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Annunciare e vivere il Vangelo come comunità...è contagiare gli altri

GIM 1 Padova - 20-21 Aprile 2013

 

Catechesi del Gim 1 20-21 Aprile 2013

 

Atti degli Apostoli 2, 42-47

 

Annunciare e vivere il Vangelo

 

come comunità...è contagiare gli altri.

  

Canto allo Spirito

 

 

 

Salmi 133 e 134

 

1 Ecco quanto è buono e quanto è soave

 

che i fratelli vivano insieme!

 

2 È come olio profumato sul capo,

 

che scende sulla barba,

 

sulla barba di Aronne,

 

che scende sull’orlo della sua veste.

 

3 È come rugiada dell’Ermon,

 

che scende sui monti di Sion.

 

Là il Signore dona la benedizione

 

e la vita per sempre.

 

 

 

1 Ecco, benedite il Signore,

 

voi tutti, servi del Signore;

 

voi che state nella casa del Signore

 

durante le notti.

 

2 Alzate le mani verso il tempio

 

e benedite il Signore.

 

3 Da Sion ti benedica il Signore,

 

che ha fatto cielo e terra.

 

I credenti erano insieme...

 

Il testo degli atti che ci aiuterà oggi a riflettere, richiama lo stile di vita delle prime comunità dei discepoli di Gesù. Esso è preceduto dalle parole di Pietro pronunciate nel giorno di pentecoste, le quali provocano negli ascoltatori un sentimento di dolore e pentimento “ il loro cuore rimase trafitto ” per ciò che hanno fatto a Gesù l'inviato e il servo fedele del Padre. Gli ascoltatori di Pietro poi sono portati a chiedersi: Che dobbiamo fare?”. La risposta dell'apostolo è di rivedere il proprio modo di ragionare, sentire e valutare (conversione), perché esso possa provocare nel cuore di ciascuno una nuova rinascita nello spirito del Risorto (battesimo in Gesù), per divenire capaci di rendere visibile e vivere il sogno di Dio di una nuova umanità (ricevere il dono dello Spirito) e vincere la divisione e la menzogna che si annida nel nostro cuore (remissione dei peccati). Il risultato è una vita nuova ( vita salvata), sostenuta da 4 pilastri:

 

1- l'insegnamento degli apostoli- ( Parola vissuta)

 

 2- la comunione dei beni - (condivisione che crea e rafforza la fraternità)

 

3- l'eucaristia - (saper ringraziare,riconoscere che tutto è dono)

 

4 - la preghiera - ( riconoscere di avere un padre cui dialogare e sentirsi amati

 

Atti 2,42

 

Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli nella comunione nello spezzare il pane e nelle preghiere. Ora un timore c'era in ogni anima; infatti accadevano molti prodigi e segni. Ora tutti i credenti erano insieme e avevano comuni tutte le cose e le proprietà e le sostanze vendevano e le dividevano tra tutti secondo le necessità che ciascuno aveva e ogni giorno erano perseveranti unanimemente nel [ tempio e, spezzando il pane in casa, prendevano insieme il cibo con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e avendo favore presso tutto il popolo. Ora il Signore, ogni giorno, aggiungeva insieme i salvati.

 

Il sogno di una vita salvata

 

 

 

Questo è un testo che ha ispirato le cose più belle all’umanità che si siano mai pensate, ripreso sia dal monachesimo antico, sia in tutte le utopie, con l’attenzione agli ultimi, la solidarietà; cioè, tutto ciò che c’è di buono, bello e divino al mondo lo si vede qui condensato. E non solo vita bella e buona, ma vita possibile e reale. Potremo dire anche: non solo vita possibile e reale, ma forse anche l’unica sostenibile oggi. Comprendiamo che è bella perché per altre vie non si va molto in là. 

