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Catechesi del GIM di Bari di novembre

Camminando con lui (Mc, 1,21-45)

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L’attività di Gesù si concentra in una giornata a Cafarnao (Mc 1,21–45), poi la sua missione si allarga a tutta la Galilea.

La «giornata di Cafarnao» è il modello in piccolo di quello che sarà tutto il ministero di Gesù.

Lo riassumiamo così:

l  Gesù insegna,

l  caccia i demòni,

l  guarisce i malati,

l  prega.

Questo è il ritmo fondamentale della vita di Gesù: attività e preghiera.

L’attività di Gesù comprende due elementi: parole e opera.

Marco ama rilevare soprattutto la potenza e l’autorità con cui Gesù parla e agisce. Egli si presenta così: una potenza sovrumana, una compassione che si avvicina a ogni povero, malato, peccatore, emarginato.

Gesù incontra gli uomini del suo tempo lì dove essi sono normalmente: mentre celebrano il sabato o si dedicano alle loro occupazioni. Li avvicina nelle situazioni in cui si trovano: tormentati interiormente, colpiti da malattia, immersi nella loro miseria, isolati.

La potenza di Gesù si manifesta nella sinagoga, poi in casa, quindi alla porta della città: tutto lo spazio, sacro e profano, viene riempito dalla sua presenza.

 

1. ...PER LIBERARE

Una novità innanzitutto, un liberatore. Nell’arco del primo giorno di Gesù abbiamo il programma del Vangelo: essere liberati dal male, essere liberi per il bene.

La guarigione nella sinagoga Mc 1,21-28

21Ed entrano in Cafarnao, e subito, di sabato, entrato nella sinagoga insegnava. 22E restavano scossi dal suo insegnamento; infatti stava insegnando loro come uno che ha potere, e non come gli scribi. 23E subito c’era nella loro sinagoga un uomo con uno spirito immondo. 24E gridò dicendo: Che abbiamo a che fare noi con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Ti conosco chi sei: il Santo di Dio. 25E Gesù lo sgridò dicendo: Taci, ed esci da lui! 26E, scuotendolo, lo spirito immondo e gridando a gran voce uscì da lui. 27E furono stupiti tutti quanti,così che si chiedevano insieme l’un l’altro dicendo: Che è questo? Un insegnamento nuovo con potere; comanda anche agli spiriti immondi e gli obbediscono! 28E la sua fama uscì subito dappertutto nell’intera regione della Galilea.

 

Come vedete il protagonista da una parte è Gesù e dall’altra parte lo spirito immondo, che lui aveva già incontrato nel deserto. Cos’è lo spirito immondo?

Abbiamo visto lo Spirito Santo che è quello che Gesù ha ricevuto quando si è messo in fila con i peccatori, solidale con i fratelli e ha vinto le tentazioni del potere, dell’avere, dell’apparire, pieno di Spirito Santo. E ora cosa viene a fare? Viene a dare a noi lo Spirito Santo, lo Spirito di Dio, lo spirito di vita. Ma c’è anche un altro spirito, lo spirito immondo, cosa vuol dire?

«Spirito immondo» La Bibbia definisce immondo o impuro tutto ciò che si oppone alla santità divina. I demoni sono forze d’opposizione all’azione di Dio, quindi sono detti immondi.

Lo spirito immondo dice vicinanza a tutto ciò che sa di morte, non solamente la morte fisica, ma anche ogni forma di tristezza, di sfiducia, di ripiegamento su di sé, mancanza di desideri. Questo è un mondo che ha a che fare da vicino con la “non vita”.

Proviamo a descrivere come facciamo esperienza di questo spirito immondo:

tristezza, sfiducia, ripiegamento, paura, inquietudine, agitazione, oscurità, nulla ha senso, sprofondi nel vuoto, “ma guarda com’è fatto male il mondo”, meglio nascondersi, anzi tanto vale fare il male.

Uno spirito che condiziona ci tiene in ostaggio e ci impedisce le relazioni.

Ma guardate che è così normale, non c’è nulla di strano, molto umano.. anzi diabolico! Tutti ci chiudiamo nelle nostre paturnie e quello diventa il nostro assoluto: è il mio interesse, il mio mal di testa, la mia sensibilità vale più del mondo, ognuno pensa a sé... Questa chiusura non è nulla di strano, che la Parola viene a scocciare, perché la Parola vera crea relazione, comunione, mi toglie dal guscio, da quell’ingessatura che mi impediva di muovermi.

Gesù rompe questo meccanismo usando la Parola, l’insegnamento.

Senza Cristo siamo tutti in balia delle forze del male, chiusi in noi stessi e incapaci di entrare in comunione con Dio, anche se siamo nella sinagoga (v. 23): la religione che salva non è la pratica di un culto o la presenza materiale nei luoghi sacri o l’adempimento di un precetto, ma l’incontro personale con Cristo.

E ciò che più conta in questo episodio non è tanto l’esistenza o meno dei demòni ma piuttosto il comportamento di Gesù di fronte a tale fatto che fa emergere il potere del Regno di Dio che Gesù possiede che non solo è annuncio della liberazione futura ma spinge chi evangelizza (l’apostolo) a compiere da subito opere di liberazione a favore dell’essere umano.

