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Gim Pesaro (febbraio 2005): Spezzati, condividi la Vita

 

Spezzati, condividi la Vita!

  La follia di un ragazzo

GIM di Pesaro febbraio 2005

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Veglie e Preghiere Teologia della missione  Sfide per crescere
   

 

Il testo di Giovanni che abbiamo visto insieme il mese scorso ci narrava la guarigione del paralitico, che da 38 anni (una vita) giaceva sotto i portici della piscina di ‘Beth-zaetà’ (= casa della Misericordia). Avevamo detto che rappresentava il popolo oppresso da leggi ingiuste che non permettevano alla gente di camminare con le proprie gambe.

 

 Oggi ci troviamo invece davanti una grande folla che segue Gesù. La guarigione che Gesù opera, se non serve per rimetterci in piedi per poi seguirlo, a che cosa serve?

 

 

Prepariamoci allora ad ascoltare ed accogliere la Parola che oggi Giovanni vuole condividere con noi: leggiamo dal Vangelo di Giovanni al capitolo 6, dal versetto 6 al versetto 15 (Gv 6,1-15). Si tratta del testo della

 

  “Spartizione dei pani e dei pesci”.

 

Seguendo gli insegnamenti dei nostri fratelli della Teologia della Liberazione dell’America Latina, mi è sembrato bello dividere il testo in 3 parti:

·        vv. 1-6: il vedere

·        vv. 7-9: il giudicare

·        vv. 10-15: lÂ’agire

Vediamo allora di inoltrarci in questo testo.

 

ANALISI DEL TESTO

 

1.     Il Vedere (vv. 1-6)

Il primo passo da compiere è aprire gli occhi per scorgere la realtà che ci sta intorno: si tratta di una realtà inserita in un contesto preciso, non asettica ma condizionata da tanti elementi, con una propria storia e con un futuro da costruire.

·        Dopo questi fatti: questo brano è preceduto dalla guarigione dellÂ’infermo alla piscina e dalla discussione che ne segue. Il segno della guarigione è intimamente legato al segno dei pani e dei pesci. LÂ’infermo guarito, si mette in cammino al seguito di Gesù e fa parte di quella folla che sarà saziata.  

·        Mare Â… folla Â… montagna Â… pasqua: queste 4 parole sono fondamentali per capire il contesto nel quale Gesù opera il segno. Per un giudeo sono un chiaro richiamo allÂ’Esodo, a quel momento fondante del popolo liberato dalla schiavitù dÂ’Egitto: il mar rosso Â… il popolo Â… il Monte Sinai Â… la pasqua. Giovanni ci vuol far capire che c’è un cammino al quale il Signore cÂ’invita. Egli ci libera, ci rimette in piedi (cfr. catechesi di gennaio, Gv 5,1-18) perché poi possiamo seguirlo sulla strada di libertà che egli stesso apre. Come nella catechesi del mese scorso, anche qui appare un grande contrasto con le istituzioni: la folla, per la festa della pasqua imminente, invece di andare a Gerusalemme (diventata simbolo dellÂ’oppressione), segue Gesù che offre unÂ’alternativa “allÂ’altra riva del mare”.

 

·        Vedendo Â… vide: il verbo VEDERE è centrale in questi versetti. Viene usato 2 volte:

-         Innanzitutto c’è la folla: la gente segue Gesù, perché ha visto i segni che egli compie. Come ai tempi dellÂ’esodo Dio rinnova i suoi segni, ma se allora erano segni di morte, terrore, ora sono segni di vita, di guarigione. Gli infermi (fisici, ma non solo) vedono in Gesù il loro salvatore, colui che li può guidare alla guarigione.

-         E poi c’è Gesù: egli vede la folla che lo segue e ne prova compassione aggiunge lÂ’evangelista Marco (Mc 14,14). Gesù annuncia la presenza di un Dio nella nostra storia, di un Dio che vede, che conosce la nostra vita, che ci ama e ci compatisce (= patisce con noi).  

·        Filippo: uno degli apostoli. Chissà perché Gesù si rivolge a lui? Era il più vicino in quel momento? Forse, ma Giovanni vuole dare un'altra spiegazione. Filippo è stato uno dei primi a seguire Gesù (Gv 1,43-46): però ammettendo che lui credesse che Gesù fosse il Messia, aveva ancora unÂ’idea di messia ancora legata allÂ’antico testamento (“Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti”). Filippo non sa ancora vedere la novità che Gesù porterà.  