 

Questa non è un’utopia realizzata, perché l’utopia resta sempre più in là. Invece è un’utopia storicizzata che si vive nella quotidianità, che non si impone, che è un gesto di suprema libertà, di persone che hanno capito e che riescono a stabilire finalmente quello che ogni uomo vorrebbe: " che il lupo dimori con l’agnello" come ci dice la profezia di Isaia. E qui si riesce a far questo, questo è il grande sogno, da Caino in poi.

 

Questo testo ci presenta il modello della vita “salvata”. Sappiamo cosa vuol dire “salvato”; quando uno fa un lavoro al computer, magari molto impegnativo e per lungo tempo e si dimentica di salvarlo; gli scompare tutto. Lo stesso vale per la nostra vita. Se non è “salvata”, ancorata a ciò che tiene, a certe cose, è una vita da nulla, che vive nel nulla, anzi che produce il nulla e la morte. Quindi si intende una vita che sia vivibile, bella e piena, una vita dove appunto si può vivere con l’altro, senza mangiare l’altro;

 

 

 

La bibbia annuncia un sogno

 

 

 

 Non l’umanità in funzione di tutte le cose, ma tutte le cose, tutti i beni in funzione dell’uomo, questo è il grande sogno della Bibbia nell’Antico Testamento. Nel Levitico al cap. 25 si parla dell’anno sabbatico, dell’anno giubilare in cui si creano le condizioni per vivere sulla terra. la terra serve per vivere e la vita è vivere con gli altri. Se invece fai della terra e dei beni l’oggetto di possesso allora diventi feticista e idolatra, sacrifichi la tua vita alle cose e ammazzi gli altri, sperperi i beni, li usi solo per uccidere i fratelli i quali fanno altrettanto e il mondo diventa l’inferno che conosciamo bene e che fa molta notizia. Però noi non siamo fatti per questo, siamo fatti per una vita bella, che qui viene descritta .

 

Tra l’altro, Gesù nel Vangelo di Luca 4, 14-21, nel suo discorso inaugurale, cita proprio Lev. 25 attraverso Isaia, quando si alza e dice:" sono venuto per annunciare l’anno di grazia del Signore, dove si rimettono i debiti, si vive da fratelli e da figli di Dio".

 

E Gesù dice:Oggi si compie questa Parola. Cioè Gesù è venuto per compiere oggi questa Parola che c’è da sempre. Ed è l’unica Parola che rende possibile la vita, perché siamo figli di qualcuno – se no, non esistiamo – e siamo fratelli. Altrimenti si distrugge la vita. E Gesù dice “oggi”, cioè oggi sei chiamato a vivere da figlio di Dio, cioè da fratello e da sorella.

 

 

 

Erano perseveranti nell’insegnamento degli Apostoli, nello spezzare il pane, nelle preghiere.

 

 

 

E qui si parla di perseveranza.

 

 Fare il bene è molto facile per mezz’ora, un’ora, un giorno. Portarlo avanti è più bello, perché se poi lo interrompi è peggio. La perseveranza è uno dei temi fondamentali. Siccome viviamo nel tempo, il tempo in cui viviamo bene è tempo vivo, il tempo in cui viviamo male è tempo morto. Se si fa il bene solo all’inizio, un poco, e poi tutto il resto è contrario, non si costruisce nulla che dia consistenza alla vita.

 

Ricordo in Mozambico una piccola comunità cristiana, chiamata Namicompe, essa sembrava all'inizio un gruppetto di poco conto, ma la loro perseveranza di ritrovarsi ogni giorno prima del lavoro nella loro semplice cappella, per affidare la  loro giornata a Dio e alla sera prima di mangiare per ringraziare per i doni ricevuti,  soprattutto quello della forza di amare gratuitamente; alla fine, questo piccolo gruppo di cristiani con il loro vivere gioiosamente impegnati per il bene di tutti, avevano contagiato gran parte della popolazione che accorreva a loro per unirsi in questo stile nuovo di vita. Tutto ciò grazie alla loro perseveranza.

 

 

 

Erano perseveranti nell'insegnamento.

