Francesca presta le sue parole per darci testimonianza dell'esperienza vissuta quest'estate insieme ad altre ragazze e ragazzi al campo Stilnovo per la vita.
Testimonianza del campo Stilnovo per la vita 2021
L'esperienza dei ragazzi che hanno partecipato al campo GIM sui nuovi stili di vita in Toscana
Ciao!
Mi chiamo Francesca, ho 22 anni e ho partecipato quest’estate al campo Stilnovo per la vita organizzato dalla Famiglia Comboniana.
Voglio cominciare dal “perché” della scelta di partecipare a questa esperienza. Credo, infatti, che le risposte vere ai nostri “perché” ci smuovano nel profondo e ci mettano di fronte a quello che noi realmente siamo. Quindi ho partecipato perché volevo vivere un’esperienza forte che non ero riuscita, per vari motivi, a vivere gli anni passati. Nello scegliere il “cosa”, il “quando” e il “dove” mi sono soffermata sulle parole stile e vita che, messe insieme, rappresentano un impegno a lungo termine, un impegno, appunto, per tutta la vita. E non è facile.
Non è facile, nella società di oggi, prendere un impegno forte, essere coerenti e portarlo a termine, soprattutto se ti spinge a relazionarti in modo nuovo con il Creato, con le Creature e con il Creatore. Che sfida! Ma le sfide fanno crescere e, così, tra le diverse proposte, ho scelto di mettermi in gioco in questa. Sono partita da casa con molti punti di domanda ma fiduciosa; conoscevo già, infatti, la Famiglia Comboniana dal di fuori, amici e conoscenti me ne avevano parlato. Fin dal primo incontro con le persone che sarebbero state le mie compagne di viaggio si è instaurato un bellissimo rapporto; la cosa che mi ha stupita di più è stata che, già all’arrivo, durante il primo pomeriggio di attività, nonostante ci conoscessimo da poche ore, si è creato un clima di collaborazione, ascolto e sintonia all’interno del gruppo.
I temi su cui abbiamo riflettuto durante i dieci giorni di campo erano legati alle problematiche che la nostra Terra sta vivendo in termini di spreco delle risorse e della conseguente povertà che ne deriva per la maggior parte delle popolazioni; abbiamo dunque riflettuto sul prezzo che i poveri del mondo pagano a causa dello sfruttamento da parte dei più ricchi, uno sfruttamento in termini di risorse, di denaro, uno sfruttamento climatico, lavorativo, uno sfruttamento della Terra. E abbiamo parlato dell’indifferenza che affligge la parte occidentale del mondo. Siamo stati accompagnati in queste riflessioni da momenti di preghiera, momenti di attività e dall’incontro con persone che “ci hanno messo la faccia, il cuore e le mani”, persone che hanno detto a voce alta il loro “No!” a queste ingiustizie e hanno trovato soluzioni nuove credendo in una società giusta, sostenibile, equa, non indifferente, una società che si accorge dei più poveri. Abbiamo meditato e pregato con le parole di Papa Francesco, in particolare con riferimento alle encicliche Evangelii Gaudium, Laudato si’ e Fratelli tutti.
Abbiamo riflettuto su come sia possibile un’ecologia integrale, un’ecologia che parte dalla sostenibilità e dal riuso degli oggetti per salvare il mondo dallo spreco e dal consumismo quotidiano; un’ecologia che mette al primo posto le relazioni umane, l’amore per il servizio e per chi è più povero e un’ecologia che, con le parole di Don Milani, deve urlare: “I care!”. Papa Francesco ci invita a dire “No ad un’economia dell’esclusione e dell’iniquità”, ci ricorda che siamo connessi gli uni con gli altri, che siamo tutti fratelli, tutti figli dello stesso Padre, un Padre che ci ha donato un Creato che noi dobbiamo tutelare e proteggere perché “Tudo está interligado como se fôssemos um”. Abbiamo poi riflettuto sulla guerra e sulla pace; sulla guerra che qui c’è stata e che non c’è più ma che, nel mondo, persiste violentemente e uccide uomini innocenti. Anche la guerra è una conseguenza della follia dei più ricchi che, con la loro voracità nell’avere e nel creare un’economia del consumo, danneggia chi si trova già nella miseria rendendolo ancora più povero e rubando tutte le risorse disponibili. Una guerra che, come sentiamo dai telegiornali ogni giorno, continua ad esserci e ruba ancora oggi la vita di donne e uomini, bambine e bambini, anziane e anziani in tutto il mondo.
Mi rattrista in questi giorni quello che sta succedendo nel mondo; il Papa dice che “la storia sta dando segni di ritorno all’indietro. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati”. Nel pensare allora cosa mi porto da questo campo sono profondamente convinta che questa esperienza mi abbia aiutata a sentire veramente vicino quello che avevo sempre considerato lontano. Potrebbe sembrare un “Tutto qui?” ma non lo è. Non ho mai sentito così prossimi a me questi fratelli che reputavo lontani, questi fratelli che sentivo “altri” rispetto alla mia vita e al mio mondo. E, per la prima volta nella mia vita, ho avuto il coraggio di indignarmi davvero.
“Vieni, Spirito Santo! Mostraci la tua bellezza riflessa in tutti i popoli della terra, per scoprire che tutti sono importanti, che tutti sono necessari, che sono volti differenti della stessa umanità amata da Dio”.
Francesca Ferraro