La morte di Gesù: il più
grande segno di vita!
Dalla lettera alla comunità cristiana di
Filippi (2, 3-16)
Non fate nulla per spirito di rivalità o per
vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà , consideri gli
altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse,
ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti
che furono in Cristo Gesù,
il quale, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.
Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio
Padre.
Quindi, miei cari, obbedendo come sempre, non
solo come quando ero presente, ma molto più ora che sono lontano,
attendete alla vostra salvezza con timore e tremore. È Dio infatti
che suscita in voi il volere e l'operare secondo i suoi benevoli
disegni. Fate tutto senza mormorazioni e senza critiche, perché
siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo
a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete
splendere come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita.
Allora nel giorno di Cristo, io potrò vantarmi di non aver corso
invano né invano faticato.
SALMO
Se tu, Signore,
avessi soltanto parlato o soltanto fatto i
miracoli
avrei solo scoperto la tua grandezza
e insieme la mia piccolezza.
Mi saresti apparso un dio inaccessibile,
diverso e lontano da me.
Invece ti ho accolto e ti ho amato
perché hai sofferto angoscia e sudore di sangue.
Nella tua sofferenza ti ho visto come uno di noi
nel dolore non sei un superuomo, ma uno come me.
La croce ti ha fatto paura, come fa paura a me .
Il dolore ti ha fatto dire cose che non avresti
voluto dire,
come accade anche a me.
Sei della mia razza,
fasciato della mia stessa debolezza
ed hai un cuore che si stanca come il mio.
Sei il Dio del cielo e della terra,
Ma hai voluto diventare mio fratello
nel dolore e nello scoraggiamento,
nella paura e nella morte.
Per questo ti sento incollato alla mia pelle
e ti amo come non ho mai amato nessuno.
Sei uno come noi,
ma non sei mai separato dal Padre:
per questo hai la forza di rialzarti
e di andare incontro alla morte.
Insegna anche a me, Signore,
a non rimanere per terra quando il dolore mi
sconquassa.
Insegnami a cercare, nelle ore buie della vita,
la stella luminosa del Padre.
Insegnami a pagare il prezzo del dolore
perché possa comprare la vita.
È partecipando al quotidiano travaglio del mondo,
che geme e soffre in attesa del parto,
che posso vivere il mistero della vita
che ogni giorno viene. Amen
LA PIETRA
AZZURRA
Il gioielliere era
seduto alla scrivania e guardava distrattamente la strada
attraverso la vetrina del suo elegante negozio. Una bambina si
avvicinò al negozio e schiacciò il naso contro la vetrina. I suoi
occhi color del cielo si illuminarono quando videro uno degli
oggetti esposti. Entrò decisa e puntò il dito verso uno splendido
collier di turchesi azzurri. "E per mia sorella. Può farmi un bel
pacchetto regalo?".
Il padrone del
negozio fissò incredulo la piccola cliente e le chiese: "Quanti
soldi hai?". Senza esitare, la bambina, alzandosi in punta
di piedi, mise sul banco una scatola di latta, la aprì e la
svuotò. Ne vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, una
manciata di monete, alcune conchiglie, qualche figurina.
"Bastano?", disse con orgoglio. "Voglio fare un regalo a mia
sorella più grande. Da quando non c'è più la nostra mamma, è lei
che ci fa da mamma e non ha mai un secondo di tempo per se stessa.
Oggi è il suo compleanno e sono certa che con questo regalo la
farò molto felice. Questa pietra ha lo stesso colore dei suoi
occhi". L'uomo entra nel retro e ne riemerge con una stupenda
carta regalo rossa e oro con cui avvolge con cura l'astuccio.
"Prendilo" disse alla bambina. "Portalo con attenzione". La
bambina partì orgogliosa tenendo il pacchetto in mano come un
trofeo.
Un'ora dopo entrò nella gioielleria una bella
ragazza con la chioma color miele e due meravigliosi occhi azzurri. Posò con decisione sul banco il pacchetto che con tanta
cura il gioielliere aveva confezionato e dichiarò: "Questa collana
è stata comprata qui?". "Sì, signorina". "E quanto è costata?". "I
prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardano
solo il mio cliente e me". "Ma mia sorella aveva solo pochi
spiccioli. Non avrebbe mai potuto pagare un collier come questo".
Il gioielliere prese l'astuccio, lo chiuse con il suo prezioso
contenuto, rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegnò alla
ragazza.
"Sua sorella ha
pagato. Ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa pagare: ha
dato tutto quello che aveva".
Riflessione: “CERCAMI!”
Cercami nei petali di un fiore,
nel bianco dellÂ’aurora,
nel rosso di un tramonto,
nel profumo di salsedine del mare.
Lì troverai il mio amore.
Cercami nellÂ’amore maturo degli sposi,
nellÂ’entusiasmo inconsapevole del giovane,
nel sorriso di un bambino,
nella forza di un uomo,
nellÂ’amore di una mamma,
nel pianto di chi soffre in silenzio,
nellÂ’ammalato da curare per amare.
Cercami in chi non ha più nulla da perdere
perché non ha niente.
Cercami in chi, anche oggi,
è morto per fame, per guerra, per ingiustizia.
