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Giugno 2014 - Credere al futuro

sr. Elianna Baldi

 

Credere al futuro

Cara amica, caro amico,

siamo già arrivati alla fine del cammino Gim di quest’anno.... un anno veloce, ricco di movimento per me, da un continente all’altro, dalla temporaneità al "per sempre", da un ministero ad un altro o, come un amico centrafricano mi ha detto, dalle follie giovanili al prendersi cura della congregazione.

Provo a pensare a te, a questo cammino a cui sei approdato perché ti sei messo in ricerca di qualcosa che ti mancava.

Sicuramente la promessa iniziale di incontri che trasformano, è stata mantenuta con abbondante generosità: immagino l’emozione e l’entusiasmo di essere immersi in un mondo di grandi ideali, grandi valori, grandi obiettivi; la gioia di condividere la ricerca e la scoperta con un gruppo di amici che poco a poco diventa comunità di fratelli e sorelle; la consapevolezza della propria piccolezza, dei propri limiti e contraddizioni, della debolezza che diventa luogo fertile per i semi del Regno.

Sicuramente in questi mesi di parole ascoltate e condivise ce n’è una che emerge con più insistenza e forza nel tuo cuore e nella tua vita: aggrappati a lei, prenditene cura, proteggila, siile fedele!

Certo, è una parola che ti domanda un cambiamento personale, un impegno radicale, ma mentre ti chiede, ti sta donando un orizzonte certo che sostiene il cammino che inizia ora.

Anche qui a Bangui, secondo un uomo di grande spiritualità e saggezza, impegnato nella transizione politica, siamo alla fine di un cammino e all’inizio di un altro. Con fermezza ci ha detto che siamo alla fine di questo tunnel di morte e violenza, che il peggio è passato, e che è ora il momento di guardare con la testa alta al futuro da costruire.

Due mesi fa qualcuno voleva chiudere la nostra scuola, e invece oggi tutti gli studenti sono in classe, abbiamo chiuso il primo trimestre, e stiamo trasformando l’esperienza di servizio ai bambini sfollati in opportunità formativa, in riflessione professionale, in creatività pedagogica. Questo è un segno chiaro della vita che rinasce.

Come tenere insieme questo invito ad avere fiducia nel futuro, con le notizie del giovane prete ucciso a Paoua, del vescovo sequestrato con tre dei suoi preti, e poi liberati grazie alla mobilitazione tempestiva dei grandi, dell’arresto di un prete di Caritas perché si era scambiato il progetto di sostegno agli agricoltori con una tattica di riarmo della gente, dei villaggi attaccati e bruciati al Nord, degli scontri sanguinosi al centro, delle uccisioni che continuano in qualche quartiere di Bangui, delle decine di migliaia di sfollati che continuano a vivere nei campi profughi, impantanati fino alle midolla ogni volta che piove, con la stagione delle piogge alle porte?

Come tenere insieme queste due realtà? A quale credere?

La cruda razionalità occidentale non ci aiuta. È la vita dei poveri e dei semplici che ci indica la strada.

È ancora vivo il ricordo delle quattro ore di danze e canti della messa di Pasqua, con più di un’ora di processione di offerte: la gioia e la generosità della gente in una situazione di precarietà e povertà. Una fede che sostiene il quotidiano e che viene celebrata con il corpo e l’anima per dire che è tutto l’uomo, è tutta la donna, è tutta la vita che è unita al Creatore, il Salvatore, il Dio dell’Impossibile, il Signore della Storia.

Porto ancora stampato nel mio cuore il luccichio degli occhi e il sorriso di M.J., che era benestante e ora ha perso tutto, tutto, che vive ancora con la sua famiglia in un centro di sfollati, che ha ricominciato a lavorare e che, dopo aver preso il primo salario, ha voluto pagarmi l’autobus e regalarmi un po’ di ricarica per il telefono. Quel pomeriggio volevo piangere di commozione: la gioia di poter donare gratuitamente, di poter sentire la propria dignità riaffermata nel semplice gesto di donare. Che lezioni di vita!

La Parola che questi mesi di cammino mi stanno donando è: "credere al futuro". Mi chiede di giocare energie fisiche e spirituali importanti, di avere pazienza, ma mi offre il sostegno di una fede integrale condivisa e celebrata, e l’esempio del cammino di dignità dei poveri di Yahvé.

E qual è la parola che è stata donata a te? La vita e i frutti di questa parola unica dipendono da te. È adesso che inizia la parte più importante del cammino. Non perderne la bellezza!

 

 

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