TOCCA LA PAROLA DI
VITA
La comunione genera la
vita
Catechesi
"La vita si è fatta
visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo
testimonianza
e vi annunciamo la
vita eterna, che era presso il Padre
e si è resa visibile a
noi "
(1 Gv
1,2)
Giovanni scrive in un
tempo di persecuzione
Le
comunità cristiane, la forza dell'Impero romano. L'accusa era di
ateismo, cioè di infedeltà alle divinità di Roma e alla loro
incarnazione: Cesare. La comunità di Giovanni vive verso la fine del
I secolo; da cinquantÂ’anni, ormai, a fasi alterne i cristiani erano
perseguitati. Lo storico Tacito li definisce
"un gruppo di persone
odiate dalla gente per i loro crimini. Una setta nota con il nome di
cristiani. Il loro fondatore, un certo Cristo, era stato messo a
morte dal procuratore Ponzio Filato sotto l'impero di Tiberio.
Questo arrestò l'abominevole superstizione per un certo tempo, ma
poi essa esplose di nuovo e si diffuse, non solo in tutta la Giudea,
dove era nata, ma anche nella stessa Roma, il serbatoio ideale per
ogni genere di depravazione e di sozzura. Quelli che confessarono di
essere cristiani furono subito arrestati (...) Essi furono messi a
morte con ogni genere di scherno. Coperti con pelli di animali
selvatici, furono fatti a pezzi dai cani, o crocifissi, o bruciati
vivi: quando scese la notte, essi servirono come torce umane per
illuminare. (...) Questi cristiani erano colpevoli e meritavano bene
quella sorte". (Annali,
353-354)
Sembra di ascoltare i
commenti di oggi riguardo ad una chiesa impegnata o a chi lotta per
la pace.
II
Tempio di Gerusalemme era stato distrutto dall'esercito romano e il
potere aveva ormai scelto la via della deterrenza contro i ribelli
della colonia di Giudea. L'imperatore Domiziano, al potere
nell'epoca in cui il discepolo Giovanni scrive con la sua comunità ,
è ricordato come uno dei più crudeli della storia; si faceva
chiamare apertamente "Dio" e "Signore".
Giovanni scrive in un
tempo di esclusione
Dopo
la distruzione del Tempio, i farisei riuscirono a scavarsi una loro
nicchia tranquilla nella società dominata da Roma: incentravano la
loro vita sullo studio della Bibbia, manifestavano la fede nella
condivisione dei pasti e negli ordinari impegni della vita. Non
davano fastidio a nessuno, e per questo riuscirono a garantirsi un
certo riconoscimento sociale.
I
cristiani, invece, ripudiavano proprio il sistema in cui i farisei
si erano inseriti e contestavano questo loro ideale di santitÃ
sterile. Per questo erano nettamente esclusi da ogni relazione
sociale: cominciarono ad essere chiamati ''pà roikoi ' (quelli che
stanno fuori dalla casa, che non sono inclusi nelle regole della
società ).
Giovanni scrive in un
tempo di confusione
In
molti modi la gente tentava di dare le sue risposte all'oppressione
di Roma: i ribelli con la violenza, i monaci con l'isolamento in
comunità nel deserto (come Qumran), gli gnostici con circoli
filosofici per pochi iniziati, molti giudei sposando il sistema di
Roma e tollerandolo.
Ognuno aveva le sue soluzioni, i conflitti tra un gruppo e
l'altro erano evidenti.
Persecuzione, esclusione e
confusione...
Eppure la comunitÃ
di Giovanni comincia la sua lettera con parole che hanno
dell'assurdo:
“La
vita si è fatta visibile. Noi l'abbiamo
veduta”
Ma dove?! Follia!
Nessuno in un contesto del genere poteva immaginare queste
parole.
|
I
testi su cui pregheremo quest'anno sono molto preziosi, dunque: sono
un tentativo appassionato e ostinato di trasmettere speranza in un
tempo di morte. La religione ufficiale del tempo non dava risposte
di vita e per questo è stato scritto il Vangelo. Che provocazione! E
se valesse anche oggi, in riferimento ai modelli religiosi del
nostro tempo?
-
tempo in cui la
violenza sembra essere assunta come l'unica soluzione (ma noi non
l'accettiamo!)
-
tempo di squilibrio
disumano tra i popoli, tollerato a tal punto che si costruiscono
argini e si investono soldi per contenere e nascondere la
disperazione dei poveri, anziché nutrire la loro
speranza
-
tempo di fragilità per
ciascuno di noi: siamo così deboli e sbattuti dal vento di questa
vita complessa che spesso nemmeno riusciamo a
ribellarci
Eppure R-ESISTONO
molte piccole comunità cristiane ostinate nella
speranza, senza fuggire dal mondo. Le conosciamo e le abbiamo
incontrate, nei campi estivi, in Carovana attraverso l'Italia, nelle
nostre esperienze di missione, nelle figure profetiche che ancora
oggi pompano sangue per i polmoni un po' stanchi della chiesa
d'Europa. Queste comunità danno risposte forti, realistiche e
coraggiose: scelte di vita radicali e impegnate di singoli,
famiglie, gruppi interi.