·        “Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da magiare?”: Gesù sfida questÂ’idea ‘vecchiaÂ’ che Filippo aveva; la mette alla prova. Per comperare servono i soldi e Gesù vuole vedere in cosa o in chi Filippo cerca la soluzione al suo quesito. Anche qui lÂ’evangelista ci vuol far capire come le vecchie istituzioni siano superate: nel capitolo 2, versetti 13 va 16, Gesù entra nel Tempio (simbolo di unità, di fede) e lo dichiara "inutile", accusando i responsabili di averne fatto una spelonca di ladri. Il denaro ha preso il posto di Dio nel tempio. Da qui lÂ’invito di Gesù a porre la fede del popolo in qualcosa di nuovo. Filippo allora rappresenta ogni discepolo, chiamato a staccarsi dal ‘vecchioÂ’ per seguire la novità che è in Cristo.

 

2.     Giudicare (vv. 7-9)

Il secondo passo da compiere è giudicare questa realtà: la parola di Dio ci guida in questo cammino. In questi pochi versetti vediamo 2 modi di giudicare la realtà. Questa è rappresentata da una folla la seguito di Gesù, che ora ha fame. Che risposta dare?

·        Duecento denari: è questo un primo tipo di risposta, ancora legata al passato, al dio denaro, il solo che avrebbe la possibilità di risolve la situazione. Ma ci si accorge presto che in realtà nemmeno lui può rispondere. Con questa prospettiva non si va certo troppo lontani: lÂ’esodo finisce, tutti muoiono di fame e di stenti. La vecchia alleanza non può dare Vita (cfr. la catechesi di novembre sulle Nozze di Cana).  

·        5 pani e 2 pesci: “Per 5000 uomini, senza contare donne e bambini? Ma tu sei matto ragazzo! Sei un sognatore, un utopista. Lascia fare a noi grandi e torna a giocherellare”.

Possibile risposta data a quel ragazzo, quel giovane che si presenta da Andrea per dargli quel poco che aveva. Forse però l’apostolo ci ripensa io semplicemente vuol vedere che faccia fa Gesù di fronte a quella ‘inutile’ offerta. Ma Gesù ancora una volta ci spiazza: non solo non ride in faccia a quel ragazzo, ma accetta la sua offerta ed è a partire da quella che lui opera il suo segno.

Immagino Gesù che guarda questo ragazzo e fissandolo lo ama. È l’esatto opposto del giovane ricco (Marco 10,17-22): il giovane ricco non vuole staccarsi dalle sue ricchezze, mentre questo quello che ha lo mette a disposizione degli altri. Non fa calcoli matematici o altri, semplicemente OSA. Ricordiamoci poi che il numero 7 (5 pani + 2 pesci) indica la totalità: quel ragazzo donava tutto, per sé non teneva nulla.

3.     Agire (vv. 10-15)

Ed eccoci alla terza parte. Abbiamo visto la realtà di una folla al seguito di Gesù, da lui liberata che ora ha fame. Abbiamo vagliato due possibili soluzioni. E ora vediamo come agisce Gesù. Lui non si scoraggia e non fa caso al pessimismo dei suoi discepoli. Ha davanti a se degli uomini, delle donne e dei bambini che lo hanno seguito, hanno accettato la sua sfida di cercare un’alternativa e ora …

·         Fateli sedere: 2 parole semplici ma che contengono un grande significato. Colui che in un banchetto sta seduto finché mangia è lÂ’uomo libero. Lo schiavo, non solo non si siede ma non prende parte nemmeno al banchetto. La prima azione che Gesù compie allora è quella di ridare dignità alla persona umana. LÂ’abbiamo visto proprio nella guarigione dellÂ’infermo. Vuole dire chiaramente che la sua azione è innanzitutto unÂ’azione liberatrice, che ha come scopo quello di ridare dignità ai figli di Dio, suoi fratelli.  

·        In quel luogo: il luogo per eccellenza era il tempio, ma Gesù ci invita ad uscire dalle mura che opprimono, ci invita a seguirlo per una strada nuova, un sentiero di libertà.  

·        Prese i pani Â… e i pesci: Gesù, dicevamo prima, non solo non ride in faccia al ragazzo. Accoglie la sua follia, la sua pazzia, il suo sogno di poter contribuire col suo poco alla vita di tanti. Gesù non rifiuta questa semplice offerta, la valorizza, le da dignità, la ama. A partire da lei compie il suo segno.  