Gesù libera si dal peccato ma anche dal male fisico da tutte le cose non volute da Dio. Dio vuole il benessere totale dell’essere umano. Ci vuole liberi e adulti. Lasciarsi toccare e coinvolgere da Cristo rende liberi. Quindi è necessario che chi porta il vangelo non può solo contentarsi dell’annuncio a parole ma deve compiere opere di liberazione delle persone. La missione quindi (Gesù in parole e opere) è quella di portare liberazione da tutto ciò che opprime. E’ la lotta di Gesù portata avanti dai sui discepoli. La necessità di lottare che emerge nella giornata tipo caratterizzerà poi tutta la vita di Gesù come anche dei suoi seguaci dopo di Lui.

 

2. ...PER SERVIRE

Gesù: di nuovo la novità

La suocera di Pietro Marco 1,29-39
29 E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. 30 La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31 Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.
32 Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33 Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34 Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
35 Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. 36 Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce 37 e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38 Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39 E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

 

Eh Gesù è un innovator, infatti porta sempre novità ed è decisamente contro corrente. L’episodio della suocera di Pietro ammalata è rilevante.

Si tratta di una donna innanzitutto, nessun rabbino di quel tempo si sarebbe mai avvicinato a una donna e tanto meno porgergli la mano e figuriamoci se farsi servire da lei. Gesù rompe tutti gli schemi sociali e religiosi del tempo. Al punto che ciò che emerge da questo racconto è veramente anticonvenzionale e sconvolgente dei rapporti sociali dando al “servizio” (diakonia) un nuovo valore e dimensione.

 

Per i greci servizio e servire era una vergogna, indegno per un uomo (lo è ancora oggi in diverse culture e mentalità). L’essere umano è fatto per dominare, il maschio poi...

Ma Gesù partendo dal precetto dell’AT di ‘amare il prossimo’ che lega all’amore di Dio,  lo fa diventare elemento centrale del comportamento morale proprio dell’uomo veramente libero. Il sevizio diventa centrale al punto che “il figlio dell’uomo è venuto per servire e non per essere servito” (Mc 10,45).

Ecco che dopo la guarigione (liberazione) la suocera di Pietro si mette a servirli, ha inizio un nuovo stile di relazioni umane che è un netto taglio col passato.

 

Ecco una giornata tipo di Gesù fatta di successi, acclamato, ammirato. Perchè non farsi trascinare dall’entusiasmo della folla, essere una star già dal primo giorno, godersi gli applausi e la devozione dei fans?.

Invece Gesù fugge e va nel deserto a pregare, I discepoli non lo capiscono: ma perchè? ora che ha le masse con lui, i grandi numeri di followers, se ne va? Ma dai!

Per Gesù il popolo non si trova solo nella città (luoghi ben organizzati e di facile successo) ma nei luoghi più sperduti (le periferie geografiche ed esistenziali) dove bisogna andare, bisogna cercare la gente la dov’è, dove vive e nelle situazioni che è costretta a vivere, bisogna “esserci” e ancora lottare contro il rinchiudersi (questo oggi ancora più attuale con la pandemia) per un servizio itinerante (missionario) che sarà pieno di sorprese.

 

3. ...PER INCLUDERE

 

La guarigione del lebbroso Mc 1,40-45

 

40 Allora venne a lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!». 41 Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!». 42 Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. 43 E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: 44 «Guarda di non dir niente a nessuno, ma va', presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro». 45 Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.

In quella cultura il lebbroso è un escluso, un quasi morto. Impuro e non può far parte di niente e nessuno, emarginato e certamente irrecuperabile/insanabile.

Gesù è indignato (mosso da compassione) veramente ha come uno scatto d’ira per questa come per ogni forma di segregazione tanto quanto per la sofferenza e la malattia.

In quello scatto d’ira, Gesù prende la mano di quell’uomo, lo tocca, entrando così in relazione, anzi in comunione con lui. Mano lebbrosa nella mano di Gesù, contatto vietato dalla Torah, stretta di una carne giudicata demoniaca, e il suo gesto viene accompagnato dalla parola: “Lo voglio, sii purificato!”. “E subito” – annota Marco – “la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato”: quel lebbroso è guarito, la sua fiducia in Gesù ha ottenuto il risultato sperato, la sua preghiera di compassione è stata esaudita. Non è più uno scomunicato, anzi è una persona che è entrata in piena comunione con Gesù, il quale ha eliminato quel male così orribile ed escludente. 

Come vedete Gesù, indignato, non si mette a fare campagne, manifestazioni, appelli contro la segregazione ma crea la condizione per il reinserimento, “libera” questa persona dalla lebbra, Egli col suo esempio spinge ad operare affinché scompaiano situazioni, leggi, sistemi oppressivi, penosi ed umilianti. Nessuna legge umana (civile o religiosa) è un assoluto per cui anche il cristiano è tenuto a non osservare (obiezione di coscienza) tutto ciò che va contro la dignità della persona. Non bisogna confondere la malattia con il malato. Ecco allora che bisogna lottare veramente ed efficacemente per i diritti umani di chiunque e dovunque.

Ed in fine notiamo che Gesù non tiene alla popolarità, chiede discrezione per non essere frainteso, perché l’amore sincero è innanzitutto discreto, non ostenta e non si gloria, così fugge sottraendosi al facile consenso che può diventare addirittura un impedimento alla sua missione.

 

Domande per la riflessione:

  • 1. Com’è la tua giornata tipo?
  • 2. Hai delle lotte che porti avanti? Quali sono le cose che hai più a cuore?
  • 3. Ti sei mai trovato dinnanzi a episodi di segregazione, di pregiudizio? Come reagisci?
  • 4. Secondo te a cosa servono i social come instagram, facebook, tik tok ecc.?
  • 5. Per te cosa vorrebbe dire camminare con Gesù?

 

p. Corrado de Robertis, mccj

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