PRIMA PARTE
E'
come dice Giovanni:
“Ciò che
era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo
veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che
le nostre mani hanno toccato, ossia la Parola della Vita, noi lo
annunciamo anche a voi.” (1 Gv
1,1.3)
Dal Vangelo di Giovanni
prendiamo anche queste parole:
“In
principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era
Dio. In Lui era la Vita e la Vita era la luce degli uomini”
(Gv 1,1.4)
Al
giorno d'oggi siamo alluvionati dalle parole. E poiché i “sapienti”
sono pochi, è frequente sentire discorsi vuoti e inutili. Diviene
sempre più raro ascoltare parole che illuminano la mente, che
riscaldino il cuore, che sappiano rispondere agli interrogativi
fondamentali che portiamo dentro: perché vivo? Che senso ha la
storia? Su quali valori fondare la giustizia e la pace? Perché
soffro o muoio?
Siamo
tutti alla ricerca affannosa di risposte vere a queste domande. Ne
abbiamo bisogno come il pane che mangiamo e dell'aria che
respiriamo. Ma chi ci darà queste risposte vere, se le parole
dell'uomo sono vuote e in ogni caso, non bastano? Ci vengono in
aiuto le parole divine. Dio Parla. La bibbia ci trasmette le sue
parole. Parlando, Egli non solo fa conoscere se stesso, ma mentre le
parole divine rivelano Dio, svelano l'uomo all'uomo. Ma c'è di più.
Mentre le parole umane - anche quelle delle persone sagge - sono
vento, le parole di Dio invece sono evento, realizzano quello che
dicono.
Giovanni non chiama Dio per nome, ma "Ciò che era fin da
principio... In principio era il Verbo (=Parola). Lui l'origine di
ogni cosa e di ogni essere. Gesù è la Parola e la Parola è Dio.
Quando Dio parla crea. Quando lo ascoltiamo spesso viene la
tentazione di essere distratti seguire pensieri inutili. Se oggi qui
ci fosse un personaggio importante e a noi interessante sicuramente
daremmo tutta l'attenzione dovuta. Quale impatto avrebbe Gesù nel
nostro cuore se prestassimo tale attenzione. Lui scioglierebbe ogni
difficoltà , dubbio e infonderebbe in noi la sua forza. Ma c'è da
aggiungere che Gesù non è solo un uomo. Lui è il Signore della
Vita.
Giovanni ci invita ad imparare a scoprirlo e a conoscerlo ma
ciò è possibile solamente attraverso la preghiera che è fatta di
ascolto. Quando lo conosco (= sono parte di Lui) allora la mia Vita
ha un senso ha un significato, ha sapore è la felicità . Nessuno lo
può fare per me, nessuno può prendere il mio
posto.
Esercizio del silenzio:
chiudi gli occhi e ascolta i rumori, anche il tuo
cuore
LUI CERCAVA
ME
Signore, Signore, perché
Ti nascondi così a me?
Ti chiamo ardentemente.
Ti cerco ovunque.
Grido disperatamente
verso di Tè. Mi offro interamente a Tè.
Ma che cosa vuoi di più?
Rifiuterai indefinitivamente di ascoltarmi?
Figlio mio, smetti di
agitarti cosi.
Quando capirai che non
sei tu a cercarmi, ma Io ti chiamo da sempre;
non sei tu che Mi preghi,
sono Io che tento incessantemente di farmi sentire da
tè;
non sei tu a desiderarmi,
sono Io che aspiro a tè instancabilmente;
non sei tu che Mi chiami,
sono Io che, giorno e notte, busso alla tua porta.
Le tue preghiere, le tue
suppliche, non sono che le lente risposte a quelle che ti
rivolgo.
Perché, la fame che tu
hai di Me non sarà mai uguale alla fame che Io ho di
tè;
la sete che tu hai della
Mia acqua non si calmerà mai,
se non accetti nel
silenzio
di venire a bere alla Mia
sorgente
e di non desiderare che
lei.
“Ciò
che noi abbiamo UDITO - VEDUTO - CONTEMPLATO - TOCCATO ossia il
VERBO della VITA”. Udire, vedere, contemplare, toccare non è
soltanto prestare attenzione, ma sentire gustare e fermarsi su
quella Parola che colpisce il nostro cuore affinché possiamo vedere.
Un proverbio dice che “non c'è più sordo di chi non vuoi sentire e
non c'è più cieco di chi non vuol vedere". Questo sta a significare
che se la cosa ti interessa la senti e la vedi altrimenti
no.