 

 

 

 Per capire bene questo, è necessario richiamare che in Israele i tre grandi pilastri della vita sono: la legge ,il culto, la giustizia. E per giustizia si intende la condivisione col povero, così che ci sia giustizia con tutti, perché siamo fratelli. Per prima cosa i discepoli perseveravano nell’insegnamento degli Apostoli. Gli Apostoli raccontavano quel che Gesù ha fatto, come ha vissuto da figlio e da fratello; sono i Vangeli. E questo racconto è il fondamento della nuova cultura, della nuova Torah. Cioè, il vero uomo, la perfetta immagine di Dio, è quel Figlio che si è fatto ultimo di tutti, fratello di tutti e che ci ha insegnato che Dio è solo Amore e questo è l’insegnamento degli Apostoli. E Dio, essendo amore, vuole comunicare se stesso, desidera che viviamo di lui e che siamo uguali a lui, così come in ogni amore c’è questo scambio. Per quanto l'uomo o la donna siano lontani da Dio, per quanto peccatrici, hanno questa stupenda dignità da scoprire.

 

 

 

Il vero insegnamento è la vita vissuta di Gesù

 

 

 

La cosa straordinaria dell’insegnamento di Gesù è che lui dice poco che cosa insegna. Si dice invece con chiarezza quello che fa, perché il vero insegnamento è ciò che realizza, come Dio. Le uniche parole che dice sono le parabole, che sono enigmi, se non le applichi alla sua vita, e poi il discorso sul futuro è ancora più enigmatico, sulla fine del mondo, se non scopri che è esattamente ciò che lui ha realizzato con la morte in Croce, cioè la morte del mondo vecchio. Abbiamo i saggi che spiegano tante dottrine, i guru che dicono tante cose, Gesù invece non fa esercizi peculiari per sollevarti da terra; ha fatto il carpentiere trent’anni, poi è andato un po’ in giro, si è messo un po’ contro gli scribi, i potenti, i teologi e altri e poi l’hanno fatto fuori. Però aveva qualcosa da dire e l’ha detto brevemente. Soprattutto ha fatto, quello che leggiamo nel Vangelo.

 

 

 

Per chi apre gli occhi il vangelo è una miniera infinita

 

 

 

 L' insegnamento degli Apostoli ci è data per aprire gli occhi. Ma che importanza ha per noi la lettura del Vangelo? Vi accorgerete che più ci tornate sopra più è una miniera infinita, perché non sono delle idee, ma sono dei fatti, e il fatto ogni volta che lo vedi è diverso, perché hai camminato tu, hai capito tu, hai fatto esperienza e quello ha una densità totalmente diversa rispetto a come l’avevi visto la prima volta. E ci puoi tornare all’infinito, perché in fondo i fatti sono tutti eventi d’amore e l’amore più lo capisci più ti appassiona. E allora il primo pilastro è questo:insegnamento = il vissuto.

 

 

 

Chiamati a relazioni dia-boliche o sim-boliche?

 

  

 

Il grande sogno dell’uomo è vivere in comunione, in relazione, perché l’uomo è amore - è a immagine di Dio - se è da solo non esiste; come il marito senza la moglie, non esiste né l’uno né l’altro. Possiamo dire che: noi siamo le relazioni che abbiamo. Le relazioni possono essere diaboliche, di divisione o simboliche cioè di comunione. La verità è simbolica ( sim-ballo = mettere insieme, unire), ci mette in comunione e fa del nostro limite il luogo della fraternità. La menzogna invece è dia-bolica= divide , separa, corrompe e distrugge i rapporti, essa serve per dominare l’altro e ci mette in divisione e in lotta gli uni con gli altri. La conosciamo molto bene, il problema del mondo è la divisione ( vedi l'Italia in questi giorni). Le differenze invece di essere vissute come ricchezza comune, diventano qualità che uno investe per depredare l’altro delle sue  e quindi si esporta morte ed è impossibile la vita. La vita nasce per la comunione. Il Comboni stesso amava sempre richiamare e affermare con coraggio che è necessario che i suoi missionari\e vivano in comunione come cenacoli di apostoli\e per evangelizzare e custodire la propria chiamata nella fedeltà e nella gioia, anche in mezzo ad molteplici avversità. La comunità infatti ti sostiene soprattutto nei momenti difficili e di stanchezza e ti fa gustare la fraternità come dono di Dio.

