Giugno 2006
UNA VITA
DA BALLO … E NON DA SBALLO
pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire”.
Il GIM di questo mese ci invita a riflettere sulle
‘Nuove schiavitù’, realtà, economiche, sociali, interiori che troppo spesso
ingabbiano molti uomini e donne, noi compresi. Sulle spiagge spesso
s’incontrano tanti di queste persone: i venditori ambulanti, le prostituite, i
bambini che chiedono l’elemosina, … Ma anche quelle persone che non avendo
problemi finanziari, vivono situazioni di schiavitù a causa del voler apparire,
del volere vivere qualche ‘sballo’, dell’andare chiusi in se stessi senza
vedere gli altri, …
“VIVI DA RISORTO!”, è il grido che ha accompagnato il
cammino GIM di quest’anno: sarebbe un peccato ora tirare i remi in barca,
l’invito rimane sempre quello di andare al largo e di gettare le reti. E al
largo troviamo la vita, una vita che sa risorgere nonostante le tante morti,
una vita che è veramente grande e che non si lascia ingabbiare da nessuna
schiavitù.
A ciascuno di noi il compito di abbracciarla e di
testimoniare che la VITA è possibile. Viviamo allora l’estate con gioia, con
responsabilità approfittando delle tante occasioni che ci vengono offerte: nel
sito www.giovaniemissione.it
trovi le proposte per i nostri campi.
Uniamoci quindi a tutti quei popoli che, pur
soffrendo a causa di tante schiavitù, hanno ancora la forza e il desiderio di
danzare la Vita: quel ballo che in tante culture diventa preghiera perché
avvicina a Dio possa coinvolgere l’umanità intera in una grande festa che
profumi di Vita!!!
p. Roberto e p. Manuel
Vivi da Risorto!
Sii segno del Regno
Il Signore Gesù, dopo
aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono
e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e
confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano. (Mt. 16,15-20)
Gesù ci manda a nome Suo,
con fiducia. “Andate e predicate il Vangelo ad ogni creatura”, ci dice. Ci pone
tra le nostre mani qualcosa che gli sta veramente a cuore, il suo messaggio e
la sua missione e ci dice “Continuate voi”. Crede in noi e ci chiede di fare
quello che Lui ha fatto, proprio come Lui l’ha fatto.
Nessuno, credo, ci ha mai
dato tanta fiducia quanto ce ne da Gesù; nessuno ci ha dato tutto, pur sapendo
chi siamo. Nessuno ha mai creduto tanto in noi.
E la fiducia trasforma, fa
crescere, da coraggio, rende nuovi…. Ci rende capaci di osare, di fare cose
grandi, di fare miracoli. Sì, miracoli.
Lei non sa perché è
successo. Non sa chi l’abbia fatto. Sa solo che è rimasta senza casa. E allora,
dopo il primo giorno di lacrime, di sbigottimento e dolore, si è messa subito a raccogliere paglia e legna e
fango e ha ricostruito la capanna. Come prima. E sorride felice, con la sua
larga bocca sdentata …, beata.
Ma il miracolo non è
questo: è qualcosa di più bello. Un giorno le hanno portato un uomo legato e
imbrigliato come un animale pronto per il macello. E infatti proprio al macello
volevano mandarlo. Era l’uomo che aveva appiccato il fuoco alla capanna di
Nasilele e, per paura che facesse altrettanto con altri, volevano “bruciarlo
vivo”… come la capanna.
“Non è lui” ha detto
Nasilele. “Lo so perché ara andato al villaggio con mio fratello”. E così lo
hanno rilasciato.
“Il Signore mi perdonerà
questa bugia?” mi ha chiesto Nasilele qualche giorno dopo con un sorriso un po’
furbetto e un po’ timoroso. “Non è vero che lui era al villaggio con mio
fratello. Ma se non dicevo così lo uccidevano… Io ho pianto per la capanna, ma
ne ho costruita un’altra. Ma i suoi bambini? Se lui muore… non si può costruire
un altro papà….”.
