbe morta se solo ci fosse stato un posto dove curarli nel modo adeguato: da qui il sogno di un nuovo ospedale pediatrico, per salvare migliaia di bambini altrimenti senza speranza.
Padre Rick ha fondato 20 anni fa anche l’orfanotrofio "Casa Sainte Hélène", a Kenscoff, vicino Port-au Prince, che ospita circa 600 bambini orfani e abbandonati.
Padre Rick è anche un vero maratoneta non solo per la vita frenetica che svolge: impegni pastorali, visite mediche, commissioni, riunioni in ospedale e nelle scuole di strada. Abituato a percorrere molti Km di corsa in salita quando qualche bambino è in condizioni gravi, ha partecipato per anni alla maratona di New York e ha scalato l'Aconcagua, la più alta montagna dell'Argentina per raccogliere fondi per aiutare i bambini. Diversi gli incontri con Papa Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta, per lui grandi punti di riferimento.

Scrive Padre Rick: "Non è necessario commentare la povertà di Haiti, che risulta evidente dai dati registrati dall’O.N.U. nell’ultimo report pubblicato; ma uno dei primi modi in cui questa povertà si è manifestata a noi, nel suo aspetto più drammatico, è la moltitudine di bambini in fin di vita che sono stati abbandonati sulle porte del nostro orfanotrofio nel 1987 quando abbiamo aperto la prima clinica. Non avevamo i mezzi per offrire a tutti quei moribondi la salvezza, ed infatti la prima clinica che abbiamo aperto era per assistere i bambini in una morte dignitosa e non per offrire loro una speranza di vita.
Presto, comunque, risultò evidente che la maggior parte di quei bambini non sarebbe morta se solo ci fosse stato un posto dove curarli nel modo adeguato. Un posto così non esisteva in tutta l’area metropolitana, né per ricchi, né per poveri. Ecco perché il nostro ospedale è cresciuto negli anni, salvando un numero incalcolabile di vite nell’ultimo decennio. L’abbiamo condotto a pieno regime con oltre 1800 ricoveri e oltre 20.000 visite ambulatoriali all’anno, per molti anni, e abbiamo dato assistenza anche a molti bambini in day hospital.
Nel 1987 il reddito medio pro capite annuo era stimato pari a 360 US $. Oggi, 14 anni dopo, secondo un recente report della World Health Organization (Organizzazione Mondiale della Sanità) è pari a 280 US $. La capitale e tutte le sue strutture sono in decadimento. I poveri sono sempre più poveri e ancora non esiste un centro adeguato dove possano tutti portare i propri bambini quando hanno bisogno di assistenza medica. Attualmente, e mi riferisco sempre ai dati riportati dalla World Health Organization, oltre la metà dei decessi si verificano tra i bambini di età inferiore ai 5 anni. Qui, precisamente, è dove si focalizza il nostro target di assistenza. Infatti i nostri attuali 100 letti sono occupati da pazienti di età da 0 a cinque anni. Si fa sempre più urgente aumentare i posti letto nel reparto di terapia intensiva: il numero dei posti limita i possibili ricoveri di bambini affetti per esempio da meningite i quali, senza un immediato trattamento, vanno incontro senza motivo a gravi paralisi per tutta la vita o a ritardi mentali ineliminabili.
L’unica struttura ospedaliera che esiste a Port-au-Prince è stata costruita quando la popolazione era di circa 200.000 persone. Ora la popolazione nell’area metropolitana è di oltre due milioni di persone! Oltre alle dimensioni inadeguate, anche le condizioni di questo ospedale sono fatiscenti e le cure insufficienti anche per chi ha i mezzi per pagare.
In questa abominevole situazione, la costruzione da parte di N.P.H. di un vero e proprio ospedale è stata attesissima da tutti, da chi sta nei palazzi del Governo e da chi sta nei bassifondi. Tutto il personale in forza nel vecchio ospedale è stato trasferito nella nuova struttura per renderla immediatamente funzionante.”


Fonte: http://www.nphitalia.org

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