 

 C’è un noto passo del Talmud, in particolare babilonese che discutendo proprio sulla preghiera, si dice che la prima preghiera dev’essere alla luce del mattino, al mattutino. E allora si discute su quando si può dire che arriva il mattutino, visto che non c’è un’ora per poterlo dire, e c’è questo passaggio molto bello: il momento del mattino, il momento in cui termina la notte, non è quando si distingue un cane da un lupo, oppure un olmo da un leccio, ma quando riconosci nel volto di un uomo il volto di tuo fratello.

 

 

 

Quale immagine hai di Dio?

 

 

 

 Il grosso sogno della comunione è la vittoria sul male radicale che ci fa vivere i limiti come luogo di lotta e non invece di accettazione reciproca; questo perché abbiamo la falsa immagine di un Dio onnipotente che vuole fare quello che vuole e noi vogliamo fare lo stesso. Dio invece in Gesù si rivela che non schiaccia nessuno, non umilia nessuno, non usa nessuno per realizzare se stesso, non è onnipotente come lo pensiamo spesso, è piccolo, è semplice, non dà fastidio a nessuno, non possiede nulla, ma dà tutto fino a dare se stesso. E questo crea vita e vita in abbondanza per tutti, nessuno escluso.

 

 

 

Lo spezzare il pane: segno di una vita donata

 

 

 

Il segno caratteristico delle prime comunità era lo spezzare il pane . Lo spezzare il pane è l’Eucaristia che celebra la comunità cristiana e si celebra nelle case. Il pane è il simbolo della vita, addirittura del corpo, Dio. Tu, tutto ciò che hai l’hai preso, benedici, ringrazia Dio, è tutto dono, è tutto amore. Allora se tutto è dono d’amore, l’amore vive se sai condividere e donare per amore. Ed è la vita di Dio. L’amore tra Padre e Figlio. Ed è l’unica vita possibile anche tra di noi che riceviamo la vita perché la vita nessuna l’ha creata da sé e la conserviamo se la sappiamo dare, se sappiamo amare, se no la distruggiamo in noi e negli altri. Quindi nell’Eucaristia celebriamo la sintesi del nuovo stile di vita, ma anche la sorgente, perché realmente abbiamo ricevuto questo pane, questo corpo dato per noi. Il corpo di Gesù è il protagonista del Vangelo. È in quel corpo che conosciamo Dio, fuori di quel corpo non conosci Dio. Quel corpo è dono di sé. Noi viviamo se siamo corpo. Quel corpo che è stato dono con un amore più forte anche della morte.

 

Lo spezzare il pane è il centro del cristianesimo, dove si riassume anche tutta la vera lode di Dio che è Padre e consiste proprio nel vivere da figli di Dio, cioè da fratelli e nel continuare la creazione facendo sì che la vita sia sulla terra vivibile come ha fatto lui agli inizi; lui ha dato il primo impulso, noi abbiamo dato un po’ un contro-impulso di morte e lui dice: per favore riprendete, perché la vita vince, l’amore vince anche il male. E questo spezzare il pane è nella casa, non è qualcosa di strano nel tempio, o con funzioni solenni, ma nella casa, nella quotidianità.

 

 

 

Ora un timore c’era in tutti...

