Mt 17, 1-8: Oltre il sistema
Catechesi e condivisione GIM1 Venegono - Febbraio 2014
OLTRE IL SISTEMA (MT 17, 1-8). LA TRASFIGURAZIONE.
Catechesi e condivisione GIM1 Venegono - Febbraio 2014
“Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.”
Catechesi di p. Damiano
In questo brano troviamo la seconda e ultima volta che il Padre parla nel vangelo di Matteo. Il Padre conferma Gesù come suo amato. Dopo la Trasfigurazione il Padre non parlerà più. Attraverso il mistero pasquale Gesù diventerà la parola finale per noi: “ascoltatelo”. La trasfigurazione ci viene narrata a metà della vita terrena di Gesù. È il cuore della storia.
Chi è il discepolo? È colui/colei che obbedisce alla voce del Padre che dice: “Ascoltatelo”. Ascoltare Gesù significa seguirlo per fare del mondo una famiglia di sorelle e fratelli.
Questi tre discepoli sentono ora il Padre che chiama il Figlio, nel Getzemani sentiranno il Figlio che chiama il Padre.
Pietro è contento: “E’ bello essere con Lui altrove è brutto”. “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14,9).
Di Dio non conosciamo il volto ma la Parola. Niente immagini. Solo ascoltando la sua Parola diventiamo figli e figlie.
“Questi”: è Gesù che Pietro ha riconosciuto come il Cristo e il Figlio di Dio, ma non ancora il Figlio dell’uomo sofferente.
La trasfigurazione comincia quando, invece di pensare e ascoltare noi stessi, ascoltiamo e pensiamo a lui.
“Non dite a nessuno questa visione”: la gloria deve rimanere segreta prima della croce, perché è incomprensibile prima della risurrezione.
Per la riflessione:
• Nella mia vita sono disposto a salire?
• Quali sono i miei sogni?
• Sono disposto/a a scendere per annunciare?
Condivisione a gruppi
Nella condivisione ci siamo lasciati guidare dalle domande proposte per la riflessione. Abbiamo condiviso la difficoltà di salire, perché spesso ci si trova a dover progredire verso un qualcosa che non si conosce o non è ben definito, chiaro. Questo risulta un po’ destabilizzante per le nostre sicurezze.
Per salire occorre mettere in gioco tutto se stessi per poter raggiungere la meta, che spesso è necessario sia chiara e ben definita in modo che si possa affrontare la salita. La salita (la fatica) fa paura soprattutto se si ha davanti un cammino lungo con una meta non proprio chiara, forse è necessario lasciarsi guidare dalla Parola di Dio passo dopo passo senza guardare l’intero percorso. Abbiamo parlato di “vocazione” e abbiamo condiviso le necessità e le difficoltà di un percorso lungo, magari non proprio chiaro.
Abbiamo concluso con una domanda: “come facciamo a scendere per annunciare, se ancora non siamo saliti?”
Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare due testimonianze che ci hanno aiutato a capire come è possibile andare oltre il sistema. Benedetta, una giovane avvocatessa che cerca di risolvere i problemi legali degli immigrati, ci ha reso partecipi del suo lavoro e dei suoi sforzi per cercare di dare una vita migliore a queste persone in difficoltà, mettendosi in gioco in prima persona e dando il massimo.
Padre Franco Crescinbene, missionario comboniano in Colombia, ha condiviso con noi quello che fa nella sua missione e come ha scelto di condividere tutto con le persone più povere della missione. Mi ha colpito come il “potere” della condivisione possa essere un enorme strumento per l’evangelizzazione.