·        Rese grazie: solitamente si ringrazia la persona che ci ha dato qualcosa. Ed è proprio quel che ci vuol far capire Gesù: rende grazie al Padre perché sa che tutto viene da lui. Solo con questa consapevolezza avremo il coraggio di condividere quel che abbiamo; solo riconoscendo un unico Padre, ci riconosceremo tra noi fratelli e sorelle e saremo quindi capaci di vivere assieme.  

·        Li distribuì: è sbagliato dire la moltiplicazione dei pani e dei pesci: Gesù mica li moltiplica, li divide. Quanto è lontano questo suo modo di fare da un mondo in cui lÂ’accumulo delle ricchezze è diventato una delle mete più ambite.

Gesù compie questo segno in Galilea: era la regione povera, esclusa, "impura". Il suo opposto è la Giudea e Gerusalemme in particolare. Un po’ di storia: la Galilea viene occupata dai grandi signori dell’epoca perché vi passa una ricca via commerciale; pochi ricchi che diventano latifondisti. La ente povera li segue, nella speranza di poter sussistere in qualche modo e si trova in una situazione di grande precarietà.

Il segno che Gesù compie vuol dirci che c’è un modo diverso per vivere, che non possiamo continuare a permettere che ci siano pochi ricchi e una molti9tudine di morti di fame. La soluzione non è però quella di creare per tutti la stessa situazione di benessere, sarebbe insostenibile: l’unica strada percorribile è quella della CON-DIVISIONE fraterna.

 

·        Raccogliete Â… nulla vada perduto Â… 12 canestri: questo ordine di Gesù si capisce se messo in riferimento allÂ’episodio della manna: il popolo ne doveva raccogliere quel che avrebbe mangiato, senza accumularne. Il fatto che la gente si sia saziata ed che siano rimasti poi pezzi per riempire 12 canestri significa che quel che Gesù compie è veramente molto più grande che lÂ’esodo stesso.  

·        Visto il segno che egli aveva compiuto: fin qui abbiamo visto lÂ’agire di Gesù. Ma vediamo ora la reazione della gente di fronte a questo segno. Il fatto non passa certo inosservato: come ha fatto? Da dove arriva tutto questo cibo? Chi è?  

·        Profeta: la gente è ancora legata al passato. Non si rende conto che lÂ’azione di Gesù non è magia, non è trucco. È frutto dellÂ’amore suo e di quel ragazzo: tutti e due condividono quel che sono.  

·        Re: il popolo che Gesù vuole libero, chiede di avere un re, qualcuno che lo governi. Qualcuno che lo liberi dai romani, che renda forte di nuovo Israele. Ma non è il programma di Gesù: ha ridato dignità allÂ’uomo (rimettendo in piedi lÂ’infermo), gli ha fatto scoprire la grandezza che c’è in lui (accettando i doni semplici del giovane), una grandezza da condividere, e tutto questo per potere VIVERE con DIGNITAÂ’. Gesù non ci sta, fugge sulla montagna. 

 

Non Farti Cadere Le Braccia

- Edoardo Bennato -

 

L'entrata è sempre quella ma portiere io non ti conosco

io che vivevo qui io che ormai scordare più non posso

dalla cucina una voce cara mia madre che mi dice:

 

Non farti cadere le braccia, corri forte,

ma più forte che puoi

Non devo voltare la faccia,

non arrenderti né ora né mai...

 

Su per le scale il buio ma la luce corre dentro agli occhi

sono un bambino io con ancora i graffi sui ginocchi

dalla cucina una voce cara mia madre che mi dice:


Non farti cadere le braccia, corri forte,

ma più forte che puoi

Non devo voltare la faccia,

non arrenderti né ora né mai...


Non so, non so se ti è capitato mai di dovere fare una lunga corsa

e a metà strada stanco dire a te stesso: adesso basta!

Eppure altri stan correndo ancora intorno a te... allora:


Non farti cadere le braccia, corri forte,

ma più forte che puoi

Non devo voltare la faccia,

non arrenderti né ora né mai...


Non puoi fermarti ora...

Lo so, ti scoppia il cuore, dici anche di voler morire

dici: è meglio che correr così, ma no, non puoi fermarti...

 

Non farti cadere le braccia, corri forte,

Non devo voltare la faccia,

non arrenderti né ora né mai...

   

 

Per la tua riflessione:

  Oggi, sei tu il ragazzo dei 5 pani e dei 2 pesci.

  •  Come si chiamano?

  • Che te ne fai?

  • Hai paura delle risa degli altri?

  • Come sogni di usarli?

  • Â…

 

 

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