In cammino verso la Luce.. che è Cristo Gesù! Lasciamo che questo Tempo di Natale illumini e guidi il nostro cammino attraverso le stelle delle persone che ci amano e che amiamo.
CATECHESI GIM 1 PADOVA
18 DICEMBRE 2022
QUAL’ È LA TUA STELLA
(MT 2, 1-12)
Il viaggio (anche partendo da lontano), la ricerca, il lasciarsi guidare ed accompagnare
da qualcuno (come è stata la stella per i magi), l’incontro con il Salvatore, e la sua
adorazione: sono tappe che in maniera individuale e collettiva, come “popolo santo e
fedele di Dio” prima o poi percorriamo tutti, per andare incontro al Salvatore del
mondo, che nasce per noi e per tutta l’umanità.
L’incontro con la Parola di questo weekend Gim dal sapore natalizio, ci porta al
secondo capitolo del Vangelo di Matteo: la nascita di Gesù.
L’evangelista Matteo ci situa nel tempo (“al tempo del re Erode”) e nello spazio
geografico (Betlemme di Giuda), per farci entrare nel mistero dell’Incarnazione. Gesù
nasce a Betlemme di Giudea, un piccolo borgo 8 km a sud di Gerusalemme, al confine
con il deserto di Giuda. Gesù nasce quindi in una delle tante periferie marginali, non in
un grande palazzo della città santa, Gerusalemme.
Un dato da non sottovalutare: Betlemme letteralmente significa “casa del pane”, e se
guardiamo la vita di Gesù possiamo ben vedere che tutta la sua vita è stata un essere pane spezzato per tutti! Possiamo cogliere meglio questo dato, attraverso un inno liturgico che forse conosciamo: «Prima del tempo, prima ancora che la terra cominciasse a vivere, il Verbo era presso Dio. Venne nel mondo e per non abbandonarci in questo viaggio ci lasciò tutto sé stesso come pane. Verbum caro factum est verbum panis factum est.
Verbum caro factum est verbum panis factum est». Proprio così: il Verbo si fece carne, il Verbo si fece Pane!
Gesù nasce al tempo del re Erode, e questo dato “storico” ci mostra l’irruzione di Dio
nella storia concreta e reale del mondo.
Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov'è il re dei
Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per
adorarlo».
Secondo la tradizione, i magi erano uomini sapienti: studiavano gli astri e scrutavano il cielo sapendo che le stelle avevano un certo influsso sulle vicende umane.
Di questi magi non conosciamo la loro provenienza (sappiamo solo che vengono
dall’Oriente), né il numero esatto, né i loro nomi: sicuramente non erano ebrei e quindi
non conoscevano le Scritture. Secondo l’opinione di molti biblisti, in realtà si tratterebbe
di maghi, il cui termine in greco (lingua in cui è stato scritto il Vangelo!) significa
ciarlatano, ingannatore. Sono dei pagani. E per la religione del tempo, profondamente
legata al tempio, sono doppiamente impuri: sia perché sono pagani ma anche perché la loro professione è condannata dalle Scritture (Lev 19, 26).
Vengono da lontano e rappresentano tutta l’umanità in ricerca, rappresentano anche noi uomini e donne del 2022, che andiamo in ricerca del Dio con noi, che andiamo in ricerca della felicità.
Stranieri, pagani, considerati “impuri”, eppure sono loro a riconoscere che qualcosa di
straordinario sta per succedere, anzi è già successa! Il re dei Giudei è nato! La sua stella è sorta e loro l’hanno seguita.
Non conoscono le Scritture ma hanno capito che il bambino che è nato va adorato perché è Lui l’atteso dalle genti. Chi invece passava le sue giornate a leggere ed interpretare le Scritture, non capisce, non sa, fa “orecchie da mercante”.
A volte può capitare anche a noi: abbiamo la bocca “piena” di versetti biblici, ci gloriamo
di sapere tutto su Dio, sul catechismo, sui dogmi della Chiesa, sul diritto
canonico…immersi nella nostra autoreferenzialità crediamo di essere vicinissimi a Dio,
e poi però è la gente che a noi sembra lontanissima da Dio a vivere secondo la sua volontà!
