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Vedendo le terre d’Oriente si capisce meglio il messaggio del vangelo; si capisce meglio Paolo e le sue fatiche, porta la consolazione della sua presenza e non è poca cosa.

Medio Oriente: presenza che spera

Medio Oriente

Il tema della Giornata Missionaria Mondiale 2019, era questo: “Battezzati e inviati”, tema sempre attuale in virtù del nostro battesimo, anzi l’Evangelizzazione è sentita come un impegno legato semplicemente al nome di “cristiano”.
E’ stato detto che la Chiesa è missionaria per il semplice fatto che è Chiesa. E’
veramente l’espressione del Credo che professa la Chiesa “Cattolica Apostolica”. Non indica semplicemente che essa è fondata sugli Apostoli ma che è chiamata a continuare la loro opera: annunciare Gesù Cristo come l’Amore di Dio Padre.
Questo annuncio che è partito dalle antiche terre di Turchia, cioè dall’Asia Minore.


Sembra proprio che in questa terra si sia spento e, noi cristiani che viviamo quì siamo ormai un gruppo numericamente e socialmente insignificante, senza alcun riconoscimento giuridico. Lo Stato non ci riconosce nemmeno come minoranza religiosa.
Passando per le rovine di antiche chiese e monasteri dei quali oggi non rimangono che dei ruderi spesso ci si immagina lo splendore cristiano di questa terra, appena nel giro di qualche centinaio di anni è andato scomparendo.
Questo è il mistero della storia che faceva dire a Papa Giovanni XXIII per 10 anni  Nunzio Apostolico in Turchia, che Dio costruisce nei cuori, le pietre contano poco.
Le pietre contano poco, eppure la Terra conta perché è la Terra di Paolo, di Luca, di un’immensa schiera si martiri e di santi che qui sono vissuti e che ci hanno lasciato la memoria di una fede spesso testimoniata con il sangue fino a quest’oggi.
A noi il compito di non dimenticare la nostra storia, se non a rischio di perdere la
nostra identità.
Per i tanti giovani in Europa, l’essere cristiani è diventato insignificante, o nella loro vita un posto marginale. Per i pochi giovani in questo Medio Oriente invece, è motivo di
copiose sofferenze fino al martirio.
Don Andrea Santoro amava ripetere:" ma l’importante è stare dentro la terra, con
amore, con rispetto, sciogliendosi e diventando un tutt’uno con essa nel silenzio, disposti a morire e a fiorire quando Dio vuole, sentendo che questa terra è stata amata, lavorata da Dio, visitata e vangata in mille modi”.
Ed ecco qui in questa terra di Tarso una piccola Comunità di Suore “Figlie della Chiesa” che vuole essere soprattutto Profezia di Speranza, in questa terra di Paolo, capaci di riconoscere i segni alla luce della Parola di Dio, anche in questo pezzetto di storia, 25 anni di presenza, e orientarla sempre più in direzione di Dio.

Nulla di eccezionale, nulla di eroico, abbiamo risposto alla chiamata della nostra vocazione, al nostro Carisma e alla Chiesa. Una Missione la nostra di PRESENZA. E’ l’offerta di un servizio e annuncio, più con la vita che con le parola, vita vissuta ogni giorno nella condivisione di ciò che siamo e abbiamo, senza pretendere nulla in cambio. Quello che noi facciamo, sono povere cose, piccoli passi, ma che vanno direttamente al cuore della gente che ci fanno comprendere sempre più l'importanza dell’ESSERCI.

Vedendo le terre d’Oriente si capisce meglio il messaggio del vangelo; si capisce meglio Paolo e le sue fatiche, porta la consolazione della sua presenza e non è poca cosa.

Suore Figlie della Chiesa Tarso:

Suor Concetta, Suor Bianca Agnese, Suor Giuseppina Maria

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