 

Un vita da Dio senza tanto rumore Dio

 

 

 

Si dice che c’era un senso di timore, non è il timore nel senso di paura, ma quel timore che è principio di sapienza, il timor di Dio, perché accadevano molti prodigi e segni. Il vero segno e prodigio -  è il segno che indica è un’altra qualcosa – che indica la novità è il fatto che si sta insieme, vuol dire che si è figli di Dio e fratelli tra di noi. È questa la novità dello Spirito Santo. E questa gente che ha ricevuto lo Spirito Santo non fa cose strane il miracolo era che: vivono una vita nello Spirito, nell’amore, nella gioia, nella pace, nella pazienza, nella benevolenza, nella fedeltà, nella mitezza, nella libertà (Gal 5, 22). È questo il vero prodigio: una vita bella, una vita da Dio. Ed è bello che questa vita sia nella quotidianità e sia senza rumore, come quando Elia va sull’Oreb: c’era un terremoto, ma Dio non era lì; c'era un fuoco, ma non era lì; c'era un vento gagliardo, ma non era lì. Dov'era Dio allora? Nella voce del silenzio. Cioè quando Dio è dentro di noi e nella comunità non fa più rumore, ti dà un nuovo stile di vita, nella pace e nella serenità. Il vero entusiasmo non è l'euforia ma è proprio quando vivi e respiri in Dio la vita quotidiana e continui a viverla.

 

La vera terra promessa

 

 

 

Vendevano le proprietà e le sostanze. L’ebreo non poteva vendere le sue terre, se no perdeva il titolo della terra promessa, era un delitto, era come tradire la promessa e invece loro le vendono, perché la vera terra promessa che garantisce la vita, non è la proprietà della terra, è la fraternità, la solidarietà, la libertà, la giustizia, è l’amor fraterno, che rende possibile la vita sulla terra, perché se cerchiamo la proprietà ci si scanniamo gli uni gli altri. Solo chi sa slegarsi da tanti orpelli che si è creato diviene capace di libertà e generare vita. Così come non si può andare in missione senza aver il coraggio di lasciare. E il coraggio nasce da una decisione di scommettere su Dio, dargli fiducia e porre in lui la nostra speranza ( vedi Papa Francesco ai giovani: vi prego di non lasciarvi rubare la speranza).

 

E dividevano tra tutti, secondo le necessità di ciascuno. Quindi i beni servono per condividere, ognuno secondo le sue necessità, niente cose di massa che dobbiamo imporre, no, ognuno ha le sue esigenze e i suoi bisogni, i bisogni e i limiti sono luoghi dove l’uno va incontro all’altro, non il luogo dove sfrutto l’altro, approfitto dell’altro o viceversa. Secondo le necessità che ciascuno aveva. Una vita così non è vietata, è possibile, l’han vissuta, poi l’han ripresa i monaci, l’han ripresa un po’ tutte le utopie. Ognuno nel suo modo. Come dirà Pietro ad Anania: "Avresti potuto anche tenerti i tuoi beni", non è un obbligo, cioè non una legge questa. Infatti quando si è imposta l’utopia per legge negli stati socialisti, è stato un disastro. Questa può maturare solo in una coscienza di una maturità umana che capisce che i beni servono per vivere, non per sacrificarci la vita. Poi il modo sarà da inventare ogni volta. Ma è possibile. Ed è bello vedere che lo Spirito si fa carne, diventa il modo di gestire i beni, gestire i beni della terra, perché è sui beni della terra che si giocano i beni soprannaturali.

 

 

 

Si può anche rinnegare di essere umani

 

 

 

