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Gennaio 2014 - Allargare gli orizzonti

sr. Elianna Baldi

ALLARGARE GLI ORIZZONTI

Chi non ha provato il fascino della vista che si ha in cima ad una montagna in una giornata di cielo limpido dopo la fatica della salita?
Oppure la magia di un tramonto su una linea calma di mare lontano? O i campi che si stendono fino ad incontrare il cielo là dove l’occhio non riesce ad andare oltre, in un viaggio trans-regionale in treno o in autostrada? L’orizzonte di tutti i giorni della mia infanzia e giovinezza è fatto delle Prealpi che si stagliano dopo la pianura, e l’ho scoperto con un sentimento di sorpresa e di commozione al primo ritorno dopo tre anni in Congo: lì mi sono accorta che nella foresta di Mungbere l’orizzonte sono gli alti alberi a poche decine di metri di distanza. E ho sentito per la prima volta la gioia ossigenante di alzare lo sguardo e vedere lontano.

articolo di sr. Elianna Baldi (Ormegiovani gennaio)Ultimamente ero a Limone sul Garda, la terra natale del nostro Daniele Comboni: un romantico “buco” lacustre circondato quasi completamente da muri di montagne rocciose. E mi sono chiesta come fosse uscito da lì un uomo con il cuore dagli orizzonti infiniti, in cui non ci sono frontiere di cittadinanza, muri di divisione, ma solo un abbraccio universale.
Alcuni antropologi dicono che l’ambiente naturale in cui si nasce e si cresce ha molta influenza sulla personalità... che cosa accomuna i grandi sognatori di tutte le latitudini e longitudini?
Forse proprio la capacità di allargare i propri orizzonti, di andare al di là, di immaginare altri orizzonti, di abbracciarli, di diventare cittadini planetari capaci di amare e commuoversi davanti ad ogni orizzonte particolare. Si cambia orizzonte quando si cammina, quando ci si sposta dal proprio punto di vista per assumerne un altro, quando si riesce ad abbandonare le proprie sicurezze per esistere autenticamente, come diceva Bonheoffer: “Si è chiamati a venir fuori e bisogna venir fuori dall’esistenza condotta fino a questo giorno; si deve esistere nel senso più rigoroso della parola. Il discepolo viene gettato dalla sicurezza relativa della vita nell’assoluta mancanza di sicurezza”.
Fa paura nella parte ricca del mondo, dove tutto deve essere efficiente e dare sicurezza.
Penso invece al quotidiano di popoli come quello del Centrafrica, con cui ho condiviso il tempo del colpo di stato e qualche mese di invasione da parte dei ribelli, prima di tornare in Italia per la preparazione ai voti perpetui: è stata forte l’esperienza della precarietà, in cui il domani è lontano, l’oggi è incerto, e l’unico assoluto è l'adesso. Richiedeva enormi energie psicologiche fare un programma di lavoro e cominciare ad attuarlo come se tutto andasse bene, sapendo che poteva saltare da un momento all’altro. E a volte saltava. Allora si ricominciava a guardare avanti, oltre, lontano, e ancora a sognare quello che si poteva fare, renderlo progetto, programma, provarci....
E cosa dire della speranza nella pace in una situazione di totale insicurezza, di oppressione e umiliazione, di ingiustizia e sopruso. Come fare della Pace un orizzonte credibile, per cui investire energie e mettersi in cammino? Eppure è proprio in questa Storia di tenebre e nebbia che si stagliano davanti a noi persone che sono come le stelle polari, che insegnano a camminare verso un orizzonte che non si vede, perché si sa che c’è, perché si crede davvero che il Dio della Promessa non viene meno alla sua fedeltà e mostrano che vale la pena scommettere tutto per quest’orizzonte. Dalla foresta dell'Ituri alla Collina di Bangui, io ringrazio il Dio che ha fatto il Cielo e la Terra e il loro gioco di rincorrersi a passi infiniti, per avermi fatto incontrare questi giganti ordinari capaci di indicare con la loro vita la direzione in cui andare.
E all’inizio di questo nuovo anno, chiedo a Dio di benedirli, di mostrare ai popoli stanchi che l’orizzonte anelato è vicino, e di dare a noi il coraggio di volare lontano!

(sr. Elianna Baldi)

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