Cara Nasilele. Tu hai
imparato a parlare la lingua di Gesù, la lingua dell’Amore e del perdono. Non parli più di vendetta, di perdite, di
rabbia…, di morte. Tu parli di perdono, di rispetto dei piccoli, di amore, di
perdono. E lo vivi.
Un problema grande in
Kalabo è la stregoneria. E’ una delle schiavitù di questo posto. E’ radicata
potentemente nella cultura, nella loro credenza, nella loro azioni di ogni
giorno, nei loro pensieri e poi ancora nelle loro parole, paure, piani,
difese…. Nella loro vita.
La gente ha paura: ha
paura del vicino perché potrebbe andare dallo stregone e mandargli malattie,
disastri, anche la morte. Ha paura della gelosia degli altri, dell’invidia, di
quello che gli altri pensano o potrebbero pensare… e allora si nasconde e nasconde quello che ha perché “se gli
mandano gli spiriti….” è la fine.
Sì, hanno paura qua. La
paura è di casa. Ma credo che con Muchatanta e gente come lei la “paura dovrà
presto fare le valige e traslocare da Kalabo”. Un giorno è venuta da me di corsa,
come se avesse scoperto un mondo nuovo e, in realtà, lo aveva proprio scoperto.
“Ascolta”, mi ha detto, “ma se Dio è il più potente di tutti, allora è più
potente degli spiriti! Ma allora sono salva!!!”. E poi mi travolta con tutta la
bellezza della sua scoperta. “Anche se tutti gli uomini e le donne di Kalabo
diventassero stregoni, tutti - tutti, ma proprio tutti, e cercassero d farmi del male, non posso
avere paura. Non possono farmi niente perché Dio è con me!!! Sono libera, sono
finalmente libera”. Così, semplicemente.
Mi vengono in mente le
parole di Gesù: “E se berranno qualche veleno, non recherà loro danno”.
Cosi bello e così vero. Muchatanta l’ha capito. Spero che a poco a poco tutti
lo sperimentino…. e possano godere la libertà di figli e figlie di Dio.
Non ci ha pensato due
volte una mia amica kalabina (= di Kalabo J ). Avevamo appena partecipato alla
Preghiera di Riconciliazione Quaresimale. “Quest’anno vogliamo fare di più
dell’anno scorso” ha sottolineato il sacerdote durante l’incontro di Preghiera
e lei ha pensato al disaccordo tra lei e la vicina di capanna che l’aveva
accusata di stregoneria. E’ successo sette anni fa, e da sette anni lei si porta questo marchio.
Ma lei è andata e ha cercato di ricostruire. Le ha portato un po’ del suo
granoturco raccolto e ha chiesto “ku eza
kozo hape” (di fare la pace di nuovo). Non ha ricevuto un “sì”; sette anni
di astio ed anche di paura forse sono un po’ tanti da inghiottire in un boccone
solo, ma la vicina ha detto che ci penserà.
La mia amica Mukelabai,
questo è il suo nome, comunque è contenta “Mi sento meglio”, mi ha detto. “Mi
sembra di essere rinata. Mi sento nuova, una nuova vita sta cominciando per
me.” Mukelabai, donna - testimone del
Risorto.
A che punto stai? Che
miracoli stanno succedendo nella tua vita? Cosa stai facendo insieme con il Signore?
L’anno GIM è terminato e così anche il mio appuntamento
trimestrale su Orme Giovani. Continuiamo a camminare…, tu lì, noi qui…,
ricordando e credendo, che Lui cammina con
noi. Questa è il nostro tesoro..
Se veramente ci credi, la tua vita cambierà. Se veramente ci
credi la tua quotidianità si trasformerà in novità, il tuo dubbio in azione, la
tua debolezza in forza, e sarai testimone di Coraggio, di Giustizia, di
Risurrezione, di Vita….
Ti auguro di crederci. Ti auguro di essere un’esplosione di
Vita. Con Lui.
TESTIMONE:
Fr. Roger
L’anno
scorso, il 16 agosto, una mano sconsiderata ha posto termine alla vita di fr.
Roger. Ne vogliamo ricordare la testimonianza, come segno di speranza,
accoglienza e attenzione ai giovani.