 Le prime comunità: dividevano tra tutti non tra alcuni privilegiati, questo tema è caro per noi missionari. In questi giorni si leggeva su Nigrizia che a riguardo della cooperazione internazionale un po' tutti i partiti stanno a guardare, compresi quelli nuovi, sebbene la presidente della camera la signora Boldrini abbia nel discorso inaugurale parlato con audacia a riguardo di queste tematiche. In un passaggio disse: "dovremo ingaggiare una battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri. In questa aula sono stati scritti i diritti universali della nostra costituzione, la più bella al mondo. La responsabilità si misura anche nella capacità di saperli rappresentare e garantire uno a uno". L'Italia beneficia di tantissimi beni dall'estero, provenienti da molti stati impoveriti, negl'ultimi anni però tristemente ha drasticamente diminuito di ben dieci volte gli aiuti alla cooperazione internazionale, togliendo così molto lavoro a imprese che sostenevano progetti umanitari e abbandonato interi popoli che ci chiedevano una mano per rialzarsi. Per il sistema di difesa e di armamenti, purtroppo i soldi se ne trovano sempre troppi, questo è un po' lo stile di cuore di paesi con privilegi di beni, come lo è il nostro paese sebbene viva con problemi. Dio sogna altro per noi tutti  e noi possiamo dar voce a questa sua speranza. Il nostro potere di cristiano è un’altra cosa, è il potere di dare ed amare e ciò che dai è tuo per sempre. 

 

E ogni giorno..., prendevano insieme il cibo con gioia e semplicità di cuore, ...

 

Chiamati a vivere il giorno, l’unico giorno, il giorno di Dio

 

 

 

Il testo di oggi comincia con il versetto 46 con “ogni giorno”, termina alla fine con “ogni giorno”. La Pentecoste era “il giorno di Dio”, il giorno centrale della storia, “il” giorno. E poi subito dopo Pietro dice “sono gli ultimi giorni ”. Quel “giorno” diventa “giorni” e qui diventa “ogni giorno. Cioè siamo chiamati a vivere il giorno che è l’unico giorno, il giorno di Dio, della sua venuta, viverlo ogni giorno, ma quando? Oggi. Allora è vita piena. Perseverando oggi, non domani.

 

L'atto umano e divino di mangiare insieme

 

 

 

Mangiare insieme è il gesto che si fa in famiglia. Si sentivano davvero fratelli. Oggi si nota che troppo spesso non si mangia più insieme, ognuno si arrangia quando può, perché siamo funzionali a un certo dio, a un certo moloch che ci mangia tutti. Invece il “mangiare insieme”, anche nelle culture primitive, vuol dire tutto. Mangiare vuol dire vivere, ed è il gesto più alto di comunione, perché nel cibo l’altro ti offre la sua presenza, il suo amore, il suo affetto. Noi spesso senza accorgerci imitiamo gli animali che mangiano per conto proprio, tutti al fast food, alla greppia; almeno fossimo al pascolo! In Africa ricordo che era bello vedere che  quando c'era un problema ci si riuniva per discutere e solo dopo aver trovato l'accordo (magari a notte inoltrata), si rendeva visibile la comunione ristabilita con il mangiare insieme.

 

 

 

Il colore di Dio è la gioia

 

 

 

E poi non solo spezzando il pane in casa, ma mangiando il cibo con gioia. E la gioia è il segno della presenza di Dio. Dove non c’è gioia non c’è Dio, vuol dire che non c’è libertà, c’è costrizione, c’è legge, c’è obbligo. La gioia è il colore di Dio. Puoi fare tutto giusto, ma se non ti nasce la gioia pensaci sopra, forse lasci fuori qualcosa indispensabile per te, perché non puoi vivere senza di essa, sarebbe una vita trascinata ma non vissuta. La gioia poi rifiorisce sempre nell’amore corrisposto. Siccome Dio ci ama, se noi amiamo Dio e i fratelli, c’è gioia. Chi non ricorda la frase del Comboni:" sono tribolato e pieno di croci, ma sono anche l'uomo più felice del mondo", perché in lui c'era pieno spazio per Dio.