DESIDERIO e INTERESSE sono atteggiamenti necessari per
l'ascolto. Il Silenzio è il mezzo per entrare in sintonia con Dio e
sentire il nostro cuore e poter capire con la mente e il cuore per
arrivare a vedere. Quando scopri qualcosa di meraviglioso non
resisti, d devi fermare a contemplare. Per esempio: un tramonto, le
stelle, la natura.... Contemplare Dio significa sentire questo
grande amore di Dio nel nostro cuore e gustarlo, gustare la Sua
Parola, la Sua presenza che ci invade. La contemplazione non è un
concetto, un pensiero è Presenza. Due che si amano non hanno bisogno
di parole ma di silenzio, gustare la presenza dell'altro, guardarsi
negli occhi.
La
nostra idea di preghiera dipende da quale idea abbiamo di Dio. Il
Nuovo Testamento ci presenta Dio non come qualcuno al di fuori di
noi ma presente nell'intimità del cuore e sangue della nostra vita.
Dio si interessa, si preoccupa di noi e della nostra felicità . Lui
vuole dare se stesso a noi, ma questo Lui non lo può fare a meno che
noi non lo permettiamo.
Domande:
-
Che idea o
immagine ho di Dio?
-
Quanto tempo
prendo per me stesso? Quanto tempo riservo alla
preghiera?
-
Quali sono stati
i momenti o eventi forti nella mia vita di incontro con il
Signore
|
SECONDA PARTE
“... Noi Abbiamo... noi
Lo annunciamo anche a voi”
Perché Giovanni dice Noi?
Perché la verifica alla mia preghiera è proprio il noi. Dio non è
mai egoista, non è chiuso in sé ma è per l'altro, è comunione, di
conseguenza Dio quando ti chiama ti manda, e qui sta il cuore della
Missione. Quando noi amiamo gli altri, anche chi è scomodo, e la
comunità in cui viviamo allora siamo TESTIMONI della presenza di
Dio.
LA VERA MISSIONE PARTE
DALLÂ’INCONTRO CON DIO
CHE CI
MANDA
“...Annunziamo la Vita eterna...”. La Vita eterna inizia qui,
ora. Per Giovanni la gioia della comunione e dell'amore fraterno è
già Vita Etema, cioè VITA PIENA PER TUTTI. Che tutti abbiano diritto
al cibo all'acqua, alle cure mediche, all'istruzione e libertà di
culto.
Le
lettere di Giovanni non fanno altro che ripetere lo stesso
ritornello:
“Chi non ama il fratello che vede
come può amare Dio che non vede?” (1 Gv
4,20)
“Se uno ha
ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli
chiude il proprio cuore, come dimora il lui l'amore di Dio?
Figlioli, non amiamo a parole ne con la lingua, ma coi fatti e nella
verità ” (1 Gv 3,17-18)
La
persecuzione per chi fa scelte controcorrente e paga di persona
(l'onestà , il rispetto dei più deboli, la giustizia); l'esclusione
di chi si espone con la sua vita (una vita sobria, che non bada alle
apparenze, che ha il coraggio di dire la verità ); la confusione di
chi non obbedisce alle regole di questo mondo (e allora deve
cercarle ogni volta, non da nulla per scontato, tenta sempre di
dialogare con il diverso). Chi ci sta si faccia avanti... gli altri
è meglio che tornino a casa fin da subito, perché non merita
attenzione chi prende in giro la Vita!
-
In questo tempo della
tua vita, cosa significa per tè ^avere una gioia piena""! Ti senti
di viveria, ci sono momenti in cui la intuisci e capisci come
inseguirla? Hai il coraggio di buttarti oppure senti che ti
costerebbe troppa fatica e preferisci startene al calduccio, sotto
le tue coperte?
-
La comunione è il
cemento che ci fa r-esistere: puoi essere convinto di tanti
valori, ma se sei solo e pensi a Dio come ad un funzionario allo
sportello della vita non andrai molto avanti. Sei disposto-a a
giocarti in questo anno di G1M insieme agli altri, per costruire
comunione con questo gruppo che crede nella Vita Piena e la vuole
portare lontano?
Mons Romero
diceva:
"Lo
dicevo un giorno ed oggi torno a ripetervelo: Se per disgrazia un
giorno tacesse la nostra emittente, non ci lasciassero scrivere più
il nostro giornale, fratelli, ciascuno di voi che credete deve
trasformarsi in un microfono, in una emittente radiofonica, in un
altoparlante, non parlando ma chiedendo la fede. E perciò io non
temo che la nostra fede dipenda unicamente dalla predicazione
dell'arcivescovo. Non mi credo così importante. Ciò che credo è che
questa parola, che non è che una umile eco della Parola di Dio,
entra sì nel vostro cuore, non perché è mia, ma perché viene da Dio
".
Domande:
-
Quali impegni sto
portando avanti nella mia famiglia, parrocchia, scuola e
lavoro nel creare Verità , Giustizia e
Comunione?
-
Quando hai
vissuto un'esperienza positiva come ti sei
sentito/a?
-
Davanti
agli ostacoli o difficoltà come reagisci e ti
comporti? |
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