L’evangelista Matteo ci presenta due reazioni diversissime tra loro: alle parole dei magi
«il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme». Una reazione come vediamo, assolutamente negativa da parte di Erode, il re, il potentato di turno, che quando apprende della nascita del “re dei Giudei”, resta turbato, e con lui tutta Gerusalemme. Erode non era ebreo e non aveva alcun titolo per essere il re dei Giudei, ma aveva fatto, con trame ed inganni, una “scalata al potere”, come diremmo oggi. La notizia di qualcuno che potrebbe spodestarlo dal suo trono, lo fa tremare. E organizza allora la difesa, mandando i magi in “avanscoperta” a Betlemme, per riferirgli poi tutto sul bambino che è nato. Le sue intenzioni sono malvagie, perché vuole uccidere il bambino!
I magi ormai in viaggio verso Betlemme, vedono la stella precederli e fermarsi sopra il
luogo dove si trovava il bambino. Ci dice l’evangelista che «al vedere la stella, essi
provarono una grandissima gioia». Il loro viaggio è ormai terminato. E grande,
grandissima è la loro gioia nel vedere la stella. Come vediamo, saranno i magi che per
primi visiteranno questo Bimbo che è nato. Non i capi religiosi del tempo e del tempio.
Non le autorità civili. Ma i magi, i quali alla vista del bambino e di Maria sua madre,
«prostratisi, lo adorarono».
I magi però non erano partiti dall’Oriente a mani vuote: aperti i loro scrigni, infatti,
offrirono in dono al bimbo appena nato, oro, incenso e mirra.
Gesù, il Salvatore, il Messia, nasce per tutti e non può e non deve essere “privatizzato”
da un popolo; i magi con il loro viaggio e i loro doni ci mostrano l’universalizzazione
dell’Amore incarnato, che tutti possono e devono sentire vicino e a “loro portata”.
Il popolo d’Israele, in virtù di un’errata autocomprensione, si credeva il popolo eletto,
l’unico destinatario dell’amore di Dio e delle sue promesse, e a causa di questo, escludeva gli altri.
I magi offrono a Gesù l’oro, che indica la regalità, e che vuole simboleggiare che il regno di Dio è per tutti, non è solo per un popolo ma tutti vi possono accedere, perché Dio si rende accessibile a tutti!
I magi offrono anche l’incenso, l’offerta riservata ai sacerdoti. Il popolo d’Israele pensava di essere il popolo sacerdotale e di avere un rapporto escluso e diretto con Dio; con quest’offerta si simboleggia che tutti i popoli possono e devono avere un rapporto diretto con Dio.
E infine tra i doni offerti dai magi troviamo anche la mirra, che è il profumo che indica
l’amore sponsale. Israele si considerava il popolo dell’alleanza e dello sposalizio con Dio,vivendo con lui una fortissima intimità. Anche questo privilegio passa a tutta l’umanità. Quest’offerta dei magi ci mostra che per Dio non c’è un popolo privilegiato che Lui sposa,ma che l’amore di Dio raggiunge tutti, specialmente gli esclusi, gli emarginati, gli “scartati” dalla società e dalla religione. Quindi non c’è un popolo solo che stringe alleanza nuziale con Dio, ma tutti i popoli sono chiamati ad essere “sposa e diadema” del Signore.
Attraverso un sogno, Dio fa capire ai magi che tornare da Erode non è che sia proprio la scelta migliore, anzi….meglio proprio tornare a casa…..per un’altra strada!
E infatti….c’è sempre un’altra strada, alternativa: per esempio, c’è sempre un’altra
strada alternativa alla violenza fisica e verbale, alla “globalizzazione dell’indifferenza”,
al qualunquismo, alla chiusura dei cuori, alla vendetta, ai pregiudizi, ai pettegolezzi, alla
gelosia malsana, etc.
Domande che possono aiutare la riflessione personale:
- In questa parte finale dell’Avvento e anche dell’anno 2022, quale è stata la tua
“stella”, che ti ha guidato, accompagnato, condotto all’incontro con Gesù, e con
tutta l’umanità, riconoscendo negli altri, dei fratelli, delle sorelle da amare? - Erode fu turbato e con lui tutta Gerusalemme mentre i magi provarono una
grandissima gioia; prova a fare memoria di quando hai provato una grandissima
gioia, e di quando sei rimasto/a turbato/a, anche insieme ad altre persone. - I magi tornarono a casa per un’altra strada: che strada oggi ti senti chiamato/a ad
abbandonare, a non percorrere più, e quale invece ti impegni a percorrere, come
novità, in stile “sinodale”, aprendo anche la strada per gli altri?