 

 

 

"Un cuore senza sassi"

 

 

 

...Con semplicità di cuore. Cosa vuol dire “semplicità” in greco? Vuol dire “senza sassi”. Cioè un terreno semplice che non ha sassi, è un cuore che è viabile, non è impervio, un cuore che lascia entrare l’altro, un cuore sensibile, dove ognuno non ha tante cose da nascondere. Bello questo cuore che è fatto così senza sassi, senza intoppi, o senza essere un sasso unico. Vedete, questo è in fondo il segno della vita vivibile: essere unanimi, mangiare insieme, con gioia, in semplicità di cuore, lodano Dio – è Eucaristia, tutta la vita è una Eucaristia, un alleluia, un ringraziamo a Dio dei suoi doni - e hanno il favore di tutto il popolo, perché ognuno dice: ma che bello vivere così! Finalmente!Era anche il grande sogno dei filosofi, degli epicurei, degli stoici, di Pitagora, di Platone, fondato sulla filìa, sull’amicizia, però era per eletti, per filosofi che potevano permetterselo, perché avevano gli schiavi che lavoravano per loro, se no non avrebbero potuto fare i filosofi. Mentre qui è aperta a tutti questa possibilità di vita. Ed è bella questa lode di Dio in favore del popolo: richiama il Natale con "Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra..."; finalmente c’è la gloria di Dio e la pace fra gli uomini.– in questo stile di vita nasce l’uomo nuovo, ma nasce anche Dio sulla terra. È veramente visibile Dio! E poi termina:

 

 

 

Ogni giorno, il Signore aggiungeva insieme i salvati. Cioè questa vita è già “salvata” e chi entra in questa vita non è solo, non è che se la inventa, è opera del Signore e non è dobbiamo far propaganda e avere molti mezzi per convincere la gente, è solo vivendo così che la gente capisce!

 

  Quando si studia l’arte cristiana - la cosiddetta arte della catacombe - quello che differenzia e colpisce il mondo pagano è come questa nuova arte che prende sempre più piede nell’impero, sia un’arte che esprime un atteggiamento verso la morte che viene vissuta come un passo gioioso, vedi i martiri dei primi secoli. Addirittura le chiese sorgevano sui luoghi di martirio, cioè di rinascita, di vita nuova, non di morte. Questa cosa colpisce, turba e attira nello stesso tempo, perché si esprime già una sconfitta della morte come viene ereditata dal mondo pagano”.

 

 

 

Le beatitudini realizzate

 

 

 

Tutto ciò è il segno di beatitudini realizzate, dove il povero constata che finalmente il Regno è suo; l’affamato è saziato; il piangente è nella gioia; è il mondo raddrizzato, come tutti lo vogliamo. È il grande sogno del lupo e dell’agnello che riescono a stare insieme, dell’orsa e della vacca che pascolano insieme e del bambino che può giocare con le vipere. E' il mondo riconciliato. E' la vera età dell’oro. Necessario però vincere quella bestia accovacciata che ognuno porta dentro di sé dentro, come è avvenuto con Caino, essa è semplicemente la nostra paura, il nostro non riconoscere il fratello. Caino vuol essere unico, per questo ammazza il fratello. Chi vuol essere unico ha già ammazzato l’altro ed è solo, e quindi è morto. Mentre invece, riconoscendo il fratello, vive e gli nasce questo tipo di vita, ed è bella, ed è la sola vera vita possibile!

 

 

 

Domande per la riflessione personale:

 

 

 

1- Qual è il tuo sogno di vita salvata? Come lo custodisci e lo alimenti ?

 

 

 

2- Erano perseveranti nell'insegnamento...Dove ti senti chiamato ad essere perseverante?

 

 

 

3- Il vangelo lo senti come una miniera infinita di tesori, dove attingere per le tue scelte di vita, si o no, perché ?

 

 

 

4- Con chi ti è facile "spezzare il pane" e con chi ti è difficile condividerlo, perché ?

 

 

 

5- Credi che ciò che dai è tuo per sempre? Si o no perché?

 

 

 

6- Il colore di Dio è quello della gioia, qual è il tuo? Perché ?

 

 

 

7- Come lo vedi il tuo cuore: semplice( senza sassi),o complicato? Dove ti sembra necessario lavorarci.

 

 

 

8- Oggi è la giornata mondiale delle vocazioni con il tema "progetta con Dio abita il futuro". Senti gioia e liberta o paura e timore di progettare con Dio il tuo futuro, perché ?

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