Non cercarmi nei santuari,
cercami nei penitenziari,
cercami nellÂ’anziano, che con occhi spenti,
dice sempre le stesse cose.
Cercami nel buio delle tue notti,
anche quando lÂ’ultima luce si spegne.
Cercami nel mio diverso credo e colore della
pelle,
nella mia difficoltà a parlare una nuova
lingua.
Raccogli e asciuga le mie lacrime dÂ’amore e
nostalgia.
Cercami sulle panchine di un giardino,
dove sto dormendo forse coperto da un giornale.
Cercami nella pasticca da sballo
e nella siringa infetta.
Lì accanto aspetto che tu mi porga
la tua mano.
Cercami sul ciglio della strada,
dove sono finito a botte o per scelta.
Cercami in un cortile dove vado a prendere
L’“ora d’aria” e dietro le sbarre
che si chiudono, in faccia a me
e aiutami a non sbagliare ancora.
Cercami in un cronicario per persone
un poÂ’ strane e difficili
perché io sono lì.
Non giudicare, amami.
Cercami, se riesci,
nelle stanze del potere,
nei laboratori scientifici,
dove si studiano nuove armi,
negli ipermercati,
nelle chiese che traboccano lusso,
nelle case ormai blindate,
nelle scuole, negli uffici, negli ospedali.
Cercami nei grandi latifondi,
nelle aree industriali.
Cercami dove c’è la guerra.
Tu mi chiedi: “Perché devo farlo?”
Ti rispondo: “Con il tuo amore,
io voglio entrare qui
insieme alle mie creature,
i tuoi fratelli e sorelle.
Non ho altro modo per farlo.
Solo con il tuo amore concreto
io vivo ancora oggi.
Cercami e amami come sei capace.
Non voglio altro.
(Maria Bruna Benedetti)
TESTIMONIANZE
Vivo a servizio senza un nome, senza la
sicurezza di un ordine religioso, senza appartenere a nessuna
organizzazione, senza uno stipendio, senza versamento di
contributi per quando sarò vecchia. Sono non sposata perché così
scelsi nella gioia quando ero giovane. Lasciai lÂ’Italia dopo 6
anni di servizio ai poveri di uno dei bassifondi della mia cittÃ
natale. Credevo di non poter donarmi completamente nel mio paeseÂ…
i confini della mia azione mi sembravano così stretti, asfittici.
Trentatré anni dopo, grido il vangelo con la mia sola vita e
brucio dal desiderio di continuare a gridarlo così fino alla fine.
Questa la mia motivazione di fondo, insieme ad
una passione invincibile per lÂ’uomo ferito e diminuito senza
averlo meritato, al di là della razza, della cultura, della
fede.(Â…)
È una vita che combatto e mi distruggo, come
diceva Gandhi, mio grande maestro assieme a Vinoba, dopo Gesù
Cristo. La mia vita ha conosciuto tanti pericoli, ho rischiato la
vita tante volte. Sono stata per anni nel mezzo della guerra. Ho
sperimentato nella carne dei miei, di quelli che amavo, la cattiveria dell’uomo, la sua crudeltà e la sua iniquità . E ne sono
uscita con una convinzione incrollabile: ciò che conta è soltanto
amare.
(Annalena Tonelli )
Certo che ogni tanto si
può essere tristi e abbattuti per ciò che ci fanno, è umano e
comprensibile che sia così. E tuttavia: siamo soprattutto noi
stessi a derubarci da soli. Trovo bella la vita e oso dirlo senza
falso pudore. I cieli si stendono dentro
di me come sopra di me. Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo
senza falso pudore. La vita è difficile ma non è grave. Dobbiamo
cominciare a prendere sul serio il nostro lato serio, il resto
allora verrà da sé: e “lavorare a se stessi” non è proprio una
forma d’individualismo malaticcio. Una pace futura potrà essere
veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se
stesso - se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il
prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio
e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in
amore se non è chiedere troppo.
È l’unica soluzione possibile. E
potrei continuare così per pagine e pagine. Quel pezzetto
d’eternità che ci portiamo dentro può essere espresso in una
parola come in dieci volumi. Sono una persona felice e lodo questa
vita, la lodo proprio nellÂ’Anno del Signore 1942, lÂ’ennesimo anno
di guerra.
(Hetty Hillesum)
CONDIVISIONE E SEGNO
(cofanetto per gioielli, ognuno scrive qual è il gioiello della
sua vita che vuole offrire al Signore)
PREGHIERA FINALE
Giunge la sera e la notte
senza più stelle ci spaventa e noi
non crediamo più a noi stessi
rimani con noi Dio della speranza
temiamo di vedere il tuo sepolcro vuoto
trasformato in fosse comuni di troppi innocenti.
Rimani con noi, Dio della Vita,
abbiamo il cuore ormai fissile
e non sappiamo più regalare gesti d’amore.
Rimani con noi, Dio della tenerezza,
rimani con noi e la tua notizia di pace
possa ancora riempirci di stupore
e accendere in noi lÂ’antica audacia profetica.
Rimani con noi, Dio della Storia.
(Suor Elisa Kidané, in “Fotocopia a colori”)
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